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ALESSANDRO 2 -PARTE SECONDA-

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Messaggio  Admin Lun Giu 14, 2010 3:13 pm

Il 3 aprile Licia scrive dopo la supervisione in presenza:

Carissimi,
la supervisione del 27 marzo è stata molto utile perché ha gettato luce su un terreno molto oscuro per me: la mia professionalità.
Ho studiato per diventare Psicologa e sono cresciuta col desiderio di esserlo; quando finalmente ci sono riuscita è cambiato il mio status, mi sono ritrovata educatrice e questo mi ha forse confusa e disorientata. Non sapevo quale fosse realmente il compito di un’educatrice e quali fossero le linee di demarcazione tra i genitori e un’educatrice. Bene, la supervisione di sabato è stata illuminante e mi ha rassicurata molto; adesso mi sento più padrona del mio sapere e del mio fare. Ho capito da che parte devo stare ma non nel senso di schieramenti di guerra, bensì di guida da seguire.
Lo psicodramma mi ha aiutato a capire meglio il punto di vista dei genitori, le loro ansie, le loro paure che li rendono talvolta pedanti, talvolta insicuri. Prima non capivo la loro condizione, del resto non posso immaginarla nemmeno adesso, ma mi sento più consapevole del loro stato emotivo, dello stress e delle frustrazioni che devono sopportare ogni giorno. Mi sono sentita a disagio, in imbarazzo e incompetente,ma allo stesso tempo non giudicata e uguale agli altri… Bello! Propongo, se posso, di fare lo stesso psicodramma con i genitori a Roma perché se a noi operatori è servito per capirli meglio, sicuramente sortirà lo stesso effetto anche in loro con il risultato che di ritorno a casa ci capiremo meglio e questo sarebbe un enorme vantaggio sia per la ricerca che per le persone coinvolte. Detto ciò vorrei informarvi su quello che intendo fare con Alessandro Tasselli nei prossimi incontri.

NARRAMATICA

Vorrei svolgere la Narramatica nelle modalità descritte da D’Amore, ma non utilizzando le immagini, bensì costruendo, ricercando comprando(se necessario) tutti i personaggi e gli scenari. Ho intenzione di prendere come protagonista Cars o Spiderman che sono i due miti di Alessandro e costruire una storia: se per es. Spiderman dovesse incontrare tre cani, ci procureremo tre pupazzetti di cagnolini, se Spiderman volesse mangiare due carote, prenderemo due carote vere… ho già fatto un plastico sulla primavera dove ci sono le nuvole di ovatta e un bel sole fatto con un bicchiere di plastica ( vi manderò le foto) e farò in modo che spider man si muova in questo plastico per poi aggiungere gli altri col passare delle stagioni. In questo modo intendo rispettare i 4 punti fondamentali:

1. PIANIFICAZIONE. La storia sarà totalmente inventata da Alessandro dietro la mia guida, così come tutto ciò che costruiremo sarà opera della sua fantasia e della mia conduzione velata.
2. ATTENZIONE. L’attenzione sostenuta sarà garantita dal fatto che il protagonista è uno dei suoi personaggi preferiti, ma piano piano il bambino presterà attenzione anche all’ambiente circostante per vedere se c’è del materiale utile alla storia che possiamo prendere e trasformare, e questo ci porta nel terzo punto
3. SIMULTANEITA’. Con il nostro narrare INVENTANDO e costruire RICORDANDO ciò che si è inventato, voglio portare Alessandro ad un pensiero simultaneo nel senso che il bambino narra e contemporaneamente immagina come creare materialmente ciò che sta dicendo, dove andare a reperire gli oggetti se in frigo piuttosto che in camera o in giardino. In questo modo non vado a potenziare solo la simultaneità ma anche il pensiero rappresentativo.
4. SUCCESSIONE. Alessandro avrà bene in mente che ad ogni evento inventato, succede un’azione da parte nostra di rendere visibile ciò che abbiamo detto a parole. Inoltre la storia in sé è una concatenazione di eventi e di azioni del protagonista che dobbiamo sempre tenere a mente.


Conoscendo Alessandro, posso prevedere due possibili blocchi al mio progetto:
Disinteresse, scarsa partecipazione e noiache intendo superare o meglio evitare a priori attraendo il bambino con il suo mito per eccellenza;
Difficoltà a ricordare le tappe della storia in quanto non sarà un’attività che esauriremo in un’unica volta, ma ci accompagnerà per un po’ di tempo. Intendo superare questo possibile blocco fotografando di volta in volta gli scenari costruiti e mettendo le foto con piccole didascalie in un album. Ogni volta prima di continuare la storia, faremo un breve riassunto delle “puntate precedenti” guardando proprio l’album.

“PRENDERSI CURA DI ”

Ho pensato di implementare la dimensione del “prendersi cura di” al fine di aggiungere qualche responsabilità nelle giornate di Alessandro.
Da sempre ho prestato attenzione a questa dimensione. Per es. quando coloriamo, il bambino sa che deve occuparsi del suo materiale e questo significa rimetterlo a posto dopo averlo usato; significa anche mettere le cose in ordine dopo aver cucinato; significa anche prendersi cura di sé e lavarsi le mani dopo aver dipinto o dopo aver fatto pipì.
Adesso volevo proporre un nuovo gioco: una piccola serra da tenere in giardino di quelle fatte appositamente per i bambini dove si mette il terriccio e i semini. Avremo la costante attenzione di innaffiare tutti i giorni alla stessa ora e osserveremo le evoluzioni graduali delle nostre piante da piccoli semi a bellissimi fiori o piante. Voglio trasmettergli il concetto che se non si prende cura dei semini, questi non diventeranno mai fiori o frutti e moriranno perché il loro sviluppo dipende da lui.
Voglio cominciare solo con dei semi di fiorellini anche per allargare il discorso sulla primavera, ma poi voglio provare con dei pomodorini con cui preparare le sue amatissime bruschette di cui è ghiotto. Si tratta di un traguardo a lungo termine,ma non ho fretta.

Fatemi sapere cosa ne pensate anche perché se dovessero essere buoni progetti, intendo cominciarli subito dopo pasqua.

Licia scrive ad Alice prima dell’incontro di Roma:

Cara Alice,
a Roma ho intenzione di partire dai progressi di Alessandro spiegando di volta in volta come siamo giunti a questi progressi, spiegando cioè le mie azioni che li hanno prodotti, qui di seguito ti scrivo ciò che intendo dire, ovviamente sarò più completa questo è solo un promemoria ma vorrei che lo guardassi per dirmi se va bene o no.
I progressi nel linguaggio sono innumerevoli: adesso si esprime con molti più vocaboli, dice meglio le parole che già conosceva, formula frasi complete e corrette in cui c’è il soggetto, il verbo e il complemento. Non si limita più a parlare solo per rispondere ad una domanda o per esprimere una richiesta, ma dialoga, ti comunica che c’è il sole, ti fa notare che la strada è piena di buche ( perché ho sempre privilegiato la dimensione del parlare, ho sempre pensato ad alta voce con il bambino e talvolta ho passato interi pomeriggi solo a parlare davanti ad un libro di favole)
È più collaborativo. Gioca volentieri con me, propone delle cose da fare ( perché i miei progetti partono sempre dalla sua pianificazione nel senso che gli faccio nascere il desiderio di qualcosa cosi lui me la propone e pensa di guidare il gioco, in questo modo è aumentata la sua autostima e ha sviluppato l’idea di sé che è un bimbo in gamba perché propone cose divertenti) *aggiungi che l'ansia con l'autostima+competenze scompare (se è successo)*
I tempi di attenzione si sono notevolmente allungati, adesso rimane a giocare anche per più di un’ora mentre in passato dopo pochi minuti diventava irrequieto /( a questo punto voglio accennare alle 4 dimensioni Pianificazione, Attenzione, Simultaneità, Successione per far notare come anche una semplice uscita a comprare dei cioccolatini viene inquadrata in una struttura molto più profonda ) * cambia giocare con svolgere attività sensate con obiettivi comprensibili. giocare molte volte viene banalizzato dai genitori e siccome per noi il giocare equivale a studiare, apprendere, progettare ecc... è meglio sostituire il termine con attività.*
È attentissimo all’utilizzo del denaro anche se non conosce il suo valore: quando andiamo a fare la spesa al supermercato o in cartoleria, lui chiede: “Quanto costa?” quando abbiamo finito di elencare le cose che ci servono, dà i soldi alla commessa (tutti quelli che ha perché non sa quanti ne servono) e prende il resto senza controllarlo riponendolo nel suo marsupio e chiudendo prontamente la cerniera. /(perché usciamo appositamente a comprare le cose che lui mangia spesso, ho fatto con lui un cartellone attaccandoci i soldi veri e faccio sempre pagare lui quando usciamo)
Ha migliorato la conoscenza dei colori grazie ai tovaglioli colorati che* gli abbiamo fatto utilizzare (la parola "gli abbiamo" esalta la progettualità tua in complemento con la famiglia)* per apparecchiare; oggi conosce anche l’arancione, il marrone e il grigio oltre ai classici blu, rosso e verde che conosceva già /( non solo ho trovato il sistema dei tovaglioli e dei bicchieri, ma anche i laboratori di cucina servono ad affinare la conoscenza dei colori)
Ha migliorato la sua conoscenza dei giorni. Adesso conosce bene il martedì e il giovedì perché sono i giorni in cui vado a trovarlo e trovo sempre il modo per uscire anche solo 5 minuti il giovedì e ogni volta dico: “Guarda Alessandro oggi il supermercato è chiuso perché è giovedì/”.( attraverso il calendario con le foto…*le nostre piste hanno prodotto in Alessandro la competenza di rendersi conto dell'organizzazione del tempo e del prendere coscienza in maniera fattiva non mnemonica del calendario*)
a breve ti invierò la stessa cosa su Paolo. in realtà ho bisogno di rifletterci con calma.
Ps non ho video che facciano vedere la differenza tra prima e dopo. ho molti video sulla preparazione della festa, sulle visite degli amici a casa, ma non sono un "prima e dopo”

Il 7 aprile la dott.ssa Imola e il prof. Cuomo rispondono a Licia:

Cara Licia,
abbiamo apportato alcune correzioni in grassetto. Devi mettere in risalto, come abbiamo detto a tutti, la tua azione trasformatrice attarverso le piste di lavoro. Così dovrai fare per Paolo. Per quanto riguarda il fatto che tu non hai filmati, ricordati che dovrai incominciare a produrli per mettere in evidenza il prima e il dopo. Nell'e-mail precedente ci tratteggi dei progetti che vanno bene. Ricordati che l'attendere, nel progetto mini-orto, che i semi maturino in piantine può essere un tempo troppo lungo. Pertanto sarebbe opportuno che oltre il seminare tu comprassi delle piantine già germogliate in modo che il bambino veda in un tempo più rapido il cambiamento. Inoltre anche in questa situazione fotografa il prima e il dopo per punti chiave. perciò man mano che il seme e la piantina crescono fotografa il percorso: prima solo la terra, poi i filini che escono delle piante, poi i filini si ramificano, poi la piantina, poi il fiore, poi il pomodorino e poi il pomodoro. Come vedi il prime e dopo serve sia agli operatori per capire la trasformazione nel tempo del bambino sia al bambino per capire le trasformazioni che lui produce.
Ci vediamo a Roma
Ciao
Alice Imola
Nicola Cuomo

Il 12 aprile 2010 Licia scrive:

Carissimi,
Pio Tasselli mi ha detto che dal 13 al 16 maggio con tutta la sua famiglia farà un viaggio di lavoro a Rimini. Mi ha proposto di andare insieme a loro per passare 3 giorni no stop col piccolo Alessandro. Sarebbe una occasione utile per rafforzare ulteriormente il mio legame affettivo con il bambino. Mi vedrebbe davvero come quasi una di famiglia che ama giocare e stare con lui. Trascorreremmo insieme 24 ore al giorno e condivideremmo certe cose che sarebbero impossibili o quasi qui, per es. il cucinare insieme, l’andare a fare la spesa, il pisolino pomeridiano … un sacco di cose!!!
Pio mi ha poi garantito che la nostra sistemazione non sarebbe in una camera d’albergo, bensì in un mini appartamento tutto per me e per Alessandro dove appunto poter cucinare, lavare, apparecchiare
Già immagino di fare ore ed ore di video riprese e di osservare ed interagire col bambino in situazioni nuove sia per lui che per me. Mi sembra una buonissima occasione da non sprecare.
Cosa ne pensate?
Inoltre ho acquistato un gioco di società, un gioco dell’oca per bambini. E’ molto colorato e con tappe simpatiche per i più piccoli. Volevo giocare con Alessandro a casa, introdurlo bene nel gioco e quando lo vedo “esperto” vorrei invitare un compagno a casa con cui giocare. La mia intenzione è di portare lo stesso gioco in classe per vedere se in un’attività strutturata, già nota per Alessandro e piacevole, le sue interazioni e i suoi comportamenti a scuola abbiano un miglioramento. Del resto è la stessa cosa che è successa con il puzzle: dopo averlo fatto a casa con me, lo propose lui stesso a scuola e quando ancora oggi lo fanno, è uno dei pochi momenti felici e senza agitazioni varie. Fatemi sapere voi cosa ne pensate. Circa il viaggio con la famiglia, se decidete che sia una cosa buona e se decidete che posso andarci, tenete presente quella data nella programmazione delle supervisioni in presenza in modo da non far coincidere le due cose cosi che io possa venire a Bologna (ovviamente se potete e se non crea problemi a nessuno!).

13 aprile Licia, operatrice amica di Paolo e Alessandro, invia alcune sue riflessioni e considerazioni circa il suo lavoro, dopo la supervisione a Roma:

SUPERVISIONE ROMA


La supervisione a Roma mi ha fatto riflettere sui miei punti deboli e su quelli un po’ più forti della mia attività con i ragazzi.
Mi sento forte a coinvolgere i ragazzi nelle cose che faccio. Sono diventata più furba e più capace a far nascere il desiderio di qualcosa e per poi farla proporre come se io non ci avessi mai pensato. Con Paolo è successo per esempio con i viaggi verso Bari. Non sono arrivata a casa sua per prenderlo e metterlo su un treno; già da settimane gli parlavo di quanto è bella Bari, di quanto è bello prendere il treno da soli, di quanti ragazzi ci sono nella città perché essendoci l’Università si crea a tutte le ore una situazione molto vivace;gli raccontavo di come mi ero sentita grande la prima volta che ho viaggiato da sola, e non lo facevo mentre eravamo impegnati a fare altro ma mentre eravamo in stazione ad aspettare il mio treno; in questo modo volevo assicurarmi che la sua attenzione e il suo coinvolgimento fossero attivati proprio su questo argomento. Ce l’ho fatta perché è stato Paolo a chiedermi di fare questa esperienza senza che dall’esterno vi fossero pressioni da parte mia o di qualcun’ altro. Ho accettato subito la sua richiesta dicendo che non ci avevo proprio pensato a fare un viaggio con lui e che era una grande idea, sicuramente ci saremmo divertiti. In questo modo volevo fargli passare il concetto “Bravo sei in gamba, io non ci ero arrivata a pensare questo”. La stessa cosa ho fatto per instillargli il desiderio dell’agenda (spesso la tiravo fuori, leggevo appuntamenti che avrei dimenticato se non li avessi scritti, dicevo che tutti i miei amici adulti ne hanno una perché è utilissima a tenere a mente tante cose ….) e del portafogli. Questo per i bambini più piccoli si traduce in non imporre dall’esterno un gioco o una qualsiasi attività, ma se non ne vogliono sapere, coinvolgerli in modo più sottile e velato. Con Alessandro per es. comincio un’attività da sola e gli faccio vedere che mi diverto che sto bene, poi coinvolgo la madre chiedendole di passarmi degli oggetti che possono servirmi e le faccio vedere quello che ho realizzato. Sua madre mi dice che sono stata bravissima, che ho fatto una cosa bellissima e le chiedo di darmi una mano … in due secondi Alessandro è con noi a fare ciò che stavo facendo io.
Ho imparato invece che devo parlare di più di me. Parlare di me ho capito che non significa solo fare la cronistoria delle mie giornate ad Andria, ma metterci del mio vissuto, confidarmi in qualche modo proprio come farei con una mia amica davanti ad un caffè. Raccontare di me significa anche non rimanere necessariamente fedele alla realtà, ma essere in grado di inventare al momento giusto un aneddoto che possa risultarmi utile ad attenuare una eventuale gaffe dei ragazzi o una loro mancanza. Raccontare un aneddoto significa citare luoghi, circostanze, persone, fatti, conclusioni … non soltanto dire “si succede spesso anche a me”
Ho imparato (e questo vale per i più piccoli) che devo utilizzare molto di più la narrazione con gli accorgimenti tipici del narrare e non del raccontare o descrivere: narrare vuol dire utilizzare onomatopee, metterci dentro tante informazioni in più rispetto all’essenziale; usare un tono di voce adeguato e accattivante; usare una velocità nella voce concomitante alla frase che si sta dicendo, narrare mentre si fa e non prima di fare.






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