PRIMA PARTE
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PRIMA PARTE
Nereo ha sette anni e la sua attuale operatrice amica è Giovanna
Il 14 ottobre l’operatrice-amica di Nereo scrive al Professor Cuomo e la dott.ssa Imola:
Gent.mi Dott.ssa Imola e Prof. Cuomo,
sono l'operatrice che seguirà Nereo Cardelli nel progetto Il filo d'Arianna. Seguo Nereo dal mese di febbraio di quest'anno, pertanto ho già avuto modo di conoscere il suo temperamento, i suoi gusti, le sue abitudini. Nereo è un bambino allegro, ride spesso quando giochiamo e sorride anche agli estranei. Le attività che finora ho svolto con lui sono perlopiù ludiche: - giochiamo con le palline (lui le lancia senza direzione oppure le sistema con rigore, suddividendole per forma o colore, lungo la parete) - facciamo dei puzzle (attività che ho cominciato a fare con lui sotto suggerimento della psicomotricista che però lo annoia abbastanza) - giochiamo con le costruzioni - andiamo, sempre accompagnati dalla mamma, al parco giochi dove Nereo riesce ad interagire con gli altri bambini ma non a mantenere un gioco insieme a loro oppure leggiamo insieme dei libri. Qui emerge la difficoltà maggiore di Nereo: quella della produzione verbale. Nereo è in grado di produrre sillabe che si riferiscono agli oggetti, o parole intere ma non frasi. Da circa un mese, in compagnia sempre della mamma, abbiamo cominciato ad andare al supermercato dove cerco di portare l'attenzione di Nereo su ciò che compriamo e su quello che vediamo nei vari scaffali. Riconosce perfettamente i cibi che poi ritrova a casa e che appaiono sul libro che leggiamo. Con la mamma, pensavamo di cominciare a proporre a Nereo l'acquisto degli ingredienti che serviranno successivamente a cucinare insieme. Questo per darvi una prima idea sul lavoro che sto conducendo con Nereo.
Rispetto invece alle supervisioni, volevo chiedere quale sarà l'orario di Bologna? da Torino avrei un treno che arriva a Bologna il sabato alle 9.44... Per la supervisione via skype del 30/10 devo invece comunicare la mia assenza, è possibile fissare un'altra data? magari la settimana successiva?
Grazie, distinti saluti
Miriam
Il 21 ottobre il professore e la dott.ssa Imola rispondono:
Gentilissima Miriam,
siamo contenti che lei da febbraio ha avuto modo per 7 mesi di frequentare Nereo.
La disponibilità del bambino che lei ci descrive diventa una base molto importante per realizzare i percorsi che si sono consigliati nella lettera-relazione. Ci teniamo a sottolineare che le sue relazioni dovranno mettere in primo piano le azioni che gli operatori, gli insegnanti, in genitori, mettono in atto per produrre e sollecitare lo sviluppo cognitivo del bambino perchè da tali azioni che possiamo trovare gli impulsi per uscire dal labirinto attraverso il "Filo di Arianna". Le ricordo che noi facciamo riferimento a Vygotskij il quale sottolinea che le aree di sviluppo potenziali vanno sollecitate dall'adulto in quanto il bambino, spontaneamente, si fermerebbe senza le provocazioni progettuali che noi indichiamo nella ricerca. Per tale motivo a noi ci interessano in particolar modo le azioni di intervento da parte degli adulti per poter comprendere le risposte del bambino. Lei ci scrive che immediatamente ha messo in atto i consigli della psicomotricista ed ha iniziato ad implicare il bambino nel fare i puzzle. Le ricordo che ripetutamente noi abbiamo raccomandato che per bambini come Nereo esercizi monotoni e ripetitivi come colorare quadratini e figurine, infilare perline, fare dei puzzle,..., sono assolutamente da evitare. Pertanto ci sembra che Nereo l'abbia capito e glielo stia facendo capire (sembra a volte, nella ricerca, che le lettere-relazioni le abbiano lette i bambini e non gli adulti, è paradossale ma è così). Anche la lettura dei libri noi la consigliamo in una dimensione del chiacchierare in modo da far arricchire il bambino di linguaggio facendogli crescere il desiderio del leggere. E' sconsigliata la spezzettatura in letterine o sillabe Tale spezzettatura anche se trovasse risposta da parte del bambino produrrebbe suoni ed il bambino non capirebbe il senso della lettura. Pertanto bisogna implicare il bambino nella lettura commentata che, se lei si ricorda, abbiamo con il prof. Cuomo sottolineato nell'incontro a Castrocaro riflettendo con l'operatrice Silvia. Una lettura commentata che propone l'attrarre l'attenzione del bambino e nello stesso tempo mantenendogli il filo del discorso, il senso. A tale proposito noi consigliamo il progetto album il quale avendo alcune foto-base in successione (foto relative a percorsi agiti dal bambino) attraverso queste il bambino mantiene il filo del discorso e intuisce le frasi che commentano le foto; un'intuizione che nel tempo diventa capacità di lettura (ce l'ha il progetto album?). In conclusione ci servirebbe capire cosa è stato posto in atto di conseguenza alla lettera-relazione, da chi, in che modo, per quanto tempo e quali sono i risultati. Per quanto riguarda l'incontro in skype come ho già scritto a tutti non è possibile cambiare date, per quanto riguarda l'incontro in presenza va bene l'orario che ci indichi in quanto iniziremo alle 10:00 e termineremo alle 16:00 circa.
Un saluto
Nicola Cuomo
Alice Imola
Il 22 ottobre Miriam risponde alla mail del professor Cuomo e della dott.ssa Imola:
Gent.mi Dott.ssa Imola e Prof. Cuomo,
innanzitutto grazie per i vostri preziosi suggerimenti. Da quando ho ricevuto i primi ragguagli progettuali, inerenti il metodo da voi sviluppato, ho abbandonato qualsiasi attività "ripetitiva" che facevo con Nereo (quindi dal mese di agosto). Lascio spazio a lui nella decisione dei giochi ed attività da fare, sempre proponendo varie alternative, accompagnandolo nella scelta e dando voce ai suoi interessi. La lettura è sempre accompagnata da racconti contestuali (ad esempio la parola "mela" viene integrata da un piccolo racconto su quale cibo piace a Nereo, in quale occasione lo mangia, con chi, ecc.). Inizieremo con la mamma il progetto album la prossima settimana. Possiedo tutta la descrizione. Nota organizzativa: lunedi io e Erika (educatrice di Walter Coralli) acquisteremo i biglietti del treno per Bologna. Volevamo sapere quanto dista dalla stazione il luogo dell'incontro...? Avremmo un treno per il ritorno alle 15.40, quello successivo è alle 17.40...In base alle precedenti supervisioni cosa ci consigliate di fare?
Rispetto alla supervisione via skype sto cercando di informarmi se il posto dove sarò in vacanza dispone di collegamento internet, io non posso portarmi dietro PC e chiavetta.
Grazie, buon lavoro
Miriam
Il 27 ottobre la mamma di Nereo scrive al professor Cuomo
Buongiorno
sono la mamma di Nereo Cardelli
Vi ringrazio per il materiale che state inoltrando : mi riferisco alle mail con oggetto :" trasversale ..." riferite al piccolo Filippo.. per me è materiale istruttivo, trovo degli spunti pratici e delle idee nuove
Io ed il papa' di Nereo abbiamo iniziato due piccolissimi progetti da fare alla sera :
1: Nereo' e la mamma tagliano insieme il cibo nel piatto di Nereo oppure spalmano insieme il formaggino sul panino(Nereo non è capace a usare il coltello e facciamo insieme il gesto.. e' collaborativo e l'azione gli interessa, fisicamente l'azione è anche molto morbida contrariamente ai suoi gesti soliti che sono sempre pesanti
2: dopo cena Nereo e papà sparecchiano e spazzano : anche qui collaborativo ma non ancora consapevole se quello che papà gli dice di prendere dal tavolo va in frigo o nella spazzatura o nel lavandino .. qui non so come andare avanti
ma la mia mail ha un'altra priorita'
ieri è accaduto un episodio spiacevole fuori da scuola :
al momento di lasciare l'insegnante sul portone e venire verso di me, Nereo si è fermato vicino al maestro e gli ha dato uno schiaffetto,ha guardato l'insegnante in faccia per vedere la reazione e l'insegnante lo ha guardato in malo modo(come a dire ..non farlo mai piu!), Nereo ha iniziato a prenderlo a calci e si è messo a piangere. L'insegnante voleva che Nereo continuasse a tirargli i calci e mi ha detto "...lo lasci sfogare..." ma io sono intervenuta per spezzare immediatamente la spirale nella quale Nereo si stava infilando tirando fuori una caramella e dicendo due o tre parole affettuose a Nereo che si è calmato
Il maestro si è infastidito del mio intervento ... e poi mi ha detto qualcosa che non ricordo bene ma faceva riferimento al fatto che non lo lasciavo lavorare ...
MA PERCHE' SI LAVORA COSI CON I BAMBINI ? LI SI LASCIA "SFOGARE" A MAZZATE ? SFOGARE COSA ? NEREO NON HA STRESS REPRESSI
NEREO ALZA LE MANI SOLO SE SI SENTE ATTACCATO
E poi l'insegnante mi ha detto una cosa che proprio non immaginavo .. " ma lo sa che Nereo e' dall'inizio della scuola che non parla ? e che non fa nulla se non vado da lui a insistere ? "
Nereo non è capace di parlare ma qualche parolina la sa dire .. e poi se deve chiedere qualcosa chiede ...
INSOMMA E' DA IERI CHE CONTINUO A PENSARE : QUESTO BAMBINO PASSA LA GIORNATA A SCUOLA AD ANNOIARSI A MORTE ... ANZI VIVRA' LA FATICA DI DOVER SOPPORTARE UN ADULTO (INSEGNANTE) CHE VA DA LUI E GLI CHIEDE DI FARE COSE CHE NON GLI INTERESSANO E NON LO COINVOLGONO ...
COSA FACCIO ...NON LO MANDO PIU' A SCUOLA ?
L'episodio di ieri si è chiuso con me che dicevo all'insegnante : "stasera le mando una mail e le dico alcune cose" ..io non voglio parlare con l'insegnante con il picccolo che ascolta
alla sera ho preparato una mail dicendo all'insegnante di scrivere cosa fa con Nereo, come si svolgono le dinamiche quotidiane all'interno della classe evidenziando i problemi e di farmi avere il tutto;
io poi girerei a Voi quanto mi arriva dal maestro
ho fatto bene ?
aspetto fiduciosa
saluti cinzia
Il prof Cuomo e la dott.ssa Imola rispondono alle richieste della mamma di Nereo:
Gentilissima signora Cinzia,
innanzi tutto sottolineiamo che le attività con il bambino vanno bene, bisognerà chiarire i termini (e le azioni che ne conseguono) "consapevole" e consapevolezza.
Nelle nostre ricerche ci risulta spesso frequente l'accanirsi nel voler comprendere sino a che punto i bambini capiscono, sino a che punto sono "consapevoli", sino a che punto hanno appreso a memoria o in profondità.
Tale comportamento dubitativo da parte dell'adulto, sempre alla ricerca di prove e di controprove, rischia di proporre tensione, incertezza ed ANSIA.
I genitori, gli insegnanti, gli adulti rischiano di assillare i bambini quando divengono i permanenti ed espliciti giudico-verificatori di qualunque situazione, atteggiamento, abilità.
Gli adulti quando si pongono in una relazione permanentemente sospettosa, dubitativa ("ma sei stato tu? lo hai fatto da solo?... ma no...non ci credo!"),li porta a divenire i "maestrini" onnipresenti ed ogni attività, comportamento del bambino diviene una sorta di verifica-interrogazione-esame. In tale atteggiamento ricorrente,spesso troviamo molte cause che portano a far maturare in rifiuto di collaborare dei bambini con bisogni speciali.
Il comportamento di permanente verifica da parte degli adulti provoca rifiuto a collaborare, a fare, provoca opposizione, passività, disorientamento.
La ricerca ci fa emergere, con frequenza, che i contesti le atmosfere relazionali in cui il bambino con deficit vive tendono ad assumere delle caratteristiche ambientali producenti tensione quando si tratta di intervenire sugli apprendimenti.
Ciò è frequente che accada quando gli interventi per lo più tendono a sorvegliare i deficit verificando, valutando le risposte quasi esclusivamente sul piano formale, razionale, scolasticheggiante.
In tale dimensione emerge il rischio di una sorveglianza sui deficit e non di apprezzamento delle abilità.
Quanto prima detto non significa assolutamente che non bisogna osservare, notare, valutare, questo va fatto ma con modalità estremamente discreta in una rilevazione che sottolinea le competenze e va a riflettere, studiare strategie mediatrici tali da far sì che il bambino - con la nostra mediazione facilitante (di cui se ne impadronirà) - superi le sue incapacità.
Noi raccomandiamo di accompagnare, facendo insieme, il bambino a fare in modo adeguato determinando situazioni facilitanti .
L'osservazione va fatta ma in modalità molto, molto indiretta.
Innanzi tutto bisogna far apprendere in una relazione complementare, facendosi imitare, richiedendo aiuto: "... aiutami a mettere questi cibi che sono nelle buste nel frigo, sono nelle buste per evitare che io mi sbaglio e li getto nella spazzatura!!! Sai io e la mamma a volta, per la fretta ci distraiamo e possiamo buttare nella spazzatura la roba buona. Invece il mangiare e la roba da buttar nella spazzatura la mettiamo in questa carta, la svuotiamo direttamente nel piatto...".
Dobbiamo NOI far vedere, evidenziando il nostro fare, al bambino come facciamo a non sbagliarci e quali strategie mettiamo in atto. Dichiarando le nostre strategie ed evidenziando come facciamo, richiedendo aiuto, già stiamo determinando una situazione a specchio adeguata all'apprendimento corretto.
Pertanto differenziate in modo evidente le modalità ed i contenitori di ciò che va nel frigo e di ciò che va nella spazzatura.
La roba che si getta e quella che si conserva dovrà essere in modo evidente distinta.
La distinzione è importante perchè la nostra selezione fa riferimento ad un non chiaramente visibile, ad una scelta più concettuale che materiale, fa riferimento a nostre capacità di analisi e ad abitudini. Pertanto è difficilissimo far capire al bambino ciò che per noi è da buttare e ciò che va conservato in quanto è un processo invisibile e, per il bambino, può avere la valenza di una scelta arbitraria dell'adulto: il contenitore (cfr.: la raccolta differenziata) per il suo colore, la sua forma aiuterà a far capire la differente natura del cibo e in tal modo l'apprendimento sarà facilitato.
Si raccomanda inoltre di non fomentare situazioni che portano all'instaurarsi di oppositività da parte di Nereo, ma di seguire strategie aggiranti il problema sul tipo di quelle che ho tratteggiato nella lettera-relazione e che riporto:
"...mi preme consigliarvi di non insistere sull’ordinare, sul comandare ma sul coinvolgere Nereo. E’ più produttivo, utile e potenziante la relazione il ricorrere all’“aiutami a portare …” che il “Porta!”; è più utile “aiutami a prendere…” che “prendi!”.
Per entrare in un esempio concreto se Nereo lancia un oggetto il dirgli “vallo a prendere, raccoglilo, prendilo,…” è un comando che se incontra l’opposizione del bambino può divenire difficile poi implicarlo o costringerlo. Tale posizione del “vai a prenderlo, raccoglilo, prendilo,…” potrebbe determinare una abitudine oppositiva per qualunque richiesta.
Al contrario di “vallo a prendere, raccoglilo, prendilo,…” è estremamente conveniente prendere la posizione di: “ … hai lanciato il bambolotto, poverino, speriamo che non si sia fatto male. Vediamo, meno male, non si è fatto niente, è stata solo una caduta. Coccoliamolo un pò insieme, diamogli delle carezzine. Vieni aiutami a prenderlo in braccio…” ed anche se Nereo non dovesse entrare in aiuto continuare con “… vieni bambolotto andiamo a sederci con il tuo amico Nereo che ti consoliamo insieme. Sai dopo usciremo ed andremo tutti insieme dalla nonna che ci ha preparato quei buonissimi biscotti…”.
Tale procedere elimina il conflitto ed indipendentemente dal fatto che Nereo “ubbidisca” o no al comando implicito di prendere il bambolotto propone una relazione forte sul piano affettivo e l’eliminazione della nascita di una volontà oppositiva: il “no!” a tutti i costi scompare.
Se Nereo a volte si intestardisce è utile, dovrà potenziare la sua forza di volontà nel superare i problemi che incontrerà e per tale motivo non va incanalata al “no!” oppositivo, ma al superare i problemi.
Il trasformare dal “vallo a prendere, raccoglilo, prendilo,…” al “… coccoliamolo che si è potuto far male…” ed il costruire intorno il proseguo dell’avvenimento “…andremo dalla nonna che ci ha preparato i buoni biscotti…” significa superare l’intoppo che rischiava di infilarsi in un circolo vizioso oppositivo, per entrare in un circolo virtuoso che include affettivamente il bambolotto e propone una narrazione, un continuare a relazionarsi, a parlare insieme, a proseguire con un discorso articolato. Il contrario sarebbe stato “vai” no!”: un non discorso, una non conversazione. Un fronte contro Nereo da parte di tutta la famiglia.
Ugualmente si è fatto capire a Nereo che quell'azione non è adeguata, ma superando l’accaduto che da rischio potenziante l’oppositività è diventata una splendida occasione per “chiacchierare” [1] insieme...".
Per quanto riguarda l'atteggiamento di risposta del maestro ai comportamenti aggressivi di Nereo certamente il bambino va fermato e in modalità molto pragmatica(senza tanti discorsi) gli va fatto capire(fermandolo, contenendolo nelle sue azioni aggressive immediatamente) che quel suo fare è assolutamente non adeguato e che "non si fa!".
Non capisco da dove l'Insegnante tiri fuori le teorie dello "sfogo".
Per quanto riguarda poi la dichiarazione: .. " ma lo sa che Nereo e' dall'inizio della scuola che non parla ? e che non fa nulla se non vado da lui a insistere ?".
Il Maestro avendo ricevuto la nostra lettera-relazione ed avendo la possibilità di prendere contatti con noi dovrebbe presentarci un suo progetto, il progetto del gruppo degli insegnanti e quello che lui definisce "insistere" va svolto in strategie, in itinerari didattici che sono finalizzati al superare tale situazione. Il mero constatare e il mero insistere non sono assolutamente sufficienti pertanto si faccia spiegare come lavora, gli strumenti e le azioni facilitanti,...
In attesa di notizie migliori
Nicola Cuomo
Alice Imola
Gent.mi Dott.ssa Imola e Prof. Cuomo,
sono l'operatrice che seguirà Nereo Cardelli nel progetto Il filo d'Arianna. Seguo Nereo dal mese di febbraio di quest'anno, pertanto ho già avuto modo di conoscere il suo temperamento, i suoi gusti, le sue abitudini. Nereo è un bambino allegro, ride spesso quando giochiamo e sorride anche agli estranei. Le attività che finora ho svolto con lui sono perlopiù ludiche: - giochiamo con le palline (lui le lancia senza direzione oppure le sistema con rigore, suddividendole per forma o colore, lungo la parete) - facciamo dei puzzle (attività che ho cominciato a fare con lui sotto suggerimento della psicomotricista che però lo annoia abbastanza) - giochiamo con le costruzioni - andiamo, sempre accompagnati dalla mamma, al parco giochi dove Nereo riesce ad interagire con gli altri bambini ma non a mantenere un gioco insieme a loro oppure leggiamo insieme dei libri. Qui emerge la difficoltà maggiore di Nereo: quella della produzione verbale. Nereo è in grado di produrre sillabe che si riferiscono agli oggetti, o parole intere ma non frasi. Da circa un mese, in compagnia sempre della mamma, abbiamo cominciato ad andare al supermercato dove cerco di portare l'attenzione di Nereo su ciò che compriamo e su quello che vediamo nei vari scaffali. Riconosce perfettamente i cibi che poi ritrova a casa e che appaiono sul libro che leggiamo. Con la mamma, pensavamo di cominciare a proporre a Nereo l'acquisto degli ingredienti che serviranno successivamente a cucinare insieme. Questo per darvi una prima idea sul lavoro che sto conducendo con Nereo.
Rispetto invece alle supervisioni, volevo chiedere quale sarà l'orario di Bologna? da Torino avrei un treno che arriva a Bologna il sabato alle 9.44... Per la supervisione via skype del 30/10 devo invece comunicare la mia assenza, è possibile fissare un'altra data? magari la settimana successiva?
Grazie, distinti saluti
Miriam
Il 21 ottobre il professore e la dott.ssa Imola rispondono:
Gentilissima Miriam,
siamo contenti che lei da febbraio ha avuto modo per 7 mesi di frequentare Nereo.
La disponibilità del bambino che lei ci descrive diventa una base molto importante per realizzare i percorsi che si sono consigliati nella lettera-relazione. Ci teniamo a sottolineare che le sue relazioni dovranno mettere in primo piano le azioni che gli operatori, gli insegnanti, in genitori, mettono in atto per produrre e sollecitare lo sviluppo cognitivo del bambino perchè da tali azioni che possiamo trovare gli impulsi per uscire dal labirinto attraverso il "Filo di Arianna". Le ricordo che noi facciamo riferimento a Vygotskij il quale sottolinea che le aree di sviluppo potenziali vanno sollecitate dall'adulto in quanto il bambino, spontaneamente, si fermerebbe senza le provocazioni progettuali che noi indichiamo nella ricerca. Per tale motivo a noi ci interessano in particolar modo le azioni di intervento da parte degli adulti per poter comprendere le risposte del bambino. Lei ci scrive che immediatamente ha messo in atto i consigli della psicomotricista ed ha iniziato ad implicare il bambino nel fare i puzzle. Le ricordo che ripetutamente noi abbiamo raccomandato che per bambini come Nereo esercizi monotoni e ripetitivi come colorare quadratini e figurine, infilare perline, fare dei puzzle,..., sono assolutamente da evitare. Pertanto ci sembra che Nereo l'abbia capito e glielo stia facendo capire (sembra a volte, nella ricerca, che le lettere-relazioni le abbiano lette i bambini e non gli adulti, è paradossale ma è così). Anche la lettura dei libri noi la consigliamo in una dimensione del chiacchierare in modo da far arricchire il bambino di linguaggio facendogli crescere il desiderio del leggere. E' sconsigliata la spezzettatura in letterine o sillabe Tale spezzettatura anche se trovasse risposta da parte del bambino produrrebbe suoni ed il bambino non capirebbe il senso della lettura. Pertanto bisogna implicare il bambino nella lettura commentata che, se lei si ricorda, abbiamo con il prof. Cuomo sottolineato nell'incontro a Castrocaro riflettendo con l'operatrice Silvia. Una lettura commentata che propone l'attrarre l'attenzione del bambino e nello stesso tempo mantenendogli il filo del discorso, il senso. A tale proposito noi consigliamo il progetto album il quale avendo alcune foto-base in successione (foto relative a percorsi agiti dal bambino) attraverso queste il bambino mantiene il filo del discorso e intuisce le frasi che commentano le foto; un'intuizione che nel tempo diventa capacità di lettura (ce l'ha il progetto album?). In conclusione ci servirebbe capire cosa è stato posto in atto di conseguenza alla lettera-relazione, da chi, in che modo, per quanto tempo e quali sono i risultati. Per quanto riguarda l'incontro in skype come ho già scritto a tutti non è possibile cambiare date, per quanto riguarda l'incontro in presenza va bene l'orario che ci indichi in quanto iniziremo alle 10:00 e termineremo alle 16:00 circa.
Un saluto
Nicola Cuomo
Alice Imola
Il 22 ottobre Miriam risponde alla mail del professor Cuomo e della dott.ssa Imola:
Gent.mi Dott.ssa Imola e Prof. Cuomo,
innanzitutto grazie per i vostri preziosi suggerimenti. Da quando ho ricevuto i primi ragguagli progettuali, inerenti il metodo da voi sviluppato, ho abbandonato qualsiasi attività "ripetitiva" che facevo con Nereo (quindi dal mese di agosto). Lascio spazio a lui nella decisione dei giochi ed attività da fare, sempre proponendo varie alternative, accompagnandolo nella scelta e dando voce ai suoi interessi. La lettura è sempre accompagnata da racconti contestuali (ad esempio la parola "mela" viene integrata da un piccolo racconto su quale cibo piace a Nereo, in quale occasione lo mangia, con chi, ecc.). Inizieremo con la mamma il progetto album la prossima settimana. Possiedo tutta la descrizione. Nota organizzativa: lunedi io e Erika (educatrice di Walter Coralli) acquisteremo i biglietti del treno per Bologna. Volevamo sapere quanto dista dalla stazione il luogo dell'incontro...? Avremmo un treno per il ritorno alle 15.40, quello successivo è alle 17.40...In base alle precedenti supervisioni cosa ci consigliate di fare?
Rispetto alla supervisione via skype sto cercando di informarmi se il posto dove sarò in vacanza dispone di collegamento internet, io non posso portarmi dietro PC e chiavetta.
Grazie, buon lavoro
Miriam
Il 27 ottobre la mamma di Nereo scrive al professor Cuomo
Buongiorno
sono la mamma di Nereo Cardelli
Vi ringrazio per il materiale che state inoltrando : mi riferisco alle mail con oggetto :" trasversale ..." riferite al piccolo Filippo.. per me è materiale istruttivo, trovo degli spunti pratici e delle idee nuove
Io ed il papa' di Nereo abbiamo iniziato due piccolissimi progetti da fare alla sera :
1: Nereo' e la mamma tagliano insieme il cibo nel piatto di Nereo oppure spalmano insieme il formaggino sul panino(Nereo non è capace a usare il coltello e facciamo insieme il gesto.. e' collaborativo e l'azione gli interessa, fisicamente l'azione è anche molto morbida contrariamente ai suoi gesti soliti che sono sempre pesanti
2: dopo cena Nereo e papà sparecchiano e spazzano : anche qui collaborativo ma non ancora consapevole se quello che papà gli dice di prendere dal tavolo va in frigo o nella spazzatura o nel lavandino .. qui non so come andare avanti
ma la mia mail ha un'altra priorita'
ieri è accaduto un episodio spiacevole fuori da scuola :
al momento di lasciare l'insegnante sul portone e venire verso di me, Nereo si è fermato vicino al maestro e gli ha dato uno schiaffetto,ha guardato l'insegnante in faccia per vedere la reazione e l'insegnante lo ha guardato in malo modo(come a dire ..non farlo mai piu!), Nereo ha iniziato a prenderlo a calci e si è messo a piangere. L'insegnante voleva che Nereo continuasse a tirargli i calci e mi ha detto "...lo lasci sfogare..." ma io sono intervenuta per spezzare immediatamente la spirale nella quale Nereo si stava infilando tirando fuori una caramella e dicendo due o tre parole affettuose a Nereo che si è calmato
Il maestro si è infastidito del mio intervento ... e poi mi ha detto qualcosa che non ricordo bene ma faceva riferimento al fatto che non lo lasciavo lavorare ...
MA PERCHE' SI LAVORA COSI CON I BAMBINI ? LI SI LASCIA "SFOGARE" A MAZZATE ? SFOGARE COSA ? NEREO NON HA STRESS REPRESSI
NEREO ALZA LE MANI SOLO SE SI SENTE ATTACCATO
E poi l'insegnante mi ha detto una cosa che proprio non immaginavo .. " ma lo sa che Nereo e' dall'inizio della scuola che non parla ? e che non fa nulla se non vado da lui a insistere ? "
Nereo non è capace di parlare ma qualche parolina la sa dire .. e poi se deve chiedere qualcosa chiede ...
INSOMMA E' DA IERI CHE CONTINUO A PENSARE : QUESTO BAMBINO PASSA LA GIORNATA A SCUOLA AD ANNOIARSI A MORTE ... ANZI VIVRA' LA FATICA DI DOVER SOPPORTARE UN ADULTO (INSEGNANTE) CHE VA DA LUI E GLI CHIEDE DI FARE COSE CHE NON GLI INTERESSANO E NON LO COINVOLGONO ...
COSA FACCIO ...NON LO MANDO PIU' A SCUOLA ?
L'episodio di ieri si è chiuso con me che dicevo all'insegnante : "stasera le mando una mail e le dico alcune cose" ..io non voglio parlare con l'insegnante con il picccolo che ascolta
alla sera ho preparato una mail dicendo all'insegnante di scrivere cosa fa con Nereo, come si svolgono le dinamiche quotidiane all'interno della classe evidenziando i problemi e di farmi avere il tutto;
io poi girerei a Voi quanto mi arriva dal maestro
ho fatto bene ?
aspetto fiduciosa
saluti cinzia
Il prof Cuomo e la dott.ssa Imola rispondono alle richieste della mamma di Nereo:
Gentilissima signora Cinzia,
innanzi tutto sottolineiamo che le attività con il bambino vanno bene, bisognerà chiarire i termini (e le azioni che ne conseguono) "consapevole" e consapevolezza.
Nelle nostre ricerche ci risulta spesso frequente l'accanirsi nel voler comprendere sino a che punto i bambini capiscono, sino a che punto sono "consapevoli", sino a che punto hanno appreso a memoria o in profondità.
Tale comportamento dubitativo da parte dell'adulto, sempre alla ricerca di prove e di controprove, rischia di proporre tensione, incertezza ed ANSIA.
I genitori, gli insegnanti, gli adulti rischiano di assillare i bambini quando divengono i permanenti ed espliciti giudico-verificatori di qualunque situazione, atteggiamento, abilità.
Gli adulti quando si pongono in una relazione permanentemente sospettosa, dubitativa ("ma sei stato tu? lo hai fatto da solo?... ma no...non ci credo!"),li porta a divenire i "maestrini" onnipresenti ed ogni attività, comportamento del bambino diviene una sorta di verifica-interrogazione-esame. In tale atteggiamento ricorrente,spesso troviamo molte cause che portano a far maturare in rifiuto di collaborare dei bambini con bisogni speciali.
Il comportamento di permanente verifica da parte degli adulti provoca rifiuto a collaborare, a fare, provoca opposizione, passività, disorientamento.
La ricerca ci fa emergere, con frequenza, che i contesti le atmosfere relazionali in cui il bambino con deficit vive tendono ad assumere delle caratteristiche ambientali producenti tensione quando si tratta di intervenire sugli apprendimenti.
Ciò è frequente che accada quando gli interventi per lo più tendono a sorvegliare i deficit verificando, valutando le risposte quasi esclusivamente sul piano formale, razionale, scolasticheggiante.
In tale dimensione emerge il rischio di una sorveglianza sui deficit e non di apprezzamento delle abilità.
Quanto prima detto non significa assolutamente che non bisogna osservare, notare, valutare, questo va fatto ma con modalità estremamente discreta in una rilevazione che sottolinea le competenze e va a riflettere, studiare strategie mediatrici tali da far sì che il bambino - con la nostra mediazione facilitante (di cui se ne impadronirà) - superi le sue incapacità.
Noi raccomandiamo di accompagnare, facendo insieme, il bambino a fare in modo adeguato determinando situazioni facilitanti .
L'osservazione va fatta ma in modalità molto, molto indiretta.
Innanzi tutto bisogna far apprendere in una relazione complementare, facendosi imitare, richiedendo aiuto: "... aiutami a mettere questi cibi che sono nelle buste nel frigo, sono nelle buste per evitare che io mi sbaglio e li getto nella spazzatura!!! Sai io e la mamma a volta, per la fretta ci distraiamo e possiamo buttare nella spazzatura la roba buona. Invece il mangiare e la roba da buttar nella spazzatura la mettiamo in questa carta, la svuotiamo direttamente nel piatto...".
Dobbiamo NOI far vedere, evidenziando il nostro fare, al bambino come facciamo a non sbagliarci e quali strategie mettiamo in atto. Dichiarando le nostre strategie ed evidenziando come facciamo, richiedendo aiuto, già stiamo determinando una situazione a specchio adeguata all'apprendimento corretto.
Pertanto differenziate in modo evidente le modalità ed i contenitori di ciò che va nel frigo e di ciò che va nella spazzatura.
La roba che si getta e quella che si conserva dovrà essere in modo evidente distinta.
La distinzione è importante perchè la nostra selezione fa riferimento ad un non chiaramente visibile, ad una scelta più concettuale che materiale, fa riferimento a nostre capacità di analisi e ad abitudini. Pertanto è difficilissimo far capire al bambino ciò che per noi è da buttare e ciò che va conservato in quanto è un processo invisibile e, per il bambino, può avere la valenza di una scelta arbitraria dell'adulto: il contenitore (cfr.: la raccolta differenziata) per il suo colore, la sua forma aiuterà a far capire la differente natura del cibo e in tal modo l'apprendimento sarà facilitato.
Si raccomanda inoltre di non fomentare situazioni che portano all'instaurarsi di oppositività da parte di Nereo, ma di seguire strategie aggiranti il problema sul tipo di quelle che ho tratteggiato nella lettera-relazione e che riporto:
"...mi preme consigliarvi di non insistere sull’ordinare, sul comandare ma sul coinvolgere Nereo. E’ più produttivo, utile e potenziante la relazione il ricorrere all’“aiutami a portare …” che il “Porta!”; è più utile “aiutami a prendere…” che “prendi!”.
Per entrare in un esempio concreto se Nereo lancia un oggetto il dirgli “vallo a prendere, raccoglilo, prendilo,…” è un comando che se incontra l’opposizione del bambino può divenire difficile poi implicarlo o costringerlo. Tale posizione del “vai a prenderlo, raccoglilo, prendilo,…” potrebbe determinare una abitudine oppositiva per qualunque richiesta.
Al contrario di “vallo a prendere, raccoglilo, prendilo,…” è estremamente conveniente prendere la posizione di: “ … hai lanciato il bambolotto, poverino, speriamo che non si sia fatto male. Vediamo, meno male, non si è fatto niente, è stata solo una caduta. Coccoliamolo un pò insieme, diamogli delle carezzine. Vieni aiutami a prenderlo in braccio…” ed anche se Nereo non dovesse entrare in aiuto continuare con “… vieni bambolotto andiamo a sederci con il tuo amico Nereo che ti consoliamo insieme. Sai dopo usciremo ed andremo tutti insieme dalla nonna che ci ha preparato quei buonissimi biscotti…”.
Tale procedere elimina il conflitto ed indipendentemente dal fatto che Nereo “ubbidisca” o no al comando implicito di prendere il bambolotto propone una relazione forte sul piano affettivo e l’eliminazione della nascita di una volontà oppositiva: il “no!” a tutti i costi scompare.
Se Nereo a volte si intestardisce è utile, dovrà potenziare la sua forza di volontà nel superare i problemi che incontrerà e per tale motivo non va incanalata al “no!” oppositivo, ma al superare i problemi.
Il trasformare dal “vallo a prendere, raccoglilo, prendilo,…” al “… coccoliamolo che si è potuto far male…” ed il costruire intorno il proseguo dell’avvenimento “…andremo dalla nonna che ci ha preparato i buoni biscotti…” significa superare l’intoppo che rischiava di infilarsi in un circolo vizioso oppositivo, per entrare in un circolo virtuoso che include affettivamente il bambolotto e propone una narrazione, un continuare a relazionarsi, a parlare insieme, a proseguire con un discorso articolato. Il contrario sarebbe stato “vai” no!”: un non discorso, una non conversazione. Un fronte contro Nereo da parte di tutta la famiglia.
Ugualmente si è fatto capire a Nereo che quell'azione non è adeguata, ma superando l’accaduto che da rischio potenziante l’oppositività è diventata una splendida occasione per “chiacchierare” [1] insieme...".
Per quanto riguarda l'atteggiamento di risposta del maestro ai comportamenti aggressivi di Nereo certamente il bambino va fermato e in modalità molto pragmatica(senza tanti discorsi) gli va fatto capire(fermandolo, contenendolo nelle sue azioni aggressive immediatamente) che quel suo fare è assolutamente non adeguato e che "non si fa!".
Non capisco da dove l'Insegnante tiri fuori le teorie dello "sfogo".
Per quanto riguarda poi la dichiarazione: .. " ma lo sa che Nereo e' dall'inizio della scuola che non parla ? e che non fa nulla se non vado da lui a insistere ?".
Il Maestro avendo ricevuto la nostra lettera-relazione ed avendo la possibilità di prendere contatti con noi dovrebbe presentarci un suo progetto, il progetto del gruppo degli insegnanti e quello che lui definisce "insistere" va svolto in strategie, in itinerari didattici che sono finalizzati al superare tale situazione. Il mero constatare e il mero insistere non sono assolutamente sufficienti pertanto si faccia spiegare come lavora, gli strumenti e le azioni facilitanti,...
In attesa di notizie migliori
Nicola Cuomo
Alice Imola
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