X Fragile - Il Filo di Arianna
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MICHELE 2 -PARTE PRIMA-

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Messaggio  Admin Mar Giu 15, 2010 1:42 pm

Il 20 gennaio Pamela scrive ad Andrea ed Alice:

Ciao Alice e Andrea,
vorrei parlarvi brevemente di come intendo organizzare il mio incontro che avrò domani con Michele per ricevere suggerimenti e non fare troppi sbagli. Abbiamo le foto del progetto pizza che andremo a sviluppare per fare il nostro raccoglitore-ricettario. Ho pensato che potremmo prendere l’autobus che Michele ha preso pochissime volte ma che sembra piacergli e andare in un centro commerciale a circa 15-20 minuti da casa sua, perché lì sviluppano le foto in mezz’ora circa. Michele c’è stato altre volte in questo centro commerciale. Nell’attesa che il fotografo sviluppi le foto, potremmo fare un giro nel grande negozio di giocattoli che c’è lì. Poi riprendere l’autobus, essere lì in tempo per l’orario in cui riparte e ritornare a casa.
Quando partiamo prenderemo l’autobus, ricordandoci di rispettare gli orari, di fare il biglietto e poi di obliterarlo e durante il tragitto potremmo fotografare quello che c’è in ogni fermata, per avere dei punti di riferimento anche per le volte successive e ricordarci poi di scendere alla fermata giusta. Tornati a casa avremo le nostre foto per creare il nostro raccoglitore-ricettario.
Vi ringrazio.
Un saluto
Pamela.

La dott.ssa Imola risponde a Pamela:

Carissima Pamela,
è importante che quello che hai scritto a noi come itinerario lo racconti facendo in modo che nasca in una chiacchierata come se lo stesse costruendo insieme, a Michele. Ricordati che l'anticipazione dei percorsi è un riferimento di base. Nell'anticipazione-chiacchierata potresti con lui una sorta di mappa (molto schematica) del racconto. Una mappa che va a scrivere i punti chiave del percorso: "che ne dici? andiamo a sviluppare le foto al supermercato (non attendendosi il sì o il no, ma continuando la chiacchierata con il sì, presunto o detto); poi visto che andiamo lì potremo vedere tra le novità dei giocattoli mentre aspettiamo che si sviluppino le foto. Allora facciamo così, prendiamo l'autobus, poi poi poi...." Devi intrattenere con Michele una chiacchierata che anticipando il percorso, nel tono del concordarlo, proponga una pianificazione. Come hai visto la narrazione non l'abbiamo iniziata in maniera logica, prima prendiamo l'autobus, poi pigliamo i soldi, ..., ma creando una condizione di desiderio e di emozione sull'obiettivo. Pertanto prima l'obiettivo, insieme alla occasione piacevole dei giocattoli, poi siamo tornati indietro, e abbiamo tratteggiato un percorso logico-consequenziale.... L'anticipazione deve produrre questo gioco, momento forte emozionale ed obiettivo al primo posto, ritorno indietro per il percorso più sistematico, salto di nuovo in avanti ricordando l'obiettivo e ritorno indietro. Una tessitura che va ad integrare gli elementi emozionali (che sono quelli di forte spessore per Michele) a quelli logico-consequenziali che costituiscono la parte più operativa. Pertanto ti ricordo dello schema che inviammo con la e-mail del 11/12/2009 (* IMPORTANTE!: approfondimenti sulla progettualità *) dove si sottolineava la tessitura metodologica che vedeva pianificazione, attenzione, successione e simultaneità. Rileggiti lo schema metodologico e cerca di agirlo nella chiacchierata anticipatoria con Michele.

Pamela,l’operatrice amica scrive circa la giornata trascorsa con Michele:

Progetto autobus

Sono arrivata a casa di Michele e lui era già pronto per la nostra uscita. La mamma, a cui avevo spiegato il mio progetto aveva anticipato a Michele che saremmo andati al centro commerciale con l’autobus a sviluppare le foto della pizza. E infatti Michele era tranquillo ed ha subito preso le sue scarpe e poi la sua giacca. Io gli ho detto che saremmo andati in autobus, gli ho fatto vedere la tabella degli orari che avevo con me dicendogli che dovevamo essere puntuali altrimenti l’autobus sarebbe partito senza di noi. Gli ho detto che avremmo raggiunto la stazione degli autobus, con la mia macchina, che poi avremmo fatto i biglietti e poi saremmo partiti con l’autobus. Arrivati al centro commerciale, avremmo consegnato le foto al fotografo e intanto che aspettavamo, saremmo potuti andare a guardare quel grande negozio di giochi, poi saremmo ripartiti con l’autobus per tornare a casa. È andato tutto bene. Siamo arrivati alla stazione dell’autobus, abbiamo dovuto aspettare un po’ prima che arrivasse. Non abbiamo potuto fare i biglietti, perché alla stazione dell’autobus era tutto chiuso. Allora ho detto a Michele che potevamo andare a vedere nell’edicola lì accanto se vendeva i biglietti. Lui mi ha accompagnato tranquillamente anche perché nell’edicola c’erano molti giornalini dei suoi cartoni animati preferiti. L’edicola non vendeva i biglietti, siamo rimasti un po’ lì perché Michele prendeva i giornalini, li guardava e poi con cautela li rimetteva a posto. Siamo usciti dall’edicola e poco dopo è arrivato l’autobus. Michele non ha mostrato alcun cenno di nervosismo o di ansia. Siamo saliti sull’autobus e ho detto a Michele che dovevamo fare i biglietti alla macchinetta. Lui è stato accanto a me mentre io prendevo l’euro, lo inserivo nella fessura e spingevo il tasto per l’emissione del biglietto. Il viaggio (durato più o meno 20 minuti) , è stato tranquillo. Michele si guardava intorno e fuori dal finestrino, guardava la gente che saliva alle fermate. Arrivati quasi vicino al centro commerciale, ho detto a Michele, che la prossima volta che l’autobus si fermava, noi saremmo scesi. Lui mi ha seguito e abbiamo raggiunto il centro commerciale. Arrivati dentro Michele è stato subito attratto dalle giostrine che c’erano subito all’entrata. Ci ha giocato un po’ e poi l’ho invitato ad accompagnarmi dal fotografo che era lì vicinissimo. Lui era preso dalle giostrine per cui gli ho detto di aspettarmi lì, che ci sarei andata io. Lui mi ha aspettato fuori e gli ho detto che ora, mentre aspettavamo le foto potevamo andare a guardare il grande negozio di giocattoli. Michele mi teneva per mano mentre giravamo per il negozio, circondati da tanti giochi. Poi si è fermato davanti alle maschere di carnevale, ai bastoni, alle spade, ai peluche… Qualche volta l’ho dovuto richiamare a non esagerare, perché lui con quelle spade voleva combattere come facciamo a casa con le sue. Quando gli ho detto che potevamo ritornare a riprendere le foto, lui mi ha seguito senza fare alcuna resistenza. Mentre camminavamo abbiamo trovato una grande libreria, e siccome avevo notato che all’edicola della stazione degli autobus lui si era soffermato a guardare giornali, libri, gli ho detto che qui c’erano tanti libri. Lui mi ha portato con se dentro la libreria e qui con molta calma e attenzione guardava i giornali e libri e poi li riponeva nello scaffale corrispondente. Poi ho ripreso il foglio dove c’erano gli orari dell’autobus e gli ho detto che alle 18 dovevamo riprendere l’autobus, per cui dovevamo andare, senza dimenticarci prima di passare dal fotografo. Lui poi è rientrato nel negozio dei giochi, poi ha ripreso con le giostrine, poi ha visto la pizzeria ed ha mangiato la pizza. Ho aspettato ed ho rispettato i suoi tempi. Proprio perché so che Michele ha bisogno di tempo quando si deve cambiare situazione, scenario, gli ho detto della nostra partenza molto prima di quando realmente dovevamo ripartire.
Dopo siamo andati dal fotografo a riprendere le foto. Lui è rimasto fuori ad aspettarmi, io non ho insistito per farlo entrare. Ho subito guardato le foto, esaltando il momento, ma lui non si è avvicinato a guardarle.
Siamo così andati a riprendere l’autobus, dallo stesso punto in cui eravamo scesi. Abbiamo aspettato pochi minuti, poi è arrivato. Michele prima di risalire ha mostrato agitazione, ma era eccitazione, emozione per dover rifare il viaggio sull’autobus che tanto gli era piaciuto. Ha esitato un po’ ad entrare ma alla voce decisa dell’autista che gli diceva che dovevamo ripartire in fretta, è subito entrato. Abbiamo fatto i biglietti alla macchinetta e il viaggio ha ripreso tranquillamente e con gioia per Michele. Quando eravamo vicini alla stazione degli autobus, ho anticipato a Michele, che appena l’autobus si fermava, noi dovevamo scendere. Quando siamo scesi Michele si è messo a piangere, arrabbiandosi e diventando manesco. Gli ho detto che dovevamo raggiungere la macchina per ritornare a casa e che ci saremmo ritornati sull’autobus un'altra volta. Michele ha avuto quella reazione anche perché il viaggio di ritorno era durato meno di quello dell’andata, perché l’autobus aveva fatto una sosta più lunga all’andata. Ho cercato di calmare Michele dicendogli cantando delle canzoncine durante la strada di ritorno e aggiungendo che a casa avremmo potuto vedere un bel dvd. Michele si è calmato subito. L’idea del dvd, non penso sia stata buona perché penso che avrei dovuto cercare una cosa diversa per gratificarlo o consolarlo, visto che il comportamento che Michele assume quando guarda i cartoni è poco controllato; si agita molto.
Arrivati a casa Michele ha preso subito il suo cartone, mentre io guardavo le foto, lui di tanto in tanto dava un occhiata. L’ho salutato dicendogli che la volta prossima avremmo fatto il raccoglitore-ricettario della pizza.

Alice Imola e il Prof. Cuomo rispondono a Pamela:

Carissima Pamela,
il percorso di anticipazione mi sembra che abbia funzionato molto bene, come sempre vediamo di imparare qualcosa dall'esperienza. Due sono gli elementi che vorrei sottolineare in quanto questi devono rientrare nei modi relazionali adeguati per bambini come Michele.
1. la voce dell'autista: l'autista ha evitato tutti i tentennamenti che vanno evitati nella relazione con Michele. Va evitato il: "dai... sali, devi salire...., altrimenti l'autobus può partire,...perchè non vuoi salire? Dai che andiamo a casa... vedrai che ti piace il viaggio, ... è tanto bello guardare dal finestrino..." Un percorso di questo tipo è sempre negativo e viene spesso usato perchè si vuol ragionare e dare spazi decisionali. Il ragionamento e la decisione sono ambiti preziosi e particolari che vanno utilizzati nei luoghi e nelle situazioni opportune, non quando si deve salire sull'autobus, ne sul treno o sull'ascensore. In queste circostanze bisogna salire e basta prendendo spunto dalla voce e dal comportamento dell'autista. Il tentennare ottiene quasi sempre il contrario di quello che si pensa: il bambino si disorienta, va in tensione, entra in uno stato d'ansia, perde il filo del discorso, il senso di quello che sta facendo.
2. Il dvd come premio: tu devi allenarti a pensare che non si può dare come premio ciò che bisogna eliminare e devi profondamente convincenti che non ha la connotazione di premio il far fare al bambino ciò che vuole. Il premio è vedere felice Pamela, essere felici con Pamela, come con i genitori .... è il rendere felice l'altro che deve essere acquisito come premio. Come vedi i percorsi ci insegnano sempre e noi dobbiamo essere sempre pronti ad imparare
Ciao
Alice Imola
Nicola Cuomo

Pamela descrive il progetto che ha fatto con Michele:
PROGETTO RICETTARIO-PIZZA:


Sono arrivata a casa di Michele e lui faceva merenda con la sorellina. Non era proprio di buon umore, e non ho capito bene il motivo. La mamma mi ha detto che insieme erano andati a prendere Valeria da scuola e che lui si era arrabbiato prima di salire, che avrebbe preferito aspettarmi vicino casa sua.
Io sono arrivata a casa di Michele con le foto che riproponevano tutto il percorso della preparazione della pizza per costruire insieme il raccoglitore-ricettario. Io e la mamma abbiamo guardato le foto, commentandole e le abbiamo rimesse sul tavolo. Poco dopo, mentre parlavo con la mamma, ho notato che Michele guardava le foto con attenzione.
Michele, come all’inizio di ogni nostro incontro,mi ha invitato a cantare le canzoni dei suoi cartoni animati preferiti.
Io ho cominciato a guardare le foto commentandole, ma lui cercava di distogliermi portandomi con se a fare le imitazioni di parti dei cartoni davanti allo specchio. Ho preso i fogli di cartoncino rosso dove avremmo dovuto attaccare le foto mentre dicevo:”allora, prima ci mettiamo questa foto dove prepari la pasta per la pizza, poi questa dove siamo andati a fare la spesa, poi…
Michele è andato in bagno, ha riempito il lavandino d’acqua ed ha cominciato a giocare con i suoi pupazzi. Io l’ho raggiunto ed ho giocato un po’ con lui. Poi abbiamo asciugato tutti i pupazzi e il pavimento e siamo ritornati in cucina. Michele ha preso i formaggini dal frigo e ha fatto merenda. Poco dopo ho ricominciato a guardare le foto, ho preso le forbici e la colla e ho cominciato a ritagliare ed incollare. Ho invitato Michele ad aiutarmi, ma lui giocava con i peluche mostrando un comportamento agitato.
Ho avuto un momento di esitazione e delusione. Probabilmente il fatto che Michele sia stato coinvolto positivamente nei “percorsi” degli incontri precedenti, mi ha creato molte aspettative.
Diventa sempre più evidente il fatto che alla vista di forbici, cartoncini e colla, colori Michele scappa da me. Ho ritrovato un Michele totalmente cambiato quando siamo usciti con l’autobus, rispetto a quando siamo a casa a fare le attività di collage, con i colori, i pennarelli…
Quando è arrivata la mamma di Michele e le ho raccontato che Michele non era stato partecipe alla attività del raccoglitore lei gli ha detto che avrebbe dovuto fare i compiti, altrimenti non avrebbe fatto il bagno e non avrebbe visto il dvd. Lui ha reagito arrabbiandosi, ma subito è andato nel suo zaino ed ha tirato fuori quaderni e astuccio, poi ha raggiunto la sorellina in cameretta.

Il 27 gennaio Pamela scrive alla dott.ssa Imola circa la giornata trascorsa con Michele:


Sono arrivata a casa di Michele e lui mi ha accolto aiutandomi a slacciarmi le scarpe, poi a rimetterle nella scarpiera e poi a togliermi il giubbotto.
Oggi avrei voluto terminare il nostro raccoglitore ricettario della pizza; finire di incollare le foto sul cartoncino colorato, scriverci accanto una breve didascalia, inserirla nella bustina con i buchi e inserirla nel nostro raccoglitore. Ho preso la scatola dove ci sono diverse foto di Michele, tutte recenti, molte delle quali le abbiamo fatte insieme. Ne ho tirate fuori alcune, guardandole e commentandole. Poco dopo Michele mi si è avvicinato ed ha cominciato guardarle con attenzione. Poi le abbiamo guardate insieme, mentre io ne sceglievo alcune che ci sarebbero servite per completare il ricettario, ed altre che avrebbero completato il nostro calendario. Michele mi ha seguito attentamente in questa attività. Ci siamo soffermati sul calendario a guardare tutte le foto che mostravano i momenti vissuti e quelli dei giorni successivi. Michele all’inizio, non guardava minimamente il calendario delle attività, invece ora sembra lasciarsi guidare dallo stesso, per guardare il dvd, per il pranzo, per andare in piscina, per andare a dormire. Anche per le foto mostra un interesse, prima mai mostrato.
Non ho chiesto a Michele insistentemente di aiutarmi a ritagliare le foto per rimpicciolirle e ad incollarle, perché con la richiesta insistente, con Michele non si ottiene nulla e spesso il contrario di quello che gli si chiede. Lui era lì seduto vicino a me che osservava le foto. Ad un tratto mi ha detto: “forbici” e spontaneamente ha ritagliato.
Dopo poco Michele si è avvicinato al frigo, ha mangiato una sottiletta e poi si è messo seduto davanti la cucina, chiedendomi di sedermi accanto a lui. Mi ero ricordata che la mamma mi aveva detto che spesso Michele si mette seduto lì quando mescola la pasta che bolle nella pentola prima di pranzo. Ho proposto a Michele di farmi il caffè. La mamma di Michele mi chiede spesso se voglio bere del caffè, quando c’è Michele e lei ne è una buona bevitrice. La moca era lì davanti a noi, l’abbiamo risciacquata del caffè che c’era dentro, poi messo l’acqua, poi il caffè….Michele ha preparato il caffè e si è mostrato esperto; ha fatto tutto lui; io non l’ho dovuto guidare in tutti i passaggi della preparazione. Dopo aver messo la moca sul fuoco, ho detto a Michele che dovevamo aspettare che il caffè venisse fuori, che si sarebbe sentito il rumore e del fumo che usciva dalla caffettiera. Noi dovevamo stare attenti altrimenti il caffè si sarebbe bruciato e l’avremmo buttato via senza berlo. Siamo rimasti lì, ed io ho richiamato l’attenzione di Michele sul rumore e sul fumo che usciva dalla caffettiera, abbiamo spento il fuoco e Michele mi ha versato il caffè nella tazzina, poi mi ha messo un cucchiaino di zucchero come io gli avevo chiesto ed infine bevendo il caffè l’ho ringraziato molto dicendogli che era stato bravissimo.
Michele si mostra sempre più disponibile in tutte le attività che si svolgono in cucina, e questa disponibilità è nuova.
A Michele piace molto sentirmi cantare le canzoni di alcuni cartoni animati, si diverte molto, senza agitarsi o senza voler riascoltare sempre la stessa strofa, cosa che invece accade quando ascolta i cd dei cartoni. È un momento di grande condivisione, lui canta insieme a me e la sua espressione del volto è davvero felice. Ho notato anche che è migliorato nella pronuncia di alcune parole e che si è arricchito maggiormente il suo vocabolario, anche perchè è motivato a pronunciare molto bene le parole delle sigle dei cartoni e si diverte molto a cantarle insieme a me.
Vorrei avere qualche consiglio per riuscire a sfruttare al massimo questo suo piacere, organizzandolo e strutturandolo meglio. Avevo pensato a qualcosa simile al karaoke dove c’è la base musicale e la nostra voce che deve rispettare i ritmi e dei tempi musicali i quali sono strettamente interconnessi tra di loro.

La dott.ssa Imola risponde a Pamela:

Carissima Pamela,
è interessante l'itinerario che tu riporti in quanto se lo volessimo trasformare in una scheda di verifica ci fa il punto della situazione di Michele nel campo dell'osservazione, dell'ascolto, dell'attenzione, della pianificazione, della simultaneità, delle procedure in successione da mettere in atto per raggiungere uno scopo. Una scheda non fredda come quella delle verifiche scolastiche o dei test psicologici ma ricchissima di particolari sia sul piano affettivo che relazionale che emozionale. Quindi uno strumento che pur contenendo i termini di valutazione (attenzione, pianificazione, progettualità, memoria, osservazione, comprensione di linguaggio, capacità manuale, capacità organizzativa,....) li immette nei contesti, nelle situazioni, nelle atmosfere in cui questi vengono messi in atto. Prenderemo la tua e-mail come riferimento domani proprio per allenarci da una parte a relazionare in un forma narrativa e situazionale, dall'altra di mettere in fondo alle relazioni secondo una formula schematica tutte le competenze e capacità rilevate nella relazione discorsiva. Questo esercizio dovremmo farlo proprio perchè chi è fuori dal nostro gruppo di lavoro, dal nostro itinerario e dai nostri protocolli, riesce a comprendere i progressi solo se sono ridotti in forma freddamente schematica. Lavorando sulla tua relazione come esempio, possiamo mantenere in primo piano la forma narrativa e circostanziata della relazione, mettendo in secondo piano ma ponendola per gli occhi di chi comprende per lo più le schede, lo schema di verifica.
Ci vediamo domani
Alice Imola

PS: quando riferisci che la mamma gli ha detto che avrebbe dovuto fare i compiti, di quali compiti si tratta? I compiti li avrebbe dovuti fare con te? Fammi sapere

Pamela risponde ad Alice:

Gentilissima Alice,
mi riferivo ai compiti di scuola che Michele solitamente svolge con la mamma in tarda serata, quando lei dice, è più calmo. La mamma mi dice che Michele svolge i compiti malvolentieri. Michele non svolge i compiti con me perché siamo impegnati con i progetti. Nei compiti che gli insegnanti hanno assegnato in quest’ ultimo periodo, Michele doveva colorare i personaggi di storie; ad esempio, quella del gatto che andava a dormire sul divano, allora due topolini escono dalla loro tana e vanno a bere il latte del gatto, allora il gatto si sveglia e insegue i due topolini che scappano nella loro tana. Poi ho visto che gli hanno assegnato un compito sul suo autoritratto: lui doveva disegnarsi e poi descriversi. Inoltre quando io e Michele abbiamo fatto la pizza, Michele a scuola ha incollato sul quaderno tutti gli ingredienti della pizza, ha scritto i nomi accanto e ha lavorato sul riconoscimento degli stessi. La settimana scorsa c’è stato un incontro con gli insegnanti di Michele, e loro hanno riferito che Michele ora resta in classe per più di due ore, che spesso svolge le attività volentieri. La mamma di Michele ha chiesto una relazione di quell’incontro all’insegnante.
Mi ha colpito molto la reazione di Nico nell’incontro di cui vi parlavo nel diario (quella in cui Michele ha tirato fuori astuccio e quaderni perché altrimenti la mamma gli avrebbe impedito di guardare il dvd e fare il bagno). Mi ha colpito la sua consapevolezza delle situazioni, in particolare e nel caso specifico, quando c’è una minaccia di una punizione.
Un saluto
Pamela



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