X Fragile - Il Filo di Arianna
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PARTE QUINTA

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Messaggio  Admin Mar Mar 30, 2010 12:42 pm

Cristina riporta l'intervista fatta ai genitori:

C: Facciamo il punto della situazione dall’inizio dell’intervento della ricerca fino adesso. dall'inizio degli interventi coordinati nella ricerca quali sono i miglioramenti che ha visto in Filippo?
R: Si sono alungatti i suoi tempi attentivi, quindi, presta piu attenzione, ovviamente nelle cose che l’interessano maggiormente.

C: quali sono attribuibili secondo lei alla ricerca e quali ad altre cause e quali?
R: Allora con la ricerca è cambiato il mio modo di ponermi con Filippo. Ultimamente osservo molto e cerco quindi di capire quali sono i suoi interessi, cosa è che gli piace fare, cercando di integrare sempre piu maturità e più interesse nelle cose che svolge. Penso che oltre alla ricerca, di aiuto è anche il fatto che stia diventando più grande, che stia crescendo.

C: vediamo nell'ambito del linguaggio quali sono i miglioramenti?
R: Inizia a formulare delle piccole frasi. A differenza di prima che lui utilizzava soltanto una parola che poi ci permetteva di capire cosa voleva, adesso lui inizia ad ampliare, articolare. Tipo “Dammi l’acqua”, “andiamo dalla Cristina”, “andiamo alla stazione”, inizia ad uttilizzare altre parole, sta arrichiendo il suo vocabolario.

C: nell’ambito delle autonimie quale sono i miglioramenti?
R: Adesso toglie e mette le scarpe, ovviamente le scarpe a strappo o con le cerniere, toglie anche il giubboto tirando giu la cerniera, si lava completamente da solo i denti, lavandosi sia l’arcata superiore che inferiore, lava il viso, lava le mani... Ne ha aquisito, ne ha aquisito tante...

C: nell’ambito degli apprendimenti?
R: Inizia ad uttilizzare la tastiera del computer. Ha imparato molte cose. Ha imparato ad aprire e chiudere la macchina, quindi l’utilizzo della chiave con il telecomando. Ha imparato a utilizzare la tastiera, riesce a digitare il filmato che a lui piace di più, tipo “Topolino”. Ha imparato anche ad operare di più l’aspetto manuale, anche con l’impasto, abbiamo iniziato un po’ a lavorare... ovviamente non con tanta facilità, però vedo che piano piano inizio a vedere dei miglioramenti.

C: nell’ambito delle relazioni?
R: Si, parla di più. Quando ha un esigenza, un bisogno lo dice, diciamo, quasi tutti correttamente. Se compie un lavoro che svolge tutto da solo viene e dice “l’ho fatto io”. Se gli si chiede “dove sei” risponde “sono qui”, “sono in camera”... inizia a comunicare di più. Chiama papà anche a ora di pranzo, dicendogli che è pronto... Insomma, Partecipa.

C: Ci sono dei momenti, dei eventi successi che vi fanno capire che questi sono risultati della ricerca?
R: Si, quasi tutti.

C: Mi puo raccontare un aneddotto, qualcosa che le viene in mente in questo momento...
R: Prima Filippo era anche, non meno seguito, ma eravamo concentrati maggiormente su quello che non sapeva fare prevalentemente... quindi si cercava di aiutarlo in maniera sbagliata, di fare ciò che a noi in realtà stava più a cuore e ciò che a noi faceva più ansia, il fatto che non raggiungeva certe autonomie. Invece, cambiando il nostro modo di vedere, osservando e tanto altro, abbiamo visto noi da vicino che lui invece sa fare tantissime cose che noi pensavamo che non fossero possibile, che escludevamo a priori, senza dare la possibilità di sperimentarli. Un’altra cosa che mi sono ricordata è che Filippo prima veniva trattato come un bambino molto piccolo. In realtà, adesso lo trattiamo come uno più grande. Gli diamo più responsabilità.

C: Quale sono i miglioramenti prodotti da voi, in casa?
R: Ci siamo posti principalmente le regole noi! Anche se so che abbiamo ancora molto da fare, ma comunque ci siamo dati delle regole noi in modo che il messaggio fosse chiaro. Tipo, a pranzo tutti a tavola! Succedeva che prima qualche componente della famiglia non era a tavola e mangiava dopo. Quindi, adesso a tavola siamo tutti insieme. Per esempio, tutti quanti, quando dobbiamo andare a letto, gli si chiede a Filippo di lavarsi i denti... Inizialmente li lavava solo lui, e poi magari noi successivamente. Invece adesso i denti li laviamo insieme. Quindi delle regole visute, concrete, che si vedono. Regole che sono per tutti.

C: In casa, quale sono i miglioramenti in genere, nel linguaggio, nella relazione, nelle autonomie?
R: Liguaggio: invece di indicare come faceva prima, o prendendomi la mano e portarla dove c’era quella cosa che l’interessava, adesso me lo dice. Mi dice per esempio “Dove è la pentola”, invece prima mi portava al cassetto per prenderla. Adesso lui ha imparato dove sono gli oggetti, ovviamente il mio aiuto lo chiede dove vi sono quelli oggetti alti che non puo raggiungere; se no, il resto riesce a gestirlo da solo.

C: nel modo di apprendere, è più veloce...?
R: é molto piu veloce. Ho notato che con la tastiera del computer, sopratutto questa settimana che è stato a casa, (non è andato a scuola) ha trascorso molto tempo davanti al PC a vedere alcuni cartoni. Con l’utilizzo della tastiera questi giorni che un po’ si è annoiato, guardava questi cartoni di breve durata, e spesso venivo chiamata per riavviare il nuovo cartone, e digitando alla tastiera mi sono accorta che lui prestava una grande attenzione e quindi ho finto di non sapere quale fosse l’ultima vocale e lui ha detto “O”. “topolin...O”. Essendo l’ultima lettera aveva proprio raggiunto, quindi, vedo che gli apprendimenti aumentano in giro di poco.

C: Nel comportamento avete notato delle differenze?
R: Rispetta più regole anche se ci sono ancora tante altre su quale dobbiamo lavorare, però si siede; se viene chiamato, viene, delle volte anche sbuffando, pero si, viene.

C: Nelle autonomie in casa? Viene coinvolto di più nei lavori in casa?
R: Ho visto che se glielo chiedo come una sorte di ordine, tipo “Filippo, fai questo” non lo esegue nella maniera piu assoluta. Se invece, strategicamente, chiedo il suo coinvolgimento, lo fa. Un esempio è: La settimana scorsa abbiamo realizzato un album, “La casa delle giraffe”. Ad un certo punto nonostante cercassi di coinvolgerlo nel preparare i materiali, quindi la colla, i fogli, ecc.. non ha partecipato. Ad un certo punto, ho iniziato e ho finto di non riuscire ad aprire la cola, dicendo “non riesco ad aprire questa colla...”. Allora lui si è alzato, si è avvicinato l’ha aperta e da li è cominciata una collaborazione perchè ha partecipato. Ha poi incollato lui le foto, le abbiamo applicate, e cosi è andato. Quindi si, bisogna coinvorgerlo anche in maniera divertente.

C: quale sono i miglioramenti fuori casa?
R: Ha molte piu iniziative. Si guarda più intorno. Oggi, per esempio siamo andati al supermercato e per la prima volta abbiamo trovato uno dei carrelli piccolini, invece del solito cesto che si tira... Un carello a sua misura. Lui l’ha preso e siamo andati a cercare gli alimenti che ci servivano. Ho visto che si divertiva perchè era tutto a misura sua. Siamo arrivati alla cassa e ha collaborato a mettere tutto sul tappeto scorrevole. Si è comprato la pizza (mamma fa molto enfasi, orgogliosa!). Gli ho detto che la poteva mangiare quando uscivamo dalla Coop ed ha rispettato anche questa regola.

C: a scuola?
R: A scuola va volentieri. Inizialmente era molto rigido nell’accettare il grembulino, nel portare la cartella sulle spalle, e anche nel dovermi lasciare, proprio nel distacco da me. Però nel giro di 2-3 giorni tutto è andato sempre a migliorare. Lui oggi va a scuola con il grembulino, mette la cartella sulle spalle. Mi saluta e va dal maestro e dai compagni dicendomi “ci vediamo dopo”.

C: Racconta sui compagni, conosce il nome...?
R: Mi parla di una certa Paola, però io non ho avuto ancora modo di chiedere se c’è una figura che sia o grande o piccola... No, dei racconti veri e proprio non ne fa. Mi è sembrato di aver sentito un giorno che alla sorella raccontava che ha fatto un disegno a scuola. Mi sembra, però poca roba ancora. Penso che non sia stato tanto coinvolto.

C: All’ uscita dalla scuola?
R: All’ uscita della scuola è abbastanza sereno. Delle volte lo vedo un pò non so se dire stanco o annoiato (comunque una delle due). Sopratutto quando ci sono i rientri. Ci sono stati due episodi in cui quando mi ha visto ha iniziato a piangere, a urlare, atteggiamentoo che non fa quasi mai (poche volte ho visto questo tipo di atteggiamento), ma tutto, per fortuna, si è risolto in giro di poco tempo. Quando stavamo andando verso la macchina lui era già più tranquillo, più sereno. Penso che sia la noia. Penso che sia stata la noia, penso che può incidere anche l’orario prolungato del rientro, però tutto sommato, va bene.

C: nel tempo libero?
R: Ne ha poco di tempo libero Filippo, sinceramente, perchè quasi tutti i pomeriggi è occupato: una volta va a cavallo, sempre molto volentieri; un’altra volta va da Miki che è la sua psicomotricista, con quale ha un raporto ricevente; due volte vieni tu, Cristina. Quindi lui di tempi liberi ne ha veramente pochi. Di quel tempo libero che abbiamo, facciamo sempre qualcosa, o a casa, o anche fuori casa: facciamo dei biscotti, facciamo le torte... Non vive tanta noia in casa. Mi aiuta anche delle volte. Quando non c’è la possiblità di uscire, in qualche maniera, lo coinvolgo.

C: Dimmi se c’è qualcosa che ti è rimasto in mente, che ti ha colpito... dei momenti molto forti...
R: In generale è tutto molto forte. I cambiamenti sono veramente aprezzabili e notevoli. Ci sono delle frasi o delle parole che avvolte dice tipo dopo il primo laboratorio sperimentale di Rimini, quando siamo arrivati a casa, la prima cosa che ha detto è stata “finalmente”. Questo mi ha comunicato tantissimo. É stato una grande sorpresa, in un certo senso con una parola ha spiegato tutto: un pò la sua stanchezza, un pò il distacco dal suo papà, un pò tutta questa nuova esperienza, avventura... Si, ci sono delle cose che mi hanno sorpreso... ma tutt’ora mi sorprende Filippo.

La mamma di Filippo scrive nuove osservazioni:

19 Ottobre 2009
Filippo rientra a scuola dopo una settimana di assenza, con molta serenità compra la merenda e si mette in attesa del suono della campanella. Alcuni compagni lo salutano e lo accolgono affettuosamente.
Quella mattina a differenza degli altri giorni c’è l’insegnante di Religione, figura da me non conosciuta.
Suona la campanella e F. con atteggiamento serio mi chiede esplicitamente, “vieni anche tu?”, lo accompagno in aula per cercare di capire come mai tale richiesta, approfittando anche di presentarmi.
In aula c’è un vero caos, c’era la musica che viene da un portatile sulla cattedra che si accavallava alle voci dei bambini che chiedevano aiuto all’insegnante per attaccare i giubbotti visto che gli attaccapanni sono fuori dalla loro portata. Troppo in alto !! ( mi scuso per la presunzione ma mi piace pensare che F. abbia usato questa strategia per farmi notare cosa succede in aula la mattina con l’insegnante di religione),ho preso atto, mi sono presentata, ho attaccato il giubbotto di F. e di qualche altro bambino. Mi avvio verso la porta F. mi saluta e chiude la porta. Sono uscita da scuola sbalordita chiedendomi “ avranno bisogno anche loro di un super progetto speciale?” Apparte l’ironia, ho deciso di candidarmi come rappresentante di classe alla prima riunione che si terrà con tutti i genitori, ne approfitterò per parlare del progetto di cui fa parte F. e chiederò il consenso ai genitori per la realizzazione di futuri video.

22 Ottobre 2009
Il mattino all’entrata a scuola incontriamo la maestra di sostegno, ho approfittato fermandola per farle osservare F. mentre acquista la merenda, augurandomi che dove non arrivano le parole possa arrivare l’osservazione.
Filippo và volentieri a scuola, la prima cosa che dice appena svegli è “andiamo a scuola?”
Non fa più storie per prepararsi . Ho programmato tutti i passaggi, dal risveglio all’uscita, la prima cosa dopo il saluto è di spostare la freccia sul giorno corrente dell’agenda settimanale, poi applica la foto in cui si lava il viso, e lo esegue, dopo applica la foto in cui fa colazione, cosi via fino all’uscita.
Il bambino è molto più sereno , di tanto in tanto lo sento canticchiare le sigle dei suoi cartoni preferiti; lo vedo più sicuro inizia a comunicare di più utilizzando e unendo più parole, nelle sue piccole frasi appaiono gli articoli ed i verbi. Esempio.. al rientro da scuola si dirige verso la camera da letto e quando si accorge che la sorella non c’è dice “la Mimi dov’è?” Sabato siamo andati a fare la spesa, fra le varie cose ho comprato la gassosa, bevanda che F. non ha mai bevuto, a casa noto che per errore beve la gassosa , pensando che fosse acqua, gli faccio notare la differenza tra le bottiglie e gli spiego che è una nuova bevanda dolce con le bollicine che si chiama gassosa. Dopo un po’ viene da me per chiedermi l’acqua all’arancia.

23 Ottobre 2009 Filippo per la prima volta porta a casa dei compiti da svolgere, due schede, in una deve colorare degli spazi indicati con dei segni di colore diversi, nell’altra vi sono degli animali sulla sinistra del foglio e le rispettive case sulla destra, in maniera sfalsata, collegate tra loro con delle strade che per forza si intersecano per raggiungere la giusta posizione, lui dovrà evidenziare con colori diversi le varie strade.
Nel pomeriggio il papà invita F. a fare i compiti, ha subito accolto la proposta, ha preso la cartella, tira fuori il quaderno e cerca subito la pagina esatta, alla domanda da dove volesse iniziare..? senza rispondere si è messo a cercare nel cassetto del comodino i colori che avrebbe usato e prendendo il pennarello e comincia a colorare, scegliendo così di cominciare con l’esercizio a lui più congeniale. È stato bravo nel riconoscere ed a distinguere i colori, fa ancora fatica a restare nei contorni. Finito l’esercizio decide di aver completato il compito, il papà gli ricorda che rimane ancora un esercizio ma lui facendo orecchie di mercante chiude il quaderno e prende la cartella per metterlo via, al chè decidono che l’altro esercizio lo avrebbe fatto con la mamma

CORRELAZIONI:
L’ordine che F. sta acquisendo in quest’ultimo periodo rispetto ai giochi agli indumenti, in casa, nella sua camera, sono frutto delle regole che con costanza, pazienza, determinazione e buon esempio gli stiamo trasmettendo. Esempio..; le scarpe che prima si lasciavano in giro, adesso vengono riposte nella scarpiera da tutti…..la cartella a rientro da scuola F. la ripone al suo posto in camera. La nuova capacità di F. di unire più parole formulando una frase di senso compiuto lo ha acquisito modificando il nostro modo di relazionarci verbalmente con F, innanzitutto non abbiamo più dato per scontato che F. comprendesse tutto, abbiamo usato termini da lui conosciuti, componendo frasi semplici includendo il filo conduttore che è la narrazione. Esempio..; ieri dal distributore mentre eravamo in fila ho iniziato a spiegare a F. i gesti che faceva il benzinaio, ho notato che a differenza di altre volte F. ascoltava e osservava attentamente, siamo scesi dalla macchina in quanto non è possibile sostare, essendo un distributore di metano. Trascorso il tempo necessario F prima di me nota che l’addetto aveva finito, esclamando “andiamo alla pompa”. Filippo inizia a contestualizzare, usa tutto quello che sa e che sta imparando in maniera corretta. Esempio..: quando in casa è in una stanza diversa dalla mia, alla domanda F. dove sei? rispondeva “ nella casa nuova “ da quando narro lo spostamento da una stanza all’altra ( adesso andiamo in camera da letto a sistemare o in cucina a preparare il pranzo) alla stessa domanda di cui sopra risponde correttamente in cui si trova. La nostra attenzione si è concentrata molto sull’ascolto. Riscoprendo F. come bambino simpatico. Ad un incontro di ippoterapia , F. era sul cavallo e l’istruttrice a terra e afferma F devi guidare il cavallo!! F. afferra le redini e inclinandoli prima a destra poi a sinistra, comincia simular eil rumore di una macchina in corsa. Se F. dovesse annoiarsi durante la lezione di ippoterapia, comincia a dire “ciao ci vediamo mercoledì” (giorno stabilito per l’ippoterapia) Nota…; LE confido con molta commozione il mio risveglio, la mia presa di coscienza. La ringrazio per avermi aiutato a prendere la mano del mio bambino e guidarlo. Sinceri saluti

Il 26 ottobre 2009 il Professore risponde:
Gentilissima signora , possiamo dire che per Filippo stiamo procedendo selezionando tra le tante ipotesi, sempre quelle più, per ora, efficaci. Stiamo quindi disegnando una sorta di profilo che per molti versi è coincidente alle caratteristiche di Filippo.
Purtroppo, come le ho anche detto telefonicamente, gli insegnanti non dimostrano assolutamemte nessuno slancio nè curiosità sul piano dell'innovare la didattica anche grazie alla presenza di suo figlio Filippo e del collegamento con una struttura di ricerca come l'Università. Struttura di ricerca che a sua volta si integra con modalità multi e interdisciplinare con l'area neuroscientifica e psicologica in un'organizzazione rigorosa di ricerca. Dai toni, dalle modalità, e dalle argomentazioni emerse dall'incontro con gli insegnanti sembra che questi siano andati a finire in un paese sbagliato e che tutte le disgrazie sono concentrate intorno a loro. Sembra anche che l'avere la possibilità di avere a disposizione un team di ricercatori multi e interdisciplinare sia il massimo delle disgrazie che possa capitare ad un gruppo di insegnanti che hanno anche avuto la sfortuna di avere una classe con un basso numero di bambini: 18.
Mi sembra un gruppo di insegnanti che tutte le mattine va in classe e osserva nel contesto, nei bambini, tra di loro, tutte le negatività possibili ed immaginabili intorno alla scuola (non voglio indagare in altri settori).
Come le ho detto telefonicamente dal mio punto di vista lei dovrebbe cambiar scuola a suo figlio e questo prima possibile in quanto non vi sono speranze, dal mio punto di vista, di cambiamento di presa di posizione degli insegnanti. Anzi l'insegnante di sostegno stessa (che è l'insegnante specializzata) ha dichiarato di non essere in grado di intervenire su Filippo. La dichiarazione mi sembra molto esplicita e paradossale in quanto significa: "non sono in grado di fare quello per cui mi sono formata, specializzata, ho fatto il concorso, sono stata abalitita, ho richiesto di fare...".
La nostra esperienza ci porta a sottolienarle che più o meno cercheranno di illuderla, le faranno sembrare che sono accondiscendenti, questo per "rosicchiare" del tempo e per far ritrovare lei e Filippo (dopo aver rosicchiato "tra poco è Natale"...."siamo appena tornati dalle festività natalizie"..."ora stiamo preparandoci per il carnevale"..."ci sono le festività pasquali"..."ormai siamo a fine anno") alla fne dell'anno senza aver assolutamente partecipato ad alcun progetto. Una tattica che gioca sull'illudere, sul mimetizzare e sul far passare il tempo con piccoli, costanti, furbini, espedienti.
Le consiglio di cambiar scuola anche perchè difficilmente andrà dalla padella alla brace perchè penso che questi insegnanti (compresa l'educatrice) siano estremamente e profondamente convinti di quanto faranno. Pensano di stare in un giusto.
Ragionano secondo principi non educativo-didattici, ma ideologico-sindacalistico-politichese.
Faccia sapere alla rappresentante del Provveditrato questo mio parere in quanto si comprende dalle sue dichiarazioni, la sua competenza nel settore handicap e integrazone. Deve cambiar scuola a suo figlio perchè ormai l'esperienza trentennale di integrazione/inclusione e la legislazione, non possono accettare una presa di posizione così ideologica e disordinata degli insegnanti. A mio avviso bisogna far chiarezza e fin quando vi è la legislazione sull'integrazion/inclusione bisogna intervenire con qualità altrimenti bisogna cambiar le leggi ed esplicitare che i bambini e le persone con deficit vanno rinchiusi in istituzioni e strutture separate.
Per quanto riguarda gli aspetti didattici che come vede non tengono assolutamente conto delle possibilità alternative che noi sin'ora abbiamo proposto, dovete cercare di modificarle voi in modo che non siano di danno al bambino producendo una sorta di TRADUZIONE METODOLOGICA e per esempio, relativamente all'esercizio dei percorsi-strade da colorare, si può innestare tale esercizio in una dimensione più ampiamente narrativa con senso e far diventare un semplice esercizio di coloratura la storia di un coniglietto che di notte vuol ritrovare la strada e la ritrova annusandola: questo coniglietto di notte non riesce a vedere la strada, allora utilizza il suo nasino, il suo olfatto e siccome per la strada ci sono tanti alberi di arance e mandarini (si richiama a Filippo l'odore di mandarini e arance) segue l'odore e torna alla sua tana. Si sofferma un pò qua e là perchè ogni tanto perde la strada, ma il suo nasino lo aiuta.
Questo itinerario narrativo innanzitutto giustifica il colore arancione della strada, che non è un semplice colorare ma un sollecitare un pensiero e delle strategie, collegando e rievocando inoltre il colore e il profumo dell'arancia. Poi la storia si può arricchire con si ferma, torna indietro, ci pensa, ci pensa e mentre pensa cammina lentamente, sbaglia strada però l'odore da forte diventa sempre più debole e quindi si accorge che si sta allontanando...
Un gustoso e piacevole percorso in cui Filippo scopre le potenzialità cognitive, il riflettere, il ricordare, il fare delle ipotesi, il riprovare per superare gli errori, la possibilità di sbagliare ma per poi correggere,... Una serie di azioni cognitive che vanno a sollecitare la sua aria di sviluppo potenziale, il linguaggio, le memoria,....
Un esercizio noioso l'abbiamo trasformato in un percorso potente sul piano cognitivo. Queste sono le trasformazioni che potreste fare per far sì che Filippo non entri nelle "sabbie mobili" di un percorso ripetitivo e noioso. Però come potete capire sarebbe molto meglio che queste attenzioni vi fossero date da un Insegnante Specializzato che viene pagato per questo; una insegnante che non può dire, dichiarare in pubblico, di non saper fare quello che è stata chiamata a fare e ne possiede specializzazione e abilitazione (è un'inadempienza contrattuale oltre che un dichiarato in pubblico falso).
Ascolti anche lei attentamente la registrazione che è stata fatta e decida.
Cordiali saluti
Nicola Cuomo

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