X Fragile - Il Filo di Arianna
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Messaggio  Admin Ven Apr 09, 2010 4:34 pm

Mauro è un ragazzo di 23 anni. Il suo operatore-amico è Laura.

Il 12 ottobre 2009 Laura, operatrice-amica di Mauro, scrive:


Gentilissimi dott. Cuomo, dott.ssa Imola e dott. Davolio,
desidero scusarmi per non avervi spedito di volta in volta il "diario-relazione", poichè alla supervisione di Rimini avevo inteso di doverlo inviare solo dopo una vostra richiesta via mail. Da adesso in poi vi consegnerò il materiale giorno per giorno. A ogni modo, la relazione di queste due prime settimane trascorse assieme a Mauro è stata scrupolosamente redatta e riguarda sette incontri: quattro curriculari (come da progetto) e tre extra dovuti all'organizzazione dei nostri due compleanni (troverete i dettagli nel file allegato).
Preciso che nel mio resoconto non sono presenti le dritte ricevute durante l'ultima supervisione, proprio perchè
scritto anticipatamente.

Oltre all'invio del mio scritto, approfitto di questa mail per richiedere aiuto su due particolari questioni.
La prima: sono al corrente dei vostri incontri tenuti in precedenza con i genitori di Mauro e di come vi ha riferito egregiamente la signora Sartori sul mio rapporto di Amicizia che ci lega, un rapporto di empatia e di condivisione instauratosi da ormai cinque anni. Per questa ragione sono cosciente che per riscontrare una buon esito di tutto il progetto sarà necessario effettuare da parte mia un passo indietro all'interno dei nostri legami.
Da qui desiderei partire per spiegarvi in maniera più dettagliata la mia situazione.

La seconda: per quanto riguarda il progetto raccoglitori, utilissimo per il periodo scolastico, non riesco a delinearlo con precisione in un ambito prettamente lavorativo, come nel caso di Mauro.

Da qui i motivi per cui desidererei incontrare privatamente Lei, professor Cuomo, e voi Supervisori per poter dedicarmi al meglio al progetto e al lavoro per la redazione di una mia futura tesi. Avremo anche modo, così, di discutere i video consegnati alla supervisione di sabato scorso 10 ottobre.

Nell'attesa di un vostro riscontro, vi saluto.

Grazie per l'attenzione.

Il 14 ottobre 2009 il professor Cuomo, dopo aver letto il diario inviatogli da Laura lo pubblica aggiungendo alcune riflessioni (la parte in rosso):

DIARIO DI MAURO


Più approfondita analisi

Le riflessioni e gli approfondimenti del diario di Mauro hanno lo scopo di essere una occasione formativa per tutti i genitori e gli operatori e si basano esclusivamente su quanto scritto e da noi letto.
Anche se vi possono essere delle non coincidenze tra quanto scritto e da noi dedotto indubbiamente le riflessioni, secondo le regole della ricerca-formazione-azione, risultano di estrema utilità.
L’obiettivo non è quello di fare un processo, ma quello di prendere spunti da una relazione meticolosa come quella fatta da Laura per poter prendere in considerazione o errori fatti o possibili errori e fraintendimenti.
Pertanto Laura stessa non deve badare alla coincidenza veritiera dei fatti, ma alle provocate supposizioni che la lettura propone a noi per la realizzazione dell’analisi.


15 Settembre 2009 - “I NOSTRI COMPLEANNI: la preparazione del compleanno di Laura”

Obiettivo: l’aiuto reciproco

Oggi è stata una giornata ricca di avvenimenti. Entrata in casa non trovavo nessuno e la porta era spalancata. Mauro mi aspettava nella sua stanza computer con aria molto dirompente. ERA AGITATO E PARLAVA TRA sé E sé, prendendosela con lo schermo del pc, così gli chiesi il perché della sua agitazione, ma continuava imperterrito. Capii che dovevo rompere il suo schema; me la presi perché non mi considerava (erano ormai passati 5 minuti dal mio ingresso) allora me ne sono andata in salotto indifferente del suo stato d’animo e dopo qualche minuto MI HA SEGUITA rimanendo in piedi, mentre io mi sedetti sul divano.
Passati alcuni secondi mi diede una lettera (scritta da lui in precedenza) dicendomi che il suo compleanno non voleva più farlo perché nel giorno prestabilito vi era già un impegno scout. QUESTO ERA IL MOTIVO DELLA SUA ARRABBIATURA! Per calmare gli animi abbiamo cercato di stare sull’argomento compleanno chiamando le persone incaricate a prenotare il luogo per poi mandare una mail agli invitati. Prima di chiamarle però l’attenzione si è spostata sulla preparazione del mio compleanno (dato che Mauro è tra gli invitati gli ho chiesto di darmi una mano nella preparazione).

Per quanto riguarda l'episodio compleanno, ponendolo in relazione agli obiettivi della ricerca e alle ipotesi di questa che prevedono il mantenere un filo del discorso, da quanto si legge viene fuori che:
1. Mauro ti porta una lettera (e noi non sappiamo cosa contiene questa lettera)
2. Mauro è congruente ad una sua arrabbiatura perchè ha visto che ci sono due impegni in collisione tra di loro
3. tu fai finta di niente, di tutta questa congruenza di Mauro, fai un salto, ignori la giusta "arrabbiatura"-disorientamento e come se niente fosse, in modo imperterrito vai verso l'organizzazione della festa.
Questa procedura somiglia molto all'effetto "bertoldino" che io sottolineo in un mio testo (N. Cuomo. Verso una scuola dell'emozione di conoscere, il futuro insegnante, insegnante del futuro).
Rivela un tuo attenerti ad un tuo progetto che è coerente alla ricerca ma inopportuno in questo frangente. Mauro era giustamente preoccupato della collisione dei due eventi però, autonomamente ed indipendentemente da altri, non ne sapeva uscire, un pò come il paradosso di Buridano ( famoso paradosso dell'asino che posto tra due cumuli di fieno perfettamente uguali e alla stessa distanza non sa scegliere quale iniziare a mangiare morendo di fame nell'incertezza.).
Saresti dovuta essere tu a scioglierlo dal paradossale dilemma e ad insegnargli a trovare delle risoluzioni tipo "possiamo invitare anche gli scout alla festa", "possiamo trasferire la festa nel luogo degli scout" oppure "sapendo che è la festa del tuo compleanno possiamo passarli a salutare ed avere il tempo per la festa, gli scout capiranno....". Avendo tu saltato il problema, non hai prodotto una risoluzione, ma hai lasciato Mauro in una situazione in cui di fronte ad una probabile coincidenza di eventi, non se ne sa uscire. Pertanto si è persa un'occasione per far scoprire a Mauro la facoltà di uscire da una trappola.
A te è sembrato fare un intervento adeguato in quanto hai "riportato Mauro sulla retta via", su un percorso coerente. Il percorso l'ha riportato in coerenza ma in maniera profondamente inopportuna.
Non è molto chiaro se si parla del tuo compleanno o quello di Mauro, ma in entrambi i casi la riflessione precedente è da tener presente.

Ha steso una lista del materiale da prendere, sotto mia richiesta: ” Mi potresti aiutare nella lista del materiale? perchè così detto a voce me lo dimentico”. Detto questo, ha scritto su un foglio tutto quello che occorreva per la preparazione della mia festa. Una volta scritto l’occorrente si è passato all’elenco per il mangiare …senza una mia sollecitazione!
Poi io continuai: “ …cosa dici se mettiamo qualcosa per allestire?” e Mauro: ”vuoi che ti faccia un manifesto?”.
Ha espresso il desiderio di rendersi partecipe anche della parte grafica, a sua scelta.

Successivamente il tuo comportamento in relazione alla preparazione delle liste scritte risulta adeguato.
La coerenza di Mauro lo porta anche a partecipare nell'aiutarti per la festa con una delle sue competenze, quella di fare il manifesto (lui organizza le locandine per gli spettacoli).


Il mio intento inizialmente era quello di prendere l’autobus in città per arrivare a casa mia per fargli vedere il tragitto (5 km in autobus, 15 minuti) ma ho intravisto molta tensione nel suo sguardo: ”Mauro ti va se andiamo a prendere un gelato vicino a casa mia?” la sua reazione è stata: “fin là????no è lontano e ho paura, magari la prossima volta”.

Bisogna stare attenti in persone come Mauro nel produrre le richieste "vuoi, ti andrebbe, vorresti...." in quanto questo chiedere è facile che proponga tensione, ansia,..... rifiuto. E' importante una strategia coinvolgente senza molti fronzoli democraticistico-pebliscitari che ogni volta propongono accordi e consensi con votazione ad alzata di mano

(cfr. https://www.youtube.com/watch?v=eqt5B1yDjOU).

Questo spirito democraticistico si rifà ad un senso intimo di libertà che volta per volta emerge, anche questo in maniera inopportuna. In persone come Mauro è indispensabile produrre un coinvolgimento che vada a saltare la dimensione di incertezza e di ansia che ripropone la stessa condizione di Buridano sopra già sottolineata: "andiamo a piedi o in autobus?, Andiamo oggi o domani? Facciamo questo o quello? Ti piace più questo o quello?.....". Queste condizioni dilemmatiche propongono il rischio di paralisi da parte di persone con bisogni speciali come Mauro che rischiano di generare ansia e per superare questa, un sicuro rifiuto.
Altra modalità di richiesta che può creare dei disorientamenti sta nel chiedere perché: "perchè butti a terra gli oggetti? Ti ho detto che non lo devi fare! Dimmi perchè lo fai?"... Il chiedere spiegazione del perchè di un atto non adeguato propone un discutere con strumenti cognitivi e di linguaggio molto raffinati che di frequente i bambini e le persone con bisogni speciali non posseggono, pertanto più che chiedere il perchè che non ha risposte in quanto possono essere atti inconsapevoli e/o parassitari (si risponde buttando per terra per motivi acquisiti per imitazione, non si sa da chi e quando) è meglio passare subito al proporre la condizione che si vuole insegnare quale adeguata.


Cambio di direzione. La nostra giornata allora si è trasformata in una bella passeggiata per le vie del centro con un gelato, nonostante la pioggia. La reazione a questa iniziativa è stata positiva anche perché l’ha proposta lui e la gelateria della città era vicina. Ho finto di non conoscere le strade della città che portavano alla gelateria e lui mi ha condotta autonomamente a destinazione.

Anche la scelta del gelato (come quella della pizzeria) è una scelta che non è coerente al far comprendere un progetto. Il gelato o il caffè o la coca cola rischiano di diventare un obiettivo assoluto e principale che cancella totalmente gli scopi della passeggiata, dell'andare a, del fare.... Cancella le motivazioni relative al progetto educativo. Il dire di sì al gelato può sembrare una scelta ma in realtà anche questa diviene nel tempo una risposta quasi riflessiologica, in tutti i modi diventa centrale una motivazione secondaria.
Il saltare da un argomento all'altro di Mauro, è somigliante al saltare dal dilemma degli scout alla tua festa, dall'andare vicino a casa tua per insegnargli il tragitto al fargli prendere il gelato. Di fatti il filo del discorso si sarebbe tenuto se si fosse detto: "oggi andiamo a casa mia così ti faccio vedere il tragitto con l'autobus e/o a piedi così tu potrai venire autonomamente da me. E' un tragitto che imparerai con il mio aiuto e siamo fortunati perchè sulla strada incontreremo una gelateria e ci compriamo un bel gelato". In questo modo Mauro veniva informato di tutto l'itinerario, tu potevi ricordargli lo scopo finale, che era quello di imparare la strada per andare a casa tua, la gelateria avrebbe assunto sia il senso di segnale forte per ricordare sia il senso piacevole del gustare un gelato. Il percorso e le strategie per insegnare a Mauro la strada o in autobus o a piedi, devono essere esplicitate a Mauro, altrimenti rischiano di essere solo nella tua testa quale progetto. Se non sono esplicitate a Mauro gli rimane soltanto l'andare a prendere il gelato.


Abbiamo parlato tanto e ogni persona che passava era un personaggio televisivo ed esclamava: “Oh
guarda Pippo Baudo, guarda Mike, guarda Silvio…” e così via.

Nei suoi discorsi è presente tanta televisione, film e spettacoli e tante gag…i discorsi sono dei più svariati ma non hanno linearità.
Per esempio: “ Sai Laura che Neri Parenti è il regista dei film di Boldi…eh santo Silvio”. All’interno di questa frase ci sono già due temi diversi film e politica. In un'altra occasione nel mezzo di una sua discussione sono intervenuta con una frase del tipo “Mauro stavi parlando di….” e lui ritorna sul filo del discorso anche se per pochi secondi.

Bisognerà anche organizzarsi per dire a Mauro che passa da un discorso all'altro in quanto se questo suo modo di fare, che indubbiamente risulta simpatico, fa scaturire un ridere, rischiamo di rinforzarglielo. Molti comici organizzano la loro comicità in scena con il non senso linguistico

(cfr. Bergonzoni https://www.youtube.com/watch?v=BuVa7TbKQbc),

ma questo non senso è il risultato progettuale che dimostra una grande padronanza di pensiero e di linguaggio. Per Mauro è la condizione mentale che noi dobbiamo far superare in quanto è l'handicap che il suo deficit determina.
Una delle strategie per far mantenere il filo del discorso è quella di avere degli appunti: una sorta di scaletta argomentativa che insegna a "stare in argomento". Per questo il fornire Mauro di una bella, prestigiosa e grande agenda significa il potergli ricordare come tu ha già fatto: "non ricordo, vediamo sull'agenda cosa dobbiamo fare". La scaletta scritta è uno strumento di cui Mauro si può appropriare consultandola, mentre il tuo ricordare a voce rischia di rimanere un elemento esterno che non lo rende indipendente nel mantenere il filo del discorso: occorre sempre una persona vicino che funga da "scaletta" ricordando a Mauro. Di fatti le ricette, in quanto elementi concreti, hanno orientato Mauro.


Proseguendo nella nostra passeggiata abbiamo continuato a parlare degli invitati alla mia festa di compleanno e lui ha esclamato: ”eh se pure io avessi la morosa alla festa!....”
Gli ho risposto:” Mauro ma alla festa non sono tutti in coppia” e lui esclama: “ah ok!” e dopo ha divagato per altri discorsi.

Una volta arrivati nella gelateria del centro senza preoccupazioni si è mosso autonomamente e poi siamo tornati a casa e prima di scrivere le mail del suo compleanno di sua iniziativa ha deciso di farmi vedere le ricette per la festa del mio compleanno rendendosi conto del suo ruolo fondamentale, dato che ha avuto un trascorso come aiuto-cuoco alle superiori. Il plico delle ricette era molto spesso e ha selezionato le ricette che andavano bene (baci di dama) e che potevamo fare sabato e ha scartato subito quelle che non riusciva a fare, perché troppo lunghe (torta delle rose).
Tornammo sul computer e decise di scrivere le mail per l’invito del suo compleanno. Ma sia io che lui non avevamo le mail di tutti: “ Mauro io non ho le mail di tutti gli invitati devi sentirli!” dato questo input decise di chiamarli uno per uno.

Il fatto che ci siano due compleanni può essere che sia di disturbo in quanto sono due eventi analoghi e noi stessi, spesso, quando ci troviamo di fronte a due eventi analoghi e paralleli dobbiamo sforzarci per tenere a mente quali sono le scelte fatte per un evento e quali per l'altro. E' bene allo scopo di chiarire i percorsi mentali a Mauro lavorare su eventi singoli e chiaramente definiti.
Il sapersi districare nelle ambiguità è una competenza che per ora è un futuro obiettivo.


17 Settembre 2009 – “L’AUTOBUS PER ARRIVARE ALLA FESTA DI COMPLEANNO CHE SI TERRA’ SABATO 19 SETTEMBRE”

Oggi siamo riusciti a prendere l’autobus per raggiungere casa mia! L’agitazione era molta, sia perché Mauro non era mai uscito dalla città con la corriera, sia perché il dottore gli aveva ordinato di indossare per 24 ore un particolare macchinino che gli avrebbe registrato la pressione lungo tutto l’arco della giornata. Tale apparecchio, ad ogni registrazione, vibrava, e ad ogni vibrazione Mauro si agitava. Ad ogni modo, siamo andati avanti nel nostro percorso: mentre aspettavamo la corriera abbiamo preso un gelato e i biglietti per il bus.

Per quanto riguarda il prendere l’autobus il 19 settembre effettivamente anche qui emerge una dissonanza, quindi una inopportunità tra il tuo progetto, che globalmente poteva essere adeguato, e la circostanza. L’avere in mente e davanti agli occhi solo e soltanto l’obiettivo “festa di compleanno” per realizzare i percorsi di autonomia propone ansia in Mauro e rivela ansia in te. Anche con uno strumento di rilevazione medico ti ostini a mantenere quanto avevi in mente (difatti tu stessi sottolinei che il “macchinino” lo mette in agitazione e l’agitazione per una persona con X Fragile non è cosa da poco). Questa Dunker e Wertheimer la chiama fissità funzionale ( la poca flessibilità mentale causata da itinerari formativi rigidi, ripetitivi e organizzati in compartimenti stagni, tende a determinare ostinazioni che potrebbero risultare un vero e proprio ostacolo insormontabile alle potenzialità della nostra mente: "...spesso colui che pensa, nel tentativo di risolvere un problema assegnato, si ferma, rendendosi conto che la situazione richiede cose del tutto diverse, richiede che venga mutata la meta stessa. Il restare attaccati a mete stabilite, il volere insistere per raggiungerle e' spesso pura e semplice mancanza di pensiero." (cfr. Max Wertheimer, Il pensiero produttivo, Giunti Barbera, 1965, FI).
Il: “ad ogni modo siamo andati avanti nel nostro percorso” insieme al gelato sono elementi ricorrenti che devono produrre in te una riflessione molto profonda circa la flessibilità dei progetti. Tale riflessione hai avuto modo di averla/iniziarla nell’incontro di sabato 10 ottobre con la dott.ssa Alice Imola e il dott. Andrea Diavolio.
L’itinerario quindi fa emergere questo tuo difetto di non mettere in relazione il progetto con il contesto-situazione e le circostanze occasionali.


Prima di entrare in edicola gli ho fatto vedere il tipo di biglietti che doveva prendere. Una volta entrati compro un singolo biglietto, come se fossi stata sola: “UN BIGLIETTO DELLA LINEA A1 PER FAVORE”(1 euro e 05cent). Li prendo e pago (facendo sempre in modo che lui veda e senta). E’ il turno di Mauro e dice: “ A1”. L’edicolante glielo consegna e lui dà una moneta da 2 euro e un'altra da un euro; a quel punto lo indirizzo sulla moneta da 2 euro puntando il dito contro la stessa. Lui sta per uscire quando gli faccio notare che doveva prendere il resto, allora gli dico: ”Mauro ti manca qualcosa!” e lui: ”Ah è vero il resto!”.
Il viaggio in autobus procede tranquillamente. Nel frattempo gli faccio vedere quante fermate ci sono prima di arrivare a destinazione e i punti di riferimento, tipo bar, cartelli o parco giochi, per abituarlo all’orientamento.
Arrivati a destinazione iniziamo un breve tratto a piedi prima di arrivare al negozio vicino a casa mia, dove compreremo il materiale per la mia festa di compleanno. A questo punto gli pongo una domanda: ”Mauro visto che per andare al negozio passiamo prima davanti a casa mia, facciamo prima un salto da me? così vedi la mia via, o andiamo diretti a fare la spesa?” lui mi risponde: ”Ma no andiamo diretti al supermercato”.
Per questa ragione gli indico solamente uno scorcio della mia via. Nel frattempo riaffiorano alla mente i ricordi della cena di classe fatta ormai 3 anni fa durante la quale Mauro era stato male. NONOSTANTE QUESTO EQUIVOCO LA RICORDA CON SIMPATIA.
In tale casa si terrà la mia festa di compleanno in cui lui è già coinvolto orgogliosamente nella PREPARAZIONE.

Arrivati all’entrata del negozio incontro gente a me familiare e la saluto un instante. In questi momenti lui inizia a camminare avanti e indietro come se sentisse che l’attenzione non è più rivolta su di lui, ma su una terza persona. Lo richiamo ma senza alcun risultato. Solo quando l’estraneo si allontana lui si riavvicina a me.

Noi abbiamo sempre sottolineato il pre: pre-sentare, pre-parlare, pre-organizzare, pre-vedere,….. Nei tuoi itinerari c’è solo il durante. Dovresti pre-parare Mauro anche con strumenti materiali (schemi, fogli, …). A tale proposito ti consiglio di leggere le azioni che la tua collega Licia ha messo in atto in preparazione del viaggio di Paolo con la nostra risposta, che ti possono essere di orientamento
Di seguito gli eventi nel negozio, con l’incontro di altra gente, non sottolineano tue attenzioni sia nel pre-parare che nel pre-vedere il fatto che Mauro si senta escluso.


Entriamo nel negozio a scegliere i prodotti che ci serviranno e nonostante lui non conosca nulla di quel negozio si orienta nella scelta dei prodotti. I PREZZI NON LI GUARDA, io devo chiedergli: ”MAURO QUANTO COSTA?” il suo sguardo va oltre e non fa attenzione all’oggetto che ha in mano. Così con il dito gli indico il prezzo.
Una volta alla cassa ci mettiamo in fila. Mauro sta per pagare tirando fuori il portafoglio. Mi chiede: ”Chi paga?”. Io gli rispondo: ”Pago io perché è la mia festa! Alla tua festa prepari tu quindi paghi tu”. Una volta intervenuta con la mia frase capisce che la festa è mia e non sua. E mette via il portafoglio.

Nel tornare si propone di portare la borsa della spesa. Entriamo in casa e gli mostro la disposizione dei tavoli chiedendogli cosa ne pensa e se ha qualche proposta: “Il tavolo lo metterei lì, il divano lì”. Dopo aver sistemato ci sediamo a bere qualcosa; ogni tanto percepisce la vibrazione del macchinino della pressione e questo lo mette in agitazione.
Dopo aver controllato i nostri acquisti, noto la mancanza dei tovaglioli. E lui si propone: ”Laura te li prendo io domani”; gli rispondo: ”Va bene Mauro, domani pomeriggio mi faresti questo favore?grazie mille”. Lui acconsente. Domani prima di trovarci per fare il dolce, alle 17, dovrà andare a prendere i tovaglioli da solo.
Nel tornare col bus verso la città ha un po’ di confusione in testa: ”Ma domani non posso prendere i tovaglioli ho la visita!” Gli rispondo: ”La visita ce l’hai domani mattina, domani pomeriggio puoi andare a prendere i tovaglioli prima di venire a fare i dolci da me”. Questo lo tranquillizza. E’ molto stanco, ormai è sera.

L’episodio del portafoglio e la scelta del dolce (tra gli altri) sottolineano la confusione prodotta da due eventi analoghi e paralleli (alla mia festa pago io, alla tua paghi tu, il dolce della mia festa, il dolce della tua).
La mancanza di uno strumento-agenda costringe Mauro a tenere a mente e la mente perde il “filo dei ricordi” mentre, come hai avrai letto nell’e-mail inviata a Lucia Ieva, uno strumento come una prestigiosa agenda aiuterebbe materialmente Mauro a orientarsi nel labirinto dei ricordi e degli impegni.


18 settembre 2009 “ LA PREPARAZIONE DEL DOLCE”

L’appuntamento di oggi è per le 16.30 in città.
Arrivo all’ora prefissata. Mauro vaga avanti e indietro per il marciapiede parlando tra sé e sé in modo animato cerco di avvicinarmi e di capire il suo stato d’animo standomene a guardare la vetrina per vedere che reazione avesse. Dopo circa tre minuti dalla mia presenza si avvicina e mi confessa che non vuole più fare la sua festa di compleanno, che si terrà la settimana prossima, perché due suoi compagni non gli hanno confermato la presenza. LE “NON-CONFERME” PROVOCANO UNO STATO DI AGITAZIONE NOTEVOLE CHE GLI CONDIZIANANO LA QUOTIDIANITA’.

Come avrai potuto notare la non-conferma di due amici di Mauro provoca una mortificazione in lui, proprio perché gli aspetti emozionali del ragazzo sono dominanti rispetto a quelli razionali. A tale proposito ti sottolineo che il pre-parare significa anche fare in modo che non vi siano queste “DELUSIONI”. In futuro dovremo anche preparare Mauro alle delusioni, ma in questo momento la delusione può essere vissuta drammaticamente, specialmente in un confronto tra la tua festa (dove magari viene molta gente) e la sua festa (dove magari vengono in pochi).


Dopo 5 minuti calmati gli animi, attraverso il dialogo, ci incamminiamo per andare a prendere i biglietti. Stavolta prende il resto senza un mio input.
Nel frattempo noto che il compito che gli avevo assegnato era stato svolto. I TOVAGLIOLI LI AVEVA ACQUISTATI AUTONOMAMENTE.
Saliamo sulla corriera e ripercorriamo per la seconda volta il tragitto verso casa mia.
Entriamo in casa. C’è la presenza di una figura a lui estranea: mia madre. Vaga per alcuni minuti per la casa senza una metà, la esplora. Io gli presento mia madre, Mauro fa come se non esistesse. La dimensione del saluto e della presentazione verso una persona estranea non è ancora chiara.
Fingendo di non sapere il dolce che dovevamo fare insieme gli chiedo: “Cosa dobbiamo preparare non mi ricordo cosa mi avevi detto l’altro giorno?” e Mauro: “Credo l’elvezia o il tiramisù…ah no quello è per il mio compleanno” e io replico: ”no avevamo detto un altro dolce che sapevi fare ….” E lui: “aaaah i baci di dama”.
Inizia la fase preparazione.

Lui mi ricorda gli ingredienti che servono e guardandomi cerca sempre più una approvazione: “amaretti, giusto????”.
Prendendo il mascarpone nel frigorifero gli chiedo: “Mauro prenderesti gli amaretti nello scaffale per favore?” e lui mi risponde: “si, non li ho presi subito perchè non sono a casa mia!”. (Il fatto di non essere a casa sua lo disturba, in parte. Lo si denota dal fatto che nei suoi discorsi, in qualsiasi momento della giornata, compare la frase: “oh a casa mia sto proprio bene, faccio le mie cose, doccia e poi letto”. Sarà perché questa settimana è stato troppo sottoposto alle mie pressioni? Sente il cambiamento di routine visto che sono un po’ di giorni che facciamo molte più cose insieme?)

Sicuramente il sentirsi a proprio agio a casa sua è un comportamento adeguato e non un disturbo. Se a casa tua non si sente a proprio agio vorrà dire che tu dovrai fare della azioni tali da metterlo a proprio agio. Sei tu che devi produrre le azioni adeguate e non solo rilevare le azioni inadeguate di Mauro che, nel caso dell’essere a casa tua, sono estremamente adeguate al rispetto del luogo altrui.
Anche quando tu farai sentire a proprio agio Mauro a casa tua dovrà rimanere in lui il rispetto che è in casa di altri. Pertanto se tu pensi che sentirsi a proprio agio significa rovistare nella casa degli altri tale tipo di principio deve rimanere tuo e non essere trasmesso a Mauro.


Ogni volta che intinge 4 amaretti del caffè, tende ad andare a lavarsi le mani, per riportarlo al suo ruolo gli dico:” Mauro io metto il mascarpone”, lui nel momento in cui sente questa frase, cosciente del suo ruolo, ritorna alla postazione di lavoro ed esclama: “ Io metto il caffè”. Per almeno 5 volte è comparsa questa situazione. In questo caso l’obiettivo è quello di fargli capire che le mani si lavano alla fine (oltre che all’inizio senza spezzare più volte il lavoro che si sta facendo).

Come potrai notare nel momento della preparazione se vi fossero state alcune foto chiave e/o una ricetta con un percorso sotto gli occhi di Mauro, Mauro sarebbe stato più autonomo e non avrebbe avuto bisogno della tua permanente voce per ricordare ciò che doveva fare.
Il progetto album e l’uso delle foto ti è stato da tempo inviato. Perché non lo utilizzi? (Molti non utilizzano le foto perché pensano che siano da bambini. Ti consigliamo di guardare qualunque libro di ricette e vedrai che è pieno di foto. Inoltre dovrai togliere dalla mente che le foto e le immagini servono per i bambini in quanto grandi artisti, giornalisti, ricercatori,… utilizzano foto. Né dovrai paradossalmente incastrarti nel dover per f orza sempr usare le foto.).


Finito il piatto presenta la sua soddisfazione: “Eh! l’ho fatto io!!!!!! Senti che profumo!”.
Il piatto è riuscito. I 60 baci di dama sono ben riusciti grazie alla ricetta che aveva nel ricettario, fondendo le sue capacità con le mie. Si è dimostrato molto abile nella preparazione dandomi ottimi suggerimenti: “Magari la prossima volta baci di dama con le mandorle!?!?!”.
Finito il dolce bisognava pulire la cucina. Il tavolo è sporco. Solo sotto le mie sollecitazioni lui si muove.
Sono rimasta ferma ad aspettare che prendesse la spugna che è nel lavandino. Nulla. Ero io che dovevo guidarlo: “mamma mia quanto abbiamo sporcato! Bisogna pulire, io prendo la spugna”. Aspettavo che lui prendesse lo straccio o che mi chiedesse la scopa o un altro panno per asciugare ma gliel’ho dovuto ribadire. Nelle sue pause divaga nel mondo dei film.
Ormai sono le 19.30 è ora di ritornare a casa.

19 settembre 2009 “IL RUOLO DI MAURO NELLA FESTA DI LAURA: è arrivato il giorno!”

È arrivato il giorno in cui si mettono in gioco tanti piccoli obiettivi che ci siamo prefissati all’inizio della settimana. È da pochi giorni che stiamo lavorando insieme ma qualcosa sta per avvenire.
L’attesa della festa è alta e i preparativi e l’organizzazione lasciano un po’ desiderare. Mauro sapeva benissimo che sarebbe dovuto venire in corriera a casa mia. Mi telefona la mattina stessa dicendomi che il pensiero di venire da solo in corriera gli desta molte preoccupazioni. Gli ho detto che lo avrei chiamato nel pomeriggio per sapere una sua conferma definitiva, gli ho detto di pensarci, nel caso lo sarei andato a prendere alle 18.
È stato uno dei pensieri fissi della settimana, lo metteva molto in agitazione.
Arrivano le 15:00. Lo chiamo. “Mauro ti aspetto allora?” con tono preoccupato mi risponde: “No Laura non me la sento e se poi mi rubano i soldi in corriera? No guarda non me la sento proprio!....”. Capita la sua ansia gli dico che lo sarei andato a prendere alle 18 per aiutarmi negli ultimissimi preparativi.
Tagliare il pane per 40 persone, disporre gli affettati, preparare le bruschette con pomodorini, rucola, formaggi, mettere i piatti in ordine sul tavolo, mettere le bibite, e fare gli onori di casa era il suo ruolo.

Penso che con quanto abbiamo sottolineato prima ed il confronto che hai avuto sabato in Università ti siano chiare le reazioni di tensione ed ansia di Mauro che sono state prodotte da un mancato approfondimento progettuale da parte tua.
L’ansia di Mauro può essere legata alla x fragile, e la tua?....
Quando una persona è a rischio di ansia quali sono i comportamenti da tenere nella relazione?
Basta leggere quanto tu hai scritto per produrre ansia nel lettore, chiunque esso sia.
Pensa se il lettore dovesse anche fare le azioni che tu descrivi di preparazione alla festa. Le feste sono diventate delle “azioni estreme”, condizioni a massimo rischio per Mauro.
Tutto l’itinerario dell’acquisto degli ingredienti per la festa di Mauro, non essendo pre-parato, prova a rileggertelo pensando a cosa può produrre in Mauro (non sarebbe stato meglio pre-parare mediante una simulazione-prova con piccole dosi?)


Sapeva che doveva salutare e presentarsi ai ragazzi nuovi che non conosceva. Di solito scappa quando vede persone nuove ( era già successo quando siamo andati a fare la spesa e quando gli ho presentato mia madre) dopo questi eventi qualcosa è scattato, ribadendogli che loro non potevano conoscerlo e quindi doveva presentarsi. Era un’occasione per fare nuove amicizie. Arrivate le 20.00 i primi invitati iniziavano ad arrivare.
Subito non prendeva l’iniziativa per andare incontro alle persone a lui sconosciute e io dovevo dire: ”Mauro ti presento Alice” e lui rispondeva: “Piacere Mauro, sono scout e sabato ho preso la partenza”. Man mano che le ore passavano Mauro sembrava sempre più disinvolto nell’approccio, solo le persone si avvicinavano a lui allora si presentava, ma questa volta senza il bisogno della mia presenza.
Questo contesto di festa e di allegria lo vedeva coinvolto tanto che è stato il protagonista di una performance teatrale molto gradita e divertente all’interno della festa. Improvvisando con imitazioni di personaggi del mondo politico, del cinema e della televisione: la sua disciplina preferita.
Arrivato il momento di presentare il dolce tanto atteso e fatto dalle sue mani stava per cominciare un momento particolare: Mauro iniziò a prendere le distanze dalla folla, andò nell’altra stanza con la volontà di vedere il dvd che aveva portato con sé. L’aveva portato sotto mia richiesta in quanto poteva essere occasione per guardarlo con un altro amico/a che aveva conosciuto alla festa. Infatti questa occasione si rivelò positiva. Due ragazzi, Luca e Davide, si sedettero vicino a lui. Mauro iniziò a spiegare, sotto richiesta dei due Amici, cosa succedeva nelle varie scene( o almeno quelle più importanti e famose).
Finito di guardare alcuni spezzoni di film ritornò sul dolce e sentendo l’approvazione degli invitati nell’assaggiare quei baci di dama si sentì: “eh li ho fatti io! Sono il cuoco!”. Da qui la nostra soddisfazione del suo “essere parte di un tutt’uno”.
La stanchezza stava arrivando. Mezzanotte e mezza. A casa.

22 settembre 2009 “ LA PREPARAZIONE DEL COMPLEANNO DI MAURO”

E’ cominciata una nuova settimana. Il compleanno si sta avvicinando e l’ansia è alle stelle.
Oggi si pianifica la festa: materiale, ingredienti per il dolce da portare in pizzeria, vedere se tutti i compagni sono stati chiamati grazie all’elenco fatto da lui giovedì scorso.
Leggendo i nomi e contandoli si accorge che manca una persona: questo lo agita.
“Chi manca Mauro?” gli chiedo, lui ci pensa per un po’ e l’argomento si sposta su De Sica e Boldi, cerco di farlo rimanere sull’argomento: “chi manca Mauro?” e lui risponde: “eh non lo so…ah si la prof. Mattioli, ma dobbiamo chiamarla allora”, io gli do il numero e la chiama.
Visto che la giornata è soleggiata usciamo ma solo dopo aver scritto gli ingredienti per il TIRAMISU’: mascarpone, savoiardi, uova, cacao, zucchero e caffè (serviranno per giovedì). Finito di scrivere ci dirigiamo verso la blockbuster per vedere se c’è il dvd che tanto aspetta (ovviamente introvabile), primo tentativo fallito. Entra nel negozio di dvd si guarda intorno per almeno 10 minuti a un certo punto gli dico: “Mauro qua non c’è il dvd, non c’è proprio”. (IL MIO INTENTO è QUELLO SPINGERLO A CHIEDERE SE ERA DISPONIBILE IL DVD CHE TANTO DESIDERAVA). Passata mezz’ora gli ribadisco: “eh no Mauro non c’è proprio…forse è meglio chiedere”. Lui titubante cerca il commesso e gli fa la domanda.
Solo dopo averlo incitato a chiedere del dvd è andato.
Stessa vicenda è successa in biblioteca (dove ci sono film un po’ meno recenti) e medesima tempistica. Vedendo che non c’era, nei posti dove siamo andati ha visto la difficoltà di reperibilità dei film che ogni anno ci chiede.
Quasi rassegnato (ma non del tutto!) usciamo e ci consoliamo con un bel mega gelato.

24 settembre 2009 “il tiramisù”

Tutto ormai è pronto: è il giorno prima della cena di compleanno.
Riposta la lista degli ingredienti del dolce nel portafoglio partiamo per la spesa. Entrati nel negozio mi conduce verso gli ingredienti:

Le uova: quali prendere? Confezione da 6 o da 12? Le guarda per almeno 5 minuti quasi insicuro di prendere una scatola piuttosto che un'altra confabulando tra sé e sé. Lascio passare qualche minuto e intervengo: “Scelto?” e lui risponde: “ Si eh…Laura guarda quelle che scadono prima però” e gli tiro fuori dallo scaffale quelle con la scadenza più lontana.
Il mascarpone: Mauro mi pone un quesito: “ guarda Laura non so qual è il mascarpone, è questo?” mi indica lo stracchino, allora lo conduco verso la zona del mascarpone senza indicarlo, si avvicina e legge da vicino :” ah ok eccolo c’è disegnato il tiramisù…mmmm buono”.
I savoiardi: i biscotti lo fanno innervosire perchè non si trovavano, io li avevo già visti (anche se ben nascosti) gli lascio il tempo di trovarli da solo. Dall’altro lato della corsia c’è una commessa, intanto chiedo a Mauro: “ Li hai trovati?io non li vedo!” e lui risponde: “eh nemmeno io….”.
Aspetto un altro po’ e lo incito a chiedere a qualcuno. “Mauro dobbiamo chiedere” e lui si precipita dalla commessa e li trova.
Il cacao: lo trova immediatamente ma sta per mettere dentro la confezione grande. Io intervengo: “ma ci serve tutto quello?” Mauro mi guarda e mette giù la scatola avendo capito che era troppo, ma solo dopo la mia affermazione. Guarda gli altri prodotti vicini e a un certo punto mi chiede: “Laura questo potrebbe andare?” e gli faccio un cenno con la testa.
Proseguendo nella nostra spesa Mauro capita davanti alle candeline e le sceglie. Non erano previste nella spesa eppure le compra.
Arrivati alla cassa, vedendo che non aveva ancora preso la borsina, gli dico: “Quante cose abbiamo preso riusciremo a portarle tutte in mano?” lui mi guarda e afferma: “ è vero la borsina!”
Ci incamminiamo verso casa di fretta (anche con il rischio di rompere le uova tanto era l’entusiasmo di quella torta) entriamo e appoggiamo la spesa.
La preparazione del dolce avviene con molto entusiasmo tanto che la prima cosa che fa è di mettersi la divisa da cuoco con grembiule e cappello bianco. PRONTI PER CUCINARE!
Gli mostro come avviene la battitura delle uova e lui prosegue con le altre e poi il frustino alla mano.
Improvvisamente Mauro mi ricorda:” Ah Laura il caffè!” e si mette ai fornelli a fare il caffè almeno per 3 volte per intingere successivamente i savoiardi. Poi passa a frullare il mascarpone. Mentre continuiamo la nostra opera, interviene con la frase ricorrente: “Oh ma quanto verrà bene questo tiramisù… eh l’ho fatto io!”. Spesso si allontana dalla postazione della crema e vuole lavarsi le mani, gli spiego che è meglio lavarsele dopo perché intanto ci si deve ancora sporcare. Sbattere le uova, frustarle per tanto tempo fino a che la crema non viene bella compatta gli fa perdere la pazienza ed esclama:” Laura ma secondo te è pronta?”, così per tante volte per tutto il procedimento fino alla fine. Una volta finito raccoglie i piatti e di sua iniziativa raccoglie i piatti nel lavello per pulirli. La torta è pronta e la si mette in frigorifero.

25 settembre “la festa del suo compleanno”

È arrivato il giorno tanto aspettato: la cena del suo compleanno.
Come ogni anno ci si ritrova nel solito locale, con i compagni di liceo e ex professori. A primo impatto Mauro, arrivato con tanta frenesia all’entrata del ristorante, si presta a portare la borsina con dentro la torta fatta con le sue mani il giorno precedente (non vede l’ora di mangiarla insieme ai suo compagni).

Arrivati nella via del ristorante noto una certa tensione in lui ed esclama: “Laura sono proprio emozionato!”. Dopo questa frase inizia a divagare in discorsi di politica, cinema e cosi via come al suo solito, pensavo fosse un momento passeggero visto che l’emozione era alta, invece tutto questo si trasforma in un rigetto della festa di compleanno. E MENTRE ASPETTAVAMO LE PERSONE CHE ARRIVASSERO IL MOMENTO SI FA CRITICO E CONTINUA A GRIDARE IMPERTERRITO: “io non la voglio più fare la cena basta! Sono stufo…” e altro: “ io vi odio tutti, ora me ne vado a casa!”. Tutto questo intervallato da saluti fascisti, urla al di sotto delle case e per la via, avanti e indietro per la strada. Tutto questo per almeno 30 minuti. L’AGITAZIONE ERA ALLE STELLE.

Non capisco perché tu dici: “pensavo fosse un momento passeggero visto che l’emozione era alta” praticamente io capisco che tu pensi che quando l’emozione di Mauro è alta quindi i momenti di crisi sono passeggeri. Tieni conto che sia a Roma che a Rimini e lo abbiamo ribadito a Bologna, i momenti di alta emozione sono a grandissimo rischio per persone come Mauro. Quando noi parliamo di emozione di conoscere e di attenzione alle emozioni parliamo proprio di questo. Dobbiamo tener conto del livello di emozioni in relazione alla persona. Emozioni come il desiderare, l’aver piacere, l’essere felici,… se sono spinte all’eccesso sia in persone normalissime che in particolare in persone come Mauro, producono eccessi. Nel caso della X Fragile le emozioni sono una forte componente per i progetti educativi e come forte componente vanno tenuti sotto controllo progettuale e gli operatori devono essere in grado di capire gli eccessi. Da quanto si è detto a Roma, a Rimini e ribadito a Bologna, comportamaneto paradossale di Mauro era talmente prevedibile che sembra che tu lo hai provocato apposta. Hai messo in atto cioè tutte quelle azioni per eccitare e far andare in tilt una persona sensibile alle emozioni.

La reazione di noi amici in un primo momento è stata di non dare troppo peso a questa sua esternazione,

Il fatto che tu nella festa abbia detto di non dar molto peso alle esternazioni di Mauro non è una reazione adeguata, non è da amica, e neanche da operatrice. Tieni conto che solo tramite la riflessioni a cui ti abbiamo condotta a Bologna, quindi molto tempo dopo, tu hai saputo riconoscere i tuoi profondo errori. ERRORI CHE SI SOTTOLIENANO IN QUESTA ANALISI SOLO E SOLTANTO PER FAR Sì CHE SIANO FORMATIVI SIA A TE CHE AGLI ALTRI CHE LEGGERANNO QUESTE RIFLESSIONI.

ma poi passati ormai una ventina di minuti io cerco di avvicinarmi a lui in tono distaccato (per non dare troppo peso a questa sua negatività): “ Mauro noi ora entriamo al ristorante” lui con tono arrogante esclama, guardandomi negli occhi: “ LAURA MI HAI SCOCCIATO, MI HAI SCOCCIATO!” (detto in maniera gentile) e continuava così: “ MI DEVI LASCIARE STARE!”.
Io sbalordita dal suo atteggiamento (prima volta in cinque anni che vedo una reazione di questo genere in lui) gli rispondo al suo livello: “Ah, si Mauro? Se è così che la pensi fai quello che vuoi, se te la senti vai pure a casa, noi andiamo dentro a mangiare la pizza, ciao!”. Mi dirigo verso l’ingresso arrabbiata e tutti entriamo nel ristorante, tranne lui. Con la coda dell’occhio vedevo che rimaneva tra sé e sé fermo e impalato alle mie spalle in fondo alla via, poiché vedeva che i suoi amici stavano entrando e lui rimaneva da solo.

Lo sbalordimento del tuo atteggiamento ti deve orientare verso il SEDERTI E CON CALMA STUDIARE.
Studiare e riflettere su quanto è stato detto da Roma a Rimini, inviato tramite le e-mail, scritto sui testi e ribadito negli incontri di Bologna
Pensa alla grandissima mortificazione che Mauro ha dovuto subire e superare!!!!
Mortificazione che come tu sai, essendo all’interno di un evento importante (Albertini parlava di eventi forti come l’11 settembre che rimangono impressi nella memoria) e come tu stessa hai sottolineato nel ricordarsi da parte di Mauro “della cena di classe fatta ormai 3 anni fa durante la quale Mauro era stato male. NONOSTANTE QUESTO EQUIVOCO LA RICORDA CON SIMPATIA”, possono lasciare un’impronta emozionale estremamente rischiosa nel vissuto in particolare di persone con X Fragile.

Ebbene, abbiamo azzardato e dopo circa una decina di minuti è rientrato nel salone e si è disposto nell’ultima sedia in fondo al tavolo, ma non a capotavola.
Era sempre e comunque arrabbiato, cercavo di non dargli troppo peso anche perché appena aprivo bocca mi insultava. Il mio atteggiamento nei suoi confronti si era molto irrigidito.

Di punto in bianco dopo circa un quarto d’ora che era seduto, si alza e se ne va in bagno.
I suoi amici maschi lo raggiungono per sentire come stava. Dopo 10 minuti se ne escono e MAURO SCOPPIA IN LACRIME abbracciandomi.
Questo fatto è stato molto sconvolgente in quanto non ho mai visto piangere in tutti questi anni.
I momenti che hanno preceduto questo momento sono stati molto forti. È avvenuto un surplus di emozioni che lui non ha saputo trattenere e così doveva esternarli a tutti.

Lo sfogo di lacrime è avvenuto dopo aver tirato fuori dal portafoglio la foto del nonno morto poco tempo prima e Mauro ha iniziato con questa frase: “ Povero il mio nonno è morto e sai Laura, io ero in vacanza!”, dopo questa frase si è accasciato su di me cercando un gesto di conforto.

Pensa alla profonda mortificazione in cui Mauro si è venuto a trovare e a quella che si chiama “perdita della faccia” di fronte a tutti gli amici ed invitati alla festa. Pensa alla reazione e al collegamento di questa profonda mortificazione con il nonno morto e quindi cosa ha potuto far riemergere in Mauro, ma questo non è niente, il problema è far rendere conto agli operatori del rischio di profondo sfascio che un mese circa di lavoro può produrre se non si è coscienti di quanto si sta giorno per giorno costruendo. Di fatti la reazione di Mauro, il suo pianto, il collegamento con il nonno, le parole contro di te e gli altri… non sono stati altro che il risultato di una preparazione lunga un mese. Pertanto bisogna che tu ti soffermi molto a lungo e prendi profonda coscienza di quanto riporti e di quanto non riporti ma che è avvenuto.

Il momento era molto delicato e si susseguirono frasi di incoraggiamento ma molto brevi perché la festa doveva continuare infatti dopo cinque minuti la festa è ripresa e Mauro come se nulla fosse successo prese il posto capo-tavola ed era ritornato il Mauro di sempre quello scherzoso, burlone e simpatico.

“La festa deve continuare”, lo spettacolo deve continuare, in questo caso non funziona! Bisogna che in futuro si rifletta in profondità.
Il riprendere come se “nulla fosse successo” non è corrispondente a quanto in realtà è successo come impronta emozionale negativa in Mauro. Tale impronta è andata molto probabilmente a rinforzare altre impronte negative e il passare da un discorso all’altro di Mauro rischia di diventare una sua difesa esistenziale e quindi per noi un problema molto difficile da contrastare.


Questi momenti di cambiamento di umore improvviso sono stati dettati da troppe emozioni una dopo l’altra e non sapeva gestirle. Durante la cena sono stata annullata proprio da lui che non osava guardarmi: ero diventata la sua “nemica”, quasi come un rigetto. Ma questa è solo la prima parte della serata.

Inizia una parte nuova della serata.
Arrivate le pizze mangiamo tranquillamente come una normale serata tra vecchi compagni di scuola. Mauro è felicissimo come se nulla fosse successo prima mangia, scherza, ride con noi.
Il clima si è rasserenato fino a quando è arrivato il momento del regalo.

Glielo consegniamo dentro una scatola oro. La apre e trova il dvd che aveva chiesto. Fin qua tutto regolare ma va in fondo alla scatola e vede un altro pacchetto regalo. Cosa sarà?

(Giorni precedenti al compleanno ci aveva chiesto un dvd impossibile da trovare poiché era dell’anno 1989, per correttezza decisi di dirglielo della difficoltà di trovarlo, fatto gia notato da lui andando in tutte le videoteche del centro. Allora lui me ne diede un altro in alternativa. Decisi di andare a comprare quella della seconda scelta ma nel frattempo avevo tentato di scaricare il primo film apparentemente impossibile da trovare. Invece non si rivelò così: mi ritrovai con entrambi i film che gli piacevano e decisi di fargli una sorpresa).

Il dvd inaspettato, ma tanto desiderato era incartato. Sbalordito decise di aprirlo. Lo apre ed esclama infastidito: “MA NO RAGAZZI!!!!!!!MA è MASTERIZZATO!!!!” . NON ERA DI SUO GRADIMENTO.
Gli spieghiamo il motivo per cui l’avevamo scaricato, con tanto di copertina che sembrava originale grazie alla tecnologia di adesso. Ma lui non ne voleva sapere. NON ERA DEL TUTTO SODDISFATTO ANCHE SE NON MOLLAVA UN ATTIMO I DUE DVD. (davvero non gli piacevano?).

Rimasi molto delusa da lui in quanto era un regalo fatto con tanto impegno da tutti i suoi amici e lui doveva apprezzarlo e questo glielo feci notare più volte durante la serata.
Il momento del dolce si è rivelato soddisfacente anche perché l’aveva fatto lui e aveva ricevuto molti complimenti e ogni tanto esclamava: “ L’ho fatto io il tiramisù, l’ho fatto io!”.
Era arrivato il momento dei saluti e bisognava ritornare a casa il suo umore era ritornato come all’inizio: ansioso. Infatti una volta riaccompagnato a casa scese dalla macchina sbattendo la portiera.

Per quanto riguarda la tua esternazione di “delusione” nel fatto che Mauro non ha apprezzato il DVD questo ti fa capire come tu che non hai la X Fragile ti sei sentita profondamente delusa, pensa lui e non dal DVD, ma dall’amica, dagli amici, dalle persone.

…I giorni successivi alla festa

I giorni che ci hanno preceduto sono stati molto intensi pieni di imprevisti e di lavoro duro come richiede una preparazione di una festa. Può capitare di essere ansiosi e di fare cose indipendentemente dalla nostra volontà. Così è stato per Mauro urlare, insultare, esternare emozioni negative si sono mostrate rielaborate nei giorni successivi alla cena.
Lui sapeva di essersi comportato male, durante la notte evidentemente ha riflettuto ed è nato in lui il senso di colpa nei miei confronti e nei confronti dei suoi amici. La sua reazione?

Messaggio del 26 settembre ore 10.03: “ Domani aperitivo? Mauro”
Messaggio del 26 settembre ore 21.59: “ Laura venerdì mi sono comportato male e spero che non
accadrà mai più”

La mattina stessa ha cercato di chiamarmi per scusarsi. Mi ha riempito il cellulare di chiamate almeno 10 chiamate senza risposta, non ho risposto apposta. Lui doveva capire che si era comportato molto male.

Mauro non si è comportato male, ma è stato indotto da un cattivo progetto. Però si è sentito in colpa. Questo ci fa capire di come può a rischio di grave danno un intervenire in maniera errata non solo l’errore è nostro, degli operatori, ma chi subisce l’errore se ne assume la colpa che non ha in quanto causata da un cattivo progetto.
Il paradosso diventa violento nel momento in cui Mauro che non ha colpa, ma ne ha subito le conseguenze di un progetto “terribilmente pensato” se ne assume la colpa, fa in modo di riallacciare una relazione affettiva e trova come risposta il: “non ho risposto apposta. Lui doveva capire che si era comportato molto male”


All’undicesima chiamata decido di rispondere e lui mi spiega che si sente troppo in colpa e giura di non farlo più e aggiunge che aveva pianto tutta notte per il suo comportamento.

Messaggio del 27 settembre ore 15:03:” Laura venerdì ero molto agitato e mi rendo veramente
conto che ho sbagliato, mi perdonate?”
Messaggio del 27 settembre ore 16:52:” Laura mi sento triste e pentito e mi viene da piangere ciao
Mauro e ti prometto che sarò molto bravo e mi comporterò
Bene, ciao Mauro”.

Ai messaggi di Mauro drammatici perché richiedono aiuto (di una colpa tua!) non vi è nessuna tua risposta. Dovresti riflettere a chi e a cosa ti sei ispirata per questo tuo comportamento.

Nel pomeriggio vidi la mamma e gli spiegai cosa era successo la sera precedente e mentre parlavamo mi confermava che già alla mattina presto Mauro era sveglio a guardare il dvd che gli avevamo regalato: gli piaceva, anche se era masterizzato!.

Il lunedì successivo ripresi quel discorso a quattrocchi IO E LUI E BASTA.
Mi sono mostrata molto rigida mettendogli davanti i due dvd e per almeno dieci minuti rimase fermo a guardarmi a parlare, cercando di fargli capire che i regali, quei regali, erano stati fatti per lui dai suoi amici che hanno trascorso con lui anni meravigliosi. Non volendo essere troppo ripetitiva la “missione compleanni” si era conclusa (per ora).

Il tuo ricatto morale relativo ai “sacrificio dei tuoi amici” mettendogli sotto gli occhi come elemento di ricordo i due dvd chi te lo ha ispirato come comportamento?
Con quanto ti ho scritto prima dovresti anche riguardare le tue verifiche sul tempo e sugli impegni perché possono sembrare un sadico modo di individuare gli errori di Mauro, modalità che Mauro potrebbe vivere come una tua permanente dolce trappola (perché lo fai con voce amichevole e in maniera molto indiretta e quasi da smemoranda) da cui salvarsi per non fare brutta figura.


Nella medesima giornata abbiamo deciso di capire bene i nostri impegni così decidemmo di andare a prendere un’agenda da usare insieme per scandire meglio le nostre giornate.
Nello scrivere i suoi impegni Mauro confonde gli orari di alcune attività con altre senza distinguere, spesso un giorno da un altro, per esempio io gli chiedo: “ Quando hai judo?” e lui risponde: “Martedì alle sei”- io controbatto:” quando ci vediamo allora?” e lui:” Ma se vuoi martedì pomeriggio ……alle 6”. Quindi abbiamo cercato prima di scrivere i suoi impegni e poi vedere dove c’era il posto libero per scrivere i miei impegni e quando ci saremmo visti.

Relazione delle prime due settimane del progetto amico

Nelle prime due settimane abbiamo lavorato nella preparazione dei compleanni.
Preparazione che richiede impegno ma prima di tutto osservazione e capacità di gestione degli imprevisti.

I punti focali che ho analizzato fino ad ora:

• Orientamento: Mauro ha percorso, in mia presenza, la strada per venire a casa mia per 3 volte con l’autobus cercando strategie( fare la spesa, preparare dolci a casa mia, aiutarmi nella preparazione) per convincerlo a venire alla mia festa di compleanno da solo.
Era un tentativo di orientamento al di fuori della città.
Il giorno della mia festa mi ha chiesto di andarlo a prendere. Obiettivo fallito.
D’altro canto vi è stata una certa dose di egoismo in quanto era solo la prima settimana che lavoravamo in questo senso. C’è da lavorarci.

• Denaro: abbiamo avuto ben sei occasioni per utilizzarlo: tre volte per acquistare il biglietto della corriera e tre volte per andare a fare la spesa con l’obiettivo di cucinare il tiramisù tanto desiderato. Dai primi momenti Mauro sembra maturato, tanto che le prime volte si dimenticava il resto e dovevo ribadirglielo, dopo un po’ di volte in cui siamo andati a fare compere, lui pagava e si prendeva il resto automaticamente senza pensarci.
Spesso capita che confonda le monete, per esempio: 2 euro li scambia per un euro. Allo stesso modo mi avvicina il portafoglio se non riesce a capire quanto deve pagare o altrimenti rimane a confabulare tra sé e sé fino a quando non trova il valore delle monete esatto.

• Linguaggio: non c’è linearità. Ci deve essere sempre un sollecito per mantenerlo su un discorso del tipo: “Mauro stavi dicendo?/stavi parlando di…” altrimenti cade in discorsi a
caso.

• Autonomia: l’abbiamo affrontata sia fuori che dentro le mura di casa.
In città, che è il suo luogo natio, si orienta senza problemi e conosce tutte le vie.
Al di fuori di essa vi è LA PAURA: la riscontra nell’affrontare un ambiente nuovo, ma soprattutto nel percorrere un tragitto diverso dagli ambienti quotidiani. Il timore si trasforma poi in disagio, che non gli permette di orientarsi. Per esempio, il percorso in autobus senza di me lo spaventava.

In casa si muove in autonomia: è consapevole della posizione degli oggetti (piatti, pentole) e si propone nel fare una cosa piuttosto che un’altra. Per esempio nella preparazione del tiramisù (fare il caffè, poi farlo raffreddare, piuttosto che rompere subito le uova per montare la crema).
Spesso ha l’istinto di andarsi a lavare le mani appena sporcate, prima di finire il dolce.
È “iper-igienista”.
È consapevole del fatto che dopo aver cucinato e sporcato bisogna lavare e pulire la cucina col detersivo e tutto questo senza la mia sollecitazione. Si presenta molto PROPOSITIVO.

Ad ogni modo, non sempre Mauro si presenta disponibile nel fare le cose, specialmente se non gli piacciono o non le condivide. I suoi punti forti sono le imitazioni e tutto ciò che è spettacolare. Spesso succede che io debba frenarlo in queste sue esibizioni perché rischia di distrarsi dall'attività che sta facendo.

Ogni sua emozione viene esternata, positiva o negativa che sia.
Non ha capacità di gestione delle emozioni, come è avvenuto durante il giorno del suo compleanno: questo è un avvenimento che aspetta per un anno, come se tutto girasse intorno al 27 settembre, e tutti devono assolutamente sapere che quel giorno è la data del suo compleanno.
Quando c’è questo surplus di emozioni rischia di concentrarsi solo su di sé e gli altri vengono alienati o quasi esclusi. Esiste solo quello che dice lui. Ogni discorso sembra vano, non ha linearità, in particolare quando è agitato. In quel giorno l'eccitazione si trasforma in ipertensione: si rapporta con la gente attraverso modi molto bruschi, non c’è modo di avvicinarlo, non bisogna metterlo al centro dell'attenzione fino a quando non si è calmato.
Fisicamente appare iperattivo, con bava alla bocca, e tende a fare il saluto fascista (questo gesto deriva dal periodo del liceo, in cui vi era un compagno di classe che lo invogliava a farlo). Negli anni questo atteggiamento, con gesto annesso, è scomparso grazie alle insistenze della famiglia e dei professori, facendogli capire che non poteva farlo sempre e in modo gratuito. Oggi lo fa molto raramente e se lo fa sorge il senso di colpa dopo averlo fatto. Come è successo per la festa del suo compleanno.

Riconosce tutte le persone, specialmente quelle con cui instaura un rapporto negli anni. È molto selettivo e se una persona gli fa uno sgarro diventa, per lui, negativa. Nel caso si parli di una persona a lui antipatica, tende a denigrare il soggetto e a cambiare discorso, specialmente quando vengono ricordate professoresse che gli sono state antipatiche ai tempi del liceo.
Mauro è una persona molto costante nelle sue scelte, non cambia mai idea, lo fa solo quando sa di avere sbagliato. È molto consapevole del suo ruolo nella società perché è un ragazzo impegnato e attivo in molti settori: scout, teatro, Caritas, Casa di riposo.
Il suo punto forte è il teatro ed è consapevole di essere bravo. È molto orgoglioso del suo lavoro nei vari laboratori teatrali. Spesso dice: “io sono un bravo imitatore!! Tu no, non sai imitare come me”. La scena gli ha permesso di conoscere una parte dei suoi limiti, anche se, forse, inconsapevolmente, e di stabilire un autocontrollo del proprio corpo.
Dà molta attenzione all’altro, tanto che ha un rispetto profondissimo per i bambini piccoli e gli anziani.
Sa perfettamente chi sono i suoi amici, ma è restio nel fare la conoscenza di una persona nuova. Per conoscere nuove persone deve essere spinto da qualcuno che lo aiuti a presentarsi. Non ama molto le novità, per adeguarsi all'interno di un nuovo contesto serve diverso tempo e deve ricoprire un ruolo (per esempio durante una festa in cui sono presenti persone che non conosce).
Gli piace molto essere al centro dell’attenzione, lui conosce attraverso la sua teatralità, è il suo modo di presentarsi. In questo periodo tende ad approcciarsi in maniera divertente con la voce di Mike Bongiorno.
Ama molto la televisione, i programmi come striscia la notizia e sa a memoria i film di Boldi e De Sica, i suoi preferiti. Per il suo compleanno cerchiamo di accontentarlo nel cercare dvd che lui ci richiede.

Cercherò di puntare sui suoi punti forti per cercare di sviluppare le sue difficoltà. Dato che gli impegni quotidiani stanno pian piano ricominciando, lavoreremo innanzi tutto ordinando i suoi impegni e i miei. Mauro ha già acquistato un'agenda che lo aiuterà a coordinare i suoi impegni durante tutto l'arco della settimana (data, ora, luogo). Da qui ripartiamo.

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