X Fragile - Il Filo di Arianna
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Messaggio  Admin Mar Mar 30, 2010 12:41 pm

Il 12 ottobre 2009 Cristina scrive:
Carissimo Prof, é stato molto emozionante per me leggere la lettera della mamma e anche la risposta. È vero che la relazione è molto importante e molto forte, e Filippo è molto disponibile e molto emozionato a fare tutto con me. Questa situazione va sfruttata e sto pensando sempre a come realizzare i diversi progetti. Oggi aveva un po’ di febbre e non è venuto a prendermi alla stazione (non è andato neanche a scuola).Quando sono arrivata a casa sua, mi ha abbracciato e ripeteva il mio nome. Mi tirava la mano per portarmi nella stanza per "fare giochi". Adesso sono concentrata sui raccoglitori. Gli ho portato un DVD con un cartone animato (la grande migrazione) dove si notavano diversi paesaggi: mare, montagna, foresta, vulcani, fiumi, deserto, ecc.. Non l'ho tolto dalla busta pero l'ho appoggiato vicino a noi. Filippo si è incuriosito e ha aperto lui la busta. Ha guardato il DVD però poi l'ha lasciato vicino per prendere il libro della PIMPA e mi ha raccontato lui la storia del cavallino bianco. Abbiamo costruito montagne, mare, fiume con le costruzioni e abbiamo rifatto il gioco della cascata che lo diverte molto. Abbiamo guardato un po’ il cartone insieme alla mamma. Filippo non era interessato all’ inizio, però dopo 30 secondi che io e la mamma guardavamo il cartone si è messo tra noi e guardava molto attento.
Dopo circa 10 minuti cambiava posizione, si girava, finchè si è messo a giocare con i miei piedi. Mi ha tolto le calze e ha tolto le sue e spingeva con i piedi i miei piedi. A questo punto abbiamo interroto il cartone.
Ha giocato con il gatto dandogli da mangiare, tirando la coda e poi accarezzandola (quando la mamma le diceva che il gatto piange perche li fa male). Filippo ha chiesto diverse volte di fare merenda, andava in cucina e chiedeva diverse cose: crakers, dolci.......
La mamma gli ha proposto di fare i biscotti con l'impasto rimasto da ieri (avevano fatto insieme i biscotti per il cugino e la zia). Filippo non si è laasciato molto coinvolgere.. forse un po’ anche per la febbre... Però ha tagliato insieme a noi i biscotti e abbiamo messo lo zucchero a velo insieme appena sfornati.
Non voleva che andassi via e ripeteva "ci vediamo venerdi". Abbiamo messo insieme la nostra foto nel calendario, venerdi.

Il 13 ottobre2009 Il Professore risponde a Cristina:

Carissima Cristina, sicuramente sta andando molto bene è opportuno che ora fermamente, dolcemente e facendo capire che è conveniente, bisognerà far entrare Filippo nelle regole. Le regole (che sembrano un ambito negativo ed autoritario) fanno sentire e fanno diventare liberi in quanto si diventa padroni di queste e si riesce anche a generarne di nuove. Le regole fanno chiarezza e propongono sicurezza in una dimensione di fiducia reciproca. Le regole fanno si che Filippo è sicuro che tu torni venerdì e se tu starai alla regola di tornare nel giorno stabilito lui si fiderà di te è sarà contento di aver compreso le regole. Le regole fanno ascoltare, capire e si scopre che capire ed ascoltare è bello è piacevole e ci si diverte tanto. Le regole fanno aumentare l'attenzione, l'ascolto e riescono anche a far prevedere o a far cambiare previsione. Le regole sono una nostra creazione con gli altri. Dovrai ora, anche per la famiglia, pensare a come testimoniare i passi avanti sia nell'attenzione, sia nella memoria, sia nella comprensione, sia nell'orientamento , sia... Dovremo costruire una sorta di termometro in cui si segnano le linee di crescita di Filippo nei differenti settori del fare, del conoscere, del comunicare, del capire, dello stare attento, del prevedere, dell'imparare e dell'utilizzare in modo adeguato quanto impara. Pensa a questa sorta di "termometro" nei differenti settori tenendo presente che i settori di sviluppo non vanno avanti in modo omogeneo e costante ma eterocrono (proprio come il volo di una farfalla). I settori di sviluppo corrono in avanti, si fermano, tornano indietro per poi andare molto ma molto avanti , si fermano in una direzione che noi non capiamo, ritornano nella direzione che noi pensiamo la migliore, ci insegnano direzioni che noi non immaginavamo... Pensa al "termometro" e poi lo perfezioniamo insieme. ciao il tuo prof Nicola Cuomo

Il 15 ottobre 2009 la mamma di Filippo scrive:

Gentilissimo Prof. Cuomo In data 14 /10/09 dopo una profonda riflessione mi sono recata dal Direttore di zona del Asur territoriale tra l’altro mio Direttore in quanto dipendente. Ho puntualizzato che avevo chiesto udienza in veste di utente, per informarlo di tutto ciò che accade nei vari servizi di sua responsabilità, dei quali in questi anni ho avuto bisogno per mio figlio; sintetizzando la nostra storia per questioni di tempo, soffermandomi sui punti più importanti. Il mio racconto è stato di grande interesse, tanto da chiedermi di non sintetizzare ma di entrare nei particolari. Inizio con la documentazione, compresa di lettera dell’università dove si chiede ufficialmente la collaborazione dei responsabili scientifici della Asl, la quale non sarebbe mai arrivata a lui, se non mi fossi preoccupata io di farlo, abbiamo parlato della mancanza di comunicazione che c’è fra i suoi collaboratori ad ogni livello, prendendo spunto dal fatto che la documentazione l’avevo consegnata alla psicologa che ha in carico Filippo, la quale avrebbe dovuto informare gli altri. Quindi l’ho informato sul procedere del Progetto “il filo di Arianna” e raccontato delle difficoltà incontrate con il centro privato convenzionato, dell’indifferenza del Neuropsichiatra al quale abbiamo comunicato che avremmo interrotto il rapporto con loro perchè il metodo adottato non era in linea con il progetto, e della necessità impellente di rivolgerci al privato alla ricerca di una logopedista a nostre spese. Il Direttore, oltre ad ascoltare attentamente e annuire alle mie affermazioni, prendeva appunti, e mi ha garantito che per quanto riguarda il centro privato, si trova fuori dalla sua giurisdizione, avrebbe informato personalmente il Direttore di zona, fornendo lui stesso tutta la documentazione, e che avrebbe preso lui in mano la situazione per trovare una logopedista adeguata per F. A questo punto ho espresso il pensiero ad alta voce: “chissà se il Direttore Generale è a conoscenza di questo progetto?” alchè il Direttore ( sgranando gli occhi ) mi ha chiesto gentilmente di concedergli un po di tempo prima di rivolgermi ad un suo superiore, e che sicuramente avrei ricevuto sue notizie. In questo colloquio ho fatto presente che non rappresentavo solo la mamma di Filippo, ma bensì tutti i genitori della Associazione X-Fragile.
Colgo l’occasione per inviarle distinti saluti

Il professor Nicola Cuomo risponde:

Gentilissima signora, sono contento che abbia trovato una strada per ottenere quanto riteniamo utile per Filippo. Sono altresì contento perchè la ricerca-formazione-azione sta fornendo a lei come ad altre famiglie chiarimenti per le procedure istituzionali sia con le AUSL che con i centri convenzionati, che con le Scuole e gli altri apparati che erogano servizi per bambini e persone con necessità speciali. Di fatti come le sottolienavo vi sono dei passi da fare inderogabili che riassumo sia per lei che per le altre famiglie ed operatori che leggeranno questo messaggio che faccio circolare per far sì che le strategie efficaci vengano acquisite e messe in pratica da tutti: 1. assicurarsi che i Responsabili (con la R maiuscola!) del servizio o della scuola leggano sia la nostra richiesta di collaborazione alla ricerca sia la documentazione che inviamo a ciascuna famiglia (le lettere, i principi della ricerca, le metodologie....), di fatti come noi avevamo previsto e come lei ha potuto constatare i Responsabili di frequente non sono a conscenza della documentazione dell'Università. Penso che come è successo a lei stia succedendo ad altre famiglie e per tale motivo faccio un appello a tutti di imitarla: andare direttamente dal responsabile sanitario o scolastico a riportare le nostre richieste di collaborazione alla ricerca.
2. far capire che le eventuali contestazioni ai disservizi saranno inviati per conoscenza a tutta la gerarchia responsabile (ai "superiori").
3. tener presente che molti "centri terapeutici" sono convenzionati ed accreditati pertanto qualunque contestazione o richiesta fatta in tali centri sicuramente non viene inoltrata alle AUSL (ed ai Superiori) in quanto le strutture accreditate (che sono Privati-convenzionati) non vogliono che si sappia che non forniscono servizi adeguati. Non fanno conoscere quindi le contestazioni e le lamentele perchè non sono a loro vantaggio.
4. fare in modo che tutti i terapisti, gli insegnanti, ricevano copie della documentazione che noi inviamo assicurandosi che l'hanno effettivamente letta. Spesso si consegnano le documentazioni o solo direttamente ai terapisti o solo e direttamente agli insegnanti di sostegno. Il rischio è che la documentazione rimanga ferma in queste mani (bisognerebbe, specialmente all'inizio della terapia e dell'anno scolastico, oltre che di seguito quando vi arrivano documentazioni signficative, leggere insieme le nostre relazioni-lettere).
5. chiarire il P.O.F. e il P.E.I. sottolineando che le responsabilità didattiche e del programma scolastico sono della scuola e che noi, anche in relazione alla legge 104, possiamo essere di ausilio per suggerire strategie facilitanti l'insegnamento e l'apprendimento.
6. evitare da subito strategie che spesso gli insegnanti mettono in atto di portar fuori dalla classe il bambino/ragazzo con X Fragile portando la scusa: "il bambino dopo due/tre ore si stanca". Questa scusa non tiene perchè il bambino si stanca solo e soltanto se le attività non sono pensate in maniera adeguata (non è che dopo due/tre ore il bambino va a dormire e si sveglia il giorno dopo; il bambino passa ad altre attività che vanno a spezzare la monotonia).
7. le attività riabilitative vanno messe in atto fuori dagli orari scolastici
8. per quanto riguarda le riduzioni causate da ristrettezze economiche prodotte dai fondi istituzionali, queste vanno calibrate e i bambini e le persone con bisogni speciali sono gli ultimi a dover essere penalizzati.

Naturalmente i punti sopra scritti dovranno avere uno sfondo progettuale, motivazioni documentate, in modo che le scelte e le opzioni siano a totale vantaggio della famiglia e del bambino e/o della persona con bisogni speciali. Bisogna che anche questi vantaggi sulle procedure istituzionali che lei ha ricevuto avendo gli orientamenti dalla ricerca, siano tenuti in considerazione nelle linee ed azioni di efficacia che valutano la ricerca stessa. Di fatti la ricerca intervenendo a livello contestuale cura sia gli aspetti prettamente legati al superamento delle difficoltà di apprendimento sia gli aspetti che hanno l'obiettivo di facilitare lo svolgimento delle azioni sul piano istituzionale.
Cordiali saluti
Nicola Cuomo

La mamma invia le ultime osservazioni su Filippo:

Questa settimana Filippo non è andato a scuola a causa di qualche linea di febbre. I primi giorni della settimana sono stati lunghi, specialmente la mattina, si alternava tra le favole lette dal papà e i giochi con la sorella o aiutarmi in qualche attività domestica. Nello scaricare la lavatrice non ho (come al solito) girato il cestello per accertarmi piccoli indumenti incastrati, F.di sua iniziativa sposta il mastello, si abbassa all’altezza del oblò e fa girare il cestello, trova un calzino lo unisce agli altri panni e dice “ecco fatto”, questo mi ha sorpreso perchè non pensavo che F: osservasse il mio sfaccendare, dal quel momento la settimana ha preso un'altra piega. Le prime ore del mattino sono state dedicate a mettere in ordine…io spazzo e F. raccoglie e svuota nel secchio dei rifiuti, pulendo i vetri F. spruzza il vetril in abbondanza tanto da potersi divertire nel disegnare il sole e i raggi con le dita, terminate le faccende ci dedichiamo a preparare il pranzo, F. ama stare al lavello più di ogni altra cosa, quindi lui è l’addetto a lavare, ovviamente oltre alle verdure o frutta lava anche le maniche delle maglie che indossa, ne consegue interrompere l’attività per andarsi a cambiare, andare in camera scegliere la maglia, togliersi il bagnato e infilarsi l’asciutto. Fino a poco tempo fa il massimo della collaborazione da parte di F.nel svestirsi o vestirsi era stendere le braccia per infilare le maniche, adesso il mio aiuto è nell’ introdurre una piccola parte dell’ apertura del collo delle maglie, in modo tale che F. completi l’azione. Inizialmente tentava di opporsi a questo nuovo modo, senza tanta convinzione, il risultato è stato che prima di tornare ai lavelli tira su le maniche bagnandosi un pò meno. Nota..: Ogni giorno che passa diventa più abile nel vestirsi.

Venerdì 16 Ottobre
Oggi con il pretesto di portare alcune relazioni d’aggiungere nella cartella pediatrica di F. per la prima volta è entrato nello studio del nuovo pediatra Dott. Drazzi. Premetto che all’inizio del rapporto con il medico ho avuto un lungo incontro dove lo informavo dell’evolvere di F. dai primi giorni a oggi, le varie malattie (influenze febbri etc), i suoi problemi di stipsi e la sindrome x-fragile. Devo dire che il medico ha prestato molta attenzione soprattutto al fattore ansia, dimostrando al primo incontro con F. avvenuto presso il nostro domicilio in quanto febbricitante, molta sensibilità, ha rispettato i tempi del bambino spiegandogli con parole semplici tutto ciò che avrebbe fatto con lui, F. memore di visite mediche poco piacevoli vissute con molta rigidità ha mostrato una rigidità più gestibile, riuscendo così a completare la visita. Per fortuna F. si ammala poche volte, riducendo così al minimo le visite pediatriche. Lo studio medico è nello stesso plesso dove và a fare psicomotricità. In macchina chiacchierando con F. ho fatto il punto della situazione ricordando i posti in cui eravamo diretti. 1°) dal Dott. Drazzi a portare i fogli e visto che ci siamo possiamo approfittare di fare una breve visita. F. non ha espresso nessun parere, a differenza del passato che solo a sentire dire medico iniziava ad opporsi con tutte le sue forze, diceva NO, iniziava con i conati di vomito , piangeva insomma un vero dramma. 2°) dopo visto che ci siamo potremmo passare a salutare la Miky, ( psicomotricista con cui ha un bel rapporto). 3°) ed infine andiamo a fare la spesa per preparare un buon pranzo perchè arriva Cristina. Siamo arrivati all’ingresso dello studio, all’interno della sala d’attesa vi erano poche persone. Inizialmente F. non entra ma va verso il centro da lui frequentato, gli ricordo che prima dobbiamo andare dal dottore poi dalla Miky, io entro, poco dopo entra anche lui con aria preoccupata, distraendosi alla vista dell’angolo dei giochi, si guarda intorno e nota in una parete una libreria in cui vi è posto un ombrello rosso, lo prende e dice “ andiamo via “ (sopraggiunge l’ansia) lo riassicuro che da li a poco avremmo fatto. Con il cellulare chiamo il dottore avvertendo che eravamo nella sala d’attesa, esce il medico salutando F. calorosamente, F. piange, non vuole entrare nello studio, non insistiamo, entro solo io lasciando la porta aperta, il dottore prende dal armadietto un lecca-lecca poggiandolo sulla scrivania, F. da fuori vede tutto, e pian piano entra, il medico lo incoraggia dicendogli che è bravo, gli ricorda il primo incontro, promettendogli di fare la stessa visita, ( ascoltare il cuore e i polmoni). F. ricomincia a piangere con meno enfasi, e si lascia visitare in Drazzio a me, alla fine il medico gli dice di aver trovato un lecca-lecca al gusto di fragola e che se fosse stato di suo gradimento poteva prenderlo,F. lo prende e dirigendosi verso l’uscita dice “Ciao Dottor Drazzi.” Il seguito è stato tutto piacevole.

IL PANNOLONE
Aiutare Filippo al raggiungimento del controllo sfinterico è uno dei miei principali obbiettivi. Tempo fa ho parlato con la Dott.ssa Bacciaglia della mia incapacità di gestire questa situazione. Nel passato dietro continue sollecitazioni ( del parentato) a togliere il pannolone a F. credo di aver commesso molti errori, ho fatto più tentativi facendo piangere disperatamente F.,il bambino per tutto il tempo senza il pannolone mi stava dietro tenendone uno per mano. Mi sono ripromessa di non commettere più errori di questo calibro, ascoltando prevalentemente solo il mio intuito. F. dalla nascita ha sempre avuto problemi di stipsi, il pediatra di allora non è mai riuscita a risolverli, abbiamo consultato più dietologi, le quali indicazioni erano alimentari, consigliavano di far bere molto e di integrare più verdure possibili nonostante riferivo che F. mangiava tutti i tipi di verdure perfino le cime di rapa. Filippo è stato sottoposto a due clisteri settimanali per tempi medio lunghi. Da 6 mesi grazie al nuovo pediatra abbiamo risolto il problema della stipsi. All’inizio dell’estate ho notato che F, al mare non viveva più il disagio di stare senza il pannolone, lo chiedeva solo quando ci preparavamo per il rientro, da 2 mesi circa, dopo aver evacuato o urinato rivolgendosi a me o alla sorella dicendo “HO fatto il Caccone o la Pipì” mai detto prima.!!. Ci stiamo avvicinando a raggiungere questa autonomia ? Premetto che F. ha visto più volte i suoi coetanei a compiere questo bisogno. Nell’attesa di suoi suggerimenti Colgo l’occasione per porle cordiali saluti

Il 19 ottobre 2009 il professore risponde:
Gentilissima signora, nei messaggi precedenti la dott.ssa Imola le ha richiesto di mettere in CORRELAZIONE i successi che lei vede in Filippo con le ipotesi e gli interventi nell'ambito della ricerca-formazione-azione in cui lei sta partecipando(l e sottolineo le CORRELAZIONI che lei ipotizza non cerchiamo la verità assoluta). Sino ad ora non abbiamo avuto nessun cenno di quanto chiesto. Noi necessitiamo di tali CORRELAZIONI altrimenti non possiamo procedere a fornire nuove ipotesi operative e Cristina non può intervenire venendo in casa. Pertanto anche, includendo l'ultima sua relazione, prima di fornirle gli orientamenti circa una ipotesi adeguata per il controllo sfinterico di Filippo attendo quanto richiesto. Le sue CORRELAZIONI, lo sottolineo ancora, sono indispensabili in quanto unendole a quelle degli altri genitori possiamo costituire la mappa che ci orienta a mirare sempre di più i consigli. Lei può partecipare alla ricerca solo e soltanto se collabora alla costituzione di un quadro che va a evidenziare il rapporto tra interventi da noi ipotizzati e realizzati sul campo e crescita in positivo delle competenze cognitive ed affettive di Filippo: altrimenti sembra che tutto quanto lei ci scrive in positivo avvenga per caso. In attesa delle CORRELAZIONI che serviranno anche a fornire riferimenti per orientare un intervento sulla gestione della pipì e della cacca, invio i miei saluti. Nicola Cuomo P.S. CI SCRIVA PRIMA POSSIBILE COSI' POSSIAMO RISPONDERLE PRIMA POSSIBILE GRAZIE

La mamma di Filippo risponde:

Le correlazioni
I progressi raggiunti da Filippo sono in buona parte il risultato del mio sempre più attento studio del progetto Il filo di Arianna e della messa in pratica delle sue indicazioni. L’aver spostato la mia osservazione dal non saper fare al saper fare di F. è stato di grande aiuto, modificando significativamente il rapporto con F. che dal passivo è diventato attivo protagonista. Tutte le indicazioni a seguire le strategie, di riconoscere e cogliere le occasioni, il non dare per scontato, chiacchierare senza interrogare, le regole, la comunicazione, e tenere presente i vari aspetti di essa, e i progetti ( album, armadio, borsa, macedonia ) sono stati efficaci.
La comunicazione adeguata ha fatto si che F. comprendesse meglio ciò che gli veniva detto. Spiegare prima quello che sarebbe stato il dopo, utilizzando anche l’agenda settimanale inclusa di orologio in cui F. applica le foto con lui protagonista, in base all’ora, i giorni ed i suoi impegni settimanali, ha permesso a F. di controllare l’ansia e di maturare sempre più la sua percezione spazio temporale, es.. le frasi che attualmente F. usa (ci vediamo domani, dopo viene tuo cugino, venerdì viene Cristina, a dopo !) sono emerse dopo aver applicato l’agenda settimanale, facendo ancora fatica ad usare termini legati al passato.
Comprare autonomamente la merenda a scuola è il risultato di più dimostrazioni fatte con calma, comunicando tutti i passaggi. Chiedere a F. es..; “ mi aiuti ?” “ apri la colla !” si è trasformato in , “non riesco a togliere il tappo alla colla” (simulando da parte mia una sorte di fatica), succede che F. interviene senza una richiesta diretta, aprendo la colla , continuando la nostra attività.

Le regole
Iniziano ad essere rispettate da F. dal momento in cui noi per primi abbiamo iniziato a rispettarle,
es..; capitava che si bevesse alla bottiglia quando era rimasto un fondo acqua ( per cattiva abitudine o per pigrizia) atteggiamento ben notato da F. ,creando in lui non poca confusione alla nostra richiesta di bere nel bicchiere. Attualmente questa regola viene rispettata da tutti, con qualche residuo di trasgressione di F. quando crede di non essere visto.
Sarà mia premura inviare al più presto altre osservazioni.
Cordiali saluti

Il 21 ottobre 2009 il professor Cuomo scrive:
Gentilissima signora, sicuramente le correlazioni come avrà potuto constatare sono utili anche per lei in quanto le danno la possibilità di riflettere su quali sono le probabili cause del cambiamento che sta avvenendo, anche se in modo graduale, in Filippo. Il fatto che l'ho in qualche modo costretta a soffermarsi sulle CORRELAZIONI è utile alla ricerca in quanto ciascuno di noi nello studiare, come lei giustamente ha sottolineato, e nell'approfondire sul piano teorico e metodologico i riferimenti che sottostanno ad attività che possono sembrare comuni, solite, mutano radicalmente la forza dell'attività e dell'intervento facendolo assurgere a strumento rigoroso. Strumento rigoroso in quanto fondato scientificamente. Il fondamento scientifico ci permette di individuare quelle strutture profonde che caratterizzano l'organizzazione cognitiva ed affettiva in specifico di Filippo. Queste strutture, nella loro ricorsività ci offrono sia spunti per evolvere il progetto sia la possibilità di valutarne e verificarne l'efficacia; una efficacia che non si ferma sulla superficie "Filippo ha imparato", ma che va ad indagare nel potenziamento delle architetture cognitive del bambino producendo veri e propri cambiamenti in queste. Di fatti coerentemente a quanto lei correla andiamo, con il progetto che le inviamo, a determinare una situazione di transfer sulle problematiche relative alla gestione della pipì e della cacca. Questo transfer ha molte probabilità di avvenire avendo già oggi Filippo riferimenti strutturali analoghi in più settori (tempo, spazio, regole, anticipa zione,....). Tali settori che stanno organizzando cognitvamente Filippo, rappresentano uno sfondo facilitante che andremo ad utilizzare nel progetto cacca e pipì. Un momento quindi favorevole, ma non casualmente. Un momento favorevole perchè noi intenzionalmente e progettualmente abbiamo determinato i presupposti cognitivi all'essere disponibile a prendere coscienza di come si può gestire la pipì e la cacca.
Colgo l'occasione per inviarle cordiali saluti
Nicola Cuomo

PROGETTO CACCA E PIPI'
Per quanto riguarda il controllo della pipì e della cacca bisognerà anche in tale dimensione far riferimento al vissuto-attivo. Filippo dovrà essere pilotato a riflettere su questi momenti. Il bambino deve poter prendere coscienza su quali sono le operazioni mentali e fisiche che partecipano a controllare la pipì a la cacca. Bisognerà far notare, giocando serenamente insieme, che si può gonfiare il pancino, come si fa, che si può interrompere il flusso della pipì, che si può stringere e rilassare l'apertura anale. Il notare come si può interagire nel controllo sfinterico, il giocare a controllare i movimenti del pancino: "senti Filippo con la manina come diventa duro il tuo pancino, come diventa morbido e come se stringiamo, la pipì si ferma e se allentiamo continua ad uscire, senti come si stringe il sederino, ..." Il farsi toccare, il toccarsi, il riflettere insieme scoprendo il corpo e come noi possiamo gestire i movimenti sicuramente oltre che ad essere una attività per portare Filippo al controllo sfinterico è un insieme di attività finalizzate allo sviluppo cognitivo, al potenziamento del controllo corporeo, del linguaggio in una situazione relazionale molto intima e per questo forte sul piano affettivo. E' strategicamente importante inventarsi una storia che faccia capire a Filippo cosa fa la cacca per far in modo che la fantasia concorra a proporre una maturazione concettuale per il controllo sfinterico: "ora andiamo sul vasino che ti racconto la storia della cacca: la cacca è pronta nel tuo pancino (senti come è pieno) vuole uscire a fare una passeggiata nel vasino ma non ce la fa da sola e ti chiede aiuto. Aiuto! Aiuto! Filippo, aiutami ad uscire, ho voglia di fare una passeggiata. Dai spingi ...". Le favole sulla pipì e sulla cacca divengono una occasione forte per sviluppare il linguaggio.

Oltre che le strategie che vi ho proposto è necessario che il bambino acquisti tonicità nella parte addominale attarverso attività sportive e di gioco. Attività però che devono anche queste non essere fini a se stesse, ma sensate ed organizzate in modo da avere dei percorsi in cui è possibile riflettere per comprenderne i significati.

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