X Fragile - Il Filo di Arianna
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Messaggio  Admin Mar Mar 30, 2010 12:40 pm

3 ottobre 2009, Cristina scrive:

Buongiorno,

vi scrivo il resocont sull'incontro con Filippo. Inoltre, la mamma ha detto che vorebbe prendere appuntamento con gli insegnanti per giovedi 8 ottobre, e che vorebbe che fossi presente anch'io.
Mi ha chiesto cosa dire agli insegnanti circa il come far capire agli altri bambini la diversità di Filippo (penso avendo ancora in mente la fiaba che secondo lei faceva capire). Delle visite di compagni cosi come consigliato nella lettera (brevi, poche persone, attenzione a spazi e cose di Filippo, etc...) dovrano essere prima progettate, percio, per adesso niente festa e animazione! INCONTRO CON FILIPPO:
Appena arrivata mi aspettavano in macchina perchè non avevano trovato parcheggio. Filippo ha chiesto di vedere il treno, agitandosi quando la mamma le ha detto che non poteva parcheggiare. Siamo usciti io e Filippo dalla macchina per andare a vedere il treno. Abbiamo ascoltato l’annuncio della partenza del treno, io l’ho ripetuto, le ho raccontato che il capotreno fischia, chiude le porte e parte... abbiamo visto tutto questo. Era molto eccitato; lo è sempre al treno. Però mi ascoltava molto interessato e ripeteva tutto quello che le dicevo. Arrivati a casa la sorella aveva già apparecchiato il tavolo. Ci siamo lavati le mani e Filippo mi ha datto il sapone e poi l’asciugamano. A tavola ha aiutato la madre passandoli i piatti. Ha fatto remarche di tipo “deliziosa, squisita... la pasta”. Abbiamo sciacquato i piati e sistemati nella lavastoviglie. A Filippo piace molto lavare i piati, pero non sembrava interessato di sistemare per bene i piati nelle lavastoviglie, avendo fretta di sciacquare il prossimo piatto. Si e divertito moltissimo lavando le posate e mettendo nel cestino della lavastoviglie le forchette con le forchette, i coltelli con i coltelli...... Tornando verso la stanza, ha visto l’album di Rimini che avevamo fatto l’altra volta e l’ha preso. Mi ha detto di salire sul letto, facendomi vedere l’album, ma io ho fatto finta che ero interessata alla macchinetta fotografica in quel momento. Così, mi ha detto “insieme?”, e ha insistito attirandomi l’attenzione con l’album. Le raccontavo mentre guardavamo le foto, e lui stava zitto... era molto preso dalla storia. Ha detto solo “macedonia” in una fotto in quale la macedonia era in primo piano. è stato attento fino a l’ultima pagina e poi mi ha chiesto di leggerlo dall’ inizio. Le ho detto che lo guardavamo quando veniva la mamma, insieme a lei, che adesso avremmo guardato il calendario. C’erano delle foto nuove... Abbiamo preso i vestiti asciutti per poi stendere quelli appena lavati, però fuori non sono riuscita a gestire molto la situazione. Filippo portava la bacinella vuota, però appena siamo usciti ha cominciato a corerre. Abbiamo preso i vestiti però non era per niente interessato, percio ho rinuncito all’idea di stendere quelli appena lavati per cercare prima una strategia per gestire la situazione fuori. La mamma ci ha proposto di passare dal cugino di Filippo e dalla zia prima di portarmi in stazione. Però, per uscire, si doveva cambiare il pannollino. Si agita, si lascia pregato, piange, scappa... Non e facile convincerlo, e viene in bagno solo dopo diverse volte che la mamma le dice “se non vieni, rimani a casa ed io e Cristina andiamo!”. Alla fine lo fa, quasi piangendo... Non si vuole asciugare da solo... Sembra che lo vive molto male. Ho osservato anche il fatto che appena sente il gatto che va in bagno lo va a guardare... Con la zia e il cugino: le fa piacere vederli e alla partenza saluta la zia diverse volte. Il cugino (12 anni) viene con noi in macchina per portarmi alla stazione. Filippo è di nuovo molto eccitato in stazione. Mi saluta dal binario saltando.

Il 3 ottobre il professor Cuomo risponde:

Carissima Cristina,
mi sembra che piano piano sta aumentando l'attenzione di Filippo circa la narrazione, osserva di più e ciò che mi sembra importante, pian piano, si sta organizzando mentalmente. Naturalmente noi dobbiamo sempre guardare alle sfumature positive e tu dovresti riportare anche quelle sensazioni positive che senti più intimamente con il bambino . Per esempio il fatto che non vede l'ora di incontrarti è un buon riferimento per potenziare la fiducia verso di te e verso quello che man mano gli dirai, per implicarlo negli apprendimenti(tu senti che sta crescendo la fiducia di Filippo verso di te? da cosa lo intuisci?).
Tieni conto che nelle lettere (che devi sempre rileggere in particolare prima degli incontri) vi sono tante attività che dovrai ricordare e sottolineare (magari anche rileggendo insieme) anche agli insegnanti a scuola.
Inoltre gli insegnanti devono preparare (avrebbero dovuto già farlo) un piano di lavoro: quello che si chiama il PEI che all'interno del POF(sul libro di Alice è spiegato cosa sono). Gli insegnanti devono programmare le azioni didattiche pensate per Filippo per farlo integrare nella classe per lavorare insieme ai compagni e non portarlo fuori (ti ricordi che lo portavano fuori)..
Gli insegnanti devono presentare un piano di lavoro! Nelle nostre lettere noi diamo spunti e suggerimenti metodologici ma devono essere loro a proporre e noi magari a dargli dei consigli, ma sulle loro ipotesi di lavoro.
Se proponiamo sempre noi loro potrebbero avere sempre da ridire sulle nostre proposte. Il corpo insegnante è pagato per progettare, ipotizzare, pianificare,... noi possiamo aiutarli ma dopo che hanno progettato e fornito le ipotesi di lavoro scritte.
COME INFORMARE I COMPAGNI POTREBBE DIVENTARE UNA RIFLESSIONE COMPLESSIVA SULLE UGUAGLIANZE E DIFFERENZE DI CIASCUNO
Per quanto riguarda la differenza di Filippo e il come formare i compagni penso che si potrebbe progettare un pomeriggio (o un sabato mattino se i bambini vanno a scuola di sabato) in cui Alice con te apra un discorso sulle differenze in classe. Ciascuno potrà dire come si sente differente e come uguale agli altri. In queste differenze entrerà la differenza originale di Filippo una differenza che da prima sarà legata a come la vedono i compagni e poi, successivamente, pilotando la discussione, diretta a capire come gli altri vedono Filippo per arrivare a pensare insieme sul come aiutarlo, in quali occasioni e circostanze. Penso che sia molto utile implicare la classe e videoregistrare la discussione. Il confronto sulla differenza e sul come aiutare Filippo (pilotato) dovrà portare ad un piano di lavoro in cui anche i bambini divengono mediatori. Il pilotaggio sul riflettere sulle differenze dovrà anche far emergere le competenze di ciascun bambino nella classe e ciascun bambino aiuterà Filippo in quelle attività in cui si ritiene più competente. Un bambino competente in disegno aiuterà Filippo nel disegno, un bambino bravo a insegnargli ad andare a fare la pipiì in bagno lo aiuterà per questo... Ciascun bambino dovrà essere diretto a scoprire il proprio talento utile per far crescere Filippo.
Si potrebbe pensare ad un incontro ogni due settimane per pensare, riflettere e programmare con i bambini del gruppo classe come si sta andando avanti nell'aiuto e cosa si può fare per aiutare meglio. Tu e Alice videoregistrerete il tutto (bisogna pensare ai permessi). Ne parleremo in Università. ciao

La mamma scrive alcune annotazioni su Filippo:

2 Ottobre2009
Questa mattina a scuola l’insegnante curricolare Giulio mi comunica che quest’anno come il precedente sono nulli i fondi economici per eventuali supplenze oltre che per richiedere professionisti esterni per progetti vari. Mi ha anche confidato che l’anno precedente a causa di una malattia di una insegnante e l’assenza di supplenza ha comportato la divisione di bambini in classe diverse fino alla guarigione . Nella classe da F. potrebbe non accadere, visto la compresenza con il sostegno, nel caso in cui dovesse accadere come possiamo evitarlo? All’uscita di scuola in Filippo si notava la stanchezza accumulata durante la settimana, ha salutato velocemente le insegnanti per correre verso la macchina. Saliti in auto chiede “andiamo da Cristina”, lo informo che andiamo alla stazione perchè sta arrivando, da quel momento svanisce la stanchezza, alla vista di C. ride e fa tante feste, ovviamente non si riparte se non vediamo prima un treno arrivare o andar via. A casa per la prima volta aiuta a servire i piatti senza sbuffare, gusta le pietanze dicendo che squisito e delizioso, propone un brindisi alla salute. Alla fine del pranzo ogn’uno di noi ha svolto un compito , F. e C. hanno sciacquato e caricato i piatti in lavastoviglie. . Nota..; Filippo sta molto volentieri con Cristina. Questa sera abbiamo fatto cena con delle fette di mozzarella F. per la prima volta ha mangiato la mozzarella a pezzettini tagliandola da solo, inizia a utilizzare il coltello sempre più correttamente, cioè ha cominciato a mettere forza oltre al movimento, quindi sta acquisendo la giusta coordinazione. Alla fine della cena prima di andare a letto ci prepariamo per la doccia, insieme prendiamo il pigiama l’accappatoio e tutto il materiale occorrente, ( premetto che F. ha paura di sciaquarsi direttamente con il getto dell’acqua) iniziamo il solito rito riempiendo una bacinella d’acqua, e F. entra dentro con una manopola insaponata si lava le braccia e così via , al momento del risciacquo mi sorprende, invece di usare la manopola per sciacquarsi chiede il telefono doccia, provando un immenso piacere nel sentirsi il getto dell’acqua sul corpo, ho lasciato che ci stesse piu tempo in modo che potesse gustarsi il piacevole momento, e capire di aver superato una sua grande paura. Nota..;Questi piccoli grandi progressi raggiunti, sono la gratifica di tanto impegno.

5 ottobre 2009
Domani è il compleanno della sorella, Veronica. Con F. abbiamo pensato di regalarle una bella scatola piena di caramelle, questa mattina abbiamo portato a scuola una piccola scatola suggerendo di fare un decoupage attività che lo diverte molto. Nell’attesa del suono della campanella per entrare in classe una bambina si avvicina a F. tendendogli la mano, nonostante gli fosse rifiutata si è seduta sui gradini vicino a lui, toccandogli delicatamente i ricci, lui lascia fare accenando un sorriso. Si distrae alla vista della maestra Cinzia, salutandola ripetutamente lei contraccambia dicendogli che è un bambino dolcissimo, lui sorride e mi guarda e mi invita ad andar via dicendo “ci vediamo più tardi” atteggiamento che assume da poco tempo. All’uscita da scuola F. aveva in mano la scatola decorata con strisce rettangolari e triangoli colorati, l’insegnate riferisce che è stato bravo ha incollato tutto lui. Rientrati a casa ha nascosto il regalo nel armadio e nel pomeriggio siamo andati a comprare le caramelle.

6 ottobre 2009
Questa mattina per la prima volta è andato a scuola con lo zaino sulla schiena. A differenza di tutte le altre volte che si rifiutava. Nell’ atrio della scuola c’è una ragazza straniera molto gentile con un banco fornito di varie merende da vendere ai bambini, grazie a questo servizio F. ogni mattina compra da solo la merenda scegliendo tra i panini con i vari affettati e la pizza bianca o rossa, colgo questa occasione per insegnare a F. l’utilizzo della moneta alternando un euro, due monete da cinquanta centesimi e cosi via, prende il resto, me lo da, va verso i suoi compagni e mi saluta. Nota..: per me è una grande soddisfazione guardarlo anche perche è l’unico bambino della sua età a farlo autonomamente. Oggi alla fine della scuola arrivati a casa F. prende la scatola decorata va dalla sorella con fare soddisfatto dice” l’ho fatta io” e inizia a cantare tanti auguri. Veronica non informata, rimane sorpresa e meravigliata, ringrazia e fa tanti complimenti evidenziando la bravura di F. la bellezza della scatola e dice che quel regalo gli serviva proprio. Filippo saltava dalla gioia.
Qualche giorno fa l’insegnante di sostegno mi riferisce di aver letto e fornito ai colleghi la lettera con le varie indicazioni inviata da voi, sottolineando alcune perplessità riguardo il non fare uscire F. dall’aula, lei non è d’accordo e dice che vanno rispettati i tempi del bambino e che non se la sente di costringere F. a restare in classe, e quando nota la sua stanchezza lo porta fuori a prendere una boccata d’aria, specialmente in quei giorni in cui c’è il rientro.
Inoltre mi chiedeva quanto tempo trascorre l’operatore amico con F.?
E se fossero stati realizzati video dei loro incontri nel laboratorio sperimentale per poterne prendere visione. Ho consigliato che l’eccezione non fa la regola e che se nota una eccessiva stanchezza può strategicamente proporre un diversivo, portandolo in un ambiente diverso seguendo comunque un filo conduttore, es..; di fare un bel disegno con i colori a tempera utilizzando le mani al posto del pennello che a F. piace molto, e poi uscire alla fine a lavarsi le mani in bagno.
Nota..: in questi rientri si alternano in compresenza con il maestro curricolare, l’insegnante di sostegno e l’assistente comunale, F. ha due rientri il martedì con l’insegnante di sostegno ed il giovedì con l’assistente comunale. Per due giovedì consecutivi all’uscita da scuola, F. piange e urla (atteggiamento insolito) la prima volta ho pensato che fosse la conseguenza dell’orario lungo, l’ass. mi riferisce che F. ha chiesto spesso di me, questo mi ha fatto pensare che F. si annoia, io le ho consigliato di svolgere delle attività interessanti, tipo, sfogliare un libro, disegnare e colorare, insomma di coinvolgerlo evitando così di annoiarlo. La seconda volta l’assistente con fare ansioso riferisce che F. è stato tranquillo tutto il pomeriggio, lo ha fatto giocare senza farlo annoiare, le faccio presente che queste situazioni si verificano soltanto nei suoi pomeriggi, ho ribadito di leggere e studiare le indicazioni da voi inviate e di confrontarsi con l’insegnante di sostegno e di annotarsi le difficoltà che riscontra in modo tale da approfondire nell’incontro che avverrà il 21 ottobre. Nell’attesa di ulteriori suggerimenti colgo l’occasione per inviarle i miei saluti

Il 13 ottobre2009 il professor Cuomo risponde alla mamma di Filippo:

Gentilissima signora,
sicuramente le famiglie devono ricevere dalla Direzione consigli su come aiutare la dirigenza, perorare cause che non mettano in difficoltà la scuola in caso di malattie e/o altro. Inoltre la Dirigenza stessa dovrebbe far tener presente ai suoi superiori dei possibili danni che certe condizioni possono produrre ai bambini in generale ed in particolare a bambini come Filippo. Il ruolo di un Dirigente non è meramente esecutivo ma è di concetto, pertanto deve esprimere ai suoi superiori sia le sue difficoltà sia possibili ipotesi di risoluzione.. Un ruolo direzionale e di concetto comporta tali responsabilità. Inoltre la trasparenza del proprio ruolo e delle proprie azioni dirigenziali dovrebbe far sì che le istanze e le perplessità che la Dirigenza esprime ai suoi superiori possano essere conosciute sia dai dipendenti che dagli utenti. In tal modo sia i dipendenti che gli utenti possono in qualche modo riflettere sul come intervenire per essere di ausilio. Inoltre sia i dipendenti che le famiglie hanno organi di rappresentanza e quindi possono valutare per loro conto i rischi e formulare istanze dirette a sollecitare sia i Dirigenti che i loro superiori a prendere in esame fattuale ed a ipotizzare risoluzioni appropriate, pragmatiche sia per prevenire che per evitare condizioni estremamente problematiche che possono essere di grave rischio. Quando vi sono problemi economici l'organizzazione scolastica deve anche pensare ad una gerarchia di tali problematiche e far sì che gli ultimi a dover soffrire delle carenze siano i bambini con necessità speciali come Filippo. Le modalità ci sono, i rappresentanti ci sono, i ruoli ci sono...bisogna che gli aventi diritto si mettano in azione sia per reclamarli che per farli mettere in atto. Se nessuno dalla direzione, ai genitori, agli insegnanti, attraverso i loro rappresentanti e gli ordini preposti dice niente ne consegue un riduttivo adattamento di carattere totalmente subordinato e accondiscendente. Se nessuno richiede e agisce per la realizzazione dei propri diritti, nessuno sa niente. Per quanto riguarda i bambini con bisogni speciali le associazioni dovrebbero aiutare i genitori sia in sede locale che nazionale a pretendere i propri diritti. Per quanto ci riguarda noi non possiamo fare altro che sottolineare l'importanza della ricerca e del fatto che Filippo molto più degli altri bambini ne risentirebbe di un contesto con carenze sia di strumentazione che di insegnanti. D'altra parte il, per esempio, ritirare Filippo qualora gli insegnanti si assentino e il non mandare a scuola da parte degli altri genitori i bambini contribuirebbe a non far emergere il problema nella sua totalità contribuendo a far andare le cose sempre peggio. Quando lei mi parla di "stanchezza accumulata durante la settimana…" penso che sia un atteggiamento globale dei bambini e di traduzione da parte dei genitori di certi comportamenti intendendoli quale stanchezza. In realtà pensi alla noia e quindi alla grande e reale stanchezza che verrebbe a provare Filippo se dovesse stare sempre in casa. L'incontro con Cristina desiderato da Filippo ci mostra il desiderio di Filippo. La dimensione emozionale positiva che si è venuta a creare ci sottolinea le possibilità di realizzazione progettuale che con l'ausilio di Cristina si possono mettere in atto. Il fatto che alla vista di Cristina svanisce la stanchezza vuol dire che effettivamente non vi era. Di fatti molti insegnanti sottolineano che i bambini e le persone con X Fragile dopo un paio di ore si stancano. In realtà non è che si stancano ma si annoiano perchè gli insegnanti non sanno organizzare la loro didattica in modo che sia permanentemente la causa di attenzione e di interesse. Si dice "dopo un paio d'ore si stancano" e questo lo si attribuisce alla X Fragile. Riflettiamo bene, non certamente dopo le due ore si mettono a dormire ma dopo queste due ore che sembrano diventate canoniche in trasversale a tutte le famiglie della ricerca a detta degli insegnanti, i bambini partono con enorme slancio e energia verso altre attività. Ciò vuol dire che:
1. non è vero che si stancano in quanto hanno ancora energie da spendere;
2. bisogna organizzare progetti di intervento educativo-didattici con unità dentro le due ore, potendo passare ad
altre attività concatenate tra loro, con nuove modalità di attuazione e con differenti azioni e materiali didattici.
Risulta quindi fondamentale saper rendere vario il percorso didattico. Anche in una grande festa se questa non è organizzata in maniera varia, dinamica, e con diversi centri di attrazione e polarizzazione dell'attenzione ci si annoia mortalmente. Per quanto riguarda la relazione con l'amichetta a scuola, è da tenere in memoria in vista del progetto "amici in casa" che le ho inviato, in cui bisognava tener conto di riferimenti sia contestuali che relazionali per incominciare a costruire le condizioni per far nascere un'amicizia e per mantenerla nel tempo sempre provocata dal desiderio reciproco (la bambina si è avvicinata a Filippo, lo ha accarezzato esprimendo una sua condizione di desiderio che sicuramente è stata percepita da Filippo). Come vede per Filippo la favola "Flic e le margherite" non viene scritta sulla carta e dagli adulti, ma la stanno realizzando nelle relazioni gli stessi bambini e bisogna continuarla nell'aiutarli a farla evolvere nelle relazioni, a "scriverla", nei comportamenti, giorno per giorno. Per quanto riguarda le decorazioni sulla scatola con strisce triangolari e rettangolari forse saranno belle, ma sanno molto di geometria occulta, la quale sembra esprimere forme intelligenti, ma non in chi le propone. Le decorazioni sono belle quando sono di forme strane, multicolori, con fiori, brillantini, paillettes incollate.... decorare una scatola con triangoli e rettangoli mi dispiace ma è "una schifezza" e non propone alcuna crescita nè estetica nè cognitiva, ma una riduzione della gioia e del senso estetico (forse è specchio della opacità e grigiore in quel momento di chi ha consigliato tale tipo di decorazione). Per quanto riguarda l'insegnante di sostegno ed il fatto che "non se la sente di costringere Filippo a restare in classe...." lei deve sottolineare agli insegnanti che Filippo deve imparare e stare nelle regole e che le regole della scuola prevedono quello che il progetto educativo ha stabilito. A scuola tutti i bambini devono andare e devono comportarsi in modo adeguato coincidente alle regole, devono disporsi all'apprendimento, devono fare i compiti, devono ..... Un devono che è la risposta alla fiducia che loro devono avere nei confronti degli insegnanti, dei genitori. Gli insegnanti devono essere fermi, autorevoli, non autoritari, direttivi ed i bambini devono ubbidire. Se l'Insegnante non si sente di costringere Filippo, bisogna mettere la regola che in classe ciascuno può fare quello che gli pare. Ciò non è possibile ed è antieducativo. Siccome la nostra ricerca multi ed interdisciplinare, dopo un consulto polispecialistico a Roma e un confronto sia nell'area della psicologia clinica che in quelle della Pedagogia Speciale e Didattica dell'Integrazione non hanno stabilito che Filippo può fare quello che gli pare, ma che al contrario deve stare rigorosamente nelle regole. Il parere personale dell'insegnante, libero come pensiero personale non coincide nè con gli obiettivi e la legislazione di quanto la scuola prevede, nè con i pareri multi ed interdisciplinari. Per questo motivo l'insegnante deve attenersi al protocollo della ricerca, che come lei ha visto, in pochissimo tempo, sta dando i suoi frutti, per evitare che si vengano a creare situazioni con gravi rischi di disorientamento e danno nelle azioni complessive dell'intervento che stiamo permanentemente pianificando e valutando per Filippo. A questo punto mi sorge un dubbio, è Filippo che è stanco alla fine della giornata e della settimana o Filippo assorbe la stanchezza dell'insegnante? Noi sicuramente possiamo aiutare l'insegnante a ritrovare quelle prassi utili a superare tali problematiche e la stanchezza che in un certo modo di intervenire nell'insegnare propone, ma dobbiamo totalmente evitare che ci si discosti dal protocollo che di per sè è già molto ma molto flessibile. Il giovedì è sicuramente una denuncia di noia che Filippo fa. Dobbiamo tener conto che queste denunce Filippo, man mano che andremo avanti e vivrà il raggiungimento di certi obiettivi da strade differenti a lui adeguate e facilitanti chiederà sempre di più e protesterà sempre di più. L'educatrice comunale deve seguire il nostro progetto ed il progetto degli insegnanti di classe. Il suo ruolo mentre può non essere di progettazione deve essere di aiuto al progetto degli insegnanti di classe. Non deve essere assolutamente di mero badantato. Pertanto bisogna fornirgli un progetto attivo per le ore di sua compresenza e/o presenza. Lo sottolineo, è molto meglio che sia fornito dall'insegnante in quanto suo responsabile, ma se dovessero essere carenti ipotesi Cristina stessa può orientare l'educatrice, ma lo sottolineo, con il permesso e il consenso attivo degli insegnanti. Colgo l'occasione per inviare i miei saluti Nicola Cuomo

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