X Fragile - Il Filo di Arianna
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PARTE SECONDA

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Messaggio  Admin Ven Apr 09, 2010 4:32 pm

La dott.ssa Alice Imola risponde a Licia:

Carissima Licia,

devi essere molto soddisfatta dei risultati con Paolo.
Sarebbe opportuno che la metodologia che hai utilizzato con dei foglietti per quanto riguarda l'individuare le differenti stazioni e fermate ferroviarie (verificandole anche nel ritorno) si trasformi in uno strumento operativo permanente nel tempo.
Quindi si potrà regalare a Paolo una bella, elegante, prestigiosa, grande agenda sulla quale potrà scrivere gli itinerari e le metodologie insieme agli appuntamenti. Un'agenda organizzata sul modello manageriale avendo come contenuti le strategie per il superamento delle problematiche di Paolo.
L'agenda è portatile, gli schemi come quelli che hai utilizzato per le fermate delle stazioni ed altri a venire, scritti sull'agenda saranno conservati e quindi sarà possibile ricordarli rivisitarli, perfezionarli, ampliarli.
Se dovessi vedere che solo le parole non bastano si può arricchire l'agenda con microfotografie.

Ciao

Buon lavoro

Il 9 novembre 2009 Licia scrive alcune riflessioni e idee per Paolo:

Negli scorsi incontri con Paolo abbiamo realizzato in power point un libricino in cui abbiamo scritto tutte le fermate che si effettuano da P. a B. e viceversa. Questo libricino è strutturato in modo che da una parte c’è il tragitto di andata e capovolgendolo, c’è il tragitto di ritorno.
Abbiamo scritto tutte le fermate e lunedì prossimo andremo a sviluppare le foto che abbiamo scattato ad ogni fermata e le incolleremo nel libricino realizzato.

Da ora in poi tutte le volte che andremo a B. lo porteremo con noi.

Paolo ha impiegato pochissimo tempo a realizzare il libricino perché sa usare molto bene il power Point quindi è stato un gioco da ragazzi, diciamo che io l’ho quasi esclusivamente osservato e il mio compito era quello di ricordargli le fermate che doveva scrivere facendo finta di vederle dal foglio che scrivemmo insieme durante il primo viaggio. Ho fatto finta di non ricordarle perché ho spiegato a Paolo che quel fascicolo serve a tutti e due in quanto anche io certe volte mi confondo con le fermate.. in realtà questo supporto servirà a lui quando gli chiederò di affrontare il viaggio o metà viaggio da solo.
Finito di stampare il fascicolo, ci siamo accorti di non avere la spillatrice per unire i fogli a mò di libro. Paolo non sapeva come fare e proponeva una graffetta ma gli ho spiegato che con una graffetta non avevamo l’effetto libro che volevamo… siamo stati un po’ a pensare come fare, io ad un certo punto gli ho chiesto se suo zio in ufficio avesse delle spillatrici e lui mi ha risposto di si, cosi ci siamo messi i cappotti e siamo scesi per andare a risolvere il nostro problema.

Lunedì 2 novembre, poiché sapevo che Paolo non andava a scuola, ho pensato di recarmi da lui in mattinata piuttosto che nel pomeriggio come faccio di solito, era un modo per variare un po’ visto che la lunga distanza mi costringe a rigidi incontri pomeridiani.
Avvisai di questo cambiamento i genitori e avvisai anche lui tramite messenger.

Paolo a sorpresa venne a prendermi dalla stazione, io non sapevo che dovesse venire e in più il mio treno tardò parecchio quella mattina, cosi scesa dal treno, mi precipitai verso casa sua senza guardarmi intorno. Arrivata a casa sua, la mamma mi dice che Paolo era venuto a prendermi, non ci eravamo incontrati! Lo chiamo sul cellulare e gli dico che sono già a casa sua, lui torna dopo pochi minuti e ed è molto irritato! Gli spiego che il mio treno ha tardato, gli dico anche che la prossima volta è meglio se mia avvisa della sua presenza cosi io lo cerco tra le persone e non fuggo via di corsa.

Quella mattina ordiniamo insieme il suo armadio.
Tiriamo fuori tutte le cose estive, le dividiamo in base al colore e le mettiamo sul letto.
Prendiamo le scatole con tutta la roba invernale, tiriamo fuori la roba e la sistemiamo nell’armadio e tutta la roba estiva precedentemente messa sul letto la riponiamo nelle scatole.
All’inizio Paolo non voleva piegare le maglie, chiedeva a me di farlo. Gli ho fatto vedere come si fa e poi qualcuna l’ha piegata lui.
Prima di rimettere la roba invernale nell’armadio, lo abbiamo lavato tutto; in realtà io lavavo e lui asciugava.
Fatto questo, abbiamo sistemato la sua scrivania piena di penne, fogli, cavi sparsi sul tavolo.

Gli ho detto che non è da adulti avere la camera così in disordine; gli ho detto che io a casa sono ordinatissima perché non sono più una bambina che aspetta che la mamma riordini per lei; gli ho anche detto che quando vado a casa del mio fidanzato (che lui conosce ) e vedo la sua camera in disordine mi arrabbio molto e lo rimprovero. Lui faceva fatica a credermi e io gli ho ripetuto che era la verità. Mi chiedeva: “Ma davvero lo rimproveri e ci litighi col tuo ragazzo?” e io gli rispondevo: “Non ci litigo perché si litiga solo per motivi gravi,ma si certo, lo rimprovero perché quando lascia la stanza in disordine si comporta da bambino e lui bambino non lo è più proprio come te!”
Quella mattina poi siamo scesi e prima di andare in stazione abbiamo fatto l’abbonamento mensile per il pullman che prende ogni mattina per andare a scuola. Poi mi ha accompagnata come sempre.

INCONTRO CON GLI INSEGNANTI

Martedì scorso sono andata a scuola di Paolo con i suoi genitori perché c’era un incontro con alcuni insegnanti tra cui quello di sostegno e i genitori di Paolo ci tenevano che fossi presente. Tutti hanno lamentato una certa “negligenza” di Paolo che non porta il materiale scolastico e che spesso si intrattiene nei corridoi quando dovrebbe stare in classe. Io ho chiesto come si comportano di solito se un alunno “normale” tiene questi comportamenti e mi hanno detto che dopo il primo rimprovero, di solito prendono provvedimenti con telefonate a casa o con annotazioni sul diario per informare la famiglia. Gli ho chiesto di fare lo stesso con Paolo perché lui è come tutti gli altri e deve comprendere che se non si rispettano le regole, si viene puniti. Lui a casa è molto rispettoso perché sa che la trasgressione implica una punizione, se a scuola non ha lo stesso tipo di attenzione è perché non essendo affatto stupido, ha capito che può fare i propri comodi senza che nessuno prenda provvedimenti. Ho parlato inoltre del progetto che stiamo portando avanti e quando mi hanno chiesto cosa potevano fare loro in classe per essere in linea con la ricerca io ho fatto presente che la dimensione laboratoriale e di gruppo è quella più adeguata a Paolo ( e non solo a lui visto che in classe ci sono 5 o 6 elementi con disabilità).
Ho parlato del progetto rotocalco, del progetto raccoglitore e del cooperative learning come possibili metodi da utilizzare in classe. Alcuni insegnanti si sono rivelati disponibili a riguardo, altri sono rimasti impassibili, una sola insegnante ancor prima che esponessi il cooperative learning ha detto: “Tanto non riguarda la mia materia”. Le ho detto: “Non so quale materia lei insegni, ma le assicuro che si può applicare in tutte le materie”. Poi ho scoperto una cosa grave: insegna italiano che forse è la materia che si presta meglio a questo tipo di lavoro!!!
Vabbè al di là di questo i genitori di Paolo hanno esposto le loro riflessioni e hanno chiesto la partecipazione di tutti gli insegnanti e non solo di quello di sostegno a cui di solito vengono scaricati tutti gli oneri; hanno chiesto collaborazione e soprattutto comunicazione circolare tra tutti.
Il gruppo si è poi sciolto perché gli insegnanti dovevano partecipare al consiglio di classe dove sarebbe stata valutata la possibilità di formulare un programma paritario per Paolo come vogliono i suoi genitori.

Abbiamo lasciato la scuola e siamo andati via.
Dicevo che lunedì andremo a sviluppare le foto e le incolleremo cosi da ultimare il nostro dépliant di viaggio.
La prossima settimana invece, io avrò il colloquio orale per l’esame di stato all’Università di B..

Ho pensato ( ma non gliel’ho ancora detto perché aspetto la vostra approvazione) di invitarlo perché poi dopo il colloquio c’è la proclamazione di tutti gli abilitati e io porterò al bar qualche amico che sarà venuto a sostenermi.
Vorrei che ci fosse anche Paolo perché vorrei che vedesse che anche io sono sotto esame, che anche io ho le mie ansie e le mie paure e che anche io mi impegno nello studio, insomma vorrei che mi conoscesse anche sotto un altro aspetto e che conoscesse di più il mio mondo e qualche mio amico.

La dott.ssa Alice Imola e il professor Nicola Cuomo rispondono:

Carissima Licia,

mi sembra che con Paolo stia andando benissimo.
Sta emergendo come il parlare di te e di come tu gestisci le tue relazioni lo porta a pensare di emulare e quindi si stanno realizzando apprendimenti indiretti.
Per quanto riguarda l'uso e l'utilizzo di power point questo sarà un ottimo strumento per far sì che il progetto "raccoglitori" abbia anche una confezione moderna (si consiglia sempre di lavorare con i raccoglitori per far introiettare la struttura che lo spostare i differenti fogli propone).
Anche a Scuola hai fatto benissimo a sottolineare che il comportamento del ragazzo deve essere adeguato e che bisogna far sì che rispetti le regole degli altri. Per quanto riguarda però l'apprendere le regole sicuramente Paolo necessità di modalità attente alla sua specificità.
Ricorda all'insegnante di sostegno quali sono le sue responsabilità

"La specializzazione dell'insegnante di sostegno ed il suo ruolo determina la possibilità di: consigliare, informare i colleghi (per esempio facendo circolare questa lettera-relazione tra gli insegnanti) fornendo quegli spunti utili all'ottimizzazione dell'integrazione.
L'insegnante di sostegno è un insegnante specializzato e pertanto deve fornire orientamenti e mettere al servizio dei colleghi le sue competenze, la sua specializzazione (in questo caso informare i Colleghi circa le strategie didattico-formative più adeguate per “disturbi specifici dell’apprendimento in allievi affetti da X Fragile”).
L'insegnante di sostegno è una risorsa per gli insegnanti, un consulente permanente per verificare se il progetto educativo-didattico è adeguato a quanto prevede la legge, è il responsabile della qualità dell'integrazione di Paolo."

Inoltre ricorda che le famiglie devono consegnare le lettere agli insegnanti e che lettere e i documenti richiedono la collaborazione alla ricerca.

ciao

Alice Imola
Nicola Cuomo

Il 10 novembre 2009 Licia scrive:

PAOLO MI ACCOMPAGNA ALL’ESAME

Oggi per me è stata una giornata importantissima. Ho sostenuto il colloquio orale dell’Esame di Stato per l’abilitazione all’albo degli psicologi. Volevo che Paolo fosse con me e cosi alle 14.00 i genitori lo hanno accompagnato a B., all’Università dove io lo stavo aspettando.
La sessione cominciava alle 14.30 cosi Paolo e io siamo andati a mangiare un panino al volo che ha pagato con i suoi soldi.
Poi siamo entrati nell’Università e siamo andati presso l’aula dove si teneva l’esame.
Io ero un po’ agitata, Paolo è stato fantastico perché mi ripeteva: “Dai andrà benissimo”. Mi ha aiutato a ripetere il Codice Deontologico: lui mi chiedeva un articolo a caso e io dovevo dirglielo. Di tanto in tanto mi avvicinavo all’aula per sapere a che lettera del cognome fossero arrivati e lui era interessatissimo, mi chiedeva quanto mancava al mio turno e mi diceva di non chiacchierare con lui ma di ripetere nella mente! E’ stato fortissimo.

Ovviamente non mancava di sottolineare la bellezza di alcune ragazze che passavano, mi chiamava di proposito per dirmi: “Hai visto quella?” e io sorridevo.
Abbiamo atteso non più di un’ora nel corridoio perché l’aula era troppo piccola per contenerci tutti.
Arrivato il mio turno, sono andata dalla commissione e lui mi ha aspettato fuori guardandomi fisso per vedere se fossi in difficoltà o meno.
Ho fatto il mio esame e sono uscita dopo 10 minuti circa. Lui mi aspettava con in mano il mio giubbotto e la mia cartellina degli appunti e mi ha chiesto: “Sei stata bocciata o promossa?” gli ho detto: “sono stata promossa e ho risposto a tutte le domande” e lui : “Hai visto? Te l’avevo detto che andava tutto bene!!!”
Paolo poi ha voluto sapere quali articoli del Codice mi avevano chiesto e guarda caso l’articolo che ho esposto era fra quelli che mi aveva chiesto lui mentre mi aiutava a ripetere.
Sebbene nell’Università ci fosse molta confusione, Paolo è stato tranquillissimo e non l’ho visto a disagio, anzi!
Sottolineava in continuazione la grandezza dell’ateneo e dopo l’esame abbiamo fatto un grande giro durante il quale gli ho mostrato un po’ di cose.
Siamo andati al bar a festeggiare e ovviamente ho offerto io.
Ci tenevo ad avere Paolo con me, mi ha vista in un contesto in cui non mi rivedrà più, ha visto che anche io sono sotto esame; ha visto il mio impegno nel ripetere prima di una prova importante e spero che questo gli rimanga e che funga da esempio per i suoi impegni scolastici.
Dopo i festeggiamenti al bar, siamo andati alla stazione perché dovevo riaccompagnarlo a P..
Abbiamo fatto i biglietti alla biglietteria automatica (purtroppo non potevamo fare altrimenti). Abbiamo letto sul tabellone il binario da cui partiva il nostro treno e ci siamo diretti.
In treno lui anticipava le fermate e il più delle volte le ricordava correttamente.
Il nostro diario di viaggio non è ancora pronto perché dobbiamo ancora incollarci le foto delle stazioni. Lo faremo nel prossimo incontro.
Ho pensato ad una cosa per far sì che Paolo prenda il treno senza di me ma non completamente da solo: vorrei prenotare una visita al Teatro a B.
Ho preso in considerazione di coinvolgere la mamma e Lisa. Il giorno della visita ci incontreremmo direttamente a B.. Loro tre prenderebbero il treno dal loro paese e Paolo col suo libricino, farebbe da guida alla mamma e alla sorella che non hanno mai preso il treno per andare a B. visto che quando è capitato, ci sono andate in macchina.
Io li aspetterei a B., andremmo a teatro e poi ritornerebbero da soli a casa. Credo sia una buona via di mezzo per preparare Paolo a prendere il treno solo in futuro.

La Dottoressa Alice Imola risponde:

Carissima Licia,
una giornata emozionante che Paolo ha dimostrato di saper gestire.
Paolo dandoti dei consigli praticamente ha rivelato anche a se stesso come gestire una autocontrollo in situazioni che possono disorientare sul piano emotivo. Il fatto che lui divenga una guida per la mamma e per la sorella mi sembra un'ottima idea in quanto il ragazzo si sentirà investito di una responsabilità adulta che sarà riconosciuta dalla madre e dalla sorella.
Dovresti in quell'occasione raccomandarti con la madre che lei stessa non vada in ansia togliendo a Paolo il gusto di dimostrare le sue competenze. La madre deve saper attendere, lasciar fare a suo figlio, facendosi guidare.
Se la mamma non mantiene questa calma rischia di disorientare il figlio.
Ciao e buon lavoro.

Alice Imola
Nicola Cuomo

Il 9 dicembre 2009 Licia invia i programmi che ha in mente di attuare con Paolo:

• Per Natale realizzeremo insieme “l’ albero dei ricordi”, appenderemo all’albero tutte le foto che rievocano in Paolo dei momenti importanti. Le fasi sono le seguenti:

1. Selezionare le foto che più ci piacciono e che più evocano momenti carichi di emozione;
2. Stampare queste foto;
3. Ritagliarle;
4. Ritagliare un cartoncino colorato con la stessa forma delle foto;
5. Incollarle sul cartoncino colorato;
6. Praticare un foro sul cartoncino;
7. Appenderle all’albero.


• Intendo cambiare un po’ il sistema con cui lui percepisce i soldi dai genitori: i soldi che adesso riceve in modo sdregolato cioè solo quando ha necessità di comprare qualcosa, dovrà guadagnarseli attraverso lavori in casa. Settimanalmente percepirà un paga con la quale si farà la ricarica telefonica, l’abbonamento mensile del pullman e comprerà tutto ciò che gli serve durante le attività con me. Compreremo poi un registro in cui annoteremo le entrate e le uscite, cosi da tenere sotto controllo la situazione economica e capire se si deve risparmiare oppure se si può fare un acquisto extra. Per fare questo parlerò con i genitori, fisseremo i compiti che svolgerà Paolo e che senza di lui non verranno svolti da nessuno della famiglia. Fisseremo una paga adeguata alle sue necessità nel senso che da quei soldi che percepirà,dovrò pagarsi le ricariche e l’abbonamento mensile. I soldi per queste spese importanti non dovranno esulare dalla sua paga settimanale e non dovranno cadere dal cielo all’occorrenza.
• Potrebbe essere un’idea quella di mettere la sua paga su un conto corrente e utilizzare di volta in volta il bancomat per prelevare il denaro che serve. Di questo devo confrontarmi con i genitori che sicuramente avranno un conto in una banca di riferimento con delle condizioni economiche personalizzate.
• Un grande punto debole è rappresentato dalla forte distanza che c’è fra me e Paolo; sono costretta a stare con lui sempre e solo di pomeriggio per 3 ore e basta. Questa cosa mi vincola moltissimo, non mi permette di spaziare con la fantasia, mi limita tanto. Vorrei quindi organizzare almeno una volta al mese una giornata insieme nel mio paese; quella settimana ci vedremo solo una volta,ma lui avrà conosciuto piano piano i miei genitori, la mia casa, i miei amici, i posti che frequento… la mia vita.
• Intendo anche realizzare il progetto raccoglitore con le modalità previste sulla scorta delle informazioni che troverò sui suoi quaderni dal momento che i programmi scolastici non riesco ad ottenerli dai docenti.
• Intendo, infine, evolvere il progetto treno: dal momento che abbiamo realizzato il diario di viaggio, un giorno chiederò a Paolo di recarsi a B. in compagnia di sua madre e sua sorella; lui sarà la loro guida e avrà la responsabilità di condurle fino a B.. In questo modo prenderà il treno senza di me ma non completamente solo. E questo sarà il punto intermedio di un percorso che ha come obiettivo il fatto che Paolo prenda il treno solo.

L’ALBERO DEI RICORDI

Oggi mi sento molto soddisfatta. Paolo come spesso accade è venuto a prendermi dalla stazione. Tornati a casa, ci siamo messi al computer a selezionare tutte le foto che più ci piacevano per appenderle all’albero. Abbiamo scelto circa 40 fotografie, alcune recenti altre appartenenti a vacanze, crociere, pic nic di uno e due anni fa. Lui ha rivissuto quei momenti con serenità e per ogni foto mi raccontava un po’ il contesto, dove e con chi si trovava…

La sua stampante non è predisposta per stampare a colori, cosi dopo aver passato le foto sulla mia pendrive, siamo scesi e siamo andati all’ufficio di suo zio a chiedergli di farci il favore di stamparle. In quel momento non poteva perché stava lavorando cosi le abbiamo lasciate e ho dato a Paolo il compito di ritirarle mercoledì pomeriggio prima di passare a prendermi dalla stazione. In realtà avevo pensato di farle stampare a Paolo nell’ufficio di suo zio,ma oggi non si poteva in quanto le macchine per stampare erano occupate; domani è la festa dell’immacolata e mercoledì Paolo va a scuola e nel pomeriggio vado già io.

Usciti dal negozio, siamo andati in cartoleria a fare l’abbonamento settimanale per il pullman e lo ha pagato da solo non senza esitazioni.

In realtà volevamo sapere quanto costava l’abbonamento settimanale prima di comprarlo,prima di entrare lui mi fa:” Licia chiedi tu”. Io gli dico che deve farlo lui invece, allora mi chiede:”Cosa devo dire?” e abbiamo fatto una semi scenetta prima di entrare. Io ero la commessa e lui se stesso.

Licia:” Buona sera, mi dica”

Paolo:”Quanto costa l’abbonamento settimanale per M.?”

Di li la commessa avrebbe detto il costo e lui avrebbe preso i soldi e pagato.

E’ andata proprio cosi tranne un imprevisto rappresentato dal fatto che il commesso gli ha chiesto nome e cognome, imprevisto superato con pochi secondi di silenzio prima di rispondere in modo corretto.

Ci siamo recati poi verso la stazione dove come al solito ci siamo dedicati alle nostre chiacchierate che ci aiutano a conoscerci sempre meglio. Mi ha chiesto cosa faccio stasera, che lavoro svolge il mio fidanzato, a che ora esco passerà a prendermi…

Ho notato che stando in stazione ha imparato la distinzione fra destra e sinistra. All’inizio si confondeva molto e diceva sempre e solo sinistra. Ha acquisito anche un certo senso di orientamento spaziale perché a furia di prendere e vedere treni, adesso sa quali vanno verso B. e quali vanno nel senso opposto.

Arrivato il mio treno, ci siamo salutati dandoci appuntamento per mercoledì.


Stamattina ho pensato di inviare al Signor Giannelli i miei programmi per Paolo, praticamente gli ho inviato lo stesso file che ho inviato a voi. Ho pensato che fosse una buona idea per due motivi:

1. Spesso dice che sente di navigare a vista, con questo programma
abbiamo un piccolo orizzonte cui mirare;
2. Può controllare il mio lavoro: se fra due mesi nulla di quello che
ho scritto sarò riuscita a realizzare, potrà prendere le sue
decisioni; se avrò concretizzato potrà essere soddisfatto.

Sulla scorta di quanto gli ho inviato, oggi pomeriggio abbiamo parlato un po’ ed è stato molto felice del progetto sulla paga settimanale e sul registro delle entrate- uscite. Lui è anche propenso al bancomat, ma lo faremo in un secondo momento, dopo aver avviato quello della paga settimanale. E’ necessario che Paolo automatizzi i compiti che deve svolgere per guadagnarsi la paga; impari a gestire i suoi soldi col supporto del registro per poi introdurre il bancomat.

Il professor Cuomo e la Dottoressa Imola rispondono a Licia per quanto riguarda il programma:

Carissima Licia,

ti rispondiamo analizzando punto per punto i tuoi progetti e nel contempo ti consigliamo, per aiutarti ad avere un'organizzazione più coerente possibile allo stile della ricerca, di leggere approfonditamente l'e-mail trasversale che ti abbiamo inviato e che ha per oggetto: IMPORTANTE!: approfondimenti sulla progettualità.

1. Per Natale realizzeremo insieme “l’ albero dei ricordi”, appenderemo all’albero tutte le foto che rievocano in Paolo dei momenti importanti. Le fasi sono le seguenti
• Selezionare le foto che più ci piacciono e che più evocano momenti carichi di emozione;
• Stampare queste foto;
• Ritagliarle;
• Ritagliare un cartoncino colorato con la stessa forma delle foto;
• Incollarle sul cartoncino colorato;
• Praticare un foro sul cartoncino;
• Appenderle all’albero.

1. Per quanto riguarda l'albero di Natale dei ricordi questo dovrebbe essere un momento molto breve e iniziare e terminare in un incontro altrimenti questo lavoro corre il rischio di diventare infantilizzante ed una perdita di tempo. E' un lavoro che Paolo se vuole può continuare con sua sorella e con i genitori. Lo stare molto tempo sull'albero di Natale sicuramente farà piacere a Paolo perchè ha l'esclusiva di una ragazza vicino a se e quindi una risposta al suo turbinio di ormoni, ma assolutamente non è un lavoro che deve impegnare più del tempo di quanto già è stato fatto.
Bisogna tener conto che per ragazzi con X Fragile è risultato importante avere un ritmo che non significa far le cose in fretta, ma con tempi assolutamente non lenti, in quanto il girare e rigirare su un argomento fa perdere il filo del discorso. Per esempio lo stare molto tempo per cercare un agenda non è un percorso utile assolutamente: meglio un agenda brutta e subito che una bellissima dopo due o tre incontro che ci si dimentica a cosa serviva.
Il ritmo del tempo deve essere sincronizzato a quello dei risultati ed in relazione all'importanza di questo.
Uno dei riferimenti che tu devi avere sempre presente è quello dell'età di Paolo ed i ragazzi della sua età sicuramente non stanno pomeriggi interi a ritagliare fotografie e a incollarle sull'albero.
Invece e coerentemente a quanto ci scrivi nei punti successivi questi sono momenti di acquisti, di compere, di un dinamismo che le feste natalizie propongono.
Pertanto, tu dovresti partecipare al ritmo degli acquisti delle compere e dell'organizzazione, il tempo dei ricordi, degli allestimenti, del presepe, dell'albero,... questo va giocato con la sorella, il padre e la madre, se lo si ritiene coincidente con lo stile e le abitudini della famiglia.

2. Intendo cambiare un po’ il sistema con cui lui percepisce i soldi dai genitori: i soldi che adesso riceve in modo sdregolato cioè solo quando ha necessità di comprare qualcosa, dovrà guadagnarseli attraverso lavori in casa. Settimanalmente percepirà un paga con la quale si farà la ricarica telefonica, l’abbonamento mensile del pullman e comprerà tutto ciò che gli serve durante le attività con me. Compreremo poi un registro in cui annoteremo le entrate e le uscite, cosi da tenere sotto controllo la situazione economica e capire se si deve risparmiare oppure se si può fare un acquisto extra. Per fare questo parlerò con i genitori, fisseremo i compiti che svolgerà Paolo e che senza di lui non verranno svolti da nessuno della famiglia. Fisseremo una paga adeguata alle sue necessità nel senso che da quei soldi che percepirà,dovrò pagarsi le ricariche e l’abbonamento mensile. I soldi per queste spese importanti non dovranno esulare dalla sua paga settimanale e non dovranno cadere dal cielo all’occorrenza.

3. Potrebbe essere un’idea quella di mettere la sua paga su un conto corrente e utilizzare di volta in volta il bancomat per prelevare il denaro che serve. Di questo devo confrontarmi con i genitori che sicuramente avranno un conto in una banca di riferimento con delle condizioni economiche personalizzate.


2. 3. Per quanto riguarda il progetto danaro sicuramente va regolamentato ed immesso in un percorso funzionale, di responsabilità, in un percorso adulto. Pertanto non solo il denaro lo deve utilizzare in relazione alla sua paghetta e questo in relazione ad un partecipare alle faccende domestiche, ma anche in relazione a responsabilità comuni proprio della famiglia, ricordandosi scadenza e facendo attenzione a dei bisogni comuni della famiglia: comprare il latte, il pane,... ed altri acquisti consueti e periodici. A tale proposito ti mandiamo come riferimento il progetto danaro per sottolienarti che questo non va insegnato facendo riferimento a termini aritmetici o matematici, ma deve essere insegnato e appreso con il suo valore di uso. Il progetto danaro è un esempio che tu dovrai calibrare in funzione ed in relazione alle competenze che Paolo possiede cercando sempre di farlo diventare più adulto possibile.
Per quanto riguarda il bancomat tieni presente che non è complesse averne uno ed è meglio averne di quelli prepagati che sono ricaricabili e hanno una cifra limitata a quanto si è caricato.
Inoltre è possibile anche avere un servizio di notifica che ti informa via e-mail via sms quanto e dove speso il giorno e a che ora. Questo permette di avere un riscontro per quel registro delle entrate e delle uscite come tu avevi prospettato.

4. Un grande punto debole è rappresentato dalla forte distanza che c’è fra me e Paolo; sono costretta a stare con lui sempre e solo di pomeriggio per 3 ore e basta. Questa cosa mi vincola moltissimo, non mi permette di spaziare con la fantasia, mi limita tanto. Vorrei quindi organizzare almeno una volta al mese una giornata insieme nel mio paese; quella settimana ci vedremo solo una volta,ma lui avrà conosciuto piano piano i miei genitori, la mia casa, i miei amici, i posti che frequento… la mia vita.


4. Per quanto riguarda l'andare a casa tua, bisogna ancora aspettare questo passo. E' preferibile per esempio incontrarsi su B. anche in relazione all'altro progetto che tu hai in previsione.

5. Intendo anche realizzare il progetto raccoglitore con le modalità previste sulla scorta delle informazioni che troverò sui suoi quaderni dal momento che i programmi scolastici non riesco ad ottenerli dai docenti.

5. Per quanto riguarda il progetto raccoglitori sicuramente è meglio che tu inizia indipendentemente dai tempi lenti della scuola assicurandoti però che quanto è sui quaderni di Paolo sia parallelo a quanto viene svolto in classe. Per saperne di più puoi incontrarti con un paio di amici di Paolo e vedrai che questi in poco tempo ti ragguaglieranno sul programma e in una complicità anche possono riportarti fedelmente come gli insegnanti trattano Paolo. Naturalmente dovrai organizzare l'incontro e la relazione in modo che questa complicità e alleanza nasca con te (naturalmente tu da psicologa questo lo saprai fare benissimo).

Ciao

Nicola Cuomo
Alice Imola

LISA

Lisa è la sorella di Paolo ed è una ragazza di 14 anni.

Il 15 dicembre 2009 la mamma di Paolo e Lisa scrive al professor Cuomo per avere un riscontro dopo gli incontri con gli insegnanti dei suoi figli:


Gentilissimo prof. Cuomo
Dott. Alice Imola

Sono la mamma di Paolo e Lisa, prima di tutto vorrei complimentarmi con voi e con tutti quanti riguardo l’incontro di Roma, a mio avviso fortemente formativo e significativo per noi genitori.
Vi sto scrivendo per informarvi di alcune cose molto importanti;, qualche giorno fa sono stata a scuola di Paolo per i famosi colloqui con gli insegnanti di classe.
E’ stato un momento abbastanza sereno, per la prima volta mi sono sentita, io come genitore ,integrata nel gruppo classe, vi spiego il perchè.
Gli insegnanti hanno finalmente parlato di Paolo , di quello che stanno facendo e come stanno lavorando, spiegando che il ragazzo ha sempre bisogno di essere seguito e spronato in tutti i modi; mi hanno aperto il registro classe per mostrarmi i voti di Paolo riguardo ai compiti scritti e alle interrogazioni eseguite in classe fino a questo momento,e non sono male, anche se tutto ciò può importare relativamente..
Li ho trovati molto motivati e coinvolti nell’affrontare insieme questo nuovo percorso caratterizzato da nuove strategie didattiche, metodi, modalità, strumenti per insegnare in modo creativo e dinamico. Per la prima volta ho sentito parlare di Paolo come di un qualsiasi alunno della classe , con i suoi problemi, le sue furbizie, le sue lacune, senza sentirmi la terribile frase “signora parli col suo insegnante di sostegno che le saprà dire qualcosa in più”.
Finalmente hanno capito che l’insegnante di sostegno deve essere un mediatore, un tramite, un anello di congiunzione che permetterà loro di lavorare con Paolo nel miglior modo possibile,sfruttando a pieno le sue potenzialità.
Anzi ho notato in loro un forte impegno e una buona concentrazione per aumentare in Paolo il senso di responsabilità nei confronti dei compiti da eseguire a casa e di tutta l’attività scolastica; infatti Paolo ormai si è abituato a rivestire il ruolo del ragazzo che deve impegnarsi giusto quando ha voglia e nelle modalità a lui più consone, tanto nessuno da lui pretende più di tanto.
Questo diverso atteggiamento degli insegnanti porterà Paolo a modificare la considerazione di se stesso aumentando sicuramente la sua autostima, il tutto aiutato e coadiuvato dall’attento e minuzioso lavoro fatto a scuola e a casa.
Prima, tutto questo non era possibile, le mie parole non erano né ascoltate né prese in considerazione, mi sono sentita sola a remare in un oceano agitatissimo; questo progetto finalmente è arrivato nel momento giusto, noi genitori grazie a voi in qualità di Università ci sentiamo sostenuti quindi più forti, grazie alla ricerca la scuola ha l’opportunità di usufruire di consulenza multi e interdisciplinare.
Tutto questo purtroppo non è emerso a scuola di Lisa. Lei frequenta il primo anno del liceo delle scienze sociali a C.; nonostante i tanti aspetti positivi che caratterizzano caratterialmente e didatticamente la ragazza, cosa è prevalso subito agli occhi di alcuni insegnanti? La necessità di catalogare tutto il suo percorso scolastico con il programma differenziato, in modo da non sottoporre la ragazza ad uno sforzo enorme rispettando così i suoi tempi e i suoi ritmi.
Alla luce di quello che ho scritto prima, questo dimostra che questi insegnanti sono completamente fuori da questo tipo di formazione; arrendersi subito con Lisa che francamente ha passione per lo studio (sempre adeguatamente guidata) non lo permetterò; lei è vivace, è piena di buona volontà, in classe si è inserita molto bene, viaggia in pullman da sola dal primo giorno di scuola, infatti chiavi di casa e cellulare sono i suoi punti di forza.
Per me sinceramente tutto questo è stato un po’ deludente, anche se in fondo non mi sento di condannare del tutto gli insegnanti perché loro evidentemente sono legati alle vecchie teorie che, avendo un disabile in classe, il sistema migliore per lavorare tutti tranquillamente è quello di settorializzare l’insegnamento semplificando i contenuti, frammentando le conoscenze senza sapere che così facendo complicano ancora di più gli apprendimenti.
La gentilezza che vi chiedo, professore, è quella di inviarmi un po’ di materiale o una relazione con delle direttive e supporti, affinché loro possano studiare e allargare magari i propri orizzonti; io conto di tornare a scuola mercoledì 16 /12 e portare la relazione “ il filo di arianna” i vostri indirizzi e-mail e altro.

Cordiali saluti

Il professor Cuomo e la dottoressa Imola rispondono:

Gentilissima signora Giannelli,

sicuramente l'idea di andare a scuola di sua figlia Lisa con i documenti che diceva è molto adeguata.

Il far capire che dietro le sue parole vi è una ricerca specifica sulla X-Fragile e che non sono solo sue idee personali ma che derivano da una indagine scientifica multi ed interdisciplinare, prospetterà, almeno lo spero, una attenzione maggiore alle sue parole e di conseguenza per Lisa.

Può invitare gli insegnanti ( in particolare quello Specializzato per il Sostegno) a visitare il forum e la rivista.

Tra i documenti da portare a scuola dovrebbe scegliere quello che ritiene più opportuno in relazione a quanto le hanno detto e chiesto gli insegnanti.
Tale documento lo scelga tra quelle e-mail trasversali che inviamo a tutte le famiglie in quanto di interesse comune.

Inoltre può informare il Dirigente che l'altro suo figlio è stato campionato per la ricerca-azione-formazione e che per il prossimo anno si spera di passare da un numero limitato, per le necessità di campionamento della ricerca, ad un numero più grande di casi.

Al dirigente può mostrare la lettera in cui io chiedevo la collaborazione sia delle Scuole che delle AUSL. tale lettera può far capire l'importanza dell'intervento di ricerca e della serietà e quindi predisporre alla collaborazione sia il Dirigente che gli Insegnanti.

Penso che il fatto che lei vada con una documentazione rigorosa, seria sul piano scientifico ed istituzionale (la documentazione è su carta intestata dell'Università), sia una premessa per la cooperazione. Quindi vada
fiduciosa e tranquilla.

Mi faccia sapere.

Nicola Cuomo
Alice Imola

L’INCONTRO A SCUOLA DI LISA

Il 16 dicembre 2009 Licia scrive:

Gentile Professore,
stamattina sono andata con la signora Giannelli a scuola di Lisa.
Ho trovato una scuola di buona qualità nel senso che i docenti mi sono sembrati tutti molto competenti, accurati nelle valutazioni e professionalmente validi.
Abbiamo parlato con l’insegnante di Scienze della Terra la quale è molto attenta alle esigenze di Lisa e della classe intera e non ha rilevato grossi problemi nella sua materia. L’insegnante di inglese necessita della presenza del docente di sostegno anche nelle sue ore in quanto Lisa pur essendo volenterosa, ha bisogno di un supporto in più.
I problemi stanno con la matematica che è un grosso scoglio per la ragazza e per la docente!
In matematica Lisa segue un programma diverso dagli altri e ad oggi, sta ancora svolgendo le quattro operazioni di base mentre la classe è alle prese con i polinomi. La professoressa ritiene che almeno in questa materia, occorra il differenziato, noi le abbiamo chiesto di leggere con attenzione fra il materiale che abbiamo portato, il laboratorio di matematica.
L’insegnante di italiano ha ribadito ciò che la signora Giannelli ha egregiamente esposto a Roma e cioè che è a favore del differenziato per il benessere della ragazza, che Lisa non può raggiungere nemmeno gli obiettivi minimi di un paritario e via di seguito.
Io gli ho fatto presente tutto ciò che concerne la Legge 104 e il progetto amico che stiamo svolgendo; abbiamo avuto un dialogo a tratti irritante e antipatico, mentre la signora Giannelli è rimasta in silenzio ad ascoltare sicuramente provata per l’ennesima volta.
Alla fine il docente in questione è uscito dalla stanza in cui eravamo per andare a parlare col Dirigente Scolastico (onestamente non ho capito bene per quale motivo); fatto sta che quando è tornato ci ha detto che il Dirigente intende accogliere le nostre richieste previa lettera formale da parte della famiglia in cui si chiede che vengano utilizzate a scuola le prassi educative e le strategie usate nel progetto amico sulla scorta del materiale cartaceo e degli indirizzi elettronici che abbiamo fornito a tutti i docenti.

Cordialmente, Licia.

Il professor Cuomo risponde:

Gent.ma dott.ssa Licia,

il suo messaggio mi ha fatto passare da una situazione che sembrava di ottima condizione improvvisamente ad un baratro.

Noto che lei ha dello humor freddo e con questo percorso sono passato da "Ho trovato una scuola di buona qualità nel senso che i docenti mi sono sembrati tutti molto competenti, accurati nelle valutazioni e professionalmente validi." ad avere una secchiata d'acqua fredda leggendo: "L’insegnante di inglese necessita della presenza del docente di sostegno anche nelle sue ore in quanto Lisa pur essendo volenterosa, ha bisogno di un supporto in più.
I problemi stanno con la matematica che è un grosso scoglio per la ragazza e per la docente!" e a questo punto sembrerebbe che il grosso scoglio sia nella matematica, invece proseguendo l'acqua da fredda diventa ghiacciata quando leggo: "L’insegnante di italiano ha ribadito ciò che Edda ha egregiamente esposto a Roma e cioè che è a favore del differenziato per il benessere della ragazza, che Lisa non può raggiungere nemmeno gli obiettivi minimi di un paritario e via di seguito."
Pertanto non mi resta altro che constare che tutto sia rimasto fermo a quanto la mamma di Lisa mi ha scritto. Complessivamente gli insegnanti sono irremovibili ed una scuola che ha come finalità quella di formare degli studenti ad affrontare e risolvere delle problematiche sociali assolutamente non ha le competenze per poter riorientare la propria didattica per includere e integrare in relazione a quanto prevede la legge una ragazza, tra l'altro molto competente, come lo è Lisa. Questo mi fa rimanere molto perplesso e francamente non so cosa fare se non allegarle l'articolo dell'Ispettrice Cantoni. La richiesta degli insegnanti di avere della documentazione scritta mi sembra freddamente burocratica e francamente penso che sia una scusa per prendere tempo sperando che la resistenza della famiglia cali e quindi possano procedere secondo le loro abitudini e credenze nel procedere.
Forse sarebbe il caso di cambiare scuola.
L'atteggiamento dell'insegnante di lettere di andare a parlare con il preside mi fa pensare ad un colloquio di questo tipo.
insegnante: "allora preside questi dicono delle chiacchiere e non si rendono conto del livello della ragazza. cosa facciamo?...."

preside: "lei chieda la documentazione, poi andiamo avanti e vedrà che faremo come sempre..."

Vediamo nella realtà, nel quotidiano nella scuola cosa accadrà, a mio avviso tenendo sempre presente che forse è meglio cambiare scuola in quanto l'incontro non è stato con persone sincere ma con profondi pregiudizi e false.

Fatemi sapere
Nicola Cuomo

Il 18 dicembre 2009 il professor Cuomo scrive alla famiglia di Lisa:


Gentilissima fam. Giannelli,

vi scrivo in allegato delle mie riflessioni che potrete utilizzare per la situazione scolastica di Lisa.
Penso assolutamente che non dobbiate sottoscrivere alcuna dichiarazione in quanto le problematiche relative allo sviluppo e al potenziamento professionale di Lisa di responsabilità della scuola e gli insegnanti.
Purtroppo mi sembra un gruppo di docenti poco sinceri, abituati a determinare situazioni parallele ai programmi scolastici di cui non assumono responsabilità didattiche.
Un determinare percorsi paralleli in cui si fanno i riassuntini, i conticini, e non si mettono in atto progetti e piani di lavoro per lo sviluppo e il potenziamento delle intelligenze.
La mia riflessione allegata li mette di fronte alle loro responsabilità professionali che non consistono nell'assumere "l'atteggiamento del professore" né quello di conoscere a fondo la propria materia (questo è il minimo di cui un professore deve essere in possesso); la professionalità di un insegnante sta nel farsi comprendere profondamente da tutti, Lisa compresa.
Francamente sia lei che Licia siete state molto buone a connotare questi professori come bravi docenti. Io spero di poterlo affermare con le azioni didattiche future.
Per ora ho visto soltanto delle persone alla ricerca di deresponsabilizzarsi e di scuse.

In relazione alla vostra domanda di consigli circa la richiesta del Dirigente scolastico della Scuola in cui vostra figlia Lisa è regolarmente iscritta, richiesta di una “lettera formale” nella quale dovreste dichiarare di seguire le direttive della ricerca, assumendovi le vostre responsabilità, francamente non capisco il perché della richiesta (molto probabilmente vi sarà stato un fraintendimento che va chiarito).
Sarebbe opportuno, per evitare equivoci che potrebbero disturbare la serenità delle relazioni tra voi e la Scuola, prima di fare qualunque dichiarazione formale, che la Dirigente faccia gentilmente una richiesta scritta motivando il vantaggio di questa vostra dichiarazione per Lisa e la necessità della dichiarazioni in termini di legge (per chiarificazioni legislative l’Avvocato Salvatore Nocera Vicepresidente nazionale della FISH ha dichiarato la sua disponibilità).

Per quanto mi riguarda, sperando di apportare riferimenti chiarificanti, tratteggio alcune informazioni dettate dalla legislazione e dall’esperienza nella ricerca specifica nel settore dell’integrazione/inclusione di persone con deficit.

La risorsa Insegnante Specializzato per il Sostegno.

L’Insegnante Specializzato per il Sostegno è la risorsa Professionale che il Ministero mette a disposizione della Scuola, della Classe e della famiglia per programmare, pianificare, progettare i percorsi formativo-didattici più adeguati alle caratteristiche originali dello studente che presenta bisogni speciali. Tale Consulenza – con la sua presenza quotidiana – è di supporto permanente ai Colleghi, oltre che allo studente con deficit, per quei confronti finalizzati a determinare strategie e strumenti mediatori facilitanti l’insegnare e l’apprendere dello studente con bisogni speciali.

E’ compito dell’Insegnante Specializzato per il Sostegno provvedere a organizzare piani di lavoro originali e ad approntare strumenti adatti a Lisa in modo che si possano realizzare, nell’ambito degli orari e delle discipline con sistemazioni adeguate alla sua formazione anche in situazioni laboratoriali e di tirocinio.
L’Insegnante Specializzato per il Sostegno è stato formato ed è abilitato per il suo Complesso e Delicato compito e quindi ha le competenze adeguate per affrontare le responsabilità di realizzare, con la collaborazione dei Colleghi, un progetto educativo-didattico ponderato sufficientemente con l’ausilio di tutti i docenti.
La pianificazione, grazie all’apporto e responsabilità Professionale dell’Insegnante Specializzato per il Sostegno, potrà proseguire con la garanzia che la Scuola sta mettendo in atto quegli orientamenti raccomandati dalla ricerca nel settore dell’integrazione/inclusione e prevista dalla recente legislazione.
Legislazione che inoltre prevede la responsabilità della Scuola di avvalersi di Consulenze Scientifiche anche al di fuori del proprio ambito ciò per garantire l’Alta Qualità delle azioni didattico-formative a vantaggio dello studente con bisogni speciali.

cfr.: Legge 5 febbraio 1992, n. 104 (in GU del 17 febbraio 1992) Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate Art. 5 - Principi generali per i diritti della persona handicappata -
1. La rimozione delle cause invalidanti, la promozione dell'autonomia e la realizzazione dell'integrazione sociale sono perseguite attraverso i seguenti obiettivi:
sviluppare la ricerca scientifica, genetica, biomedica, psicopedagogica, sociale e tecnologica anche mediante programmi finalizzati concordati con istituzioni pubbliche e private, in particolare con le sedi universitarie, con il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), con i servizi sanitari e sociali, considerando la persona handicappata e la sua famiglia, se coinvolti, soggetti partecipi e consapevoli della ricerca;

Inoltre in particolare:
e) assicurare nella scelta e nell'attuazione degli interventi socio-sanitari la collaborazione della famiglia, della comunità e della persona handicappata, attivandone le potenziali capacità;
h) garantire alla persona handicappata e alla famiglia adeguato sostegno psicologico e psicopedagogico, servizi di aiuto personale o familiare, strumenti e sussidi tecnici, prevedendo, nei casi strettamente necessari e per il periodo indispensabile, interventi economici integrativi per il raggiungimento degli obiettivi di cui al presente articolo;
l) garantire il diritto alla scelta dei servizi ritenuti più idonei anche al di fuori della circoscrizione territoriale.


Le responsabilità del progetto didattico.

Il progetto didattico è una responsabilità dell’Insegnante Specializzato per il Sostegno che con l’ausilio attivo dei suoi Colleghi deve cooperare con questi per realizzare percorsi facilitanti in cui Lisa ha il diritto di partecipare con le opportune attenzioni didattiche e supporti mediatori.

A tale proposito è risultato funzionale nelle nostre ricerche (in special modo nella scuola superiore dove le ore dell’insegnante di sostegno sono più ridotte), come è previsto dalla legge, utilizzare l'Insegnante Specializzato per il Sostegno nel ruolo di Mediatore e di “regista” distributore di dati.
L’Insegnante Specializzato per il Sostegno come un vero e proprio Coordinatore di un "centro operativo" con la responsabilità di riportare e coordinare notizie, determinando l'unità dell'intervento tra il gruppo degli insegnanti, i genitori, gli esperti.
L'Insegnante Specializzato per il Sostegno in queste funzioni si rivela fondamentale; senza i collegamenti provocati e mantenuti dalla sua figura coordinante un progetto di lavoro diviene “debole” sul piano formativo e molto difficilmente attualizzabile.
L'insegnante Specializzato per il Sostegno è un riferimento stabile per la realizzazione dei progetti di integrazione/inclusione .
Il gruppo degli insegnanti in relazione a tale presenza specializzata, hanno la possibilità di orientare adeguatamente quelle azioni opportune e valide per il progetto di integrazione/inclusione e per organizzare piani di lavoro idonei al superamento delle difficoltà di apprendimento e di insegnamento che si possono incontrare nel corso dell’itinerario formativo.
La specializzazione dell'insegnante di sostegno ed il suo ruolo determina la possibilità di: consigliare, informare i colleghi (per esempio facendo circolare questa lettera, la documentazione esistente, tra gli insegnanti) fornendo quegli spunti utili all'ottimizzazione dell'integrazione/inclusione che ha come scopo la formazione della persona con deficit.
L'insegnante di sostegno, lo ribadisco, è un insegnante specializzato e pertanto deve fornire orientamenti e mettere al servizio dei colleghi le sue competenze: la sua specializzazione.
L'insegnante di sostegno è una risorsa per tutti gli insegnanti, un consulente permanente che con la sua presenza quotidiana offre gli strumenti e le chiavi concettuali per verificare se il progetto educativo-didattico è adeguato a quanto prevede la legge, la sua Specializzazione ed Abilitazione lo porta ad essere il responsabile principale della qualità dell'integrazione/inclusione di Lisa.

Riflettiamo sulle risorse e gli orientamenti della legge 104.

In relazione alla richiesta della Scuola di una dichiarazione da parte della famiglia. Personalmente penso che tale dichiarazione non può assolutamente far assumere responsabilità ai genitori di Lisa in quanto le responsabilità formative ed organizzative dell’itinerario formativo sono di esclusiva responsabilità della Scuola e regolamentati dalla legge.
La Scuola, gli Insegnanti, non devono far altro che mettere in atto ciò che la legge prevede e pertanto non vi è bisogno di alcuna dichiarazione (che risulterebbe vessatoria se non prevista dalla legge).
Naturalmente la collaborazione tra Scuola e Famiglia è una risorsa indispensabile e la Famiglia Giannelli - proprio con la sua attenzione ed impegno nell’informazione permanente sulle possibilità potenziali di sviluppo cognitivo ed affettivo della figlia Lisa - sta mettendo in atto azioni di sollecitazione e di supporto per determinare confronto e collaborazione tra differenti istituzioni e professionisti ausiliando la Scuola (cfr.: nota precedente legge 104). Le azioni che la famiglia sta mettendo in atto attestano e testimoniano la grande cura ed energia affettiva che i genitori stanno mettendo sul campo della collaborazione con la Scuola per far sì che la figlia Lisa abbia le risposte di qualità che la legge impone e l’etica professionale deve offrire con gioia (con Lisa in classe entrano valori non problemi). Pertanto, dal mio punto di vista, non sono necessari alcuni documenti né dichiarazioni che assolutamente si rivelerebbero inutili in quanto tutto deve svolgersi secondo quanto prevede la legge (inoltre è opera della cultura e della Comunità Educativa-Scuola superare anche quanto non ancora previsto e che si dimostri facilitante per Lisa). Se vi dovessero essere insistenze di richieste di dichiarazioni da parte della famiglia queste dovranno non essere fatte a voce, ma attraverso un documento scritto il quale con la richiesta ne spiega le motivazioni.

La legge 104 del 5 febbraio 1992, i cui articoli 12-13-14-15-16-17 riguardano nello specifico i percorsi educativi e formativi compresi quelli inerenti l'istruzione secondaria e la formazione professionale sottolinea che l'integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata negli ambiti degli apprendimenti, della socializzazione, come delle autonomie: quindi non si definiscono solo ambiti di contenuto, ma questi si collocano quali presupposti per integrare la persona nel contesto culturale e sociale.
Il comma 4 dell'art.12 stabilisce che: "l'esercizio del diritto all'educazione e all'istruzione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all'handicap".
Per la messa in atto di quanto è previsto dalla legge, sono chiamate in causa sia l'organizzazione della scuola che le altre istituzioni, a cui la legge attribuisce compiti e responsabilità, sollecitando la cooperazione, l'integrazione degli interventi, delle istituzioni, delle competenze, delle professionalità e dei professionisti.
Pertanto seguendo gli orientamenti della legge e dell’etica educativo-didattica risulta necessario determinare sempre di più occasioni e situazioni per una collaborazione tra esperti, la scuola, le famiglie, le istituzioni con la finalità di integrare competenze pedagogiche, mediche, psicologiche, sociali, politiche,...
Per una relazione snella e priva di fraintendimenti con le famiglie risulta fondamentale un progetto concordato ed informare la famiglia circa la programmazione dei suoi tempi di svolgimenti, delle strategie utilizzate in modo che la famiglia possa partecipare al sostegno finalizzato al superamento degli handicaps che la disabilità può provocare.

L'Ispettrice Cantoni

http://rivistaemozione.scedu.unibo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=71&Itemid=81

ci sottolinea l'importanza e la chiarezza dell'art. 4 del Regolamento sull'Autonomia su cui bisognerebbe basarsi per strutturare il percorso di preparazione all'esame di Stato e nel quale ritroviamo i principi chiave su cui poter orientare il lavoro degli insegnanti e dei genitori:
“Le istituzioni scolastiche, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa delle famiglie e delle finalità generali del sistema, a norma dell'art.8 concretizzano gli obiettivi nazionali in percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto di apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni, riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo.” “Nell'esercizio dell'autonomia didattica le istituzioni scolastiche regolano i tempi dell'insegnamento e dello svolgimento delle singole discipline e attività nel modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento degli alunni." (cfr. rispettivamente comma 1 e comma 2 dell'art.4 del Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n° 275).

Il "modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento degli alunni" sottolinea che la scuola deve organizzarsi per sviluppare i potenziali degli alunni, con particolare attenzione quando vi è la presenza (conosciuta sin dall'iscrizione) di uno studente definito "handicappato".
Il "modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento degli alunni", quando ci sono studenti con necessità speciali, evidenzia che il progetto pedagogico- didattico deve agire organizzando prassi, strategie, percorsi didattici, piste di lavoro con l'ausilio di mediatori sia nell'ambito dei professionisti della didattica e della pedagogia speciale, sia utilizzando mediatori tecnologici(nel caso di Lisa la stessa legge offre l’opportunità alla pianificazione didattica di dilatare i tempi di pratica, di laboratorio, di tirocinio).

L'iscrizione di uno studente affetto da disabilità significa che l'intero percorso formativo di ogni ordine di Scuola ed in prospettiva della secondaria deve organizzarsi con personale qualificato e strumenti idonei a raggiungere il fine per cui l'allievo si è iscritto progettando ambiti, strumenti, strategie di sostegno in modo da intervenire rispettando l'originalità e i tempi di ciascun allievo.
Le informazioni che i genitori devono ricevere dovranno essere chiare e non pregiudicanti la serenità del rapporto con la scuola per questo l’insegnante di sostegno dovrà garantire con le sue competenze che tutto ciò avvenga.

Gli articoli sopra citati propongono sul piano legislativo e dei regolamenti scolastici una sollecitazione nell'ambito dell'"area di sviluppo potenziale" che ci ricorda le ricerche scientifiche di Vygotskij e ci rimanda a ipotesi teoretiche, metodologiche per orientare le prassi della didattica riferendosi a quelle pedagogie attive che basano i loro ambiti epistemologici sui processi dell'apprendere e non soltanto sui meri contenuti. Gli orientamenti e le prassi riportati nelle lettere-relazioni precedenti hanno lo scopo di facilitare gli insegnanti nel ideare, ipotizzare, realizare i loro progetti.

Importante.

L’indirizzo scolastico in cui Lisa è stata iscritta ha una caratteristica molto interessante in quanto avendo studenti che dovranno essere formati per intervenire nel sociale ed avendo questi Lisa come compagna che presenta dei bisogni speciali, tale presenza, determina l’occasione permanente per una profonda professionalizzazione del gruppo classe.

Concludo dicendo alla famiglia che, se lo ritiene opportuno, può far leggere le riflessioni cje vi invio anche alla Dirigente ed agli Insegnanti.

Colgo l’occasione per augurare a tutti prossime felici festività.

Il 30 dicembre 2009 Licia scrive:

Il 23 dicembre ho preso appuntamento con Paolo nella città di B. e lui aveva il compito di recarsi in treno e di guidare sua madre e sua sorella.

Ho precedentemente chiesto alla mamma di videoregistrare tutte le fasi della mattinata:

1. Impostare la sveglia il giorno prima;
2. Scendere all’ora prestabilita;
3. Comprare i biglietti e pagarli;
4. Obliterare;
5. Recarsi al giusto binario;
6. Prendere il treno e monitorare le fermate fino a scendere a quella giusta.

Durante l’incontro precedente ho dedicato un po’ di tempo proprio alla trascrizione punto per punto delle fasi che ho appena scritto. Paolo e io seduti attorno al tavolo, abbiamo pensato a tutto quello che c’è da fare per prendere un treno, partendo dalla sveglia mattutina e insieme abbiamo scritto ogni passaggio. Questo foglio poi lui l’ha portato con sé il 23 assieme al nostro diario di viaggio grazie al quale ha potuto controllare tutte le fermate.
È andato tutto benissimo!!! Appena il padre di Paolo potrà, vi manderà il video, ma la mamma mi ha detto che ha visto Paolo sicuro di se stesso e felice dell’impresa tanto che mi ha confidato che si fiderebbe a fargli prendere il treno totalmente solo. In effetti è quello che ho progettato per il futuro prossimo.

Durante queste vacanze abbiamo comprato anche il registro contabile su cui deve annotare le sue entrate e uscite anche se i genitori ad oggi non gli hanno ancora dato una paghetta in quanto Paolo non assolve al suo dovere e dimentica quasi sempre di occuparsi della raccolta differenziata.

Abbiamo inoltre cominciato a realizzare il listino prezzi: abbiamo ritagliato molti prodotti di uso quotidiano dai volantini delle offerte, abbiamo incollato i pezzi, scritto i prezzi vicino e incollato le relative monete/banconote che avevamo precedentemente stampato da un sito e poiché erano in bianco e nero le abbiamo colorate noi.
Questo listino è ancora in fase di preparazione. Devo dire che da quando abbiamo cominciato questo lavoro, se chiedo a Paolo di passarmi le monete che formano per es. 1,60 euro, lui riesce a ravvisarle con pochi problemi; molto spesso usiamo la calcolatrice quando lo vedo incerto.
Spero di essere riuscita a portare avanti durante le festività i programmi di cui avevamo parlato nell’ultima supervisione.

A presto.

Il professor Cuomo risponde:

Gentilissima Licia,

sicuramente il lavoro sta procedendo molto bene e pian piano penso che si matureranno ed evolveranno sempre più le situazioni e le competenze per Paolo.

Tutti i casi che si stanno trattando nella ricerca-formazione-azione, nel momento in cui vedono una coerenza con i protocolli concordati, stanno dando esiti positivi.

UN'ATTENZIONE!

Un'attenzione che devi avere, molto forte, sta nel pilotare i genitori alla coerenza con i protocolli concordati e pertanto devi forzare la mano (prendendoti le responsabilità).

Il prof. Cuomo ha sempre ricordato che non state lavorando solo per i casi che seguite, ma state formandovi per un auspicato futuro Ruolo di Coordinamento. Per tale ruolo bisogna non fare sempre buon viso a quanto dicono i genitori.

E' indubbiamente importantissimo guadagnarsi la fiducia delle famiglie ma nello stesso tempo non bisogna assecondarle (sul momento sembra che ne abbiano piacere, ma successivamente vedono la non Professionalità dell'Operatore).

Due esempi in cui tu dovevi afferrare la debolezza ed intervenire:

1. non dare una quota di danaro perchè il ragazzo non realizza la sua responsabilità nella raccolta differenziata è INGENUAMENTE SBAGLIATO in quanto non lascia alcuna traccia (ed in tutti i modi il ragazzo non lavora, non assolve le responsabilità che deve invece imparare a prendere) Invece bisognerà: DARE LA PAGHETTA E PORRE UNA MULTA QUANDO NON SI FA LA RACCOLTA DIFFERENZIATA!!! In tal modo il ragazzo nota quanto perde e deve averne contabilità (quindi lavorare)!!!
2. perchè usare soldi stampati per poi colorarli? Ciò è estremamente infantile!!! E' molto meglio usare (anche per gli esempi) i soldi veri (tanto non è che occorrano dei miliardi o vanno a male se rimangono attaccati sul listino). Pertanto via i soldi colorati (che sono usati nella scuola dell'infanzia) e usare i soldi veri tenendoli lì attaccati, sul listino prezzi, con il nastro adesivo!!!


Fatti rispettare nel tuo ruolo e prenditi le responsabilità.

Ciao e complimenti per i livelli che state raggiungendo con Paolo

Alice Imola
Nicola Cuomo

P.S. UTILIZZARE LA CALCOLATRICE MOLTISSIMO IN QUANTO E' LA CALCOLATRICE CHE DOVRA' UTILIZZARE PER LE AUTONOMIE E L'INDIPENDENZA QUINDI SOLO E SOLTANTO CALCOLATRICE PER I CONTI DI GESTIONE DEL LISTINO!!!


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