X Fragile - Il Filo di Arianna
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Messaggio  Admin Mer Mar 31, 2010 1:51 pm

Il 23 ottobre 2009 il professor Cuomo scrive:

Gentilissima signora,
lei deve considerare che stiamo lavorando su più fronti e non è da moltissimo tempo.
Il lavorare su più fronti in un sistema integrato significa che successi, apprendimenti, coinvolgimenti in un settore vanno ad influenzare settori differenti sino a cambiare l'intero sistema. Lei non deve guardare il settore cucina come positivo e il settore porre la roba a posto come non positivo. Deve incominciare a vedere ed a tenere sotto osservazione tutto il sistema. L'intervenire sistemicamente significa che i successi in un settore (proprio perché non sono pensati questi in nuclei separati ma interconnessi) stanno preparando la maturazione in altri settori perché le nostre ipotesi prevedono un'influenza di fondo, quella che chiamiamo struttura. Pertanto quando Michele dimostra interesse per la pentola sta ponendo in modo evidente il suo partecipare ma proprio in quel momento che sta partecipando e si sta facendo implicare correttamente nella pentola sta preparando la sua organizzazione cognitiva ed affettiva in quei settori in cui lei lo vede ancora non pronto a collaborare.
Lei deve essere molto attenta altrimenti rischia di insister molto di più nei settori in cui Michele non riesce e ritorna nuovamente nella ottica della difettologia.
Questo è il momento di agire sulle regole e in tutti i settori, regole nell'organizzazione dei tempi, degli spazi, delle attività.
Ora non deve dire più il televisore è guasto (altrimenti fa accadere quanto abbiamo scritto a Pamela). Lei e Pamela dovete dire che ci sono delle regole che tutti devono seguire e che il televisore si guarda dalle... alle... Anche i DVD non devono essere nascosti (questo poteva essere valido in un primo momento quando era lontanissimo il concetto di regola sia per il bambino che per lei) ora bisogna dire che i DVD vanno utilizzati dalle... alle...
Per tale motivo si deve potenziare l'orologio, il calendario. Come sta andando con l'orologio? Bisogna organizzare un orologio e "quando la lancetta rossa, quella più piccola (bisogna colorare con smalto per unghie la lancetta corta di un orologio a muro) sarà sulla foto del DVD alle ore 7 tu potrai guardare un solo DVD, come faremo noi".
Questo è il momento di esplicitare le regole dell'uso dei DVD, del momento del mangiare, del momento dell'andare a letto, regole che dovrete eseguire tutti in modo evidente.
Michele sente che gli volete bene e quindi anche se piange o si arrabbia questa rabbia non sarà profonda perché sente che gli volete bene (pian piano si adatterà).
Come si è sottolineato nella e-mail inviata a Pamela che si consiglia di leggere attentamente Michele necessita di una "dolce fermezza".
Bisogna stare attenti a non lasciarsi incastrare dal pregiudizio che bisogna dare un'educazione libera. La libertà deve essere sempre in ambiti vantaggiosi per il bambino ed in questo caso lasciar far a Michele quello che gli pare è a suo profondissimo svantaggio. E' come lasciarlo libero di camminare sul cornicione di una casa a venti piani.

Michele deve sapere, e lui lo sente perché sente che gli volete bene, che voi gli indicate la strada a suo vantaggio. Pertanto bisogna essere con lui molto fermi, rigorosi, direttivi, fermezza e direttività non sono sinonimi di autoritarismo. Per avere fiducia nell'adulto Michele deve sentire il suo comando e deve capire che lo si fa a suo vantaggio.
Per quanto riguarda il ricevere in casa degli amici bisogna stare molto ma molto attenti a progettare tale percorso perché, come ho sottolineato altre volte, vi sono moltissimi rischi.
Riporto ancora una volta i conigli per punti chiave:
Le esperienze a cui ci rifacciamo "CI METTONO IN GUARDIA" sui rischi, in quanto non è facile determinare condizioni in cui i bambini spontaneamente socializzano, specialmente con amici con necessità speciali, se non vi è un progetto attento a determinare situazioni ed atmosfere adeguate.
Il primo invito è quasi sempre accettato dagli amici ma purtroppo nella maggior parte dei casi, in questo primo incontro (quando non vi è stato un progetto), molti si sono annoiati ed il bambino ospitante o ha abbandonato i suoi invitati rifugiandosi in camera sua o non ha permesso loro di giocare o ha litigato facendosi forte del fatto che era in casa sua. Le situazioni che si sono venute a creare frequentemente hanno prodotto tensioni, malcontenti, noia, . pregiudicando l'evolversi delle relazioni.
Risulta indispensabile tener conto del rischio che Michele potrebbe sentirsi invaso in casa e per tale motivo difendersi rifiutando gli amici.
Inoltre gli amici di Michele non saprebbero cosa fare per implicarlo a giocare (non sono loro gli esperti ma noi). Alcune attenzioni che si dovrebbero avere:
* Iniziare con visite brevi e con uno o due compagni che già sappiamo essere calmi e in grado di stare con Michele (le visite brevi e in pochi propongono una gradualità per Michele , per non sentirsi invaso nel suo territorio); * Chi viene a trovare dovrà portare un regalino e riceverlo a sua volta (lo scambio di doni propone una dimensione affettiva ed emozionale estremamente forte e positiva, lo stesso dono-souvenir propone un ricordarsi dell'evento);
* Le visite brevi e lo scambio di doni devono divenire oggetto di osservazione per Pamela per notare le reazioni di Michele (si potrebbe utilizzare un registratore e una macchina fotografica per far si che Michele possa riascoltare e rivedere il momento per rievocarlo e desiderarlo);
* Successivamente nell'incontro più lungo (incontro prova che potrebbe accorciarsi se vi è la necessità) bisognerebbe proporre un'attività in cui sia gli amici che Michele possono in qualche modo partecipare (il preparare un dolce, una macedonia, la crema, possono essere attività interessanti in quanto il percorso è in previsione di un evento finale gradito, desiderato);
*Non lasciare mai Michele da solo con i compagni e organizzare giochi pensati anche per implicarlo; *Fare gradualmente esplorare la casa ai suoi compagni (un numero di due) stando attenti alle reazioni di Michele che potrebbe interpretare il toccare i suoi giochi, il camminare per la casa come una invasione che mette a rischio la sua presenza (far aprire e chiudere a lui le porte, interpretare il suo pensiero di far entrare e far uscire, far toccare o no le sue cose dicendo agli amici il perché lo si fa: ".bisogna chiedere il permesso a Michele di toccare i suoi giochi, farseli passare da lui, altrimenti potrebbe rimanere male, se lui ci dà il permesso è una sua grande manifestazione di affetto");

*Assolutamente non forzare a dare ed a far usare i propri giochi agli amici dicendogli: "devi far giocare anche gli altri con i tuoi giochi, tutti devono giocare con i tuoi giochi.". Michele non capirebbe il perché ma si sentirebbe invaso e gli altri gli percepirebbe come invasori. Il pensare che si deve abituare a condividere i giochi non è una buona idea in questo caso.

*E' estremamente importante che i compagni di Michele vadano via con il desiderio di ritornare.
Le cure che ho sopra elencato quale esempio e che raccomando, devono far comprendere che è necessaria molta attenzione per non "bruciarsi" una occasione fondamentale. E' importante che tale progetto venga concordato con Pamela la quale può fungere da cerimoniere di casa, ciò non toglie che possano stare anche i genitori l'importante che si stia ai patti e non si vada a intralciare il lavoro l'uno dell'altro.
Bisogna tener presentissimo che se gli amici sono di Michele la sorellina non deve rimanere ai margini. Non deve succedere assolutamente che gli amici di Michele poi giocano con la sua sorellina (la sorellina è meglio fuori casa).
Michele deve essere il centro.
Noi abbiamo parlato certamente di equitazione non di ippoterapia proprio perché in tali Centri di ippoterapia vi sono i rischi che abbiamo sottolineato a Rimini.
Vi sono molti maneggi che fanno equitazione integrando l''obiettivo (non immediato) di andare a cavallo con il prendersi cura con un istruttore dell'animale. Aiutare l'istruttore a pulirlo, dargli da bere, accudirlo.
Questo rapporto con l'animale che poi porterà con il tempo al poterlo cavalcare (per cavalcarlo si dovranno apprendere regole) è un itinerario di regole rese appetibili dalla presenza del cavallo (se il cavallo piace a Michele e non gli fa paura).
Non ippoterapia quindi che propone i rischi che vi abbiamo fatto vedere ma equitazione in un maneggio intelligentemente organizzato per tutti i bambini.
Naturalmente non bisognerà immediatamente mettere Michele a contatto con il cavallo ma con un tempo lungo, portandolo al maneggio a guardare, bisognerà fargli venire il desiderio. Michele potrà dare una carota, uno zuccherino, una carezza.
Già l'andare a vedere i cavalli e gli altri che li cavalcano in un qualunque maneggio è un passare una bella ora all'aria aperta a costo zero. Andare a guardare i cavalli sarà con il tempo un premio, si potranno fotografare i cavalli e guardare insieme le foto, al maneggio andremo il sabato pomeriggio (il calendario-il tempo). Buon lavoro
Alice Imola
Nicola Cuomo

La mamma di Michele scrive:

Gentilissimi Alice e professor Cuomo,
ho letto tutto il materiale che avete mandato in questi giorni,e non nascondo la fatica che faccio a leggere e rileggere tutto quanto!
Mi sono però soffermata anche su parecchie riflessioni importanti,rileggendo il diario di Michele.
Sembra che questa sua curiosità, per cucinare la pasta, non sia stata una cosa occasionale, di un paio di volte,ma che anzi, il fatto che si soffermi ad osservare l’acqua che bolle, e che poi prenda la sedia per avvicinarsi e girare con un mestolo, incominci a piacergli.
Non posso dire altrettanto per l’apparecchiare, lo sparecchiare, mettere a posto i vestiti sulla sedia, queste sono cose che proprio non gli piacciano, e quando le fa, le fa male .
Qui non ho trovato ancora il modo giusto, perchè si vede che subisce!!!
Per quanto riguarda le regole del dvd (uno dopo pranzo e uno dopo cena), sembra aver capito che lì la regola è inflessibile…dico sembra, perchè se lasciato da solo lui se ne approfitta di brutto.
Ho anche usato lo stratagemma futile di dirgli che si era rotto, in realtà avevo staccato la spina senza farmi vedere, ma appena sono uscita di casa, lui è andato dietro al mobile e se l’è riattaccata!!!!
Furbo il ragazzo eh?
Mi avete consigliato di far sparire il dvd,e quindi anche tutti i suoi cartoni?
Da qui la riflessione che troppo spesso ho lasciato fare a Michele quello che voleva,per evitare la sua rabbia e il suo stato di ansia.
Ancora incontro delle difficoltà quando faccio il tentativo di coinvolgerlo a fare altre cose,come quelle sopra citate,e non avere un tono autoritario è davvero difficile,ma Michele deve capire che ci sono anche delle regole e dei doveri in una famiglia,e che tutti devono rispettare(sorellina compresa)
Abbiamo incominciato ad andare a catechismo,in verità sono stati proprio i genitori della classe di Michele,ad invitarmi a portarlo(alcune mamme fanno le catechiste), siamo andati solo due volte,
dove Michele ha esplorato, ma poi è voluto andare fuori nel giardino.
Ho chiesto a due genitori di portare le loro bambine a casa,(sono le compagne di classe più calme e che stanno spesso con Michele a scuola). Hanno accettato con entusiasmo, ho spiegato loro che ci sarà anche la Pamela, vorrei sapere però se la presenza di noi genitori è fondamentale, oppure se lasciare tranquillamente il ruolo solo a Pamela.?
Un’altra domanda che vi porgo è questa:
Sulla lettera relazione si parla di equitazione (attività che propongono l’apprendimento di regole)
qui in città c’è un centro di ippoterapia, al quale mi ero rivolta, ma dopo l’intervento di Rimini su questo tipo di terapia, mi sono sentita confusa,…adesso mi hanno chiamato per un colloquio dove porterò Michele ad esplorare l’ambiente,accompagnata da Pamela, ma non so se questo tipo di intervento a questo punto possa adattarsi alle caratteristiche di Michele. Che cosa è giusto fare? Domandare? Progettare?
Grazie ancora

29 ottobre 2009 il professor Cuomo scrive a tutte le famiglie implicate in primo piano nella ricerca:

Gentilissime famiglie ed operatori,
vi voglio sottolineare come la ricerca stia procedendo in maniera molto dinamica (riceverete brevissimi stralci della supervisione che si sta svolgendo in SKYPE - fatemi sapere se li ricevete e li aprite correttamente).
Per potenziare il dinamismo dandogli la connotazione rigorosa che una ricerca impone esorto gli operatori-amico a inviarmi progetti autenticamente personali e strettamente aderenti all'originalità dei bambini/ragazzi che stanno seguendo.
Per dare impulso di partenza alla ricerca i tutor hanno inviato piani progettuali, ma attenzione questa è una condizione iniziale.
La ricerca, essendo anche formazione prevede fondamentalmente che gli operatori-amico e le famiglie pensino e riflettino producendo piani di lavoro coerenti ai principi espressi nel "filo di Arianna" e che stiamo evidenziando con continui nostri spunti operativi.
Il servizio di tutoraggio però non può "imboccare" momento per momento e passo passo gli operatori e le famiglie altrimenti questo produce una sorta di passivismo permanente che non porta ad un'autonomia e ad un'indipendenza professionale per gli operatori e di azione adeguata educativamente per le famiglie. La formazione prevede anche la verifica delle capacità di diventare autonomi nella progettazione da parte degli operatori in particolare i quali devono iniziare ad inviarci progetti e percorsi sufficientemente meditati, percorsi che noi potremo analizzare per due finalità fondamentali:
1.verificare la crescita delle competenze e la maturazione professionale degli operatori in riferimento alle occasioni formative fornite;
2. adeguare i progetti, nel caso ve ne sia bisogno, in modo da farli rientrare nel costrutto coerente del sistema di ricerca multi ed interdisciplinare che stiamo mettendo in atto al fine di mettere in sinergia gli interventi ricavandone permanentemente riferimenti per un autentico profilo del rapporto tra X Fragile in relazione al superamento delle problematiche specifiche che tale deficit propone nell'ambito delle autonomie, della socializzazione e degli apprendimenti.
Si sta verificando una cosa molto interessante: le famiglie risultano molto più attive sul piano progettuale e delle azioni che gli operatori i quali risultano più passivi in quello che invece dovrebbe essere la loro caratteristica di ideatori e promotori di piani di lavoro e di progetti.
Intendo ricordare in particolare alle famiglie che gli operatori scelti per la ricerca stanno usufruendo di un percorso formativo a livello di super Master e che devono dimostrare, attraverso un'avidità di sapere e di conoscere ed attraverso la propositività creativa di rigorosi progetti di star usufruendo dell'occasione di alta qualità culturale che l'Associazione Nazionale X Fragile nella convenzione con l'Università di Bologna sta loro offrendo. Non dobbiamo dimenticare che questo primo anno di ricerca è un anno di alta formazione che ha come scopo quello di far diventare quelli che oggi sono gli operatori-amico tutor-supervisori e formatori di altri operatori amici (quando passeremo ad un numero più vasto avremo la necessità di tutor e supervisori dislocati sul territorio).
Pertanto quello che oggi sono gli operatori amici devono dimostrare la loro attitudine a divenire "progettisti di sistemi di integrazione ed inclusione negli ambiti scuola, casa, tempo libero e lavoro".
Sin'ora si sono forniti spunti e suggerimenti, ci aspettiamo ora (avendo già dato forti riferimenti di base sia generali che inter e multi disciplinari, che specifici sulla X Fragile) che gli operatori-amico inizino ad inviarci le loro riflessioni e i loro piani di lavoro (non solo osservazioni e problemi).
Le famiglie, lo voglio sottolineare, sono già spontaneamente passate alle analisi personali, alle riflessioni e alla progettazione, ora necessitiamo di più impulso da parte degli operatori-amici. I genitori, vi ricordo, hanno la responsabilità piena di ricordare agli operatori-amici che nel loro futuro vi è la responsabilità di diventare tutor e supervisori quando il gruppo di ricerca passerà dal piccolo numero attuale al grande numero. Una responsabilità molto grande quella delle famiglie perchè è fondamentale una grande rigorosità nell'itinerario formativo degli operatori in quanto se non formati in alta qualità e se non valutati per la loro vocazione professionale in modo attento non solo possono produrre danni ai loro figli oggi, ma prospettano una dilatazione di questi al grande numero delle famiglie. Quindi una responsabilità che prescinde dal momento attuale e che trova ragione nel rigoroso pretendere oggi dagli operatori in funzione delle prospettive future.
Le famiglie oggi sono responsabili per le famiglie di domani!
Come voi state notando è frequente trovare nelle scuole sul territorio professionisti di scarsissima qualità che ci stanno dando molti più problemi della X Fragile. Sicuramente io non voglio continuare a produrre altri professionisti di tale bassa qualità, pertanto chiedo alle famiglie di ausiliarmi nell'incentivare gli operatori-amico e chiedo agli operatori amici di lasciarsi andare nel vortice della rigorosità della ricerca studiando ed approfondendo in autonomia ed in coerenza con le chiavi concettuali che gli stiamo fornendo.
Inoltre ricordo alle famiglie del piccolo gruppo ed in primo piano nella ricerca che hanno anche la responsabilità di potenziare l'associazione Nazionale X Fragile facendo maturare ed evolvere localmente contatti Politici ed Istituzionali; questo già molte famiglie lo stanno facendo ed è un'operazione indispensabile per rafforzarsi onde poter incidere politicamente nei processi di innovazione e cambiamento di cui si necessita permanentemente nell'ambito delle persone in con bisogni speciali in particolare.
Sicuramente sono passati solo due mesi scarsi dallo stage di Rimini ed i risultati sono più che soddisfacenti ma non bisogna assolutamente "abbassare la guardia".
A questo messaggio mi aspetto una risposta di ciascuna famiglia e di ciascun operatore.

Cordiali saluti
Nicola Cuomo

Il 31 ottobre 2009 Pamela scrive:

Gentile dott. Cuomo e Alice
mercoledì non vi ho inviato alcuna relazione, perché non ho visto Michele a causa della mia influenza. Oggi sono andata con la mamma di Michele, Michele e sorellina, ad Itaca, un centro dove si fa ippoterapia. La mamma si sentiva in dovere di andare al centro per dare spiegazioni dopo i vostri consigli relativi all’ippoterapia ed io ho scelto di accompagnarla anche perché pensavo che avrei potuto trascorrere un pomeriggio divertente con Michele.
Sono arrivata a casa di Michele e lui mi ha accolta venendomi subito incontro, mi ha tolto la giacca, la borsa e ha messo la mia roba sulla sedia, dove solitamente la metto io. Beh, è stata davvero una bella accoglienza!! Poi mi ha chiesto di cantare Flipper e mi è salito sulle spalle. Abbiamo cantato la canzone e poi io e la mamma gli abbiamo detto che ora ci saremmo vestiti per andare a vedere i cavalli, che ci saremmo fatti una piacevole passeggiata insieme, che li avremmo visti correre, che li avremmo accarezzati. Comunque la mamma aveva già anticipato a Michele sin dal mattino la nostra uscita. Sin dall’inizio la sua risposta è stata negativa e nel momento di vestirsi si è agitato un po’. Ma alla fine siamo usciti tutti insieme tranquillamente, e lui era davvero calmo. Già in questo poco tempo ho sentito che Michele ha cercato spesso un contatto corporeo con me, tendendomi il braccio per darmi la mano e questo sia quando eravamo in casa, che in macchina, ma anche per la strada. Altre volte quando camminavamo per la strada glielo chiedevo più volte di darci la mano, anche per evitare che saltellasse e si allontanasse da me, ma lui non ascoltava quasi mai. Ora era lui a richiederlo spontaneamente. Me lo ricordo bene perché gli facevo notare la differenza tra le sue mani caldissime e quelle mie gelate, e gli facevo capire che quel contatto mi piaceva, così avrebbe tenuto calde anche le mie mani.
Siamo arrivati ad Itaca e Michele era tranquillo. Siamo entrati nella stanza dove ci ha ricevuto la responsabile del centro, la quale ci ha posto alcune domande per conoscere Michele, relative al linguaggio, comunicazione, memoria, particolari abilità, comportamenti disadattavi (quando e perché si manifestano), autonomie, consapevolezza del pericolo, coordinazione motoria…Tra le altre cose, è venuto fuori che questa sua particolare predisposizione per il ritmo, è un buon prerequisito per poter cavalcare il cavallo.
Michele era nella stanza con noi e mi ha stupito la tranquillità che ha manifestato: si è seduto, ha salutato sorridendo, poi ha esplorato l’ambiente ( utilizzava il mouse del computer, guardava fotografie) e per un po’ è rimasto in un totale silenzio, tanto che ad un certo punto mi sono chiesta se ci fosse ancora nella stanza. Dopo circa mezz’ora sembrava annoiato; ha cominciato infatti a lamentarsi e a muoversi per la stanza, per cui abbiamo pensato di uscire un po’ fuori ed andare al maneggio. La mamma mi aveva detto che Michele non era minimamente interessato ai cavalli, ed invece, almeno in questa occasione, ho potuto notare il suo interesse nei loro confronti. Si avvicinava a loro, ma non troppo, come se sentisse bene la loro imponenza. Non ho dovuto infatti ripetergli spesso di non correre e di non avere un tono di voce alto. Poi ci siamo avvicinati al recinto dove i cavalli correvano e lui era eccitatissimo; diceva “scappa scappa…” e quando il cavallo era lontano lui si sporgeva dal recinto, mentre quando il cavallo arrivava correndo, lui si tirava indietro velocemente, sorridendo. Gli ho chiesto: ci vuoi andare sul cavallo, e lui mi ha risposto “si, si”. Io gli ho detto che ci saremmo tornati se l’avesse chiesto, ma che ora si era fatto buio e dovevamo andare perché mamma ci aspettava.
Dal colloquio avuto con la mamma mi è stato detto che il “loro modo di fare ippoterapia”, è in linea con quello che voi ci avete consigliato, ma sarete voi a valutare questi aspetti.
Per quanto riguarda invece le attività che più direttamente riguardano il progetto, proseguirò con i collage che rappresentano paesaggi sui quali costruire delle storie.
È arrivato il programma scolastico, per cui devo cominciare a realizzare il Progetto Raccoglitore. Vorrei comunque, subito cominciare con la materia di religione ed in particolare con l’argomento della festività del Natale. Ne approfitterei, visto che è molto vicina e che questa è una festività che a Michele piace particolarmente.
Nei prossimi incontri arriveranno a casa le due amichette di Michele. Una di queste è sua vicina di casa, lo conosce da diverso tempo e non sarebbe la prima volta che viene a trovare Michele a casa. L’altra, invece, da quanto mi ha detto la mamma di Michele, si è mostrata particolarmente disponibile nei suoi confronti a scuola. Sicuramente il primo incontro sarà molto breve ed io seguirò le indicazioni che mi avete suggerito.
Oltre allo scambio di doni che voi suggerite, ho pensato che in questo primo incontro potremmo anche ascoltare e cantare insieme a Michele una canzone che lui preferisce, perché credo che possa suscitare ugualmente in Michele emozioni positive.

Cordiali Saluti

La mamma di Michele scrive alcune riflessioni:

Leggendo la sua risposta alla famiglia di Gian,sul tema scuola,si prova davvero rabbia ma anche un notevole sconforto! Mi domando davvero se valga la pena investire il nostro tempo e le nostre energie su un sistema che fa acqua da tutte le parti.
Mi sembra di vedere un film già visto che non ci piace rivedere.
Ho chiesto più volte agli insegnanti di mettersi in contatto con voi,dopo la prima riunione che ho avuto con loro,lo hanno mai fatto? Mi pare di no! Si sono incontrati con Pamela, sarà servito questo loro confronto? Abbiamo avuto il P.E.I., ho detto che questo discontinuo susseguirsi di personaggi intorno a Michele ha creato una notevole discontinuità spezzando rapporti e creando una maggiore risposta negativa per il bambino!Non mi è ancora chiaro il programma che è stato definito,…stiamo lavorando sulle regole….abbiamo fatto il cartellone delle attività….mah!!Io vedo quel poco che Michele ha prodotto sul quaderno che ha nello zaino al momento,e non vedo nessuna connessione tra l’autunno e il colorare scooby doo,….!!!....ma sai…sono diverse le attività che vengono proposte a Michele!!! Si ma il filo quale sarebbe oltre a rispettare le regole??
Ho chiesto il programma scolastico della classe, che ho consegnato a Pamela, per fare il progetto raccoglitori,…qui Pamela una volta studiato il programma ,vi spiegherà quali materie e quali punti verranno sviluppati.
Noto che le difficoltà di Michele per lo scrivere sono aumentate, da quando non ci sono più i puntini, senza riferimento ad essi, non riesce a copiare le lettere, che continuano ad essere un non senso!L’anno passato ne riconosceva molte, adesso sembra averle perse. Per non parlare dei numeri,quelli sembrano essere veramente difficili!
Ci ritroviamo con l’anno scolastico iniziato e con tutto da rifare, sarò esagerata, ma questa è la mia impressione!!
Intanto il rapporto con Pamela è migliorato moltissimo!!! Lui si è affezionato, gli piace la sua compagnia, e questo mi da forza e incoraggiamento.
Migliorano anche i comportamenti, il rispetto delle regole, (il dvd è sparito davvero questa volta, l’ho smontato, rimane il computer, che non posso togliere!!!), ci sono giorni in cui i toni dell’umore sono migliori altri meno, ma i cambiamenti si notano nelle piccole cose, oggi siamo andati con Pamela a vedere i cavalli ed a parlare con gli operatori per l’ippoterapia, dove avevo un appuntamento da tempo e dove ho chiarito gentilmente i principi della ricerca. Michele è riuscito a stare in quell’ ufficio per quasi mezz’ora, dopo quando ha incominciato a dare segni di frustrazione, Pamela lo ha portato fuori a vedere i cavalli, (e quindi ne seguirà poi il racconto di Pamela nel suo diario settimanale che vi invierà), fino a qualche tempo fa sarebbe stato impossibile tenere tranquillo Michele in un ufficio come quello per tutto quel tempo, certo girovagava intorno alle cose, andava al pc incuriosito, si affacciava alla finestra,.. c’ era una foto molto bella di ragazzi in gruppo ..ha chiesto..:”chi sono quelli?” E gli hanno risposto gentilmente chi fossero quei ragazzi!!
Vi domanderete, ma che ci è andata a fare questa mamma, allora non ha capito!!!!
Niente di tutto ciò,visto che avevamo un appuntamento da tempo memorabile(le famose liste di attesa), non mi andava di eclissare tutto con una scusa al telefono, e allora ho preferito parlare direttamente.
Ho spiegato loro della ricerca in cui siamo implicati in primo piano,ecct ecct, si sono resi disponibili anche ad un confronto diretto con voi, e la responsabile mi ha lasciato la sua e-mail e un numero di cellulare!!
Fatto ciò ci siamo lasciati con una stretta di mano .
Che strategie posso attuare per la scrittura e la matematica?
In un clima giocoso, avevo pensato di fare una specie di teatrino con pupazzetti per coinvolgere Michele in queste attività, coinvolgendolo a contare e man mano con i pupazzetti diversi oggetti a lui conosciuti,(macchinine, bottoni,cubi colorati,ecct), dividendoli in Insiemi di 1,2, 3,4 ,5.
Un cordiale saluto !

Il 2 novembre 2009 il professor Cuomo scrive alla mamma di Michele:

Gentilissima signora, mamma di Michele,
vorremmo fare con lei il punto della situazione circa il leggere e lo scrivere e il far di conto.
Uno dei problemi che stiamo incontrando con gli insegnanti, gli educatori e, non le nascondiamo, anche con le famiglie, è quello di distaccarsi dal leggere e scrivere attraverso i puntini le letterine, le paroline. Sembra che tutti, insegnanti, educatori e famiglie siano così legati alle letterine e all'unire i puntini che l'allontanarsi da questi li disorienti in maniera profonda. Di una profondità che impedisce di pensare che vi possano essere molte modalità per imparare a leggere e scrivere. Gli insegnanti rimangono legati ai puntini e alle letterine forse per una comoda ignoranza (ignoranza che non si spiega perchè nel loro curriculum formativo sono state offerte loro anche le altre strade e metodologie per insegnare a leggere, scrivere e far di conto). I genitori forse vivono ancora più drammaticamente l'abbandonare le letterine e i puntini perchè da una parte capiscono che non producono lo sviluppo dell'intelligenza dei loro figli (di fatti lei ha visto che Michele quello che sembrava aver acquisito in realtà non lo aveva acquisito, se quest'anno si fosse continuato con puntini e le letterine molto probabilmente si sarebbe ricordato, ma sarebbe stato un ricordo senza senso), dall'altro perchè non riescono a organizzare le alternative che noi suggeriamo.
In realtà, una volta offerto agli insegnanti l'orientamento che non dovrebbe essere di carattere analitico per i bambini con X Fragile ma globale e con senso, dovrebbero essere loro ad organizzare una didattica per Michele (con l'ausilio dell'insegnante specializzato per il sostegno) di cui il bambino ha diritto date le sue caratteristiche originali. Se gli insegnanti non procedono ad un progetto secondo orientamenti diversi da quelli delle letterine e dei puntini non ci rimane altro che o cambiar scuola alla ricerca di insegnanti che vogliono muoversi secondo i percorsi della scuola attiva, della didattica globale, o dobbiamo noi creare una scuola parallela ed alternativa. Il creare noi una scuola parallela ed alternativa propone un discostarsi totalmente da quello che fanno a scuola per saper ricercare e ritrovare nel tempo e nelle occasioni che noi possiamo gestire quelle opportunità idonee a bambini con X Fragile. Pertanto in particolare Pamela (lei deve fare la madre e non la madre-insegnante) deve determinare quelle condizioni che portino Michele verso il leggere e lo scrivere in modo che il leggere e lo scrivere non siano un imparare a memoria dei segni ma sia comprendere, riflettere, ricordare. Un leggere e scrivere che divenga un processo per lo sviluppo cognitivo del bambino. Negli esempi che noi riportiamo, prendiamone solo due, macedonia e collages, lei (sarebbe più opportuno Pamela) ritrova tutte le possibilità per inserire il leggere, lo scrivere e il contare. Di fatti le riporto uno stralcio della lettera: "In un progetto semplice come il preparare una macedonia ritroviamo manualità (lavare la frutta, sbucciarla, tagliarla a pezzettini); competenze logiche e di insiemistica (l'insieme dei pezzi delle banane sono rotondi e gialli, quelli della mela sono bianchi ed irregolari, quelli della pera sono lunghi, delle arance rossi e triangolari, ...).
Colori, grandezze, forme, quantità, insiemistica, ..., nel preparare la macedonia alla mamma che ha un significato forte affettivamente.”.
L'esempio Macedonia e il ricettario che ne consegue porta Michele con Pamela a contare (3 banane, 10 fragole, 6 ciotole, ...).L'organizzazione del ricettario con foto e didascalie propone delle foto con sotto lo scrivere. Le foto propongono per esempio 3 banane, si vedono le 3 banane e sotto si può scrivere il numero 3 e sotto la parola banane. Il numero 3 fa parte dell'aritmetica, la parola Banane del leggere e scrivere. Questo sistema integrato propone l'immagine come supporto al nome scritto e al numero 3 e nel momento in cui si prepara la macedonia, il percorso della macedonia diviene un percorso sia per imparare a leggere che a scrivere che a utilizzare la lettura e la scrittura.
Ciò non toglie che la parola banana può essere colorata di giallo, la parola fragola di rosso, unendo sia la conoscenza dei colori al dirigere la mano nel colorare i segni delle parole. Un colorare che può significare non accorgersi di scrivere (però in realtà si sta scrivendo). Anche i collage possono diventare occasione per imparare a contare, a leggere e a scrivere e la narrazione propone itinerari che si possono chiamare narramatica che vanno ad unire la narrazione alla matematica. Questi percorsi si possono realizzare mentre si realizzano i collage e ne viene fuori per esempio una cosa di questo tipo:
"Cip e Ciop decidono di andare a trovare i loro sette cuginetti e decidono di portare loro un cioccolatino a testa, ma quando, dopo un lungo viaggio nel bosco, stanchi, giungono alla casa dei loro cugini, si accorgono, ricontando i cioccolatini, che ne hanno tre in meno.
"Dove saranno andati a finire!" Esclama Cip, guardando con aria interrogativa Ciop (in quanto sa che è molto goloso).
"Perchè mi guardi così?" Dice Ciop. "Non penserai che li ho mangiati io?!"
"No, voglio solo capire perchè hai le labbra marroni...???!"...
Si decide di dare ai cuginetti, che sarebbero rimasti senza cioccolatini, due caramelle alla fragola ciascuno ...".
Nell'esempio sopra riportato vi sono occasioni per l'aritmetica, per riflettere sugli aspetti logico-matematici e se il bambino trova difficoltà in alcuni aspetti, le occasioni per gli apprendimenti rimangono.
Il viaggio di "Cip e Ciop" è una storia e pertanto può essere riassunta, arricchita di vocaboli, offre spunti per riflettere sulle successioni di eventi, sui tempi verbali, ...; se la storia, come si consiglia, è corredata da immagini, propone attività di collage, di disegno, attività che separatamente sono sicuramente importanti, ma che in questa modalità integrata assumono una potenza multimediale, facendo sì che ciascuna abilità sostenga e faciliti l'altra.
Senza la storia di "Cip e Ciop", senza i collage, i disegni, l'operazione aritmetica sarebbe 7-3=4.
Le attività che ho suggerito sono spunti che sottolineano come risulti indispensabile per la crescita e lo sviluppo di un bambino, non apprendere passivamente ma in modo attivo.
Come ha visto, Pamela deve pensarle queste occasioni, progettarle, e proporle a Michele. Non è possibile inventarle sul momento. Bisogna STUDIARE, organizzare i piani di lavoro, NE' PIU' E NE' MENO di come abbiamo fatto noi inviandole la storia di CIP e CIOP (non siamo andati a prenderla nel libro della narramatica). Pamela deve mettere a frutto quanto appreso negli incontri, non sono soltanto filosofie, ma sono i presupposti per realizzare le pratiche. Pertanto consigliamo agli operatori di studiare e di trasferire nelle pratiche quanto hanno dichiarato di aver compreso. Naturalmente è un nuovo modo di fare matematica e un nuovo modo di imparare a leggere e a scrivere e queste nuove modalità vanno costruite su misura per bambini con X Fragile una volta comprese bene ed in profondità le loro caratteristiche cognitive. Bisogna che Pamela inventi i percorsi, che trasformi CIP e CIOP in 4 farfalle (da ritagliare sui giornali per poi incollare sui cartoMicheleini dei collage) di cui 3 bianche e 1 rossa che volano su un prato e ognuna si va a posare su un fiore. Le 3 farfalle bianche su 3 fiorellini bianchi, la farfalla rossa sul fiorellino rosso (4-1=3).
Delle 3 farfalle bianche 2 volano perchè hanno visto una loro amica lucertola (3-2=1)....
Secondo lei possiamo noi stare ad inventare tutte le favole per poi farle ripetere da noi? O è molto meglio che Pamela si impadronisca del metodo?
Ci faccia sapere
Cordiali saluti

L'OSTINAZIONE DEL METODO ANALITICO. UNA MALATTIA?

Il 10 novembre 2009 il professor Cuomo scrive:

Gentilissime famiglie ed operatori coinvolti in primo piano nella ricerca,
diffondiamo la lettera dell'insegnante relativa a Michele e i materiali prodotti dall'insegnante.
Questo messaggio vuol mettere in allerta le famiglie e gli operatori dai mimetismi che gli insegnanti mettono in atto seguendo i nostri consigli in maniera formale e non sostanziale di fatti l'insegnante di Michele ha messo insieme utilizzando power point pezzi di quanto noi avevamo consigliato con il risultato di mantenere strutturalmente quanto noi avevamo sconsigliato. Ha messo insieme cioè immagini e disegni del bambino o appartenenti alla familiarità di Michele per costruire un abecedario analitico (mentre noi avevamo consigliato modalità globali).
Un ostinarsi accanito che ci fa pensare ad un'assenza di pensiero e di capacità di comprendere quanto noi stiamo spiegando attraverso le e-mail e le lettere (non vogliamo pensare ad un tragico dispetto). Vogliamo sottolineare ancora che molte volte anche le famiglie e gli operatori la pensano come gli insegnanti ed è per questo che tollerano l'accanimento ed il mimetismo. Pertanto se ci sono famiglie e operatori che non sanno discostarsi all'unire i puntini, riempire quadratini, insegnare le letterine, è fondamentale che lo dichiarino in modo da utilizzare l'incontro di Roma per ulteriormente approfondire la scelta della globalità sensata, della narrazione concatenata al posto del mero ripetere analitico.
Lettera dell'insegnante di Michele:

Già da ieri con Michele abbiamo ripreso la discriminazione e la pronuncia di vocali, parole con l’ausilio di immagini.
Michele ha poco interesse nel lavoro ma anche oggi mi ha seguito nel percorso di esposizione e soprattutto dimostra di ritenere le poche acquisizioni in termini di riconoscimento delle vocali e di alcune lettere.
Abbiamo trascorso bei momenti e soprattutto ha rispettato le regole all’ingresso ed alla ricreazione consumando la merenda correttamente sul banco.
Invio quindi l’alfabetiere (cfr. alfabetiere) che progressivamente arricchiremo con nuove immagini e che Michele dovrà esercitarsi a pronunciare essendoci vocaboli a lui di difficile produzione e la canzone di Baloo “ ti bastan poche briciole” che Michele accompagna con regolarità ed espressione al tamburello e pronunciando le parole in rosso:

Michele dovrà cerchiare le A :

A B C F

G A I

Q F A S

Z F V A

TI BASTAN

POCHE BRICIOLE

LO STRETTO INDISPENSABILE

E I TUOI MALANNI
PUOI DIMENTICAR

IN FONDO
BASTA IL MINIMO

SAPESSI QUANTO
E’ FACILE

TROVAR QUEL PO’
CHE OCCORRE PER CAMPAR

Risposta del professor Cuomo dopo aver letto le riflessioni dell'insegnante di Michele:

Gentilissima signora ,
non dobbiamo farci ingannare nel gioire noi delle soddisfazione che ha l'insegnante nel rendere accondiscendente Michele.
In realtà quando noi diciamo che Michele deve imparare a stare nelle regole ciò significa che deve imparare le regole giuste e valide per il suo sviluppo cognitivo ed affettivo e non le regole che accontentano l'insegnante e rischiano fortemente di danneggiarlo. Le abbiamo scritto lettere, tra di noi è intercorsa una nutrita serie di e-mail (tra cui questa che le rimandiamo) in cui si sottolinea che i bambini con X Fragile devono apprendere in situazioni e attraverso una didattica globale legata al proprio vissuto e con l'ausilio di uno sfondo complessamente organizzato come immagini, suoni, disegni ecc... Quanto lei ci ha inviato è esattamente il contrario ed il fatto che Michele si stia adattando all'insegnante è utile solo per l'insegnante. Lei mamma analizzi bene i materiali che ci ha inviato. Fanno riferimento alle tradizioni dell’abecedario (quello che anche suo nonno avrà utilizzato) riportato su power point. Non vi è nemmeno l'ombra di un briciolo di creatività da parte dell'insegnante. Si è ricomposto tutto con A di Albero .... La novità è quella di inserire immagini come la fotografia del papà, quella dell'insegnante, dell'occhio.... La familiarità di queste immagini non va a mutare la profonda struttura analitica del percorso mentre noi abbiamo sottolineato che per Michele e per i bambini con X Fragile è indispensabile un progetto globale. Pertanto il power point dovrebbe avere delle piccole frasi vissute da Michele con le immagini che le concatenano tipo:
I miei tuffi in piscina (con un'immagine di Michele che è sul bordo, un'immagine in cui si lancia e un'immagine in cui è nell'acqua).
Tale percorso propone una frase semplicissima, senso, vissuta dal bambino e supportata dalle immagini. Questa è una modalità didattica utilizzata da tutte quelle insegnanti che lavorano secondo le metodologie globali. Non è niente di eccezionale, nè propone un sacrificio. Lo ribadiamo per Michele bisogna usare un metodo globale con brevi frasi sensate.
Il power point si può arricchire anche con una voce che legge e che illumina le parole man mano che legge (come nella Pimpa). Ci dispiace aver forse affievolito la sua gioia, ma tenga conto che dobbiamo pensare oggi agli anni che verranno.
Sicuramente l'insegnante si sentirà soddisfatto del fatto che Michele lo segua, l'anno prossimo non ci sarà più e noi ci troveremo con un Michele che riconoscerà le lettere, le leggerà, ma con una grande rischio, quello di non capire quello che legge.
Va molto bene l'utilizzo del power point, ma questo software va utilizzato secondo le metodologie globali. Ci faccia sapere
Nicola Cuomo
Alice Imola
p.s. faremo circolare i materiali dell'insegnante per mettere in allerta i genitori dal mimetismo che l'insegnante sta mettendo in atto mantenendo la struttura da noi sconsigliata ed immettendola in un sistema che gli dà una parvenza di modernità, in più determinando con il suo scritto una sorta di "ricatto morale" alla famiglia in quanto praticamente tra le righe dice: "Michele si comporta bene e ciò dipende dal mio modo di insegnare quindi non pensate di cambiarlo".
Naturalmente Michele ha piacere di ricevere gratificazioni dagli insegnanti ma tali gratificazioni sono dirette ad un suo accondiscendere ad una metodologia che gli propone rischi nello sviluppo cognitivo.

Pamela scrive il resoconto dell' incontro con gli insegnanti di Michele:

Gentili Professor Cuomo e Alice,
vi riporto il resoconto dell’incontro avuto con i due insegnanti di sostegno ed educatrice di Michele. Mi hanno chiesto un incontro per avere un confronto sul Progetto Raccoglitori.
Nello stesso giorno dell’incontro è arrivata anche il vostro messaggio sull’ostinazione dell’ insegnante di Michele ed in generale di molti insegnanti ad insegnare le letterine , unire i puntini…cioè ad utilizzare il metodo analitico versus il metodo globale di cui voi continuate a ribadire la necessità per un apprendimento sensato. L’insegnante di Michele si è subito giustificato, dicendo che il materiale inviatovi, era significativo di ciò che Michele aveva appreso sino a quel momento e della modalità utilizzata, ripeto, sino a quel momento. Ora infatti, mi hanno detto che erano tutti ben disposti a ricominciare utilizzando il metodo globale, della narrazione. L’insegnante di Michele mi ha detto che vi avrebbe scritto per discutere con voi su questo punto. L’insegnante, ha inoltre riportato come conquista importante di Michele, un maggiore rispetto delle regole: Michele arriva in classe, mette via il cappello (che prima era solito tenere), occupa il suo banco, resta per un po’ di tempo in classe (prima arrivava in classe, toglieva il giubbino, lasciava il suo zaino e usciva subito dalla classe). Condivide il momento della merenda con tutti i suoi compagni (mentre prima mangiava a qualunque ora lui lo richiedesse). Inoltre partecipa attivamente e piacevolmente alle attività svolte con tutta la classe durante le ore di musica (prende lo strumento musicale, guarda come fanno gli altri per riuscire a suonarlo). La stessa cosa accade durante l’ora di educazione motoria: prende parte ai giochi di squadra col raggiungimento di un obiettivo condiviso da tutti. In questi ambiti mi hanno parlato di un importante miglioramento.
Mi hanno detto inoltre, che portano avanti il collage, in particolare sull’autunno e che in questa attività Michele spesso mostra disinteresse, rifiuto, agitazione tanto che spesso lo si costringe a ritagliare, incollare dipingere. In generale mi hanno parlato di un Michele particolarmente agitato e della difficoltà che hanno nel trovare qualcosa che gli possa piacere e inoltre che la narrazione di storie, il lavoro del collage diventano discontinui a causa della sua forte agitazione.
Anche io ho vissuto questa difficoltà in particolare quando io e Michele abbiamo creato il collage sul paesaggio marino (approfittando del suo interesse particolare del delfino flipper). La mia narrazione, il parlare dei personaggi del nostro collage, lo stesso creare il collage: ritagliare, incollare, colorare con le dita e stato discontinuo, ma soprattutto non ho visto un Michele piacevolmente interessato.
Ho pensato nel prossimo incontro di introdurre il paesaggio di montagna sfruttando il piacere che Michele trova nel guardare e ascoltare la musica del cartone animato Heidi. Nello stesso collage potrei realizzare un problemino di matematica, utilizzando le caprette di Heidi…
Per quanto concerne il Progetto Raccoglitore, mi hanno detto che sceglieranno la materia di religione affrontando gli argomenti previsti dal programma scolastico. In particolare nell’affrontare l’argomento del Natale creeranno un libricino, che sarà poi portato a casa da Michele, dal titolo “IL MIO NATALE” dove all’interno ci saranno le varie immagini del Natale con le relative didascalie. Per quanto riguarda il programma di storia, mi hanno detto che racconteranno la storia di Michele dalla nascita fino a questo momento, utilizzando le foto di Michele che raccontano i momenti della sua storia di vita, quindi non si atterranno al programma scolastico.
Io affronterò l’argomento Natale utilizzando oltre a film , musiche, immagini con didascalie, come il Progetto Raccoglitore prevede, anche la creazione di un piccolo presepe e/o dell’albero di Natale, coinvolgendo attivamente Michele, in compagnia di una sua amichetta, o anche della mamma (che è particolarmente abile nella creazione manuale) e sorellina.
Nella materia di storia, affronterò, come previsto dal programma scolastico, il passaggio dall’uomo preistorico all’uomo storico e i miti, secondo l’organizzazione che propone il raccoglitore.
L’insegnante mi ha anche detto che cominceranno a lavorare anche sulle sequenze logico- temporali di storie e di momenti vissuti da Michele e ad utilizzare la narrazione anche per la comprensione dei concetti di matematica. Comunque io e gli insegnanti ci siamo accordati che ci sarà un incontro al mese per discutere e confrontarci.

Il professor Nicola Cuomo e la dottoressa Alice Imola rispondono:

Gentilissima Pamela,
la dichiarata disponibilità a cambiare metodo degli insegnanti ci dovrebbe far sperare in bene, ma attenzione: è una dichiarazione e bisognerà vedere nei fatti e nei materiali prodotti, nelle modalità di intervento, e nelle strategie progettate dagli insegnanti.
Gli insegnanti pensano di iniziare a lavorare nell'area di religione forse perchè sperano in un miracolo? Staremo a vedere!
Noi dobbiamo organizzare i percorsi cercando di seguire gli stessi contenuti che si stanno sviluppando per l'intera classe, non solo in religione .
Per tale motivo si necessita di sapere il programma per tutti per ipotizzare occasioni e strumenti facilitanti ed includenti Michele nel lavoro di classe.
Per quanto riguarda i progressi che gli insegnanti hanno osservato questi sono stati fatti da Michele. Ma quali sono le correlazioni:
• tra progressi ed il comportamento di Michele?
• chi e che progetto è stata la causa dei progressi?
Per nostra soddisfazione sembra che vi sia anche un progresso nella disponibilità, e nella presa di posizione degli insegnanti che lo consideravano stanco dopo poche ore. Gli insegnanti osservano e constatano ma tu, la famiglia e noi, in sede e per necessità di ricerca, abbiamo la indispensabile necessità di attribuire la causa dei progressi a qualcuno ed a quale strategia.
Riporto alcune osservazioni:
"L’insegnante, ha inoltre riportato come conquista importante di Michele, un maggiore rispetto delle regole: Michele arriva in classe, mette via il cappello (che prima era solito tenere), occupa il suo banco, resta per un po’ di tempo in classe (prima arrivava in classe, toglieva il giubbino, lasciava il suo zaino e usciva subito dalla classe). Condivide il momento della merenda con tutti i suoi compagni (mentre prima mangiava a qualunque ora lui lo richiedesse). Inoltre partecipa attivamente e piacevolmente alle attività svolte con tutta la classe durante le ore di musica (prende lo strumento musicale, guarda come fanno gli altri per riuscire a suonarlo). La stessa cosa accade durante l'’ora di educazione motoria: prende parte ai giochi di squadra col raggiungimento di un obiettivo condiviso da tutti. In questi ambiti mi hanno parlato di un importante miglioramento." Che relazione vi è tra il miglioramento ed il nostro lavoro a casa?
Quale è stata la strategia degli insegnanti per attribuire anche a loro il miglioramento "importante" di Michele? Certamente Michele in classe imita molto e vuol emulare i compagni: "guarda come fanno gli altri per riuscire a suonarlo".
Questo che tu hai riportato (riportatoti dagli insegnanti) come atteggiamento nuovo ed importante di Michele è una condizione che noi dovremmo poter utilizzare al massimo per implicare Michele nelle dimensioni di apprendimento che vanno a contrastare le tendenze frammentanti della x-fragile.

COME ORIENTARE NEL PROGETTO GLI INSEGNANTI.
Sicuramente se in classe si realizzassero - tutti i bambini realizzassero per programma di tutti - il collage Michele imiterebbe e gli nascerebbe il forte desiderio di imitare.
Il collage sarebbe una strategia didattica per potenziare l'intelligenza e le competenze di tutti ed avremmo la possibilità di intervenire producendo occasioni opportune per tutti.
Inoltre noi potremmo OSSERVARE gli effetti di tale modalità didattica.
Pertanto perchè non si propongono le attività per l'apprendere a leggere e scrivere anche mediante il collage che va ad unire immagini, disegni, pitture a didascalie scritte? A mio avviso non ci sarebbero contro indicazioni. Due volte la settimana si potrebbero realizzare due ore al giorno di collage ed unire l'area artistica a quella di insegnamento del leggere e scrivere.
Si potrebbe dire a tutti: "bene ora che state apprendendo a leggere e scrivere costruiremo insieme una striscia di fumetto settimanale incollando figure, disegnando, incollando didascalie e fumetti. Sarà il nostro fumetto di avventure".
Alcuni potrebbero incollare i personaggi, altri scrivere i fumetti per essere incollati, altri disegnare,... un lavoro fatto insieme, un lavoro multidisciplinare che offrirebbe a Michele la possibilità di desiderare quello che fanno gli altri e di imitarli.
Naturalmente a casa, da solo, senza un "contorno di compagni " che lo spinge ad imitare Michele non ha lo stesso incentivo che ha guardando gli altri fare e desiderare quello che fanno gli altri.
Penso che quattro ore alla settimana divise in due giornate non farebbe alcun danno e ci permetterebbe di osservare le differenze.
La striscia di fumetto costruito insieme, con la partecipazione multidisciplinare degli insegnanti, unirebbe sia l'area artistica, che l'area linguistica che (in relazione all'argomento) l'area che volta per volta diventa il contenuto del collage.
Una attività piacevole che porterebbe il gruppo degli insegnanti e dei bambini a collaborare. Senza tale possibilità contestuale, relazionale da desiderare e da imitare i nostri interventi sarebbero molto più difficili perchè non troverebbero contesti a cui Michele può riferirsi per far sviluppare il suo desiderio emulativo. Il tentare di imitare i metodi analitici (in una classe che ha scelto tali metodi) porterebbe Michele a imitare percorsi poco utili per il suo sviluppo, al contrario l'emulare e l'imitare contesti con azioni attive, sensate e globali lo porterebbe a imitare ed ad acquisire competenze a lui utilissimi e, lo ripeto, tutto questo senza danneggiare nessuno anzi offrendo a tutta la classe l'esperienza del a cosa serve imparare a scrivere ed a leggere (possiamo organizzare dei bellissimi fumetti dei bellissimi giornalini).
Sicuramente una classe che già lavora con le metodologie globali non farebbe alcuno sforzo e Michele si troverebbe ad imitare e a imparare modalità preziosissime al suo sviluppo cognitivo, relazionale, linguistico. Ti "hanno detto che portano avanti il collage" in che modo, con quali finalità, tu hai osservato?
Quanto ti abbiamo descritto prima, il progetto fumetto, pensi che gli insegnanti abbiano voglia di realizzarlo? Vedrai che se a scuola iniziano a realizzare delle isole in cui si lavora secondo i nostri orientamenti anche il lavoro che farai tu a casa sarà desiderato di più da Michele.
A scuola vedendo fare quello che tu fai a casa (quindi sarà bene che concordiate il tema del collage) si dimostrerà più competente ed a casa vedendo fare a te i collage si dimostrerà più attento.
Facci sapere.
Alice Imola
Nicola Cuomo



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