X Fragile - Il Filo di Arianna
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Messaggio  Admin Mer Mar 31, 2010 1:51 pm

Il maestro di Michele, riprende le parole del suo messaggio del 6 novembre 2009 e risponde:

“Già da ieri con Michele abbiamo ripreso la discriminazione e la pronuncia di vocali, parole con l’ausilio di immagini.
Michele ha poco interesse nel lavoro ma anche oggi mi ha seguito nel percorso di esposizione e soprattutto dimostra di ritenere le poche acquisizioni in termini di riconoscimento delle vocali e di alcune lettere.
Abbiamo trascorso bei momenti e soprattutto ha rispettato le regole all’ingresso ed alla ricreazione consumando la merenda correttamente sul banco.
Invio quindi l’alfabetiere che progressivamente arricchiremo con nuove immagini e che Michele dovrà esercitarsi a pronunciare essendoci vocaboli a lui di difficile produzione e la canzone di Baloo “ ti bastan poche briciole” che Michele accompagna con regolarità ed espressione al tamburello e pronunciando le parole in rosso.
Saluti”


Ho ripreso integralmente il testo della comunicazione per chiarire :
Dal giorno di inizio delle lezioni, come si evince chiaramente dalla comunicazione, ho proposto a Michele il “tradizionale abbecedario “ 2 volte, 2 volte di numero ed esclusivamente per poter fissare, registrare, trasmettere un dato oggettivo, utile soprattutto a chi vorrebbe far ricerca e magari non possiede dati fondamentali.

- Il dato è quindi che Michele riconosce e discrimina correttamente tutte le vocali e le lettere B , M P; S , T .

- Nell’allegare il file incriminato non sono stati allegati i file audio “ complementari “ al file stesso, quelli per intenderci che rendono anche sonora la presentazione, poiché come Le potrà spiegare qualsiasi assistente che ha competenza informatica, questo avrebbe obbligato a trasmettere non solo il file di pp ma anche tutti i files audio e video in movimento allegati alle singole fotografie che sono stati registrati da me e da Michele, per di più in una cartella poiché altrimenti la mamma di Michele non avrebbe potuto avere gli elementi per poter fruire del file incriminato ed io non avrei avuto naturalmente il tempo di trasmettere tutto. Ma c’e’ molto di più in quanto il file di PP comprensivo di commento sonoro al “ tradizionale abbecedario “ è già dall’anno scorso trasmesso da me alla famiglia in quanto costituisce storico di materiale didattico già in uso l’anno scorso. Si è trattato quindi inequivocabilmente di una verifica, su materiali conosciuti l’anno scorso, per verificare appunto allo stato le competenze di discriminazione e produzione linguistica di Michele.

- Sono perfettamente d’accordo con Lei quando evidenzia che “i bambini con X Fragile devono apprendere in situazioni e attraverso una didattica globale legata al proprio vissuto e con l'ausilio di uno sfondo complessamente organizzato come immagini, suoni, disegni ecc... (d’altra parte questo sarebbe bene accetto e proficuo con qualsiasi bambino !!) ma se Le dicessi che Michele accende autonomamente e correttamente il Pc, apre il file incriminato e a mia richiesta è capace di trovare manualmente la lettera richiesta, pronuncia le lettere o gli oggetti delle immagini e poi esce dal programma e chiude correttamente il pc questa è già una differenziazione al “ tradizionale abbecedario”, quello che sicuramente suo nonno non avrà utilizzato. Certo ora bisogna spingere nella direzione da Lei indicata, nell’allargare la lettera alla parola, la fotografia al senso, il video ai commenti sonori che accompagneranno e vivificheranno le azioni ed ovviamente al supporto didascalico globale e minimale. Su questo sono come già detto pienamente d’accordo con Lei e sarà per il futuro la strada che la scuola percorrerà. D’altro canto l’aver fatto conoscere, esplorare, ed usare correttamente il Pc è una competenza importantissima, basilare nel percorso di acquisizione, interazione ed integrazione delle competenze logiche e linguistiche di Michele, permettendo che il bambino, in maniera anche autonoma, partecipi alla modalità di creazione del proprio materiale scolastico e soprattutto di fruizione autonoma .( Michele sa scattare foto, capisce e riconosce che quella stessa fotografia sarà acquisita dal pc, registra al microfono lettere, parole e frasi che riconosce nella successiva fruizione audio-visiva ) Credo quindi che tutto il percorso di conoscenza e gestione del medium pc, fortemente desiderato e motivante per Michele, possa essere utile per il suo futuro e per la successiva integrazione delle acquisizioni nella direzione e nelle finalità da Lei auspicate.

- Il vero, autentico messaggio della mia comunicazione del 6 11 2009 alla famiglia, ESPLICITATO, era costituito dal fatto, estremamente positivo, che pur tra comprensibili irregolarità, prosegue positivamente l’accettazione delle regole fondamentali di convivenza da parte di Michele che non aveva mai in precedenza dato in speranza di acquisire. Mi riferisco a : Ingresso a scuola con i compagni ed entrata in aula con azione di togliere ed appendere il sempre presente cappello ! nonché giacca , zaino e sedersi al banco. Rimanere in aula, seduto o libero di muoversi e comunicare con i compagni o le maestre per almeno 15 minuti. Consultare il cartellone del tempo, dello spazio e delle persone ( in pratica sequenze di fotografie che predicono, illustrano chiariscono a Michele le azioni e le persone alle quali andrà incontro. Ritornare in aula all’ora della merenda e consumare correttamente la stessa nonché pulire il banco alla fine gettando nel cestino i rifiuti. E non voglio insistere oltre .

- Quali le ragioni allora delle sue gravi affermazioni “non dobbiamo farci ingannare nel gioire noi delle soddisfazione che ha l'insegnante nel rendere accondiscendente Michele. In realtà quando noi diciamo che Michele deve imparare a stare nelle regole ciò significa che deve imparare le regole giuste e valide per il suo sviluppo cognitivo ed affettivo e non le regole che accontentano l'insegnante e rischiano fortemente di danneggiarlo “ ?

- Quali sono le regole che accontentano l'insegnante e rischiano fortemente di danneggiare Michele ? Sono forse quelle per le quali ci impegnamo responsabilmente tutti i giorni ? Mi lasci dire. Lei ha pensato che nonostante le sue comunicazioni la scuola, ed io in questo caso, possa essere stata, come di consueto, completamente cieca nel vedere, nel cercare le migliori strategie per il bambino e questo ancor più colpevolmente perché Le è sembrato di non essere preso in considerazione. Questo è linguaggio da caccia alle streghe che non accetto !

- L’errore è, come spesso, nella difficoltà di comunicazione e per quel che ci riguarda addirittura nella non-comunicazione in quanto nelle mie due giornate di volontaria partecipazione al convegno settembrino sull’ X fragile di Rimini non ho ritenuto, SBAGLIANDO, di approcciarla personalmente poiché pensavo di aver ancora bisogno di tempo per elaborare le informazioni e per riflettere su quella che si è mostrata da subito come una sfida, soprattutto perché conosco profondamente Michele, i suoi bisogni le sue potenzialità ma anche le sue difficoltà. Potrei continuare descrivendo le attività grafiche, manipolative, motorie e musicali che impegnano CREATIVAMENTE ( e me lo lasci dire da creativo, da compositore professionista quale sono ) Michele, alcune delle quali, motorie e musicali su tutte, esperite oggi addirittura con una condivisione piena e totale dei tempi , degli spazi e soprattutto delle attività della classe . Inutile dilungarsi ,chiudo questa già lunga lettera con la speranza che ci si possa serenamente e costruttivamente confrontare, collaborando, nel supremo interesse di Michele.

- In conclusione tutte le sue lettere, i suoi suggerimenti sono stati e saranno letti, analizzati e applicati nella misure delle nostre capacità. Spero che da questo momento diriga qualsiasi commento e suggerimento, direttamente, anche al mio indirizzo mail.

Il 13 novembre il professor Cuomo risponde all'insegnante di Michele:


Gentilissimo maestro,
la ricerca non ha alcun obiettivo di incriminare, ma formula delle ipotesi, sperimenta degli itinerari, li valuta e procede da secoli in tale dimensione rigorosa.
Lo stesso computer che lei cita e il software power point, sono il risultato della ricerca scientifica. Sicuramente vi sono responsabilità di chi fa ricerca e di chi utilizza gli strumenti che la ricerca produce. Tenga conto che la ricerca non è aria fritta, ma sono anni e anni di sperimentazione concreta di prassi, di verifiche, di revisioni, di trasformazioni, di autocritiche che contraddistinguono la modestia che sia il ricercatore che chi usufruisce della ricerca devono dimostrare. Per quanto mi riguarda, la nostra ricerca si riferisce ad un protocollo, in specifico sulla X Fragile,che chiaramente ci orienta verso: non insegnare letterine, né frammentare. Pertanto a riguardo dell'insegnare a leggere e a scrivere, non consigliamo in qualunque modalità l'abbecedario.
Naturalmente l'uso del computer, del power point, della sonorità e della multimedialità, rimangono competenze che Michele ha acquisito, ma non capisco perchè deve utilizzare tale competenze per l'abbecedario quando abbiamo suggerito (in quanto sperimentate con successo su bambini con X Fragile) altre piste di lavoro utili non solo per Michele, ma per tutta la classe.
Se lei si vuole attenere alla ricerca lo faccia, se non si vuole attenere lo dichiari, in quanto lei non è uno specialista sulla X Fragile. La nostra intenzione non è né di criminalizzare nè di determinare caccia alle streghe.
A noi interessa la coerenza nella dimensione multi e interdisciplinare che lei ha potuto ascoltare a Rimini.
Michele è passato, grazie al sistema di interventi che stiamo con la famiglia, con l'educatrice, mettendo in atto, da una condizione sregolata, confusa, gestibile con difficoltà, ad una in cui le regole stanno diventando uno strumento intellettualmente potente per la sua organizzazione cognitiva e non meramente ubbidienza. Il fatto che anche Michele stia trasferendo questa sua capacità di seguire le regole da casa (in cui si è realizzato e si sta realizzando un progetto ad hoc) a scuola ci fa emergere la capacità del bambino di trasferire strutturalmente quanto appreso in ambienti e contesti differenti.
Si tratta di apprendimenti non legati ai contenuti scolastici, ma apprendimenti rivolti a potenziare le sue capacità cognitive e relazionali e che quindi divengono facilitanti per l'apprendimento delle nozioni. Non sono i contenuti scolastici né le nozioni che possono far superare gli handicap che il deficit x fragile propone, ma il far impadronire il bambino di quegli elementi strutturali di base su cui organizzare il pensiero e quindi l'intelligenza e quindi il linguaggio, altrimenti tutti gli apprendimenti che lei mi cita se non hanno un progetto esplicito e dichiarato come quello che noi abbiamo nella ricerca multi ed interdisciplinare, possono correre il rinchio di essere automatismi che pur rientrando nella categoria degli apprendimenti non concorrono fortemente allo sviluppo cognitivo. Sviluppo cognitivo che deve utilizzare fortemente lo spazio da zero a dieci anni per approfittare della plasticità del cervello.
Pertanto la nostra ricerca ha l'intenzione di provocare negli insegnanti il dubbio: il bambino apprende per automatismi o la mia didattica sta producendo il suo sviluppo cognitivo? Un bambino che in forma automatica apprende tutte le nozioni scolastiche senza le sollecitazioni ai suoi potenziali cognitivi e quindi al suo sviluppo, nel tempo rischia di non diventare mai autonomo ed indipendente. Questo avviene ad un bambino con x fragile. Un bambino che non ha tale patologia pur in una didattica che produce apprendimenti di contenuti e nozioni con automatismi, quasi sempre riesce spontaneamente, per una sua forza interna, a rielaborare l'automatismo facendolo divenire pensiero produttivo.
Un bambino che non ha la x fragile ha ottime possibilità e probabilità di superare anche la didattica, se esiste, meno adeguata.
Pertanto il dubbio che la dimensione di ricerca propone lei lo utilizzi per crescere (che sono gli obiettivi dello sviluppo scientifico), in tal modo non percepirà alcuna caccia alle streghe. Rimane il fatto che se lei vuol seguire la ricerca noi siamo volentieri contenti di coadiuvarla nella didattica, mentre se lei non la vuole seguire non deve far altro che dichiararlo (le ripeto, lei non è uno specialista sulle problematiche della X Fragile).
L'utilizzo di power point o di altro non deve assolutamente avvenire a favore di nozioni frammentate!
Il problema che noi oggi abbiamo è quello di conoscere il progetto didattico della classe: quali contenuti e nozioni si intende svolgere per tutti per arrivare ad organizzare un piano educativo individualizzato con strumenti e strategie facilitanti per Michele.
Lei avrà potuto notare che ultimamente (grazie al progetto di ricerca ed al lavoro che la famiglia e l'educatrice stanno mettendo in atto in complemento e a supporto degli apprendimenti a scuola), il bambino stando nelle regole, entra in relazione affettiva ed operativa con il contesto ed li gruppo classe. Il bambino cerca di imitare i suoi compagni e naturalmente li vuole imitare in quello che fanno perchè avendo oggi più disponibilità all'osservare tale disponibilità, unita al desiderio di imitare, lo porta a voler essere attivo come gli altri.
Come ho detto prima, mentre apprendimenti e nozioni anche in una dimensione più automatica vengono rielaborati spontaneamente dagli altri bambini (non sempre è possibile una didattica senza automatismi), per Michele imitare modalità di apprendimento analitiche diviene un apprendimento inadeguato e con rischi di far peggiorare la sua patologia.
Pertanto in questo momento di disponibilità all'apprendere di Michele, bisogna stare molto ma molto attenti ed è fondamentale che il gruppo classe, almeno per due volte la settimana e per due ore al giorno (e non solo in religione e in attività motoria) veda i suoi compagni, per poterli imitare, agire ed apprendere in un contesto che segue le linee di una didattica attiva. Per 4 ore la settimana organizzare la didattica secondo i criteri globali e della didattica attiva, sicuramente non è un danno per il gruppo classe, anzi, e per Michele è un'occasione per apprendere in una dimensione relazionale e didattica che a lui propone bassissimi rischi e molti benefici sul piano dello sviluppo cognitivo.
Siccome a casa il progetto "regole" (che sta dando i suoi frutti) ed il progetto "narrazione" hanno riferimenti in:
• organizzazione di album fotografici che maturerà nel progetto raccoglitori,
• il progetto "collage"
in classe, determinando una continuità che ci permette anche di verificare i potenziali di transfer di Michele, si potrebbe procedere riferendosi al progetto "collage".
Le scrivo alcuni spunti già sperimentati con successo.

Sicuramente se in classe si realizzassero - tutti i bambini realizzassero per programma di tutti - dei collages Michele imiterebbe e gli nascerebbe il forte desiderio di imitare.
Il collage sarebbe una strategia didattica per potenziare l'intelligenza e le competenze di tutti ed avremmo la possibilità di intervenire producendo occasioni opportune per tutti.
Inoltre noi potremmo OSSERVARE gli effetti di tale modalità didattica.
Pertanto, perchè non si propongono le attività per l'apprendere a leggere e a scrivere anche mediante il collage che va ad unire immagini, disegni, pitture a didascalie scritte? A mio avviso non ci sarebbero contro indicazioni. Due volte la settimana si potrebbero realizzare due ore al giorno dei collages ed unire l'area artistica a quella di insegnamento del leggere e dello scrivere.
Si potrebbe dire a tutti: "bene ora che state apprendendo a leggere e a scrivere, costruiremo insieme una striscia di fumetto settimanale incollando figure, disegnando, incollando didascalie e fumetti. Sarà il nostro fumetto di avventure storiche, geografiche, matematiche,...".
Alcuni potrebbero incollare i personaggi, altri scrivere i fumetti per essere incollati, altri disegnare,... un lavoro fatto insieme, un lavoro multidisciplinare che offrirebbe a Michele la possibilità di desiderare quello che fanno gli altri e di imitarli.
Naturalmente a casa, da solo, senza un "contorno di compagni " che lo spinge ad imitare Michele non ha lo stesso incentivo che ha guardando gli altri fare e desiderare quello che fanno gli altri. Penso che quattro ore alla settimana divise in due giornate non farebbe alcun danno e ci permetterebbe di osservare le differenze
. La striscia di fumetto costruito insieme, con la partecipazione multidisciplinare degli insegnanti, unirebbe sia l'area artistica, che l'area linguistica, storica, geografica, matematica,... che (in relazione all'argomento) l'area che volta per volta diventa il contenuto del collage.
Un'attività piacevole che porterebbe il gruppo degli insegnanti e dei bambini a collaborare. Senza tale possibilità contestuale, relazionale da desiderare e da imitare i nostri interventi sarebbero molto più difficili perchè non troverebbero contesti a cui Michele può riferirsi per far sviluppare il suo desiderio emulativo. Sicuramente una classe che già lavora con le metodologie globali non farebbe alcuno sforzo e Michele si troverebbe ad imitare e ad imparare modalità preziosissime al suo sviluppo cognitivo, relazionale, linguistico.

Ci tengo a sottolineare che per lo sviluppo cognitivo di Michele, le attività manuali risultano più potenti di quelle con l'ausilio del computer, perchè l'uso delle mani propone la maturazione di un'organizzazione del cervello: mentre il computer la organizzazione la contiene nel suo interno, il lavorare con le mani propone l'interiorizzare l'organizzazione.
Il lavorare con le mani produrrebbe un enorme vantaggio a Michele per il superamento delle problematiche che il deficit x fragile propone, ma non solo a lui. L'utilizzo delle mani risulterebbe utile allo sviluppo cognitivo dell'intero gruppo classe. Come potrà vedere dall'animazione che le allego ("Homunculus" https://www.youtube.com/watch?v=bT_YIHXnSNE) le mani hanno un ampissimo presidio nell'architettura cognitiva e purtroppo oggi l'uso dell'informatica nel periodo della scuola primaria, se non è compensato con il fare con le mani, può produrre dei gravi handicap. Assistiamo per esempio ad un fenomeno che vede studenti con capacità intellettuali verificate con voti positivi, ma incapaci trasferire quanto appreso in teoria nella pratica.

Augurandole buon lavoro e rimanendo a disposizione le invio i miei saluti.

Nicola Cuomo

Il 16 novembre la dottoressa Alice Imola esorta Pamela ad inviare il progetto raccoglitori per Michele:

Carissima Pamela,
tempo fa la mamma di Michele ci ha scritto:
" Ho chiesto il programma scolastico della classe, che ho consegnato a Pamela, per fare il progetto raccoglitori, qui Pamela una volta studiato il programma ,vi spiegherà quali materie e quali punti verranno sviluppati.".
Non abbiamo ancora ricevuto nulla hai inviato il progetto?
In attesa del progetto, buon lavoro

Alice Imola

IL PROGETTO RACCOGLITORI
Il 18 novembre Pamela risponde:

Gentili Professor Cuomo e Alice,

per il Progetto Raccoglitori ho scelto le materie di Geografia, Storia, Scienze, Religione.

Per la materia di Geografia affronterò l’argomento della rappresentazione degli ambienti; in particolare del quartiere e della città dove vive Michele. Ho pensato di utilizzare una mappa dove sono segnate le diverse vie del suo quartiere, poi fotografare con Michele gli edifici che sono presenti (ad es. la chiesa, il supermercato, la fontana della piazzetta ecc.) e incollarle nella mappa e nelle vie corrispondenti. Cosa simile vorrei fare per il centro storico: una mappa delle vie più importanti, dove ci sono i monumenti più importanti che fotograferemo insieme. E poi la stessa cosa anche per la zona mare. Sarebbe stato qui importante fare un collegamento con la materia di storia, affrontando l’argomento delle origini romane, ma non credo che la storia dei romani sia prevista dal programma di storia della classe.

Pertanto in storia svilupperò l’argomento dell’uomo preistorico affrontando alcuni punti chiave quali: dove viveva l’uomo preistorico, di cosa si cibava, con cosa cacciava, come si vestiva…
Inoltre vorrei affrontare anche i miti; sceglierne qualcuno in particolare che affronterà la classe.
In geografia, inoltre, potrei costruire il raccoglitore dei diversi paesaggi: marino, montano, collinare, urbano, paesaggi che in parte Michele già ha incontrato nei collage realizzati insieme.

Per la materia di Scienze ho pensato di affrontare l’argomento degli animali, in particolare di alcuni vertebrati come pesci, uccelli, mammiferi specificando le loro caratteristiche fisiche, di cosa si nutrono, come nascono, dove vivono (collegandomi così a geografia trattando i diversi paesaggi) , i loro comportamenti, il loro rapporto con l’uomo.

Per la materia di Religione realizzerò il raccoglitore della festività del Natale, i cui punti chiave sono: cosa e quando si celebra la festività del Natale, la rappresentazione della nascita di Gesù attraverso il presepe (che potremmo creare a casa proprio in questi giorni), alcune tradizioni popolari (come l’albero di Natale, lo scambio di doni, i dolci tipici).
Inoltre successivamente, come previsto dal programma potrei affrontare la festività della Pasqua.

Farò molta attenzione a rispettare la complessità e la multimedialità del Raccoglitore, attraverso la visione di film-documentari, registrazione su cassetta, sfondo musicale, stando attenta alle situazioni, ai concatenamenti sensati per creare la “continuità di fondo”.

PROGETTO NATALE

Michele ha manifestato in più occasioni il desiderio di stare in compagnia di altri bambini, anche se poi in loro presenza ha interagito poco con loro o per niente. Ha inoltre messo in atto comportamenti di imitazione nei loro confronti, sia durante le uscite al parco sia a scuola, durante le ore di musica e di ginnastica. Quindi l’obbiettivo è quello di favorire la socializzazione in Michele. Approfittando delle feste natalizie, potrei invitare a casa due amiche di Michele per costruire insieme un presepe o addobbare l’albero di Natale. Quindi nell’incontro precedente a quello in cui verranno a casa le amiche di Michele, vado con lui a comprare la cartapesta per costruire insieme una base di un presepe. Nell’incontro successivo, anticipo a Michele che ci verranno a trovare due sue amichette di scuola (Arianna e Laura), per fare merenda insieme, e che mentre le aspettiamo potremmo uscire ed andare a comprare per loro un regalino, oppure potremmo preparare per loro la merenda così quando arriveranno potremmo fare merenda tutti insieme. Quando arrivano le compagne di Michele, insieme le accogliamo, c’è lo scambio dei regalini, momento molto esaltato, oppure mostriamo loro la merenda che io e Michele abbiamo preparato. Poi mostriamo la casa alle amiche (prendo per mano Michele e dico: “Michele vuole mostrarvi la sua casa”), e insieme andiamo anche nella sua cameretta. Dico:”questi sono i giochi di Michele, questo è il suo stereo con i cd, a Michele piace molto la musica.” Sono sicura che a questo punto Michele metterà su un cd e così potremmo cantare e ballare. Poi invito tutti a bere un bel bicchiere di aranciata, perché intanto ci sarà venuta sete. Consumiamo la merenda e prima di salutare le amiche di Michele, mostro loro la base del presepe che abbiamo preparato, chiedendogli se in un prossimo incontro possono venire ad aiutarci a costruire la capanna, a disporre per bene tutte le statuine, a fare il laghetto ecc.


PROGETTO PIZZA

Non sono riuscita a coinvolgere Michele nella preparazione della macedonia, forse perché per lui non è molto appetitosa quanto la pizza. Vorrei sfruttare l’ambiente cucina per tutte le occasioni di apprendimento che essa offre (colori, forme, grandezze, manualità). Inoltre la preparazione propone una organizzazione narrante in cui ogni fase è concatenata a quella successiva. Alla fine tutti gusteremo la pizza che io e Michele abbiamo preparato. Sicuramente bisogna far desiderare la pizza a Michele, per cui non ci sarà la pizza a casa di Michele il giorno in cui decideremo di prepararla. Per non “caricare” troppo potremmo in un incontro precedente, andare a comprare gli ingredienti con una lista disegnata e scritta. Nell’incontro successivo, la mamma di Michele, potrà preparare l’impasto prima, così al mio arrivo possiamo prepararla presto ed evitare i tempi lunghi di attesa. Intanto potremmo preparare gli ingredienti già acquistati, tagliare le mozzarelle, i wustel per la pizza di Michele, una bianca per quella di Valentina, una solo pomodoro mozzarella per…ecc. Poi stendere la pasta mettere gli ingredienti preparati e infornarla, aspettare la cottura e infine gustarla insieme ringraziando Michele. Tutte le fasi della preparazione saranno fotografate per costruire il ricettario.

Il 15 dicembre 2009 il professor Cuomo risponde:

Carissima Pamela,
ho letto con Alice i tuoi progetti e vanno benissimo!

Una attenzione che devi tenere è quella di non crearti "molte aspettative" perchè queste ti porrebbero in una situazione molto agitata, tesa finendo con influenzare il tuo comportamento in negativo finendo con il fare la "maestrina".
Il non darti "molte aspettative" è diretto al porre sotto strettissimo controllo il MOLTO.
Devi tenere sempre presente che i nostri progetti sono caratterizzati dalla forza della profondità emozionale e che non è la QUANTITA' che li rende potenti ma la QUALITA'.
PERTANTO IL GIORNO DELLA VENUTA DELLE AMICHE, COME I GIORNI PRECEDENTI PREPARATORI, DEVONO SVOLGERSI TRANQUILLAMENTE E SE IL BAMBINO NON RISPONDE A TUTTE LE TAPPE DEL PERCORSO CHE TU HAI PREPARATO NON DEVI ASSOLUTAMENTE PREOCCUPARTI SOFFERMATI DI PIU' SU QUEI MOMENTI IN CUI LUI SI DIMOSTRA PIU' INTERATTIVO E PIU' CALMO.
SE TU TI SOFFERMI ED INSISTI NEL FARGLI FARE QUANTO IN QUEL MOMENTO LUI SI RIFIUTA (NON SAPPIAMO IL PERCHE') SEMBRERA' SIA AGLI OCCHI DELLE AMICHE MA ANCHE -ED è CIO' CHE A NOI INTERESSA- AGLI OCCHI ED AI SENTIMENTI DI MICHELE UNA CONDIZIONE NON POSITIVA.

PERTANTO:

- TRANQUILLITA'
- SALTARE O RIDURRE I TEMPI DELLE AZIONI CHE NON VUOL COMPIERE(SE NON VUOL FAR VEDERE LA SUA STANZETTA, PER ESEMPIO, SALTA, CI RITORNERAI IN UN SECONDO MOMENTO)
- STARE ,MOLTO ATTENTA ALLE OCCASIONI PER SOFFERMARTI PIU' A LUNGO(SE LO SPALMARE IL CIOCCOLATO SUL PANE, CHE E' UNA ATTIVITA' DI MERENDA, PROPONE OCCASIONI PER RIFLETTERE INSIEME E STAR BENE PROLUNGA TALE OCCASIONE DI UNA IMPORTANZA NON PREVISTA
- PENSA AD UN INCONTRO BREVE (DEVE RIMANERE IL DESIDERIO DI RIVEDERSI- MASSIMO UNA ORA E' PIU')
- TERMINA L'INCONTRO CON UN CERIMONIALE DI ARRIVEDERCI (HO VISSUTO IN GERMANIA UN CERIMONIALE DI ARRIVEDERCI DI FIGLI DI UN MIO COLLEGA CHE MI HANNO ACCOMPAGNATO ALLA PORTA CON DELLE LANTERNINE DI CARTONE CON DENTRO UN LUMINO ANCHE IO NE AVEVO UNA E ME LA HANNO REGALATA, E' STATO MOLTO BELLO ED INUSUALE PERTANTO HA COLPITO NEL SEGNO DELL'EMOZIONALITA')
SE VI E' LA POSSIBILITA', SICCOME E' UNA ESPERIENZA CHE PUO' ESSERE UN UTILE ESEMPIO PER TUTTI, VIDEOREGISTRA L'ORETTA (MI RACCOMANDO NON PENSARE AD UN TEMPO PIU' LUNGO) DI VISITA DEGLI AMICI.

FACCI SAPERE

Nicola Cuomo
Alice Imola

SVOLGIMENTO PROGETTO NATALE
Pamela scrive:


Oggi con Michele avevo progettato di uscire per andare a comprare la carta roccia pitturata per costruire il nostro presepe. Quando sono arrivata a casa di Michele, lui mi ha subito coinvolto nel cantare le sue canzoncine (ora le sue preferite sono quella di Flipper e quella di Heidi). Poi ha cominciato a cantare lui solo, e mi ha chiesto di accompagnare la sua voce con il battito delle mani. Era molto a suo agio. C’è stato poi un momento di agitazione quando gli ho detto che saremmo usciti a comprare la carta per fare il presepe di Natale.
Prima che io arrivassi, avevo già parlato alla mamma del mio progetto, per cui lei è andata in garage con Michele a prendere tutti gli scatoloni dove c’era l’albero, statuette, luci, palline di Natale… La mamma perciò ha anticipato a Michele che noi insieme avremmo fatto il presepe e che la sera stessa Valentina avrebbe fatto l’albero di Natale. Mi ha detto che Michele incuriosito, aveva guardato tutto quello che c’era negli scatoloni. Quindi al mio arrivo ho guardato anche io quello che c’era negli scatoloni dicendo a Michele che avremmo fatto proprio un bel presepe, ma che non avevamo la carta, per cui saremmo dovuti andare a comprarla.
Siamo usciti e ci siamo diretti al negozio che lui conosce (è piccolo e non c’è mai confusione).. Durante il tragitto, ho detto più volte a Michele che stavamo andando al negozio, che lì avremmo comprato la carta, che io poi avrei pagato e che saremmo ritornati a casa per creare il nostro presepe. Ho aggiunto anche che non avrebbe dovuto toccare niente nel negozio, che poteva guardare tutte le cose belle di Natale, ma senza toccare niente. Ho attirato l’attenzione di Michele sul presepe che era in vetrina, dicendogli che noi ne avremmo fatto uno simile. Siamo entrati nel negozio e Michele si guardava intorno, tranquillo. Dopo poco ha cominciato a toccare un po’ di cose, giocandoci, ma io intanto avevo pagato per cui siamo andati via presto. È stato bravo, perché in occasioni precedenti quando entravamo in un negozio o scappava via o mostrava agitazione. Siamo ripartiti e in macchina durante il percorso, facevo notare a Michele tutte le luci nella città, tutti i negozi illuminati e con alberi di natale…insomma che tutta la città si stava preparando alla festa del Natale! Siamo arrivati e dopo aver fatto merenda ho chiesto a Michele di aiutarmi a modellare la carta con le mani, accartocciandola un pò creando così una piccola montagna, una stradina… Lui non ha collaborato, però osservava quello che facevo io. Poi gli ho chiesto di aiutarmi a ritagliare un cartone per fare una base solida su cui mettere la carta modellata… Ha ritagliato, nonostante il cartone fosse spesso, richiedeva quindi forza e più tempo. Michele si è sempre rifiutato di ritagliare, eccetto il suo sacchetto di wustel, che ha imparato a tagliare da poco. Invece questa volta ritagliava il cartone volentieri. Poi abbiamo disposto su la carta adattandola e incollandola e così la nostra base del presepe era pronta.



Nell’incontro successivo, abbiamo invitato un’amichetta di Michele. L’altra che avevamo pensato di invitare ci ha detto che era impegnata. Michele conosce bene Arianna, sono compagni di classe, sono vicini di casa, e le famiglie si sono incontrate spesso. Non era la prima volta che Arianna veniva a casa di Michele.
La mamma di Michele, gli aveva anticipato questa visita e aveva detto ad Arianna che ci avrebbe aiutato a fare il presepe, quindi lei è arrivata a casa di Michele con il muschio. Io ho portato la carta per fare il cielo stellato e una piccola scatoletta di cartone che avremmo rivestito con la carta e l’avremmo utilizzata per fare la capanna.
In questo primo incontro però avrei dovuto soprattutto creare un atmosfera piacevole, divertente nello stare in compagnia di Arianna e soltanto verso la fine dell’incontro, avremmo potuto mettere il muschio che Arianna aveva portato, o qualche statuina. Così nell’incontro successivo, avremmo potuto completare con Arianna il nostro presepe.
La mamma di Michele ha aspettato con me e Michele l’arrivo di Arianna, accompagnata dalla sua mamma. L’abbiamo accolta tutti insieme, gli abbiamo mostrato il piacere di averla tra noi. Michele era tranquillo, ha guardato quello che Arianna aveva nella sua busta ( il muschio). Poi ha avuto un comportamento insolito, rispetto a quest’ ultimo periodo: ha chiesto di guardare il dvd, si è arrabbiato e ha pianto. Probabilmente la situazione insolita: la mamma che era a casa (solitamente noi siamo soli a casa perché la mamma è con Valentina al corso di Danza, e solo quando ritorna a casa Michele può guardare il dvd), o forse il rifiuto di quella situazione lo ha portato a “rifugiarsi” nel dvd? Non ho saputo bene interpretare quel comportamento. Comunque abbiamo ribadito a Michele che alle 7 avrebbe potuto guardare il suo dvd, e che ora potevamo giocare un po’ con Arianna, visto che era venuta a trovarci.
La mamma ha raggiunto Michele nella sua stanza, io intanto ho mostrato ad Arianna la basa del presepe che io e Michele avevamo preparato, ma che prima soprattutto avremmo fatto insieme una buonissima merenda. Dopo poco Michele è ritornato più tranquillo. La mamma è andata via e lui subito ci ha coinvolto nei suoi giochi : il cantare le canzoncine, con le annesse coreografie. Poi ho detto a Michele: “dai facciamo vedere ad Arianna la tua casa!” Siamo arrivati nella sua stanza e Arianna è stata subito attratta dai giochi di Michele, ma lui ha attirato la nostra attenzione sulla musica. Ha messo un cd di una canzone che Arianna sapeva cantare e ballare, così, lei ci insegnava i movimenti, e io e Michele li eseguivamo. Michele era molto divertito e Arianna era più a suo agio. Dopo poco ho detto che era arrivato finalmente il momento di fare merenda. Tutti siamo andati in cucina e ho chiesto a Michele se lui preferisse il pane col salame o con la nutella, lui ha preferito quello col salame, Arianna invece ha preferito quello con la nutella, così ho chiesto a Michele se poteva aiutarmi a preparare la merenda per la nostra ospite, ma lui non prestava ascolto alle mie parole. Così io, senza insistere ho preparato il pane per lui e per Arianna. Michele non è restato seduto insieme a me ed a Arianna per consumare la merenda, nonostante io glielo avessi chiesto più volte. Non ho insistito. Finita la merenda (era già passata un ora, ma la mamma di Michele che avrebbe riaccompagnato Arianna a casa, non era ancora tornata) ho detto a Michele che potevamo mettere sul presepe il muschio che ci aveva portato Arianna, il cielo stellato e spargere la neve finta. Michele si è allontanato. Allora io e Arianna ci siamo messe sedute sul pavimento e abbiamo cominciato a mettere il muschio, la neve… Intanto commentavo quello che facevamo, ma Michele restava in camera sua. Noi lo invitavamo spesso ad aiutarci, ma lui non ritornava lì con noi. Arianna ha trovato nelle scatole dove abbiamo i nostri materiali di lavoro due “scopette”, che si usano per togliere la polvere (era materiale che avremmo utilizzato per i collage) e ha detto che ci voleva fare delle bambole, una per Valentina e per Michele e ha detto a Michele che le avrebbe portate la prossima volta, quando sarebbe venuta a finire il presepe insieme a noi. Così l’abbiamo salutata (intanto era arrivata la mamma di Michele) dicendo che ci saremmo rivisti presto.
Michele in questo incontro ha mostrato di saper condividere momenti piacevoli, nonostante ci siano stati dei momenti in cui una forte ansia lo ha portato ad allontanarsi da una situazione di condivisione.


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