ALBERTO 2-PARTE PRIMA-
X Fragile - Il Filo di Arianna :: Tutte le lettere caso per caso 2 (Periodo da gennaio a giugno 2010) :: ALBERTO 2
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ALBERTO 2-PARTE PRIMA-
Il 27 gennaio Silvia scrive alla dott.ssa Imola e il prof. Cuomo, dopo la supervisione via Skype:
Riflettendo sull’incontro fatto tramite skipe vi invio una lista di momenti da perfezionare durante la mattinata a scuola :
-quando inizia la lezione in classe è Alberto a prendere il quaderno e l’astuccio (spesso faccio io)
-quando suona la prima campanella Alberto pensa di andare a casa poi quando andiamo all’orologio vede che è l’ora della merenda allora lo coinvolgo ad andare a prendere la frutta.
-quando suona la seconda campanella Alberto dice : “Si va a casa”mentre esce dalla classe e va nel corridoio senza mettere gli oggetti nello zaino e prendere il giacchetto(qualche volta prende l’iniziativa da solo)Questo comportamento varia perché il venerdì quando c’è l’insegnante di religione, pensa poche volte di andare a casa e sa che dopo la sua lezione si fa la macedonia e si distribuisce a merenda.- Quando l’insegnante chiede:” Cosa avete fatto durante il sabato e la domenica?” Alberto deve porgere il quaderno alla maestra (mettere sotto il naso)perché non lo legge quando è aperto sul banco e perché lei trova il modo di non far rispondere Alberto alle infinite domande concludendo “va bene bravo Alberto”con un sorriso stampato in faccia. Durante il pomeriggio nella preparazione delle ricette va perfezionato il lavaggio della frutta , della verdura oppure di altri cibi lavabili ;il mescolare gli ingredienti nella ciotola ;spalmare sul pane e fare l’impasto della pizza,della pasta e delle torte.
In relazione alla risposta data all’insegnante di sostegno A. S., posso dire che Alberto non sta seguendo il programma di matematica con la classe per volontà delle insegnanti che, all’inizio dell’anno scolastico, hanno ritenuto opportuno riprendere alcuni argomenti dell’anno precedente. Al contrario, Alberto vorrebbe seguire la lezione con i compagni; infatti, durante le lezioni ascolta le spiegazioni della maestra e cerca di partecipare, di sua volontà, con la classe alle varie esercitazioni proposte.
Il prof. Cuomo e Alice rispondono a Silvia:
Carissima Silvia,
sicuramente da quanto mi scrivi ci sono molte opportunità per Alberto. Bisognerebbe che l'insegnante (e l'insegnante di sostegno) non si limitino ad un ruolo constatativo, ma si immettano con te in un itinerario progettuale, in un percorso in cui Alberto si evolva. Bisogna far capire che è compito degli insegnanti non solo constatare in quanto Alberto, senza gli opportuni supporti e strategie, potenzierebbe con molte problematiche o non potenzierebbe la sua condizione. E' loro compito, dovere e competenza, far sì che il bambino, grazie al loro intervento (non con energia intima sua) evolva! Ti riporto la ancora una volta la prospettiva che Vigotskij sottolinea per quanto riguarda l'area di sviluppo potenziale in cui si sottolinea che è l'adulto, gli insegnanti, che devono conoscere, saper inventare, saper progettare, strategie e condizioni mediatrici per il superamento degli handicap che i deficit propongono. E' importante chiarire in quanto vi è il rischio che nel tempo le insegnanti si autoconnotino nel ruolo di constatatrici e pertanto, se Alberto non apprende, è colpa di Alberto, di Silvia, dei genitori, degli altri, mentre assolutamente gli apprendimenti di Alberto sono affidati alla responsabilità dominante delle insegnanti. "/bisogna distinguere fra l'apprendimento che si realizza nell'esercizio spontaneo da parte del bambino delle competenze già sviluppate e quell'apprendimento dovuto all'intervento sistematico di guida e aiuto da parte degli adulti in prestazioni per cui il bambino non sia ancora competente; vi sono pertanto due livelli di maturità (o competenza): quello relativo alle possibilità di apprendimento spontaneo del bambino e quello relativo alle possibilità di apprendimento se aiutato. Lo scarto fra i due livelli è la 'zona di sviluppo potenziale'/"
Cordiali saluti
DIARIO ALBERTO
Scuola chiusa in occasione della festa della Toscana.
Nel pomeriggio sono andata a casa di Alberto. Mentre prendiamo la videocamera e una busta di plastica, racconto che andremo lungo la strada dietro casa a sentire il vento, la pioggia…e raccoglieremo le foglie secche cadute dai rami degli alberi.
Usciamo, Alberto ha la videocamera accesa in mano; mentre scendiamo giù per il giardino, ci fermiamo a sentire il vento.
Io: - Lo senti il vento come soffia?
Silenzio e poi: - Si è vero!
Io: - Aspetta che vado a prendere l’ombrello, perché piove. Metti il cappuccio – mentre lo aiuto a tirarlo su.
A: - Si, ti aspetto.
Vado a prendere l’ombrello e, quando torno, Alberto mi dice “Ciao!”
Io: -Eccomi, ciao. Hai sentito il vento come soffia: uuuuu (faccio il suono con la voce)
A: - Oh, si!
Io: - Andiamo a vedere come si muovono gli alberi – andiamo sulla strada a vedere gli alberi.
Io: - Guarda come muove tutto il vento! Hai visto!
A: - Si, tutto – mentre guardiamo e riprendiamo con la videocamera.
A: - Quando vai via?
Io: -Tra un po’, quando abbiamo visto gli alberi, le foglie che cadono dai rami…
Ci fermiamo perché metto via la busta che fa troppo rumore e non sentiamo la pioggia.
Io: - Senti? Facciamo silenzio così sentiamo la pioggia che cade
A: - Ho sentito
Io: - Questa è la pioggia (ti,ti,ti…)che cade sull’ombrello.
A: - Si, la sento! La sento la pioggia! – mentre camminiamo lungo la strada.
Io: - Guarda gli alberi, si muovono, le foglie cadono a terra e i rami restano senza foglie.
A: - Sono cadute le foglie.
Io: - Guarda anche questi alberi, il vento li muove – mentre ci giriamo dall’altro lato della strada.
A: - Ah. Ah, ah! - esclama meravigliato – li vedo! Le foglie – mentre guarda dentro la videocamera.
Io: E’ si.
A: - E’ si, le foglie – mentre continuiamo a percorrere la strada.
Io: - Prendiamo questa stradina. Guarda quante foglie secche ci sono in terra – mentre saliamo su per la stradina.
A: - Tutte secche.
Io: Il vento ha soffiato e ha portato giù le foglie dai rami degli alberi in questo modo – mi muovo facendo vedere come cadono le foglie.
A: - In questo modo.
Io: - E’ si.
Andando avanti, abbiamo visto delle bacche nere, poi i rami secchi in terra.
Io: - Guarda Alberto questa foglia – mentre indico una foglia in terra.
A: - Si, tieni – mi da la videocamera.
Io: - Tu prendi l’ombrello.
A: - Si, l’ombrello.
Io: - Questa foglia l’abbiamo vista da Fata Foglia. Dietro ci sono le nervature.
A: - Nervature.
Prendiamo la foglia e la mettiamo nel sacchetto. Andiamo avanti, saliamo su per la stradina, vediamo altri alberi senza le foglie e altri che hanno le foglie verdi.
Io: - Senti la pioggia, il vento – stiamo zitti.
A: - Muove il ramo.
Io: - Si, muove tutto. E la pioggia come fa?
A: - Vai – come per dire: “andiamo avanti”
Mentre camminiamo: - Attento, questo ramo ha le spine! – evitiamo un rosaio.
A: - Le spine.
Camminiamo e arriviamo ad un enorme pianta di ramerino che si trova sopra la nostra testa; ci fermiamo ed io la tocco per sentirne il profumo e poi dico: - Mmmm che profumo! Annusa anche tu – faccio annusare il ramerino ad Alberto.
Io: - Questo è il…
A: - Ramo, vai andiamo.
Io: Fata Foglia ha fatto vedere ed annusare il ramerino.
A: - Si annusare, vai, vai…
Io: - Si va avanti.
Proseguiamo a fatica sotto il ramerino con l’ombrello e questo risulta buffo così ridiamo, perché i rami strofinano sopra l’ombrello.
Io: - Guarda le foglie sul terreno.
A: - Si, le foglie. Vai – vuole camminare ancora – L’erba.
Io: - Si, raccogliamo le foglie. Oh, la pioggia non c’è più si sente solo il vento. Chiudo l’ombrello.
A: - posso tenerla io? – indica la videocamera.
La porgo ad Alberto che guarda l’erba attraverso lo schermo.
Io: - Guarda, un fiore! – lo aiuto ad inquadrarlo.
A: - Fiore – contento di vederlo nella videocamera.
Io: - E’ bagnato – lo colgo.
A: - Tieni – mi porge la videocamera.
Io: - Si, prendi la busta.
Lui la prende e la tiene in mano. Mentre camminiamo, vediamo, sul terreno, dei rami e altri fiori.
Io: - Guarda, dei fiori gialli! Li raccogliamo?
A: - Si – li prende e li mette nella busta e poi dice: - Andiamo.
Io: - Si, andiamo – ripercorriamo al contrario la stradina.
A: - Andiamo.
Io: - Così sentiamo meglio il vento; possiamo raccogliere le foglie secche…attento c’è un ramo con le spine e inizia la salita. Issa, issa! Andiamo.
A: - Issa, issa! – sale su per la salita.
Ripassiamo sotto la pianta del ramerino: - Mmmmm che profumo. Senti, a me piace tanto! Lo sai che con questo si possono preparare dei mangiarini buoni come il pollo arrosto?
A: - Buoni.
Io: - Prendiamo un rametto e mettiamolo nel sacchetto.
A: - Vai – mentre apre il sacchetto come per dire “metti dentro”.
Continuiamo a camminare e Alberto: - Raccolgo le foglie secche. Il ramo?
Io: - Si, ora si va a prendere.
Facciamo la discesa e Alberto cade in ginocchio.
Io: Oplà – lo aiuto ad alzarsi.
A:- Mi dai un bacino? – io glielo do – Grazie.
Io: - Prego. Piove, devo aprire l’ombrello. Andiamo più su? – indico verso il bosco.
A: - No.
Allora ritorniamo verso casa e ascoltiamo ancora la pioggia ed il vento. Ci fermiamo perché passa un’ auto e quando è passata, Alberto dice: - O vai!
Io: - E’ passata.
A: - A posto – camminiamo.
Io: - Raccogliamo le foglie secche che si trovano nel giardino. Sono belle grandi.
Ci fermiamo davanti al cancello del garage per sentire, per l’ultima volta, il vento, perché li tira forte; riascoltiamo anche la pioggia. Metto l’ombrello a terra ed il vento lo sposta. Alberto si gira verso di me e dice: - Fallo ancora – prende l’ombrello.
Io: - E’ il vento che lo sposta. Metti giù l’ombrello e stai a vedere.
Infatti, il vento lo sposta di nuovo. Alberto, divertito, chiede di farlo ancora e, mentre l’ombrello si muove, dice: - E’ il vento.
Il DVD della videocamera è completo e, mentre aspettiamo che la madre ne metta uno vuoto, andiamo a raccogliere le foglie. Alberto preferisce osservare divertito il suo cane Lilly e il cane della nonna, Lita, che abbaiano al gatto nero sistemato sotto l’auto, fuori dal garage.
A: - Ancora! C’è il gatto.
Io: - Si, il gatto è sotto l’auto. Senti come soffia dicendo ai due cani “lasciatemi stare!”. Ma loro continuano ad abbaiare, perché dicono “gatto esci fuori che ti vogliamo rincorrere!”.
A: - Ancora – ride.
Rientriamo in casa e andiamo in camera sua per mettere le foglie sul tavolo ad asciugare. Metto la videocamera sul cavalletto e vado a chiudere la porta. Alberto l’accende ed esclama: - Guarda, ti vedo!
Io: - L’hai accesa? Vieni che filmiamo le foglie bagnate. Prima mettiamo i fogli di giornale sopra il tavolo e poi le foglie. – Alberto riprende la sua camera.
Io: - Vieni che mettiamo le foglie sul tavolo ad asciugare – lui continua a filmare la sua camera. Allora io dico: - Posso vedere che cosa vedi?
Alberto mi porge la videocamera.
Io: - Giallo?
A: - Oh, oh, oh…
Io: - Giallo?
A: - Giallo
Io: - Questo è giallo – mentre riprendo il cuscino sopra il letto – Su questo cuscino giallo ci dormi tu?
A: - Si
Io: - Quanti colori si vedono!
A: - Ti va di giocare?
Io:- Si, certo!
A: - Si gioca al gioco dei piedi?
Io: - No, ormai li conosci!
A: - Solo una volta! – insiste.
Io: - No.
Riprende la videocamera e preme i bottoni per vedere ilo filmato. Spengo tutto per continuare a registrare. Alberto ha la videocamera in mano e gli chiedo: - Senti i miei capelli come sono bagnati? È la pioggia.
A: - Posso levarmi le scarpe?
Io: Certo, ma senti i miei capelli.
Alberto si toglie le scarpe con una mano, perché nell’altra ha la videocamera; poi allunga la mano per sentire i miei capelli bagnati e dice: - Si, sento – tocca i suoi.
Io: - I tuoi come sono?
A: - Asciutti.
Io: - Sono asciutti, perché avevi il cappuccio.
Alberto va in bagno e poi ci salutiamo.
Il 2 febbraio Silvia, rielabora il diario di Alberto, su scritto, evidenziando PIANIFICAZIONE, ATTENZIONE, SIMULTANEITA’ E SUCCESIONE:
Nel diario di Alberto la PIANIFICAZIONE è (nel programma delle stagioni in questo caso l’autunno) ascoltare il vento, osservare le foglie secche e di colore marrone che si muovono e cadono dall’albero con il vento, sentire sul viso il vento; osservare, ascoltare e toccare la pioggia sulle mani e sull’ombrello.
L’ATTENZIONE :”Sono cadute le foglie”dice Alberto mentre narro che gli alberi si muovono con il vento e le foglie secche cadono a terra e i rami sono senza foglie. Anche quando osserviamo gli alberi dall’altra parte della strada che si muovono con il vento e Alberto esclama meravigliato:”Ah!li vedo le foglie mentre guarda dentro la videocamera .
La SIMULTANEITA’:quando saliamo su per la stradina vediamo altri alberi senza le foglie stiamo zitti per ascoltare la pioggia e il vento Alberto esclama:”Muove il ramo”.
La SUCCESSIONE: Alberto sa che quando finiamo il percorso della stradina nel bosco andiamo nel suo giardino a raccogliere le foglie e i rami secchi; infatti quando ripercorriamo la stradina nel bosco Alberto dice:”raccolgo le foglie secche. Il ramo?.
Vi chiedo scusa di sabato: per l’interruzione della supervisione e del freddo saluto,mi sono fatta trascinare senza un motivo. La prossima volta se il tempo a disposizione non è terminato, io vorrei trattenermi per completare la supervisione.
Grazie, a presto Silvia
L’8 marzo Silvia, l’operatrice-amica di Alberto, scrive al Prof. Cuomo e Alice Imola:
Pianificazione per preparare una crostata
Vado a casa di Alberto e propongo di preparare una crostata per mangiarla a merenda insieme alla mamma e il fratello.
Propongo di preparare la lista della spesa per andare a comprare gli ingredienti al supermercato.
Blocchi .
-A: preparare la lista della spesa, cercare gli ingredienti sul giornalino pubblicitario del supermercato, incollarli su un foglio scrivere la didascalia e il prezzo con accanto la fotografia dell’euro. Alla fine contare il totale della spesa con accanto la fotografia dell’euro.
-B: prendere il denaro, metterlo nel portafoglio e poi nella borsa che indosserà Alberto.
Molto spesso sono sola a svolgere queste due mansioni, perché Alberto è impegnato a scegliere il cd da ascoltare in automobile durante il tragitto da casa al supermercato.
-Alcune volte lascia la borsa in auto.
Al supermercato Alberto si distrae , prende gli oggetti che gli piacciono, invece di prendere gli oggetti della lista.
-Quando siamo alla cassa Alberto porge la borsa a me dicendo:”Tieni Silvia”(come dire paga te io prendo e bevo il mio te al limone).
Per il primo e il secondo blocco: prima si fa la lista e poi scegliamo insieme il cd da ascoltare in auto. Coinvolgerò Alberto nel cercare gli ingredienti sui giornali pubblicitari dicendo: ”Se non facciamo la lista non possiamo preparare la merenda” ,mentre parlo facciamo l’azione di scegliere , tagliare , incollare , contare il denaro per prenderlo e inserirlo nel marsupio, invece che nella borsa, così legato in vita non può scordarlo in auto quando scendiamo per andare al supermercato. Ora andiamo a scegliere il cd da ascoltare durante il tragitto da casa al supermercato e vice versa.
-Quando entriamo al supermercato, andare nei reparti giusti dove si trovano gli ingredienti della lista, così niente distrazioni ;se non troviamo gli ingredienti, perché non conosciamo il supermercato, oppure, perché hanno spostato i reparti da una parte all’altra, domandare al personale dove si trova così Alberto non si distrae per prendere altri oggetti e poi , diamo un buon esempio che quando non troviamo un oggetto possiamo domandare .
-Quando andiamo a pagare alla cassa prendiamo insieme, mano nella mano , il denaro che serve per pagare la nostra spesa .
Grazie per essere rimasti ad aiutarmi, scusate per il ritardo nell’inviare la pianificazione.
A presto, ciao Silvia
La dott.ssa Imola e il prof. Cuomo rispondono a Silvia:
Carissima Silvia
va benissimo il percorso e bisogna che questo che tu hai progettato sia rigorosamente rispettato sia da Alberto che dalla famiglia. Pertanto scriverò anche alla famiglia sottolineando il fatto che devono aiutarti: Scriverò alla famiglia e invierò anche a loro il tuo piano di lavoro
ciao Alice Imola
Nicola Cuomo
Il 12 marzo Silvia scrive al prof. Cuomo e la Dott.ssa Imola dopo la supervisione via skype:
Ciao,
allego le cose che non sono riuscita a dirvi durante l'ultima supervisione su skype. Silvia
Durante la supervisione di venerdì 12 marzo volevo parlarvi , oltre alla pianificazione e l’igiene personale , di venerdì 5 marzo : la maestra di religione ha dato ad ogni bambino una fotocopia della poesia di Pasqua da imparare a memoria , per enunciarla con tutti i bambini della scuola venerdì 19 marzo durante la visita e la benedizione del Vescovo. La maestra ha fatto leggere a voce alta la poesia ad ogni bambino , mentre Alberto seguiva insieme al mio dito la lettura delle parole, e alla quindicesima volta ripeteva le ultime due sillabe di alcune parole (per es. dolcezza Alberto diceva za …).Quando i compagni ripetevano a voce alta la poesia alla maestra , Alberto seguiva e ripeteva per intero, e al momento giusto, alcune parole come : Pasqua , dolcezza , fratellanza , uomini , cuore , buona Pasqua ; anche quando la maestra , tramite il mio suggerimento , ha chiesto di enunciare insieme la poesia. Venerdì 19 durante le prove Alberto ascoltava i compagni e me ripetere la poesia , ma quando è venuto il Vescovo Alberto ha enunciato tutta la poesia a voce alta insieme ai bambini della scuola , è stato un gran successo!
Ogni lunedì mattina la maestra di matematica chiede ad Alberto ed ai suoi compagni di descrivere qual’è stata la giornata più bella tra sabato e domenica. Ad Alberto pone sempre domande a trabocchetto per metterlo in difficoltà anche se lui ha il raccoglitore aperto con le foto e le didascalie descritte da lui.
È un paio di settimane che usiamo un quaderno ad anelli , dedicato alla descrizione del giorno più bello ,quando lo apre lo alza e la maestra si avvicina gli prende il quaderno , osserva le foto, fa domande inerenti all’argomento, ma sempre con i trabocchetti . Questo lunedì Alberto non ha dato il quaderno all’insegnante , perché lo teneva stretto tra le mani , così che la maestra ha chiesto solo dove sei stato domenica e lui ha risposto bene.
Durante la ricreazione Alberto, comprende che è l’ora della ricreazione guardando l’ora (10:30) nell’orologio della classe , va nel bagno a lavarsi le mani, poi va nel corridoio a prendere la bacinella per mettere dentro la frutta : 3 mele , 3 pere , 3 arance , 3 banane e 3 kiwi (per il giorno di lunedì) , va in classe posa la bacinella sulla cattedra , prende un frutto , si reca al posto per prendere dalla tasca esterna dello zaino la tovaglietta , si siede , altre volte è in piedi e si sbuccia il frutto ; quando ha finito di mangiare butta via le bucce va in bagno , o viceversa , poi rimane nel corridoio a guardare chi entra e chi esce dalla scuola e infine lo invito ad entrare per giocare insieme con le carte di Pimpa così si avvicinano anche i suoi compagni a giocare .Mentre il venerdì Alberto sa che alle ore 10:00 andiamo a fare la macedonia per distribuirla ai suoi amici quando suona la campanella della ricreazione. Quando prepariamo la macedonia Alberto sa che si prende dallo stanzino della mensa la bacinella con sei specie per ogni tipo di frutto , perché siamo due classi unite. In queste settimane Alberto desidera fare la macedonia e giocare con le carte di Pimpa soltanto con me , perché durante la ricreazione i suoi amici molto spesso litigano alzando la voce, dandosi le botte ; le insegnanti sono a prendere il caffè nel corridoio e intervengono quando il caos è enorme, oppure se un bambino le chiama e perché alcuni compagni rivolgono domande inopportune ad Alberto per prenderlo un po’ in giro.
In queste ultime settimane Alberto quando è a scuola e deve rispondere alle domande della maestra di matematica e di italiano alcune volte balbetta , sembra un po’ bloccato , perché sono accaduti questi episodi : Venerdì 12 marzo durante la lezione di scienze ,con l’insegnante di matematica , si parlava della lezione precedente fatta da strega Marina sulla degustazione della frutta centrifugata,si doveva sul quaderno disegnare la frutta centrifugata e degustata ,la maestra chiama Alberto a prendere i giornali pubblicitari dei supermercati per cercare la frutta ,tagliarla e incollarla sul quaderno ; alla maestra cade un foglio a terra , ma non si accorge , perché viene chiamata da un bambino , Alberto si mette in ginocchio per raccoglierlo , quando la maestra vede Alberto in ginocchioni alza la voce e dice:”Alberto alzati cosa fai in ginocchioni?”Alberto si alza mugolando ed io intervengo dicendo che stava raccogliendo un foglio in terra. Torniamo al nostro posto a svolgere l’attività , svolgiamo poco perché Alberto è arrabbiato allora andiamo fuori dall’insegnante di italiano a svolgere un collage di alberi da frutta per la storia che hanno letto in classe durante la lezione di italiano , riusciamo a fare qualcosa , suona la campanella e Alberto sorride perché andiamo a mangiare a mensa.
Lunedì 15 marzo entro nel corridoio della scuola , Alberto mi vede , lo saluto , lui vuole venire incontro a me , ma è ostacolato dall’insegnante di italiano che gli urla :”Alberto vai in classe , Alberto vai in classe…”allora io accelero il passo e quando mi avvicino dico :”Buongiorno” rivolta alla maestra e poi aggiungo:”Ciao Alberto grazie volevi venire incontro a me” e la maestra :”Ah c’è Silvia buongiorno”mentre si allontana e noi ci abbracciamo ed entriamo in classe. Giornata tranquilla (i particolari sono spiegati più avanti) fino a quando suona la campanella delle ore 13:00 , l’uscita da scuola , Alberto prende dallo zaino le buste trasparenti per mettere i fogli nel quaderno ad anelli , mentre apre una busta trasparente gli cade il foglio aldilà del banco così Alberto passa sotto il banco sdraiandosi in terra tenendo con la mano sinistra la busta e con la destra prende il foglio e lo mette nella busta stando sempre sdraiato , la maestra lo vede e gli urla:”Alberto che fai sdraiato in terra alzati!” io rispondo:”E’ caduto il foglio Alberto è andato a prenderlo e l’ha messo subito nella busta , non vedo il problema”, la maestra :”Si ma ci si alza e il foglio si mette sul banco “Alberto si alza “mugolando” con faccia seria mette le buste con il foglio nel quaderno e poi nello zaino si mette il piumino e via in fila per uscire.
Venerdì 19 marzo , dopo la visita del Vescovo, entriamo in classe a fare merenda , la macedonia non è stata fatta ,perché veniva il Vescovo , la maestra di italiano entra in classe con la bacinella di frutta urlando a tutti i bambini di andare al proprio posto , perché c’è da mangiare la frutta. Alberto si avvicina alla bacinella per prendere un frutto ma la maestra urlando lo manda a posto. Alberto rimane vicino alla bacinella per prendere un frutto quando la maestra si distraeva così chiamo Alberto dicendo che la maestra distribuisce la frutta quando c’è silenzio e ordine intanto prendiamo la tovaglietta e l’acqua dalla tasca esterna dello zaino. La maestra distribuisce la frutta, Alberto la mangia e poi va nel bagno torniamo in classe perché ci sono venute a trovare fata foglia e fata zolla ad insegnarci a piantare le piante aromatiche nell’orto; mentre spiegavano ed io narravo, Alberto si muoveva sulla sedia “mugolando” e la maestra di matematica si avvicina dicendo di stare zitto e fermo perché disturbava .Le fate vanno nell’orto a preparare gli attrezzi mentre tutti si mettono gli stivali di gomma tranne Alberto e altri tre bambini. Alberto ed io cerchiamo i suoi stivali ma non ci sono, (mi sembrava strano che non ci fossero gli stivali , perché la madre mi avverte quando ci sono queste attività) , Alberto si arrabbia, va a prendere sotto la cattedra una busta con degli stivali e mi chiede di aiutarlo a infilarli , ma io dico che non sono suoi ,perché non c’è scritto il nome , si arrabbia ancora di più, allora prendo lo stivale guardo il numero ma è piccolo per il piede di Alberto , lui si arrabbia allora prendo lo stivale e lo metto sopra alla sua suola e gli dico :”Vedi che è piccolo , non ti sta , possiamo andare anche con le scarpe , io vengo così non ho gli stivali ,comunque telefoniamo alla mamma per sapere se ha portato la busta con gli stivali e la paletta ” ; la mamma non era stata avvertita dalle maestre ,spiego ad Alberto l’accaduto dicendo che la paletta la chiediamo alle fate , possiamo scegliere tra le palette e le zappe con il rastrello , Alberto si tranquillizza e raggiungiamo il gruppo .Quando arriviamo la maestra di matematica ci viene incontro dicendo :”Dove eravate fin’ora ?”IO ho risposto che eravamo a telefonare alla mamma per gli stivali ma lei non è stata avvisata “La maestra mi ha risposto che ha scritto il messaggio alla lavagna quando c’era la maestra di sostegno. Alberto mi chiede se andiamo a casa insieme ,mentre gli rispondo la maestra lo prende per mano e lo tira dentro l’orto, Alberto mi chiama e cerca di liberarsi dall’insegnante ,ma non ci riesce io li seguo e dico ad Alberto che sono vicina a lui; la maestra lo molla in mezzo all’orto dicendo: questa è la strada da percorrere per non calpestare le piante sotterrate . Alberto mi guarda con una faccia perplessa, disorientata, io mi avvicino con un paletto da piantare in terra per fare il perimetro dell’orto. Infatti mettiamo il paletto e intorno lo spago insieme ad altri compagni . Le fate distribuiscono le palette e le zappe con il rastrello ad ogni bambino , Alberto sceglie la zappa e si allontana un attimo dal gruppo ma viene subito chiamato dalla maestra, mi avvicino dicendo che possiamo zappare la terra allora Alberto incomincia a zappare ,mi chiede di aiutarlo allora metto la mia mano nella sua mano e iniziamo a scavare si avvicina un suo compagno di nome A. che lo aiuta a scavare la buca ,Alberto si stanca e per riposarsi si allontana dal gruppo ma arriva la maestra che lo sgrida, A. lo chiama dicendo se lo aiuta a scavare che da solo non riesce allora Alberto continua a scavare. Dopo un po’ si alza mi porge la paletta per riposarsi , ritorna la maestra dicendogli che è un gran pigrone , allora torna da me prendendomi la paletta e “mugolando” brontolando a più non posso. Si torna in classe , perché dobbiamo andare a mangiare .
Un’altra cosa da sottolineare di venerdì 12 marzo è quando la maestra di matematica mi porge delle fotocopie ,da parte dell’insegnante di sostegno , da preparare per lunedì con disegni e sotto domande tipo :”Quante mele?”…(è la lezione che avete parlato con la signora Grandi al primo incontro tramite skype con i genitori).Ho telefonato all’insegnante di sostegno per parlare di queste fotocopie mi ha detto che servono ad Alberto per iniziare a fare i problemi ; io ho risposto che fino adesso abbiamo usato la narramatica e Alberto ha risposto bene quindi continuiamo ad usarla; la sua risposta è stata puoi fare la storia ma le domande devono rimanere così , mi servono per vedere se comprende le domande per poter svolgere i problemi . Mi ha chiesto come si comporta Alberto a scuola se chiede spesso di andare in bagno , se si alza , se esce dalla classe e se quando è fuori non vuole più entrare in classe e se si butta a terra per capriccio . Ho risposto che Alberto si alza per andare in bagno : alle ore 10:00 andiamo in bagno , insieme , non per controllarlo , ma per aiutarlo quando ha bisogno e fa la pipì, lo invito a rientrare perché c’è da finire la lezione oppure rientra senza dire niente; l’ultima uscita è alle ore 12:00 /12:30 per fare la popò poi rientriamo in classe a finire il compito o a fare cartella. Se usciamo a fare le fotocopie o per fare le fotografie o per andare nell’orto poi rientriamo senza fare i capricci . La maestra di sostegno risponde che Alberto non deve uscire prima della ricreazione, perché è una scusa per evitare di fare i compiti per stare nel corridoio , nel bagno a cantare o a parlare seduto sul water o dietro la porta poi fa i capricci a rientrare in classe, se rientra decide di non ascoltarmi perché si mette a parlare da solo e non facciamo niente oppure lavora solo le prime due ore e si rifiuta , quindi prima della ricreazione non deve uscire tanto riesce a trattenerla , poi quando è ricreazione deve stare in classe e prendere la tovaglietta e l’acqua aspettare la maestra che prenda la frutta e dire a lei che frutto desidera , quando ha finito buttare via le bucce e poi andare in bagno e dopo ricreazione non deve andare in bagno . Queste sono le regole che ho stabilito fino all’inizio della scuola ,lui deve avere delle regole. Io ho aggiunto che le tre uscite che fa con me sono vere perché quando deve andare in bagno si vede perché si agita si mette le mani davanti oppure fa aria odorosa ha necessità di andare in bagno .
Ritornando alle famose fotocopie ho spiegato come sono state risistemate tramite la narramatica. Mi ha risposto di avere fiducia in lei perché l’anno prossimo non si sa chi viene come maestra di sostegno e una come lei che si presta, che usa tanta fantasia non si trova facilmente .Io ho risposto che la fiducia c’è; Alberto sta svolgendo una ricerca–formazione-azione con l’università di Bologna,e sono responsabile di quello che fa Alberto. Lei mi risponde :”A casa sei responsabile! “ Io rispondo :”A casa e a scuola “Lei mi risponde alzando la voce :”Il programma l’ho fatto io e lo sto facendo io e poi secondo me quelli di Bologna non conoscono bene Alberto perché non lo vedono perché danno risposte molto generali che per capirle ho studiato tanto e non sono servite a niente . L’ultima cosa non fare più i problemi con la moltiplicazione perché Alberto sta svolgendo il programma di prima per quanto riguarda la matematica; non l’abbiamo ancora fatta non so quanto può capire. La mia risposta è stata :” Finiamola qui vedo che non ci comprendiamo”.
Riflettendo sull’incontro fatto tramite skipe vi invio una lista di momenti da perfezionare durante la mattinata a scuola :
-quando inizia la lezione in classe è Alberto a prendere il quaderno e l’astuccio (spesso faccio io)
-quando suona la prima campanella Alberto pensa di andare a casa poi quando andiamo all’orologio vede che è l’ora della merenda allora lo coinvolgo ad andare a prendere la frutta.
-quando suona la seconda campanella Alberto dice : “Si va a casa”mentre esce dalla classe e va nel corridoio senza mettere gli oggetti nello zaino e prendere il giacchetto(qualche volta prende l’iniziativa da solo)Questo comportamento varia perché il venerdì quando c’è l’insegnante di religione, pensa poche volte di andare a casa e sa che dopo la sua lezione si fa la macedonia e si distribuisce a merenda.- Quando l’insegnante chiede:” Cosa avete fatto durante il sabato e la domenica?” Alberto deve porgere il quaderno alla maestra (mettere sotto il naso)perché non lo legge quando è aperto sul banco e perché lei trova il modo di non far rispondere Alberto alle infinite domande concludendo “va bene bravo Alberto”con un sorriso stampato in faccia. Durante il pomeriggio nella preparazione delle ricette va perfezionato il lavaggio della frutta , della verdura oppure di altri cibi lavabili ;il mescolare gli ingredienti nella ciotola ;spalmare sul pane e fare l’impasto della pizza,della pasta e delle torte.
In relazione alla risposta data all’insegnante di sostegno A. S., posso dire che Alberto non sta seguendo il programma di matematica con la classe per volontà delle insegnanti che, all’inizio dell’anno scolastico, hanno ritenuto opportuno riprendere alcuni argomenti dell’anno precedente. Al contrario, Alberto vorrebbe seguire la lezione con i compagni; infatti, durante le lezioni ascolta le spiegazioni della maestra e cerca di partecipare, di sua volontà, con la classe alle varie esercitazioni proposte.
Il prof. Cuomo e Alice rispondono a Silvia:
Carissima Silvia,
sicuramente da quanto mi scrivi ci sono molte opportunità per Alberto. Bisognerebbe che l'insegnante (e l'insegnante di sostegno) non si limitino ad un ruolo constatativo, ma si immettano con te in un itinerario progettuale, in un percorso in cui Alberto si evolva. Bisogna far capire che è compito degli insegnanti non solo constatare in quanto Alberto, senza gli opportuni supporti e strategie, potenzierebbe con molte problematiche o non potenzierebbe la sua condizione. E' loro compito, dovere e competenza, far sì che il bambino, grazie al loro intervento (non con energia intima sua) evolva! Ti riporto la ancora una volta la prospettiva che Vigotskij sottolinea per quanto riguarda l'area di sviluppo potenziale in cui si sottolinea che è l'adulto, gli insegnanti, che devono conoscere, saper inventare, saper progettare, strategie e condizioni mediatrici per il superamento degli handicap che i deficit propongono. E' importante chiarire in quanto vi è il rischio che nel tempo le insegnanti si autoconnotino nel ruolo di constatatrici e pertanto, se Alberto non apprende, è colpa di Alberto, di Silvia, dei genitori, degli altri, mentre assolutamente gli apprendimenti di Alberto sono affidati alla responsabilità dominante delle insegnanti. "/bisogna distinguere fra l'apprendimento che si realizza nell'esercizio spontaneo da parte del bambino delle competenze già sviluppate e quell'apprendimento dovuto all'intervento sistematico di guida e aiuto da parte degli adulti in prestazioni per cui il bambino non sia ancora competente; vi sono pertanto due livelli di maturità (o competenza): quello relativo alle possibilità di apprendimento spontaneo del bambino e quello relativo alle possibilità di apprendimento se aiutato. Lo scarto fra i due livelli è la 'zona di sviluppo potenziale'/"
Cordiali saluti
DIARIO ALBERTO
Scuola chiusa in occasione della festa della Toscana.
Nel pomeriggio sono andata a casa di Alberto. Mentre prendiamo la videocamera e una busta di plastica, racconto che andremo lungo la strada dietro casa a sentire il vento, la pioggia…e raccoglieremo le foglie secche cadute dai rami degli alberi.
Usciamo, Alberto ha la videocamera accesa in mano; mentre scendiamo giù per il giardino, ci fermiamo a sentire il vento.
Io: - Lo senti il vento come soffia?
Silenzio e poi: - Si è vero!
Io: - Aspetta che vado a prendere l’ombrello, perché piove. Metti il cappuccio – mentre lo aiuto a tirarlo su.
A: - Si, ti aspetto.
Vado a prendere l’ombrello e, quando torno, Alberto mi dice “Ciao!”
Io: -Eccomi, ciao. Hai sentito il vento come soffia: uuuuu (faccio il suono con la voce)
A: - Oh, si!
Io: - Andiamo a vedere come si muovono gli alberi – andiamo sulla strada a vedere gli alberi.
Io: - Guarda come muove tutto il vento! Hai visto!
A: - Si, tutto – mentre guardiamo e riprendiamo con la videocamera.
A: - Quando vai via?
Io: -Tra un po’, quando abbiamo visto gli alberi, le foglie che cadono dai rami…
Ci fermiamo perché metto via la busta che fa troppo rumore e non sentiamo la pioggia.
Io: - Senti? Facciamo silenzio così sentiamo la pioggia che cade
A: - Ho sentito
Io: - Questa è la pioggia (ti,ti,ti…)che cade sull’ombrello.
A: - Si, la sento! La sento la pioggia! – mentre camminiamo lungo la strada.
Io: - Guarda gli alberi, si muovono, le foglie cadono a terra e i rami restano senza foglie.
A: - Sono cadute le foglie.
Io: - Guarda anche questi alberi, il vento li muove – mentre ci giriamo dall’altro lato della strada.
A: - Ah. Ah, ah! - esclama meravigliato – li vedo! Le foglie – mentre guarda dentro la videocamera.
Io: E’ si.
A: - E’ si, le foglie – mentre continuiamo a percorrere la strada.
Io: - Prendiamo questa stradina. Guarda quante foglie secche ci sono in terra – mentre saliamo su per la stradina.
A: - Tutte secche.
Io: Il vento ha soffiato e ha portato giù le foglie dai rami degli alberi in questo modo – mi muovo facendo vedere come cadono le foglie.
A: - In questo modo.
Io: - E’ si.
Andando avanti, abbiamo visto delle bacche nere, poi i rami secchi in terra.
Io: - Guarda Alberto questa foglia – mentre indico una foglia in terra.
A: - Si, tieni – mi da la videocamera.
Io: - Tu prendi l’ombrello.
A: - Si, l’ombrello.
Io: - Questa foglia l’abbiamo vista da Fata Foglia. Dietro ci sono le nervature.
A: - Nervature.
Prendiamo la foglia e la mettiamo nel sacchetto. Andiamo avanti, saliamo su per la stradina, vediamo altri alberi senza le foglie e altri che hanno le foglie verdi.
Io: - Senti la pioggia, il vento – stiamo zitti.
A: - Muove il ramo.
Io: - Si, muove tutto. E la pioggia come fa?
A: - Vai – come per dire: “andiamo avanti”
Mentre camminiamo: - Attento, questo ramo ha le spine! – evitiamo un rosaio.
A: - Le spine.
Camminiamo e arriviamo ad un enorme pianta di ramerino che si trova sopra la nostra testa; ci fermiamo ed io la tocco per sentirne il profumo e poi dico: - Mmmm che profumo! Annusa anche tu – faccio annusare il ramerino ad Alberto.
Io: - Questo è il…
A: - Ramo, vai andiamo.
Io: Fata Foglia ha fatto vedere ed annusare il ramerino.
A: - Si annusare, vai, vai…
Io: - Si va avanti.
Proseguiamo a fatica sotto il ramerino con l’ombrello e questo risulta buffo così ridiamo, perché i rami strofinano sopra l’ombrello.
Io: - Guarda le foglie sul terreno.
A: - Si, le foglie. Vai – vuole camminare ancora – L’erba.
Io: - Si, raccogliamo le foglie. Oh, la pioggia non c’è più si sente solo il vento. Chiudo l’ombrello.
A: - posso tenerla io? – indica la videocamera.
La porgo ad Alberto che guarda l’erba attraverso lo schermo.
Io: - Guarda, un fiore! – lo aiuto ad inquadrarlo.
A: - Fiore – contento di vederlo nella videocamera.
Io: - E’ bagnato – lo colgo.
A: - Tieni – mi porge la videocamera.
Io: - Si, prendi la busta.
Lui la prende e la tiene in mano. Mentre camminiamo, vediamo, sul terreno, dei rami e altri fiori.
Io: - Guarda, dei fiori gialli! Li raccogliamo?
A: - Si – li prende e li mette nella busta e poi dice: - Andiamo.
Io: - Si, andiamo – ripercorriamo al contrario la stradina.
A: - Andiamo.
Io: - Così sentiamo meglio il vento; possiamo raccogliere le foglie secche…attento c’è un ramo con le spine e inizia la salita. Issa, issa! Andiamo.
A: - Issa, issa! – sale su per la salita.
Ripassiamo sotto la pianta del ramerino: - Mmmmm che profumo. Senti, a me piace tanto! Lo sai che con questo si possono preparare dei mangiarini buoni come il pollo arrosto?
A: - Buoni.
Io: - Prendiamo un rametto e mettiamolo nel sacchetto.
A: - Vai – mentre apre il sacchetto come per dire “metti dentro”.
Continuiamo a camminare e Alberto: - Raccolgo le foglie secche. Il ramo?
Io: - Si, ora si va a prendere.
Facciamo la discesa e Alberto cade in ginocchio.
Io: Oplà – lo aiuto ad alzarsi.
A:- Mi dai un bacino? – io glielo do – Grazie.
Io: - Prego. Piove, devo aprire l’ombrello. Andiamo più su? – indico verso il bosco.
A: - No.
Allora ritorniamo verso casa e ascoltiamo ancora la pioggia ed il vento. Ci fermiamo perché passa un’ auto e quando è passata, Alberto dice: - O vai!
Io: - E’ passata.
A: - A posto – camminiamo.
Io: - Raccogliamo le foglie secche che si trovano nel giardino. Sono belle grandi.
Ci fermiamo davanti al cancello del garage per sentire, per l’ultima volta, il vento, perché li tira forte; riascoltiamo anche la pioggia. Metto l’ombrello a terra ed il vento lo sposta. Alberto si gira verso di me e dice: - Fallo ancora – prende l’ombrello.
Io: - E’ il vento che lo sposta. Metti giù l’ombrello e stai a vedere.
Infatti, il vento lo sposta di nuovo. Alberto, divertito, chiede di farlo ancora e, mentre l’ombrello si muove, dice: - E’ il vento.
Il DVD della videocamera è completo e, mentre aspettiamo che la madre ne metta uno vuoto, andiamo a raccogliere le foglie. Alberto preferisce osservare divertito il suo cane Lilly e il cane della nonna, Lita, che abbaiano al gatto nero sistemato sotto l’auto, fuori dal garage.
A: - Ancora! C’è il gatto.
Io: - Si, il gatto è sotto l’auto. Senti come soffia dicendo ai due cani “lasciatemi stare!”. Ma loro continuano ad abbaiare, perché dicono “gatto esci fuori che ti vogliamo rincorrere!”.
A: - Ancora – ride.
Rientriamo in casa e andiamo in camera sua per mettere le foglie sul tavolo ad asciugare. Metto la videocamera sul cavalletto e vado a chiudere la porta. Alberto l’accende ed esclama: - Guarda, ti vedo!
Io: - L’hai accesa? Vieni che filmiamo le foglie bagnate. Prima mettiamo i fogli di giornale sopra il tavolo e poi le foglie. – Alberto riprende la sua camera.
Io: - Vieni che mettiamo le foglie sul tavolo ad asciugare – lui continua a filmare la sua camera. Allora io dico: - Posso vedere che cosa vedi?
Alberto mi porge la videocamera.
Io: - Giallo?
A: - Oh, oh, oh…
Io: - Giallo?
A: - Giallo
Io: - Questo è giallo – mentre riprendo il cuscino sopra il letto – Su questo cuscino giallo ci dormi tu?
A: - Si
Io: - Quanti colori si vedono!
A: - Ti va di giocare?
Io:- Si, certo!
A: - Si gioca al gioco dei piedi?
Io: - No, ormai li conosci!
A: - Solo una volta! – insiste.
Io: - No.
Riprende la videocamera e preme i bottoni per vedere ilo filmato. Spengo tutto per continuare a registrare. Alberto ha la videocamera in mano e gli chiedo: - Senti i miei capelli come sono bagnati? È la pioggia.
A: - Posso levarmi le scarpe?
Io: Certo, ma senti i miei capelli.
Alberto si toglie le scarpe con una mano, perché nell’altra ha la videocamera; poi allunga la mano per sentire i miei capelli bagnati e dice: - Si, sento – tocca i suoi.
Io: - I tuoi come sono?
A: - Asciutti.
Io: - Sono asciutti, perché avevi il cappuccio.
Alberto va in bagno e poi ci salutiamo.
Il 2 febbraio Silvia, rielabora il diario di Alberto, su scritto, evidenziando PIANIFICAZIONE, ATTENZIONE, SIMULTANEITA’ E SUCCESIONE:
Nel diario di Alberto la PIANIFICAZIONE è (nel programma delle stagioni in questo caso l’autunno) ascoltare il vento, osservare le foglie secche e di colore marrone che si muovono e cadono dall’albero con il vento, sentire sul viso il vento; osservare, ascoltare e toccare la pioggia sulle mani e sull’ombrello.
L’ATTENZIONE :”Sono cadute le foglie”dice Alberto mentre narro che gli alberi si muovono con il vento e le foglie secche cadono a terra e i rami sono senza foglie. Anche quando osserviamo gli alberi dall’altra parte della strada che si muovono con il vento e Alberto esclama meravigliato:”Ah!li vedo le foglie mentre guarda dentro la videocamera .
La SIMULTANEITA’:quando saliamo su per la stradina vediamo altri alberi senza le foglie stiamo zitti per ascoltare la pioggia e il vento Alberto esclama:”Muove il ramo”.
La SUCCESSIONE: Alberto sa che quando finiamo il percorso della stradina nel bosco andiamo nel suo giardino a raccogliere le foglie e i rami secchi; infatti quando ripercorriamo la stradina nel bosco Alberto dice:”raccolgo le foglie secche. Il ramo?.
Vi chiedo scusa di sabato: per l’interruzione della supervisione e del freddo saluto,mi sono fatta trascinare senza un motivo. La prossima volta se il tempo a disposizione non è terminato, io vorrei trattenermi per completare la supervisione.
Grazie, a presto Silvia
L’8 marzo Silvia, l’operatrice-amica di Alberto, scrive al Prof. Cuomo e Alice Imola:
Pianificazione per preparare una crostata
Vado a casa di Alberto e propongo di preparare una crostata per mangiarla a merenda insieme alla mamma e il fratello.
Propongo di preparare la lista della spesa per andare a comprare gli ingredienti al supermercato.
Blocchi .
-A: preparare la lista della spesa, cercare gli ingredienti sul giornalino pubblicitario del supermercato, incollarli su un foglio scrivere la didascalia e il prezzo con accanto la fotografia dell’euro. Alla fine contare il totale della spesa con accanto la fotografia dell’euro.
-B: prendere il denaro, metterlo nel portafoglio e poi nella borsa che indosserà Alberto.
Molto spesso sono sola a svolgere queste due mansioni, perché Alberto è impegnato a scegliere il cd da ascoltare in automobile durante il tragitto da casa al supermercato.
-Alcune volte lascia la borsa in auto.
Al supermercato Alberto si distrae , prende gli oggetti che gli piacciono, invece di prendere gli oggetti della lista.
-Quando siamo alla cassa Alberto porge la borsa a me dicendo:”Tieni Silvia”(come dire paga te io prendo e bevo il mio te al limone).
Per il primo e il secondo blocco: prima si fa la lista e poi scegliamo insieme il cd da ascoltare in auto. Coinvolgerò Alberto nel cercare gli ingredienti sui giornali pubblicitari dicendo: ”Se non facciamo la lista non possiamo preparare la merenda” ,mentre parlo facciamo l’azione di scegliere , tagliare , incollare , contare il denaro per prenderlo e inserirlo nel marsupio, invece che nella borsa, così legato in vita non può scordarlo in auto quando scendiamo per andare al supermercato. Ora andiamo a scegliere il cd da ascoltare durante il tragitto da casa al supermercato e vice versa.
-Quando entriamo al supermercato, andare nei reparti giusti dove si trovano gli ingredienti della lista, così niente distrazioni ;se non troviamo gli ingredienti, perché non conosciamo il supermercato, oppure, perché hanno spostato i reparti da una parte all’altra, domandare al personale dove si trova così Alberto non si distrae per prendere altri oggetti e poi , diamo un buon esempio che quando non troviamo un oggetto possiamo domandare .
-Quando andiamo a pagare alla cassa prendiamo insieme, mano nella mano , il denaro che serve per pagare la nostra spesa .
Grazie per essere rimasti ad aiutarmi, scusate per il ritardo nell’inviare la pianificazione.
A presto, ciao Silvia
La dott.ssa Imola e il prof. Cuomo rispondono a Silvia:
Carissima Silvia
va benissimo il percorso e bisogna che questo che tu hai progettato sia rigorosamente rispettato sia da Alberto che dalla famiglia. Pertanto scriverò anche alla famiglia sottolineando il fatto che devono aiutarti: Scriverò alla famiglia e invierò anche a loro il tuo piano di lavoro
ciao Alice Imola
Nicola Cuomo
Il 12 marzo Silvia scrive al prof. Cuomo e la Dott.ssa Imola dopo la supervisione via skype:
Ciao,
allego le cose che non sono riuscita a dirvi durante l'ultima supervisione su skype. Silvia
Durante la supervisione di venerdì 12 marzo volevo parlarvi , oltre alla pianificazione e l’igiene personale , di venerdì 5 marzo : la maestra di religione ha dato ad ogni bambino una fotocopia della poesia di Pasqua da imparare a memoria , per enunciarla con tutti i bambini della scuola venerdì 19 marzo durante la visita e la benedizione del Vescovo. La maestra ha fatto leggere a voce alta la poesia ad ogni bambino , mentre Alberto seguiva insieme al mio dito la lettura delle parole, e alla quindicesima volta ripeteva le ultime due sillabe di alcune parole (per es. dolcezza Alberto diceva za …).Quando i compagni ripetevano a voce alta la poesia alla maestra , Alberto seguiva e ripeteva per intero, e al momento giusto, alcune parole come : Pasqua , dolcezza , fratellanza , uomini , cuore , buona Pasqua ; anche quando la maestra , tramite il mio suggerimento , ha chiesto di enunciare insieme la poesia. Venerdì 19 durante le prove Alberto ascoltava i compagni e me ripetere la poesia , ma quando è venuto il Vescovo Alberto ha enunciato tutta la poesia a voce alta insieme ai bambini della scuola , è stato un gran successo!
Ogni lunedì mattina la maestra di matematica chiede ad Alberto ed ai suoi compagni di descrivere qual’è stata la giornata più bella tra sabato e domenica. Ad Alberto pone sempre domande a trabocchetto per metterlo in difficoltà anche se lui ha il raccoglitore aperto con le foto e le didascalie descritte da lui.
È un paio di settimane che usiamo un quaderno ad anelli , dedicato alla descrizione del giorno più bello ,quando lo apre lo alza e la maestra si avvicina gli prende il quaderno , osserva le foto, fa domande inerenti all’argomento, ma sempre con i trabocchetti . Questo lunedì Alberto non ha dato il quaderno all’insegnante , perché lo teneva stretto tra le mani , così che la maestra ha chiesto solo dove sei stato domenica e lui ha risposto bene.
Durante la ricreazione Alberto, comprende che è l’ora della ricreazione guardando l’ora (10:30) nell’orologio della classe , va nel bagno a lavarsi le mani, poi va nel corridoio a prendere la bacinella per mettere dentro la frutta : 3 mele , 3 pere , 3 arance , 3 banane e 3 kiwi (per il giorno di lunedì) , va in classe posa la bacinella sulla cattedra , prende un frutto , si reca al posto per prendere dalla tasca esterna dello zaino la tovaglietta , si siede , altre volte è in piedi e si sbuccia il frutto ; quando ha finito di mangiare butta via le bucce va in bagno , o viceversa , poi rimane nel corridoio a guardare chi entra e chi esce dalla scuola e infine lo invito ad entrare per giocare insieme con le carte di Pimpa così si avvicinano anche i suoi compagni a giocare .Mentre il venerdì Alberto sa che alle ore 10:00 andiamo a fare la macedonia per distribuirla ai suoi amici quando suona la campanella della ricreazione. Quando prepariamo la macedonia Alberto sa che si prende dallo stanzino della mensa la bacinella con sei specie per ogni tipo di frutto , perché siamo due classi unite. In queste settimane Alberto desidera fare la macedonia e giocare con le carte di Pimpa soltanto con me , perché durante la ricreazione i suoi amici molto spesso litigano alzando la voce, dandosi le botte ; le insegnanti sono a prendere il caffè nel corridoio e intervengono quando il caos è enorme, oppure se un bambino le chiama e perché alcuni compagni rivolgono domande inopportune ad Alberto per prenderlo un po’ in giro.
In queste ultime settimane Alberto quando è a scuola e deve rispondere alle domande della maestra di matematica e di italiano alcune volte balbetta , sembra un po’ bloccato , perché sono accaduti questi episodi : Venerdì 12 marzo durante la lezione di scienze ,con l’insegnante di matematica , si parlava della lezione precedente fatta da strega Marina sulla degustazione della frutta centrifugata,si doveva sul quaderno disegnare la frutta centrifugata e degustata ,la maestra chiama Alberto a prendere i giornali pubblicitari dei supermercati per cercare la frutta ,tagliarla e incollarla sul quaderno ; alla maestra cade un foglio a terra , ma non si accorge , perché viene chiamata da un bambino , Alberto si mette in ginocchio per raccoglierlo , quando la maestra vede Alberto in ginocchioni alza la voce e dice:”Alberto alzati cosa fai in ginocchioni?”Alberto si alza mugolando ed io intervengo dicendo che stava raccogliendo un foglio in terra. Torniamo al nostro posto a svolgere l’attività , svolgiamo poco perché Alberto è arrabbiato allora andiamo fuori dall’insegnante di italiano a svolgere un collage di alberi da frutta per la storia che hanno letto in classe durante la lezione di italiano , riusciamo a fare qualcosa , suona la campanella e Alberto sorride perché andiamo a mangiare a mensa.
Lunedì 15 marzo entro nel corridoio della scuola , Alberto mi vede , lo saluto , lui vuole venire incontro a me , ma è ostacolato dall’insegnante di italiano che gli urla :”Alberto vai in classe , Alberto vai in classe…”allora io accelero il passo e quando mi avvicino dico :”Buongiorno” rivolta alla maestra e poi aggiungo:”Ciao Alberto grazie volevi venire incontro a me” e la maestra :”Ah c’è Silvia buongiorno”mentre si allontana e noi ci abbracciamo ed entriamo in classe. Giornata tranquilla (i particolari sono spiegati più avanti) fino a quando suona la campanella delle ore 13:00 , l’uscita da scuola , Alberto prende dallo zaino le buste trasparenti per mettere i fogli nel quaderno ad anelli , mentre apre una busta trasparente gli cade il foglio aldilà del banco così Alberto passa sotto il banco sdraiandosi in terra tenendo con la mano sinistra la busta e con la destra prende il foglio e lo mette nella busta stando sempre sdraiato , la maestra lo vede e gli urla:”Alberto che fai sdraiato in terra alzati!” io rispondo:”E’ caduto il foglio Alberto è andato a prenderlo e l’ha messo subito nella busta , non vedo il problema”, la maestra :”Si ma ci si alza e il foglio si mette sul banco “Alberto si alza “mugolando” con faccia seria mette le buste con il foglio nel quaderno e poi nello zaino si mette il piumino e via in fila per uscire.
Venerdì 19 marzo , dopo la visita del Vescovo, entriamo in classe a fare merenda , la macedonia non è stata fatta ,perché veniva il Vescovo , la maestra di italiano entra in classe con la bacinella di frutta urlando a tutti i bambini di andare al proprio posto , perché c’è da mangiare la frutta. Alberto si avvicina alla bacinella per prendere un frutto ma la maestra urlando lo manda a posto. Alberto rimane vicino alla bacinella per prendere un frutto quando la maestra si distraeva così chiamo Alberto dicendo che la maestra distribuisce la frutta quando c’è silenzio e ordine intanto prendiamo la tovaglietta e l’acqua dalla tasca esterna dello zaino. La maestra distribuisce la frutta, Alberto la mangia e poi va nel bagno torniamo in classe perché ci sono venute a trovare fata foglia e fata zolla ad insegnarci a piantare le piante aromatiche nell’orto; mentre spiegavano ed io narravo, Alberto si muoveva sulla sedia “mugolando” e la maestra di matematica si avvicina dicendo di stare zitto e fermo perché disturbava .Le fate vanno nell’orto a preparare gli attrezzi mentre tutti si mettono gli stivali di gomma tranne Alberto e altri tre bambini. Alberto ed io cerchiamo i suoi stivali ma non ci sono, (mi sembrava strano che non ci fossero gli stivali , perché la madre mi avverte quando ci sono queste attività) , Alberto si arrabbia, va a prendere sotto la cattedra una busta con degli stivali e mi chiede di aiutarlo a infilarli , ma io dico che non sono suoi ,perché non c’è scritto il nome , si arrabbia ancora di più, allora prendo lo stivale guardo il numero ma è piccolo per il piede di Alberto , lui si arrabbia allora prendo lo stivale e lo metto sopra alla sua suola e gli dico :”Vedi che è piccolo , non ti sta , possiamo andare anche con le scarpe , io vengo così non ho gli stivali ,comunque telefoniamo alla mamma per sapere se ha portato la busta con gli stivali e la paletta ” ; la mamma non era stata avvertita dalle maestre ,spiego ad Alberto l’accaduto dicendo che la paletta la chiediamo alle fate , possiamo scegliere tra le palette e le zappe con il rastrello , Alberto si tranquillizza e raggiungiamo il gruppo .Quando arriviamo la maestra di matematica ci viene incontro dicendo :”Dove eravate fin’ora ?”IO ho risposto che eravamo a telefonare alla mamma per gli stivali ma lei non è stata avvisata “La maestra mi ha risposto che ha scritto il messaggio alla lavagna quando c’era la maestra di sostegno. Alberto mi chiede se andiamo a casa insieme ,mentre gli rispondo la maestra lo prende per mano e lo tira dentro l’orto, Alberto mi chiama e cerca di liberarsi dall’insegnante ,ma non ci riesce io li seguo e dico ad Alberto che sono vicina a lui; la maestra lo molla in mezzo all’orto dicendo: questa è la strada da percorrere per non calpestare le piante sotterrate . Alberto mi guarda con una faccia perplessa, disorientata, io mi avvicino con un paletto da piantare in terra per fare il perimetro dell’orto. Infatti mettiamo il paletto e intorno lo spago insieme ad altri compagni . Le fate distribuiscono le palette e le zappe con il rastrello ad ogni bambino , Alberto sceglie la zappa e si allontana un attimo dal gruppo ma viene subito chiamato dalla maestra, mi avvicino dicendo che possiamo zappare la terra allora Alberto incomincia a zappare ,mi chiede di aiutarlo allora metto la mia mano nella sua mano e iniziamo a scavare si avvicina un suo compagno di nome A. che lo aiuta a scavare la buca ,Alberto si stanca e per riposarsi si allontana dal gruppo ma arriva la maestra che lo sgrida, A. lo chiama dicendo se lo aiuta a scavare che da solo non riesce allora Alberto continua a scavare. Dopo un po’ si alza mi porge la paletta per riposarsi , ritorna la maestra dicendogli che è un gran pigrone , allora torna da me prendendomi la paletta e “mugolando” brontolando a più non posso. Si torna in classe , perché dobbiamo andare a mangiare .
Un’altra cosa da sottolineare di venerdì 12 marzo è quando la maestra di matematica mi porge delle fotocopie ,da parte dell’insegnante di sostegno , da preparare per lunedì con disegni e sotto domande tipo :”Quante mele?”…(è la lezione che avete parlato con la signora Grandi al primo incontro tramite skype con i genitori).Ho telefonato all’insegnante di sostegno per parlare di queste fotocopie mi ha detto che servono ad Alberto per iniziare a fare i problemi ; io ho risposto che fino adesso abbiamo usato la narramatica e Alberto ha risposto bene quindi continuiamo ad usarla; la sua risposta è stata puoi fare la storia ma le domande devono rimanere così , mi servono per vedere se comprende le domande per poter svolgere i problemi . Mi ha chiesto come si comporta Alberto a scuola se chiede spesso di andare in bagno , se si alza , se esce dalla classe e se quando è fuori non vuole più entrare in classe e se si butta a terra per capriccio . Ho risposto che Alberto si alza per andare in bagno : alle ore 10:00 andiamo in bagno , insieme , non per controllarlo , ma per aiutarlo quando ha bisogno e fa la pipì, lo invito a rientrare perché c’è da finire la lezione oppure rientra senza dire niente; l’ultima uscita è alle ore 12:00 /12:30 per fare la popò poi rientriamo in classe a finire il compito o a fare cartella. Se usciamo a fare le fotocopie o per fare le fotografie o per andare nell’orto poi rientriamo senza fare i capricci . La maestra di sostegno risponde che Alberto non deve uscire prima della ricreazione, perché è una scusa per evitare di fare i compiti per stare nel corridoio , nel bagno a cantare o a parlare seduto sul water o dietro la porta poi fa i capricci a rientrare in classe, se rientra decide di non ascoltarmi perché si mette a parlare da solo e non facciamo niente oppure lavora solo le prime due ore e si rifiuta , quindi prima della ricreazione non deve uscire tanto riesce a trattenerla , poi quando è ricreazione deve stare in classe e prendere la tovaglietta e l’acqua aspettare la maestra che prenda la frutta e dire a lei che frutto desidera , quando ha finito buttare via le bucce e poi andare in bagno e dopo ricreazione non deve andare in bagno . Queste sono le regole che ho stabilito fino all’inizio della scuola ,lui deve avere delle regole. Io ho aggiunto che le tre uscite che fa con me sono vere perché quando deve andare in bagno si vede perché si agita si mette le mani davanti oppure fa aria odorosa ha necessità di andare in bagno .
Ritornando alle famose fotocopie ho spiegato come sono state risistemate tramite la narramatica. Mi ha risposto di avere fiducia in lei perché l’anno prossimo non si sa chi viene come maestra di sostegno e una come lei che si presta, che usa tanta fantasia non si trova facilmente .Io ho risposto che la fiducia c’è; Alberto sta svolgendo una ricerca–formazione-azione con l’università di Bologna,e sono responsabile di quello che fa Alberto. Lei mi risponde :”A casa sei responsabile! “ Io rispondo :”A casa e a scuola “Lei mi risponde alzando la voce :”Il programma l’ho fatto io e lo sto facendo io e poi secondo me quelli di Bologna non conoscono bene Alberto perché non lo vedono perché danno risposte molto generali che per capirle ho studiato tanto e non sono servite a niente . L’ultima cosa non fare più i problemi con la moltiplicazione perché Alberto sta svolgendo il programma di prima per quanto riguarda la matematica; non l’abbiamo ancora fatta non so quanto può capire. La mia risposta è stata :” Finiamola qui vedo che non ci comprendiamo”.
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