X Fragile - Il Filo di Arianna
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Messaggio  Admin Lun Giu 06, 2011 1:56 am



L’11 dicembre Silvia, operatrice-amica di Francesco invia alla dott.ssa Imola, un progetto da fare con il bambino:


PROGETTO DVD

Fabio mi porta nella sua camera a far vedere un personaggio dei Gormiti. Mi spiega , che questo personaggio, non ricordo il nome , ha i capelli lunghi , ha il potere dell’acqua e ha degli amici che hanno il potere della terra , dell’aria e del fuoco. Io dico che non conosco i Gormiti , perché Alessandro piace Scooby Doo.
Fabio si avvicina al mobile del televisore ,che si trova davanti al suo letto e sopra ha la mensola dei dvd, e prende i dvd dei Gormiti per mostrarmeli. Io dico di mettere sulla mensola questi e altri dvd ,così da mettere in ordine e se vogliamo vedere il dvd dei Gormiti possiamo ritrovarlo attraverso il numero. Andiamo a prendere il cartoncino , il lapis , la gomma , mentre parlo prendo gli oggetti e Fabio prende le forbici , il pennarello nero e il nastro adesivo. Prendo le misure sul cartoncino , Fabio osserva , per fare i quadratini da incollarli sul dvd con il nastro adesivo. Fabio mi aiuta a disegnare le righe con il righello , andiamo nella sua camera , mettiamo sul mobile del televisore il cartoncino ,il pennarello e il nastro adesivo , prendiamo i dvd e li stendiamo sul letto ; taglio un quadratino di cartoncino Fabio prende il pennarello e scrive il numero 1 poi prende il nastro adesivo e taglia un pezzo prendiamo il dvd dei Gormiti e attacchiamo il numero per mettere il dvd sulla mensola. Questo sistema è andato avanti fino a sei dvd poi Fabio ha preso il nastro adesivo e ha tagliato tanti pezzetti e li ha appoggiati sul mobile del televisore , ha preso il cartoncino ha tagliato tutti i quadratini e ha preso il pennarello e mi ha chiesto a che numero siamo io ho risposto al numero sei e lui ha scritto tutti numeri fino a 15 poi ha chiesto il mio aiuto per scrivere i numeri fino a 20 .Fabio sceglieva i dvd e io attaccavo i numeri fino a 20 . Pensavo di smettere invece Fabio ha continuato a tagliare il nastro adesivo ,mi ha chiesto di scrivere i numeri , poi ha voluto scrivere lui i numeri con il mio aiuto fino a 45 . Fabio sceglieva i dvd io mettevo i numeri e ad un certo punto Fabio mi ha chiesto se eravamo al numero 30 , io ho risposto di si e abbiamo continuato fino al numero 45 e poi mettevo i dvd sulla mensola .

La dott.ssa Imola risponde a Silvia

Carissima Silvia,
da quel che scrivi non hai fatto altro che numerare dei DVD e numerare dei DVD non è sollecitare lo sviluppo cognitivo Il progetto deve andare al di là del numero e produrre una condizione per lo sviluppo e il potenziamento cognitivo per entrare in una logica di categorizzazione che deve andare al di là dell'attività, deve produrre i transfer. Pertanto un progetto deve determinare una progettualità in cui colore, forma, categorie, svelano le strutture profonde delle regole che organizzano gli spazi e i tempi. Le regole sottostanti al progetto deve poter essere trasferite al calendario, all'uso del danaro, all'uso dell'orologio...
fammi sapere
Ciao
Alice Imola


Il 17 gennaio Silvia invia la professore Cuomo e la dott.ssa Imola, un altro progetto da fare con Fabio:

Progetto torta al semolino
Con
Fabio Tabagi

Prima di scrivere il progetto volevo dire che la ricetta è un po’ lunga perché oltre a fare la crema al semolino c’e da fare la pasta frolla , avevo pensato , per non rendere la ricetta troppo lunga , di comprare la pasta frolla già pronta. Poi avevo pensato di andare al supermercato e fotografare il cofanetto della pasta frolla e portare la macchina fotografica , con questa foto ,per usarla come promemoria durante la spesa , perché nelle riviste pubblicitarie dei supermercati non c’è.
Oggi , in serata , telefono a Fabio per dire che ho trovato su internet la ricetta della torta al semolino:”Pronto Fabio sono Silvia ho trovato la ricetta della torta al semolino , per farla e poi portarla a casa della nonna Lina; come desideravi quando ci siamo salutati l’ultima volta che ci siamo visti”. Aspetto una risposta da Fabio e poi dico :”Ci vediamo domani pomeriggio alle cinque a casa tua , non vedo l’ora ho già l’acquolina in bocca! Ciao”.
Domani pomeriggio quando arrivo a casa di Fabio lo saluto parliamo un po’ , mentre mi levo il piumino e metto la borsa sul divano di casa sua : di solito si informa se sono venuta con la macchina oppure con l’autobus; se sono venuta da sola , come dice lui :” Sola , soletta”;dov’è Alessandro , se è dalla mia mamma , se è piccolino e perché è piccolino?. Dopo questo dialogo dalla borsa prendo il foglio della ricetta e dico:” Fabio ecco la ricetta della torta al semolino ,da fare e poi portarla a casa della nonna Lina. Ho già l’acquolina in bocca!. Vediamo se ci sono in casa gli ingredienti “ mentre mi avvicino ai pensili della cucina coinvolgendo , anche , il padre di Fabio dicendo:”Pier Giorgio puoi aiutarci a trovare gli ingredienti?”. Se manca un ingrediente tipo lo zucchero esclamo:” Manca lo zucchero , va bene andiamo noi a comprarlo!” Aspetto una reazione da Fabio e aggiungo :”Nella scatola prendiamo la foto dello zucchero , così ci ricordiamo di comprarlo , perché devi sapere che quando vado a fare la spesa porto le foto degli oggetti da comprare così partecipa anche Alessandro e compro tutto. Lo zucchero costa € 1 prendiamo i soldi e andiamo a piedi al supermercato. Arrivati a casa mettiamo gli ingredienti sul tavolo e iniziamo a versare gli ingredienti su una ciotola. La quantità degli ingredienti viene rilevata con il cucchiaio da minestra (farina 200gr equivalgono a 10 cucchiai da minestra). Amalgamiamo gli ingredienti , mettiamo in forno e mentre cuoce puliamo il tavolo e rigoverniamo gli oggetti usati. Poi telefoniamo alla nonna Lina per portare la torta. Fabio non ha una sua rubrica con questa telefonata colgo l’occasione per dire a Fabio:” Mamma mia dobbiamo chiamare il babbo per trovare il numero di telefono della nonna ,guarda io ho una rubrica e quando devo telefonare prendo questa , trovo il numero e chiamo ; sabato quando ci vediamo possiamo costruirla insieme , così hai tutti i numeri di telefono a disposizione e sai quante telefonate puoi fare!”.


Il professor Cuomo risponde
:

Carissima Silvia,
tieni conto che hai scritto una sorta di canovaccio per una rappresentazione teatrale. Devi tener conto che quest'itinerario è un'ipotesi, ma le variabili nella relazione possono essere molteplici e tu devi essere pronta ad utilizzarle in maniera da ottimizzare il progetto altrimenti ci può essere il rischio che se non coincide con quanto tu hai scritto (come è altamente probabile) la colpa ricada su Fabio.
La tua è un'ipotesi simulativa che si dovrà adattare alle riposte del bambino. Nel frattempo, siccome l'incontro è avvenuto, fammi sapere in relazione a quando da me detto. Quello che mi interessa è se vi sono state variazioni e quali.
Ciao


Il primo marzo l’insegnante di Fabio scrive al professore Cuomo
:

Carissimo professor Cuomo,
sono l'insegnante di Fabio Tabagi ed ho avuto il piacere di conoscerla venerdì scorso durante il convegno sulla x-fragile, che si è tenuto a Sesto Fiorentino.
Ho saputo dal collega di sostegno che nel pomeriggio ha voluto "puntualizzare" con lui e con i genitori di Fabio alcuni aspetti che non le erano piaciutidel mio intervento della mattina.
Intanto ci tengo a precisare che nessuno finora mi aveva accusato di nascondere dietro ad un'apparenza da agnello una ferocia da lupo, una sorta di Dottor Jackyl e Mister Hyde, una personalità che nessuno fra le persone che mi conoscono MEGLIO DI LEI mi ha mai attribuito. Ma onestamente delle sue accuse me ne strafrego.
Comunque l'intento della mail non è certo quello di continuare con sterili polemiche che soprattutto andrebbero a svantaggio di Fabio e della sua famiglia.
Volevo solo chiarirle alcuni punti sulla classe in cui è inserito Fabio e sulla situazione in cui lavoriamo quotidianamente senza tuttavia volermi piangere addosso perchè la sottoscritta è felicissima di fare il proprio lavoro.
In classe con Fabio ci sono 19 alunni, di cui un bambino adottato con ritardi nell'apprendimento, un alunno straniero da alfabetizzare in parte e tre alunni che hanno evidenziato disturbi negli apprendimenti per i quali stiamo facendo degli accertamenti con i genitori che, come potrà immaginare, non accettano facilmente la situazione. Senza considerare poi gli alunni che vivono in situazioni familiari difficili o quelli deprivati culturalmente.
Malgrado ciò fin da quando mi fu detto che Fabio sarebbe stato inserito nella mia classe ho cominciato a cercare notizie, strumenti, supporti affinchè questo bambino potesse affrontare con serenità e concludere con successo il suo percorso nella scuola primaria.
Nel frattempo si sono succeduti tre insegnanti di sostegno, vari educatori e anche la collega di italiano è stata assente per un anno per maternità.
Quest'estate ho acquistato a mie spese tutto il materiale che l'associazione ha potuto mandarmi e proprio in questi giorni ho cominciato il percorso sull'euro con tutta la classe, ispirandomi al cd dell'associazione.
Come vede non siamo così imbecilli nella scuola ma ci rimbocchiamo la maniche e cerchiamo di fare del nostro meglio. Onestamente se al Convegno le ho chiesto di darmi degli strumenti in più, lei non doveva limitarsi a citarmi la sua relazione di una pagina e mezzo o il sito della rivista perchè questi mi servono appena per iniziare ma non certo per portare a compimento con successo il percorso del bambino.
Lo stesso venerdì pomeriggio comunque ho letto la rivista su internet e ovviamente sono stata contenta di trovare lì quello che avevo sperato di sentirmi dire la mattina ( al posto di offese gratuite da parte sua e della dottoressa Imola). Ho letto con piacere tutto l'impianto metodologico che sta alla base della sua ricerca e vi ho trovato riscontri con il lavoro che stiamo facendo, anche in collegamento con l'educatrice Silvia che segue Fabio a casa e con la quale abbiamo fissato un appuntamento proprio per lunedì prossimo per fare il punto sulla situazione.
Pertanto comunque la ringrazio, si ricordi però che è molto facile sparare dalla stanza dei bottoni ma è molto più difficile combattere in trincea ogni giorno, nelle nostre scuole, per garantire a TUTTI GLI ALUNNI il successo formativo.
Quando mi sono laureata, diversi anni fa, ho capito subito che la teoria che avevo appreso sui testi universitari mi sarebbe stata utile ma che sarebbe stata solo una piccolissima percentuale rispetto a quella che era la necessità di farmi esperienza diretta sul campo.
Malgrado insegni ormai da vent'anni credo ancora di avere tanto da imparare anche a livello teorico e sono molto contenta quando mi vengono offerte occasioni di aggiornamento da chi fa continua ricerca.
Nella speranza che questa mail possa chiarire la natura dei miei interventi al convegno la saluto con l'auspicio di iniziare un rapporto di RISPETTO RECIPROCO.
Mi permetto solo di darle un piccolo consiglio: mandi la dottoressa Imola o altri suoi collaboratori a fare qualche supplenza nelle scuole primarie, sarebbe utilissimo per la vostra ricerca.
Distinti saluti
P.S. Sia a me che al collega servono gli attestati di
frequenza per la mattina.

Il 2 marzo il professore Cuomo risponde all’insegnante di Fabio:

Gentilissima insegnante,

l'avere pregiudizi sulla ricerca ed i risultati di questa per innovare i modi della didattica certamente propone delle confusioni nella comunicazione.

Il fatto che lei dichiari:

1. "si ricordi però che è molto facile sparare dalla stanza dei bottoni ma è molto più difficile combattere in trincea ogni giorno, nelle nostre scuole, per garantire a TUTTI GLI ALUNNI il successo formativo."

Questa frase mi rivela che lei pensa al lavoro di ricerca come percorsi di chi è in una fatidica, iperuranica, "nella stanza dei bottoni" e che non conosce le reali problematiche nella quotidianeità della vita scolastica. Questo propone che solo lei ha in mano i saperi e le conoscenze della didattica e che non esistano altri in grado di produrre saperi e conoscenze per innovare l'attuale ormai vecchia didattica che per definizione necessiterebbe di un permanente cambiamento, ma che noi ritroviamo in alta percentuale nella scuola italiana "stravecchia".

Naturalmente non tutti gli insegnanti hanno congelato le loro didattiche,ci sono insegnanti che nella normale scuola pubblica producono innovazioni di alto livello.
Per quanto riguarda la "stanza dei bottoni" mi sembra un'interpretazione sindacalistico-politichese sia della ricerca che della figura del ricercatore: non vi sono stanze dei bottoni, la didattica e l'insegnamento sono liberi, ciascun insegnante fa quanto crede meglio e cosa gli pare, personalmente posso dare solo risultati della ricerca ed assolutamente in nessun modo né io (che non sono nella stanza dei bottoni) né chi è nella stanza dei bottoni può mutare.

2. "Quando mi sono laureata, diversi anni fa, ho capito subito che la teoria che avevo appreso sui testi universitari mi sarebbe stata utile ma che sarebbe stata solo una piccolissima percentuale rispetto a quella che era la necessità di farmi esperienza diretta sul campo."

Dipende questo dai testi che ha letto e con chi si è laureata. Per quanto mi riguarda in tutto il mondo siamo chiamati per produrre cambiamenti e innovazioni della didattica, modalità e strategie per il superamento degli handicap che i deficit propongono. Il partire da un'esperienza personale, da convinzioni personali è pregiudiziale, conferma il fatto che solo lei ha in mano le competenze per produrre cambiamento ed innovazione.

3. "Mi permetto solo di darle un piccolo consiglio: mandi la dottoressa Imola o altri suoi collaboratori a fare qualche supplenza nelle scuole primarie, sarebbe utilissimo per la vostra ricerca."

Continua il suo pregiudiziale immaginario pensando che noi, io e i miei collaboratori, non lavoriamo nei contesti scolastici. Questo rientra nel suo immaginario fortificato dai punti 1. e 2. sopra da me riportati: tutti miei collaboratori o hanno lavorato o lavorano nella scuola e parallelamente ed in contemporanea si fa ricerca nel percorso scolastico e nei contesti e nelle situazioni quotidiane. Le consiglio di rinnovare le sue letture antiche leggendo i testi che io ho portato a Sesto Fiorentino, i quali riportano chiaramente ed esplicitamente il lavoro in classe, le condivisioni con gli insegnanti delle responsabilità e dell'innovazione e le buone pratiche scaturite.

Penso che rinnovare le letture ed immettersi in un sistema di ricerca (collegandosi con gli Istituti di Ricerca come previsto dalla L.104/92) sia un obbligo professionale ed etico degli insegnanti.
Noi al contrario delle sue pregiudiziali e diffamanti dichiarazioni lavoriamo con gli insegnanti!!!
Il nostro lavoro sia teoriche che nella quotidianeità della scuola lo divulghiamo; lei è assolutamente libera di studiarselo e porlo in pratica.
Certamente in 3 ore, questo è stato il tempo di Sesto Fiorentino, è difficile per un'intelligenza normale comprendere l'entità e la profondità dell'innovazione. Così come noi che abbiamo la pazienza di lavorare in classe con gli insegnanti, gli insegnanti dovrebbero avere la pazienza di ascoltare e di studiare (noi lavoriamo solo e soltanto con gli insegnanti che si propongono con l'affabilità, la modestia, di chi vuol collaborare alla ricerca scientifica, alla ricerca di buone pratiche per elevare la qualità della scuola).

Pertanto io non devo dire ai miei collaboratori di andare a far supplenze o di lavorare nelle scuole perchè loro già lo fanno per sistema e per rigore, ma mi permetto di sollecitare quegli insegnanti che non lo fanno a confrontarsi, a conoscere, a studiare... le alternative ed i nuovi potenziali per l'innovazione della didattica che i recenti saperi e conoscenze multi ed interdisciplinari propongono (le giornate a sesto Fiorentino hanno presentato lavori, studi e buona pratiche, in compresenza diNeuroscienziati e Psicologi Clinici che collaborano attivamente ed operativamente per il superamento delle difficoltà di apprendimento e di insegnamento - bisogna avere la pazienza di essere presenti ed ascoltare).
Come vede da parte nostra c'è il lavorare nei contesti e con gli insegnanti e come noi facciamo il nostro dovere, così pensiamo che molti insegnanti che tengono a cuore la qualità della didattica lo fanno.
Noi non possiamo costringere nessuno. Pertanto ciascuno con coscienza e autonomamente si collochi nella casa di Dottor Jackyl o in quella di Mister Hyde.

Passando ora a delle descrizioni che lei mi riporta: "19 alunni, di cui un bambino adottato con ritardi nell'apprendimento, un alunno straniero da alfabetizzare in parte e tre alunni che hanno evidenziato disturbi negli apprendimenti per i quali stiamo facendo degli accertamenti con i genitori che, come potrà immaginare, non accettano facilmente la situazione. Senza considerare poi gli alunni che vivono in situazioni familiari difficili o quelli deprivati culturalmente."
A questa situazione che lei mi descrive aggiungo Fabio. Tale contesto mi porta a chiedermi: chi ha formato questa classe? Con quale criterio? A quale scopo? E cerco di darmi delle risposte. O il contesto sociale, economico e di qualità della salute di Sesto Fiorentino propone un concentrato delle problematiche e questo francamente non mi sembra, non siamo in una zona sottosviluppata né con allarmi sanitari, né tantomeno ultrapovera, con alta presenza di svantaggi culturali,... o qualcuno,con "bizzarria", ha concentrato nella classe le problematiche della scuola.
IN TUTTI I MODI LA CLASSE CON TUTTE QUELLE PROBLEMATICHE ASSOLUTAMENTE NON E' ADATTA AD UN BAMBINO CON X RAGILE IL QUALE SOLO DAL CONTESTO, AL DI LA' DI QUALUNQUE QUALITA' DELLA DIDATTICA, AVREBBE IL RISCHIO DI DANNEGGIAMENTO. DI QUESTA CONDIZIONE CONTESTUALE AVVERSA AD UN BAMBINO AFFETTO DAX FRAGILE IN PARTICOLARE E QUINDI A FABIO, LA FAMIGLIA HA DIRITTO DI ESSERE A CONOSCENZA PER ESERCITARE LA SUA LIBERTA' DI ISCRIZIONE DEL FIGLIO IN UN CONTESTO CON MENO CONCENTRAZIONE DI PROBLEMATICHE.
IL PAPA' E LA MAMMA DI FABIO HANNO DIRITTO DI SAPERE CHE QUELLA CLASSE, RIPETO AL DI LA' DI QUALUNQUE MODO DELLA DIDATTICA, E' UNA CLASSE CHE PRODUCE ALTISSIMI RISCHI PER IL LORO FIGLIO.
PER TALE MOTIVO GIRERO' QUESTA E-MAIL AI GENITORI AFFINCHE' SAPPIANO LE CONNOTAZIONI DEL CONTESTO CLASSE E DECIDANO LIBERAMENTE E CON CONSAPEVOLEZZA DEI DATI COSA FARE.

Per quanto riguarda l'attestato delle 3 ore di presenza si rivolga all'organizzazione dell'evento.

Augurandole buon proseguo del suo lavoro le invio i miei saluti

Nicola Cuomo

p.s. il suo collega insegnante di sostegno le ha riportato una sua personale ed arbitraria interpretazione di quanto io ho detto che non era diretto ad una persona, prendeva spunto dalle argomentazioni del mattino. La riflessione era diretta per lo più all'esigenza di alta professionalità degli insegnanti di sostegno in quanto questi devono garantire alle famiglie interventi adeguati. Il fatto che io mi sia fermato sulla parola "strumenti" è perchè io ritengo che gli strumenti per elevare la qualità della propria professione siano oggi facilmente raggiungibili, usufruibili ed a bassissimi costi. Inoltre proprio nella professione insegnante specializzato di sostegno, sottolineavo che non bisogna attendere che qualcuno porti gli strumenti, ma bisogna cercarseli e l'Università è uno tra i luoghi dove, facendo ricerca, si approntano gli strumenti per il superamento delle difficoltà di apprendimento e di insegnamento. Per far ciò bisogna prendere contatti, leggere, studiare, informarsi, aggiornarsi,... come oggi pretendono tutte le professioni.
Per farlo però bisogna credere nella ricerca, nella sperimentazione,nell'innovazione: se si hanno pregiudizi e si pensa che la ricerca è nella "stanza dei bottoni" si fa sempre la faccina perplessa e dubitabonda.

Prof.Nicola Cuomo

Il primo aprile Silvia invia alla dott.ssa Imola gli argomenti da affrontare su skype:

Ciao Alice ,
ti anticipo gli argomenti che vorrei parlare domani su skipe:
1) Ieri ho ricevuto dai genitori di Fabio la relazione del Prof. Alberini di Fabio Tabagi ( ho la sintesi dell’incontro vi allego la copia), la quale dice:”Di avviare un percorso logopedico per stimolare il linguaggio in tutte le sue componenti , da quella fonologica a quella lessicale per stimolare un linguaggio descrittivo ed arrivare piano piano ad un linguaggio narrativo”.
Leggendo questa sintesi insieme ai genitori di Fabio abbiamo pensato che il percorso educativo in cui è inserito Fabio propone quello che descrive il Prof. Alberini nella sintesi, per esempio : il progetto album dove l’organizzare dell’album propone un parlare di eventi vissuti , una narrazione e un itinerario che ha un inizio , un intermezzo e una fine .
Non so quanto può essere positivo aggiungere un ‘altra figura per Fabio in quanto si dovrà trovare una persona capace di” ascoltare” , studiare , mettere in pratica il percorso che sta facendo Fabio ,dato che si stanno ottenendo dei risultati ; poi durante la settimana Fabio ha tanti impegni: il lunedì e il venerdì va a judo , il mercoledì svolge psicomotricità , il giovedì e il sabato ci sono io e il sabato pomeriggio va all’oratorio.


]La dott.ssa Imola risponde
:

Carissima Silvia,
quando si parla di logopedista si parla di un professionista che ha un'attenzione terapeutica circa le problematiche del linguaggio. Tale attenzione deve essere in coerenza con l'intervento in pedagogia speciale che non è terapeutico. Per quanto riguarda le attività di Fabio a noi sembra un intreccio molto faticoso che potrebbe impedire a Fabio di fermarsi e riflettere sugli eventi. Pertanto bisognerebbe accorpare quelle attività che il bambino frequenta più volentieri e che sono in un certo modo equivalenti per esempio la famiglia dovrebbe scegliere tra judo e psicomotricità. Riempire il tempo di attività non è assolutamente un creare le condizioni migliori, ma come ho sottolineato possono essere un'occasione per riflettere, progettare ecc...
Ad ogni ne parliamo domani


Il 22 aprile, dopo la supervisione in skype, Silvia scrive alla dott.ssa Imola:


Sabato 16 aprile in supervisione abbiamo lavorato sulla pianificazione:
Per Fabio ho pensato al progetto orologio :
Sinceramente , è dal mese di febbraio che volevo realizzare il progetto orologio ma non c’era nessun interesse da parte di Fabio di conoscerlo.
Ma da quando il sabato mattina sistemiamo i suoi impegni della settimana nel suo calendario ( con orologio foto e didascalia ) , quando finiamo di lavorare insieme dico ;” Abbiamo finito sono le 7:00 vado a casa “ e quando ci salutiamo dico :” Ci vediamo sabato mattina alle 9:00 , oppure ci vediamo giovedì pomeriggio alle 5:00 “ , Fabio mostra interesse agli orari dei suoi impegni specialmente quando deve andare a judo.
Ultimamente quando dico :” E’ l’ora di andare a casa “ mentre guardo l’orologio appeso al muro di casa sua , Fabio mi guarda e dice :” Sono le 7:00 Silvia vai via ?” .
Inizio a pianificare il progetto orologio : Sulla mensola dell’ingresso prendiamo l’orologio , acquistato precedentemente da voi , Fabio vedrà che non funziona ,girerà l’orologio vedrà il disegno della batteria , quindi andrà a cercare le batterie in casa , se non ci sono si dovrà comprarle. Metteremo l’ora esatta ,vedremo a che ora vado via per indurlo ad avvicinarsi al calendario per prendere le foto e i suoi orari della sua giornata. Se non succederà ,mentre vediamo l’ora in cui vado via posso aggiungere:” Vado a casa a preparare la cena tu a che ora mangi ? andiamo a vedere nel tuo calendario” mentre ci avviciniamo. Prendiamo le foto le andiamo a stampare e applicarle con il velcro sull’orologio , ma non ci stanno , cadano dall’orologio , attendo da Fabio una soluzione , se non c’è suggerisco di prendere una scatola di cartone così che possiamo applicare sopra le foto.
In questa pianificazione l’attenzione è quando Fabio vede che l’orologio non funziona , lo gira vede il disegno della batteria e cerca le batterie. La simultaneità è quando con Fabio mettiamo l’ora esatta , vediamo a che ora vado via e gli orari della sua giornata . La successione fare la lista degli oggetti che mancano , stampare le foto e applicarle sull’orologio .


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